Ugo Borsatti, Davide contro Golia
di Franco Belci
(pubblicato sul profilo facebook di Franco Belci il 4 agosto 2017, ore 16.30)
Lettura: spessore-weight**, impegno-effort***, disimpegno-entertainment*
Non saprei davvero come definire in altro modo la vicenda che leggerete qui sotto e che contrappone la Fondazione CRTrieste (Cassa di Risparmio di Trieste) al fotografo novantenne Ugo Borsatti. Siccome intendo rendere pubblico l’appello, chi intende aderire è pregato di farlo non con un like, ma in maniera esplicita. Grazie.
Nell’ambito del dibattito inerente il rischio di chiusura di alcune storiche botteghe di artigianato di Trieste, vogliamo segnalare il caso di Foto Omnia di Ugo Borsatti.
E’ da 70 anni che Ugo, ora novantenne, è testimone importante della città, della quale ha fotografato le bellezze architettoniche e naturali, gli eventi, la quotidianità. Il fotografo ha ceduto anni fa il proprio archivio alla Fondazione Crt, peraltro con una clausola di non esclusività, ovvero di possibilità di utilizzo del proprio materiale, che per un lungo periodo non è stata eccepita, visto che non vi è stata alcuna contestazione alla pubblicazione e alla vendita dei suoi libri.
La Fondazione ha invece contestato la pubblicazione delle sue due ultime, bellissime opere: Ugo e noi e Leica e le altre, rivendicando la disponibilità in esclusiva del materiale e intentando una causa civile con la richiesta di un indennizzo esorbitante, fuori dalla portata dell’artigiano novantenne e con l’ulteriore richiesta di distruzione delle copie dei due libri.
Fissando l’udienza per ottobre, il giudice ne ha fin dal 2016 impedito la vendita mettendo in seria difficoltà l’equilibrio delle entrate sulla base delle quali Borsatti tiene ancora aperta la sua storica bottega di via Gatteri.
Ugo Borsatti. Foto: Nadia Pastorich
Senza ovviamente entrare nel merito della controversia, che riteniamo frutto di un’incomprensione, chiediamo a Fondazione Crt di rinunciare alla causa ovvero di accontentarsi di un risarcimento simbolico consentendo la circolazione e la vendita dei due libri che costituiscono un’importante testimonianza sulla vita della città.
Sarebbe davvero un paradosso se la Fondazione, che ha spesso operato per la conservazione di attività commerciali storiche della città, per ultimo l’arredo della pasticceria “Pirona”, sopprimesse di fatto una di quelle attività con una storia quasi secolare alle spalle chiedendo un indennizzo certamente non determinante per il volume delle proprie entrate.
22 dicembre 1959: Renato Rascel affetta un prosciutto in un buffet del centro di Trieste. Foto: Ugo Borsatti
Riportiamo qui integralmente, al modo in cui lo stesso interessato con molta lucidità ha fatto sul suo profilo facebook (testo fotografato al posto di pdf), l’intera vicenda:
Ugo Borsatti racconta
Questa controversia ha scatenato la città di Trieste, innumerevoli sono i commenti, gli interventi di totale adesione all’appello di Belci e le dichiarazioni di stima, affetto e solidarietà per il concittadino Borsatti. Ne riportiamo qui alcuni, quelli che in qualche modo suggeriscono approcci concreti, tralasciando quelli dichiaratamente pro Golia solo per questione di antipatia. Ci sono anche alcune risposte di Borsatti stesso.
Commenti alla storia di Borsatti
Lilly Tschantret Questa storia ha dell’inverosimile. Solo in un paese delle banane come questo sono possibili certe schifezze. Sorge il dubbio che la Fondazione abbia acquisito l’intero archivio in attesa di poter pubblicare foto, fare mostre, convegni e conferenze… ma alla Vivian Maier, e cioè con un valore più che decuplicato. Vero Fondazione? Altrimenti non si spiegherebbe come mai di un archivio, cui sembra tenere così tanto, abbiamo iniziato a sentir parlare solo quando elementi esterni, vicini al fotografo e non alla fondazione, si sono dati da fare per divulgarlo.
