Il 27 luglio 2023 alle 10.45 circa la norvegese Kristin Harila ha salito il K2, completando perciò la collezione dei quattordici Ottomila in tre mesi, nell’ambito del suo progetto She Moves Mountains. Avendone salito il primo (il Shisha Pangma) il 26 aprile 2023 il suo record è esattamente di 92 giorni.
La Harila nel 2022 nel suo primo percorso (volto ad abbassare il record di 189 giorni che apparteneva a Nirmal Nimsdai Purja) aveva già raggiunto la vetta di dodici Ottomila (pertanto il suo totale attualmente è a 26): nei nostri articoli del 7 maggio 2023 e del 28 maggio 2023 avevamo dato ampia informazione su queste performance, con ragguagli approfonditi sul come esse sono state realizzate (compagni, ossigeno, corde fisse, ecc.).
Su questo ultimo record che “polverizza” quelli precedenti verranno versati i classici fiumi di inchiostro: noi abbiamo preferito dare voce a un articolo critico di Luca Calvi, scritto il 12 giugno 2023 quando ancora la Harila era soltanto a metà del suo secondo progetto (She Moves Mountains).
Performance soporifere
di Luca Calvi
(pubblicato sul suo profilo fb il 12 giugno 2023)
Non me ne vogliano i miei amici Alessandro Filippini e Federico Bernardi. Non ho nulla contro Kristin Harila.
Vorrei solo ricordare che le grandi sfide appartengono a chi le sa intuire prima che mettere in atto.
La corsa agli Ottomila è stata inventata da un tirolese meridionale, tale Reinhold Messner, che si è inventato la collezione ed è anche stato il primo a completarla.
Riuscire in meno di sei mesi a salire tutti gli Ottomila superando la barriera della burocrazia e della sfiducia degli sponsor è stata una visione e poi una realizzazione di un altro visionario, Nirmal Nimsdai Purja.
Nimsdai, però, durante la sua rincorsa ha partecipato al lavoro di trasporto dei materiali e di piazzamento delle corde fisse laddove necessario… E’ anche salito lungo vie nuove e nella maggior parte dei casi senza usare l’ossigeno, che comunque si è regolarmente portato dietro e che gli ha permesso di salvare persone in difficoltà.
Gli exploit di Messner e di Purja, oltre ad essere stati grandiosi dal punto di vista della performance sportiva e fisica, sono di carattere esplorativo ed alpinistico.
Per la performance di Kristin, invece, si potrà parlare, se del caso, solo di una performance “sportiva” all’acqua di rose senza alcun afflato esplorativo o alpinistico. Un record facilmente battibile da chi verrà dopo di lei e si accorderà meglio con varie agenzie nepalesi, tibetane e pakistane per predisporre le vie… Col favore del bel tempo e tanti elicotteri e sherpa sarà possibile vedere attuato il sogno che già vedo trasformato in filmato da Red Bull – delle quattordici vette in quattordici giorni.
Presumibilmente con trasporto in elicottero fino a campo IV di ciascuna vetta, dove sarà allestito un mega resort con tutti i comfort.
Dopo ogni vetta discesa notte in albergo a 5 stelle e nuova partenza il mattino successivo con trasporto fino a poche centinaia di metri dalla vetta di turno…
Il record di Kristin, presumibilmente, sarà registrato nel Guinness. Non avrà invece alcun titolo per essere registrato nelle cronache alpinistiche.
Chapeau all’operazione commerciale, all’influencer scandinava… Chapeau agli sponsor, che le vendite si quadruplichino.
Detto questo, però, possiamo tornare a seguire gli alpinisti…???
Che ne so, Marek Holeček… Gli Hermanos Pou, Matteo Della Bordella… gli immortali Mick Fowler e Mountain Dream… Simon Yates … Marcin Tomaszewski/ climber, Marek “Regan” Raganowicz, soloist…Silvia Vidal, Hazel Findlay, Colin Haley, Alpinist…
Gente che magari non sale gli Ottomila perché “sputtanati” e preferisce i Seimila e Settemila con avventura e piacere.
Come sta per fare Simone Moro. Come stanno per fare Alex Txikon e Denis Urubko.
Che ne dite, torniamo a seguire questi?
Più tutti gli altri grandi e grandissimi che non ho citato ma che sono già come sempre su qualche parete a sognare e farci sognare.
Al contrario di chi, con “performances” quanto meno discutibili, riesce solo a farmi addormentare. Un sonno privo di sogni, indotto dalla noia.
Absit iniuria verbis.
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Consiglio la lettura del libro Everest di Walt Unsworth, pubblicato nella traduzione italiana da Mursia nel 1991. È un volume enciclopedico di 691 pagine che descrive la storia alpinistica della montagna, con numerosissime fotografie fuori testo di grande interesse storico: una miniera di informazioni che narrano di avventure, coraggio, capacità, rischi, sacrifici, passioni, morte, saghe.