Mauro Rigonat Desidererei sapere a titolo di pura curiosità cosa ha fatto il cessionario con quel patrimonio di foto che dovrebbe comprendere anche moltissimi negativi relativi alla TRIESTE-OPICINA. Ha forse pubblicato un libro in merito? Non è che tali foto rimangono chiuse nei cassetti a prendere polvere precludendone la visione al pubblico? Perché non pubblicare un libro con quelle foto (sulla Trieste-Opicina, NdR)? Visto il successo internazionale che l’opera dedicata alla grande corsa ed intitolata “TRIESTE-OPICINA 60ANNI DI EPOPEA” ha riscosso (buone vendite persino in America)!
6 novembre 1954. Un gruppo di fotografi in una immagine di Ermanno Ukovic su un’unità della Marina Italiana. Da sin.: non identificato, Ugo Borsatti, Andreino Antonini, fotografo della Marina, Gianni Anzalone (oggi in Australia).
Andrea Gardini da chiudere i conti con Unicredit e andare da un altra banca
Musenga Giulio Leggo ora e sono molto triste anche per la cecità di chi le persone di valore, le storie, i beni di Trieste dovrebbe tutelarli e promuoverli. Borsatti è un grande fotografo che ha raccontato magnificamente una parte importante della storia di questa città e non credo proprio che l’utilizzo di foto che sono sue, ancorché cedute, possa in qualche modo danneggiare l’enorme patrimonio storico e artistico ora in possesso della Fondazione. Mi domando: perché la fondazione non le compra i diritti di un suo nuovo libro e la lascia in questo splendido compito di raccontare i suoi scatti? Ha proposto loro questo?
Ugo Borsatti Grazie Giulio per la solidarietà. Non ho pensato di fare questa proposta.
Ugo Borsatti e Deborah Della Negra
Ugo Borsatti L’unica cosa che cerco di proporre, per SALVARE la mia ditta e ME STESSO è “chiudere la CAUSA, assurda, ingiustificata, inaccettabile iniziata contro di me. E’ quello che sto cercando di fare, con ogni mezzo, da tempo, sperando di riuscire a “sopravvivere”, a continuare a lavorare, a produrre, a lasciare ancora qualcosa di “buono” ai posteri fino a quando sarò (purtroppo ora devo dire “sarei” in grado di farlo.
Alessio Pellegrini Vicenda tristissima… Ma il primo avvocato? In base a cosa ha dato il via libera? Tutto mi pare nasce da lì…
Renata Doz L’azione della Fondazione mi stupisce oltremodo, fuori da ogni comprensione la protervia con cui reclamano danni!!! Quando è chiaro che sono i custodi dell’archivio e non ne hanno l’esclusiva… spiace sentire come un Maestro che ha dato tanto lustro alla città con la sua attività testimoniando la storia della nostra città sia messo in tale difficoltà!!! Spero che alla Fondazione rilegano il contratto e si ravvedano…
Demis Albertacci Caro Ugo. Tu sei un esempio per tanti giovani che spesso mollano il colpo e si arrendono per motivi molto più futili di questo. Da amico e collega non posso che sostenerti e rimarcare la mia stima nei tuoi confronti. Il problema è che hai esagerato. Dovevi adeguarti alla media fotografica scandalosa che c’è in giro. Vedi cosa succede a far delle foto belle? Poi tutti le vogliono…
Ugo Borsatti con Raffaele Ferrio e signora
Claudio Tommasini Caro Ugo o Caro decano come ti chiamo quando riusciamo a vederci, mi dispiace per quello che stai passando, ho lasciato la fotografia professionale perché ero stanco di combattere ogni giorno contro questi poteri forti che non sanno, non capiscono cosa vuol dire dare il cuore per qualcosa che ami, non sanno cosa vuol dire perdere ore dentro una camera oscura per creare qualcosa che è irripetibile, usano le leggi, le norme per frustrare la vita di una persona, ho 60 anni e solo 30 di fotografia ma come tenti fotografi triestini, tu sei uno dei riferimenti per coloro che hanno lavorato in questo campo. Invidio le tua forza nel voler combattere queste nullità che hanno però un potere che solo nel nostro paese è concesso, ho nel cuore la foto che ha fatto Marino con te, Franco ed io in una serata di ricordi… continuo a fare foto anche se non vivo più di questo, posso solo dirti come diceva mia madre… “Ugo, a casa mia un piatto de minestra per ti ghe sarà sempre e che sti mone vada a spender i soldi in medicine…”. Un abbraccio dal lontano Uzbekistan.
Roberta Ferin Mi è piaciuta molto la parola “distruzione”… in senso ironico ovviamente e mi riporta alla mente i regimi… che tristezza, che orrore. Credevo fosse un associazione seria….
Paola Snidersich Caro signor Ugo, qua in rion tifemo tutti x lei, quindi la vinzerà!
Calogero Chinnici A me sembra una nebulosa… la fondazione che si mette in mano alla crema del foro e poi il giudice che cerca di farla ravvedere con un’offerta irrisoria rispetto quello chiesto… qui ci sarebbe veramente da mettere in mano ad un avocato con i controc… che schifo, credo che chi fa parte della fondazione si dovrebbe vergognare… sopratutto per le grandi fatiche e rischi fatti e presi per fare quelle immagini… a me questa storia fa schifo come tutto quello che circonda la finanza…
Mostra fotografica Trieste e una donna di Ugo Borsatti
Commenti all’appello di Belci
Manuela Scordino Voglio credere che per una strana combinazione astrale ci sia stato un grandissimo paradossale equivoco. Non riuscirei a spiegarmi come un colosso (che nel suo nome si fregia di Trieste) possa mettersi sullo stesso piano di un novantenne che ha raccontato mirabilmente con la sua opera la nostra città! Ditemi che qualcuno ha preso un abbaglio e io ci crederò.
Ornella Urpis Come presidente della CPO del Comune di Trieste ho avuto l’onore di organizzate (con non poche difficoltà) l’unica mostra fotografica fatta nella nostra città a Palazzo Costanzi nel marzo 2015. Conservo ancora nel cuore i bei momenti e la gioia nel vedere i nonni con i figli e i nipoti ammirare la Trieste di un tempo. Aderisco all’appello.
Roberto Rosenwasser Formalmente, fondazione Crt ha un diritto e l’obbligo verso i soci di esercitarlo; moralmente, ma gli enti non seguono la morale, è un diritto che suona come usura. Soluzioni? Potrebbe cedere i diritti a un terzo, per esempio il museo Alinari, che potrebbe accordare i diritti a Borsatti su base diversa. Salvando capra e cavoli.
Mostra fotografica Trieste e una donna di Ugo Borsatti
Ornella Urpis Molto interessante questa possibilità. Ma forse l’avvocato Carbone avrà già trovato una giusta soluzione per il suo assistito.
Franco Acciardi Se a prescindere, scelgo di stare dalla parte del più “debole”, ok mi piace. Ma, se viceversa decido di voler essere giusto e dare un parere oggettivo, per correttezza dovrei conoscere anche la versione contrapposta.
Simone Volpato Il punto nodale sono i soldi ricevuti da Borsatti dalla Fondazione: è stato pagato perché ha ceduto l’archivio oltre ai diritti tagliandosi la possibilità di utilizzare vecchie immagini o solo l’archivio tenendo per sé i diritti? Questo non mi è chiaro e penso che una Fondazione non si muova legalmente così, tanto per divertimento.