Da George Mallory e Andrew Irvine nel 1924 fino a Peter Boardman e Joe Tasker nel 1982 e Christo Prodanov nel 1984. Anzi, dalle prime esplorazioni fino al 1989.
Poi confrontatelo con quanto lí accade oggi e con quanto ha fatto la Kristin con le sue guide nepalesi, le sue corde fisse chilometriche, i suoi elicotteri.
Si Enri, peccato che sovente l’anziano è stato un muratore e se ha la postura gobba è dovuto a tutta la fatica che ha fatto lavorando nell’edilizia 🙂
Queste performance non possono snaturare quelle passate, alcune insuperabili.
Detto questo, ho già’ avuto modo di dire che chi critica 14 ottomila in tre mesi o quelli che sono lo fa con la stessa autorevolezza degli anziani che scrutano gli scavi…. E mi viene da dire anche con la stessa postura fisica.
“[…] snaturato di fronte al grande pubblico il valore delle ”imprese” del passato.”
Snaturato il valore di Hillary e Tenzing all’Everest? di Buhl nel 1953? di Bonatti nel 1954? snaturato il valore di tutti gli altri? snaturato da questa qui?
Ma proprio no!
Il grande pubblico ignora la storia. Il grande pubblico qui non ha alcuna importanza.
Alla storia spetta che le sia consegnato ciò che è stato. Il resto sono bubbole, narrazione pubblicitaria, operazioni di promozione, fuffa.
La ragazza ha fiato e gambe per salire con mezzi ”sleali” 14 ottomila in tre mesi. Che sia alpinismo oppure no lo diranno i prossimi 2 o 5 o 10 anni. Per intanto è un record , una prestazione eccezionale che va considerata per quello che è , nulla più ma anche nulla meno. Chi disprezza questa pseudoimpresa può parimenti disprezzare tutte le forme di record che abbiano come terreno di gioco le montagne, chi la osannerà dimostrerà di non sapere che i mezzi usati fanno la differenza . Per intanto agli alpinisti che si reputano ”veri” resta l’amaro in bocca di vedere snaturato di fronte al grande pubblico il valore delle ”imprese” del passato. Passerà anche questa , ma le direzioni di azione in montagna rimangono molteplici e non tutte piacciono a tutti , come sempre.
In montagna si può andare da contemplativi o da sportivi. Libera scelta in libero stato. L’importante è che si rispetti il “by fair means” di mummeriana memoria.
Mi pare che nel caso della norvegese i “means” utilizzati non siano tanto “fair”. Quindi … “pollice verso” !
Enri, non ho detto che sono degli idioti, l’hai detto tu. Per me non apprezzano la montagna…
Personalmente mi guardo sempre attorno e se vedo qsa di interessante, immortalo il momento. In cima sto a volte anche 2 ore e non mi stufo per nulla. Poi ci sono gli sportivi che vanno di corsa, arrivano in cima e tempo qualche secondo scendono (a volte anche semplici alpinisti o escursionisti).
Non apprezzano quello che da la montagna, l’affrontano in altro modo. Legittimo e li rispetto. Ma se mi dici “assaporano la montagna” .. .risposta… anche no!.
Effettivamente Profit, Escoffier, Boivin, Beraulth sono stati tutti degli idioti che di montagna non hanno mai capito nulla. Giusto?
Anche a me i record degli 8000 in un mese non mi affascinano però’ mi ricordo sempre che quando scrivo il mio commento sono spesso a quota zero o quasi e spesso sulla sedia di casa….
E quindi fa uno sport in montagna che potrebbe fare anche in una palestra di roccia artificiale con le medesime difficolta’. Capire la montagna è godere della montagna, esula dall’ego e dal gesto sportivo.
Concordo con tutti voi che questo non e l alpinismo classico ,trad, e chi più ne ha….
Ma non penso che Kristin abbia messo in piedi sta macchina organizzativa costosissima pensando di fare dell alpinismo classico.
E una sfida al record!
Il più vecchio, il più giovane, il primo in dialisi, senza gambe, braccia ,cieco……
Cazzate si, ma è ciò che è successo sulle alpi prima che in Asia.
Solo due anni fa era impensabile riuscirci in un anno, oggi siamo a tre mesi, quanto dovremo aspettare per vedere il nuovo record? Magari in un mese o in 14 giorni?…..
Giovedi scorso mentre scendevo dal pizzo Tresero una ragazza è sfrecciata in salita e poi mi ha subito raggiunto scendendo a corse, partita da Santa Caterina in pantofole per allenarsi prima di pranzo.
Signori, io l ho invidiata, nel mio zaino c erano corda e ramponi, nel suo forse ci stava un antivento e una bottiglietta d acqua.