Roberto Rosenwasser Giusto. In passato cedevi negativi o vetri… Ora puoi averli digitalizzati e quindi non sono più pezzi unici, e la cessione dei diritti significa non poter riprodurre senza permesso. Molte collezioni sono state acquistate da Alinari. Che fa pagare, cara, la riproduzione.
Simone Volpato Caro Roberto si può aderire a livello umano con Borsatti ma bisogna anche prima di partire alla Don Chisciotte vedere legalmente se vi sono delle crepe. Tutto qui.
Stefano Fatarella Aderisco di cuore Franco. Amo la fotografia e le botteghe artigiane e storiche. Spesso sono la vera anima viva e storica delle nostre città, cioè della nostra casa comune. È insopportabile la prepotenza strafottente dei potenti. Più hanno e più vogliono. Contro un novantenne poi. Indecenti.
Francesca Mucignato Sottoscrivo. Ugo Borsatti non è un cittadino qualunque per Trieste ma è parte di Trieste, della sua storia e del suo valore.
Renzo Stefano Crivelli Borsatti sarà stato un incauto, ma non mi accanirei contro di lui e la sua “bottega”. Un gigante come la Fondazione non ha bisogno di quattro soldi. Sia clemente.
Sante Dicuzzo Aderisco anche io anche se la cosa è controversa e andrebbe risolta in via bonaria tenendo conto di chi è il fotografo e che la fondazione è appunto una fondazione cittadina e non un privato investitore.
Giorgio G. Cocchi Avrei trovato utile poter leggere il testo della cessione dell’archivio alla fondazione, ma non sembra reperibile su internet.
La Mostra fotografica “Trieste e una donna” – Ugo Borsatti, 21 marzo 2016
E’ stata una bella esperienza. Felicità e commozione per tante persone. Gioia per il fotografo Ugo Borsatti. In sole due settimane si sono raggiunti quasi 4000 visitatori. Sul libro delle firme tanti messaggi che esprimono calore umano. Un momento in cui il passato si è congiunto con il presente e la distanza fra le generazioni è venuta meno.
Vedi anche: http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2013/04/29/news/ugo-borsatti-60-anni-di-foto-a-trieste-1.6972712
Considerazioni
Come vedete alcuni non prendono posizione sul merito della controversia, ma la prendono sull’opportunità dell’azione. Opportuno sarebbe rendere pubblici i documenti, ma rimane il caso umano e culturale da risolvere. Basterebbe la buona volontà di tutti i cittadini e delle istituzioni.
Aderisco. Che ci sia un po’ di umanità ogni tanto, non nuoce a nessuno. Rispettare la dignità di questa persona sta al di sopra di rivendicazioni se anche legittime, non così gravi, non al punto di danneggiare seriamente la vita.
Il tempo è passato, ma la questione è rimasta, così che ho deciso, dandone doverosa notizia al Maestro Borsatti, di avviare una petizione a suo favore, perché gli sia consentito l’utilizzo dei suoi scatti. Spero che tutti quelli che ho visto indignarsi giustamente per questa vicenda che ha dell’incredibile, firmino questa petizione che potrete trovare qui: https://www.change.org/p/fondazione-cassa-di-risparmio-di-trieste-dai-a-un-un-maestro-della-fotografia-la-possibilit%C3%A0-di-pubblicare-i-suoi-scatti
Se le cose stanno come descritto – e non ho alcun dubbio in merito – si tratta dell’ennesima prepotenza e arroganza del forte contro il debole. Poiché la giustizia e la magistratura in Italia sono del tutto inaffidabili, immagino come probabilmente finirà la questione.
Mi spiace per Lui, per l’intelligenza e per la cultura italiana.
Sarei molto felice se il tribunale decidesse a suo favore, ma ne dubito, comunque glielo auguro di tutto cuore.
Penso che ormai il sistema parassitario ignorante, basato sul consociativismo e sulla clientela sia dominante.
I pescecani si trovano ovunque…forza Borsatti!