Se fosse successo negli anni settanta avremmo gridato allo scandalo, non si va così in montagna!
Io continuo ad andare come ho imparato senza pretendere che gli altri facciano come me
Perché sicuramente io non ho la verità in tasca.
Spero solo che Harilla sia contenta della sua vita.
I riferimenti al commento in cui si cita Dani Arnold non è che lui non abbia capito niente, e’ semplicemente che lui fa un altro sport, un po’ come se fosse un centometrista rispetto a chi fa la maratona. Entrambi ammirevoli ma sono due cose diverse. Ci sarebbe da dire poi che togliersi le scarpe sulla Nord Jorasses in favore delle telecamere è un po’ esibizionistico…. Ma tant’è bisogna pure colpire gli sponsor.
C’è chi va in auto e chi corre in formula uno. Questa è la differenza. Bisogna avere rispetto di chi fa la prestazione sia che sia uomo. Sia che sia donna.
Dunque secondo molti di voi quando Comici ha ripetuto la cima grande in Speed solo ha fatto un idiozia gigantesca da circo Barnum.
Andiamo bene
12 Credi che abbia paura anche a dirglielo in faccia?. E’ evidente che non mi conosci.
6. Ci mancava solo che spiegasse ad una guida alpina qual è il modo corretto di capire la montagna.a perché non vai sul suo profilo Instagram e glielo spieghi direttamente a lui?
Grazie dell’invito ma non mi permetto certo di dare suggerimenti ad Alessandro Gogna al quale posso al massimo lucidare i moschettoni. Per chi fosse interessato c’è “Il mio mondo verticale” di J.K. per i tipi di Versante Sud, tradotto proprio dall’autore di questo articolo.
Fabio, certamente avremo fatto un po’ di selezione, visto che parteciperebbe solo la popolazione della parte di mondo evoluto.
Ciao Francesco, se conosci qualche articolo interessante a proposito dell’alpinista che hai menzionato, o di altri che ti appassionano, ti invito a proporli alla redazione.
Enri, tanto vale che si faccia una mega palestra di roccia artificiale alta 800 metri identica alle 3 Cime e va lì. Montagna è fare il tiro di corda, o 40 metri in solo e …
FERMARSI
GUARDARE
ASSAPORARE
anche se vado sullo stesso posto c’è sempre da osservare, c’è la neve, un’altra volta no, un’altra volta ci sono le nuvole che oscurano tutto, l’altra volta è sereno, un altro giorno vai alle 6 con una certa luce, o diversamente alle 10… ogni volta è diverso.
Quello del record non osserva questo, credimi.
@6
Quindi Dani Arnold e’ uno che di montagna non ha capito nulla?
Dai su…
Mi scuserete, ma quando sento… tizio o tizia è salito in cima alla montagna xyz nel tempo di…. mi cascano le palle…
Scusate per la crudezza, ma tant’è.
Ricordo di un tizio famoso che ha salito la nord della cima ovest di Lavaredo in 46 minuti. Per l’amor del cielo, bravissimo, pero’ vecchio mio te non hai capito nulla della montagna.
https://www.rainews.it/tgr/bolzano/video/2019/09/blz-Dani-Arnold-record-free-solo-Cima-Grande-Tre-Cime-di-Lavaredo-b6bf5e86-cff8-43ae-ab2a-e410e1f5c748.html
Il giorno in cui, per far notare al mondo la propria esistenza, diventerà di moda buttarsi a mare con una zavorra di mezzo quintale, forse avremo speranze di risolvere in qualche anno il problema della sovrappopolazione.
Ne beneficerà pure il quoziente intellettivo medio della specie umana, oggi paurosamente in declino.
La “spettacolarizzazione” della montagna, in direzione Circo Barnum, passa da performance di questo tipo ed è un attimo arrivare, anche per gli 8000, a fenomeni come il binomio elicottero-papapendio della Torre Trieste
VERO !!….si ruppe una corda usata presa in un mercatino. Messner disse di lui ” non sei secondo, sei grande”
A proposito delle “grandi sfide che appartengono a chi le sa intuire prima che mettere in atto” mi piacerebbe che ogni tanto venisse ricordato anche Jerzy Kukuczka che i 14 ottomila terminò poco dopo Messner (ma in molto meno tempo), spesso aprendo nuove e difficili vie e scalando anche in inverno, con mezzi tecnici ed economici nemmeno paragonabili all’altoatesino e tanto meno agli scalatori di oggi. Proprio a questo è legata, come sembra, la causa della sua morte.
Concordo con le parole di Luca Calvi: disinteressiamoci di questi record sportivi che poco hanno a che fare con l’alpinismo e forse anche con lo sport!
disinteressiamoci degli Ottomila e seguiamo finalmente le avventure degli Alpinisti!