Nel post del 5 settembre 2017, https://gognablog.sherpa-gate.com/garda-by-bike/, avevamo incominciato a documentare le criticità relative al progetto di Ciclabile del Garda, più precisamente prendendo in considerazione il tratto tra il porto di Torbole e lo sbocco della galleria del canale Adige-Garda. In questo stesso articolo veniva esposta l’idea di approntare un servizio di traghetto per bici e ciclisti così da evitare disastri ambientali e relativi costi assurdi.
Nel post del 6 dicembre 2017, https://gognablog.sherpa-gate.com/ancora-sulla-ciclabile-del-garda-1/, avevamo ripreso da un punto di vista più generale l’intero progetto, senza però ancora prendere in considerazione il tratto di Gardesana Orientale più significativo e problematico, quello tra la galleria Adige-Garda e la località Tempesta. Perché è proprio questo tratto di costa a far pensare che la soluzione alternativa del traghetto sia davvero l’unica praticabile.
Ancora sulla Ciclabile del Garda – 2 (2-2)
Lettura: spessore-weight*, impegno-effort***, disimpegno-entertainment**
Qui di seguito riportiamo due mappe, la A e la B, dove la A è la più settentrionale. In esse vengono collocate le foto che compongono questa cartella di immagini. Il tutto può fare orizzontare e comprendere meglio le criticità. Accanto ad ogni toponimo sono riportate delle sigle (MG….-….) che non sono altro che i nomi dei file delle immagini riportate in cartella.
Accanto ad ogni gruppetto di sigle è un numerino circolettato (da 1 a 13): sono i punti critici, descritti qui sotto nel testo.
La parte superiore della mappa A non riporta né immagini né numeri circolettati, per il motivo già detto sopra: il tratto è stato documentato nel post https://gognablog.sherpa-gate.com/garda-by-bike/.
Sempre in direzione nord-sud, cominciamo quindi dalla galleria Adige-Garda e arriviamo fino a dopo la seconda galleria, al confine tra le province di Trento e di Verona.
Mappa A. Vedi questa cartella di immagini
1 – Imbocco costruenda “Ciclabile del Garda”: le difficoltà da superare sono quasi esclusivamente di natura burocratica in quanto la competenza della galleria scolmatrice è di competenza di vari Enti, sia provinciali, sia statali;
2 – Costiera fino alla prima galleria: non dovrebbero esserci problemi tecnici ma solo problemi di costruzione dei ponteggi e della vicinanza della statale che dovrà correre parallela;
3 – Sperone del Salt de la Cavra: qui è già più difficoltoso. I ponteggi dovrebbero aggirare uno sperone di roccia e oltre a problemi tecnici e geologici, dal punto di vista paesaggistico sarebbe uno scempio. All’interno dello sperone è collocata la prima galleria;
4 – Costiera fino alla seconda galleria: anche qui, tecnicamente, non dovrebbero esserci problemi. Resta il fatto che sarebbe fatto scempio della macchia mediterranea che arriva al lago. Inoltre sarebbe necessario espropriare quattro villette (il cui accesso avviene dalla statale) ma che si estendono in fazzoletti di terreno fino al lago;
5 – Proseguimento costiera: si dovrebbero senza dubbio collocare le passerelle sui barbacani esistenti, che fanno ormai da più di novant’anni parte di un paesaggio che in questo modo sarebbe alterato profondamente;
Mappa B. Vedi questa cartella di immagini
6 – Promontorio di Corno de Bò (quello che gli arrampicatori hanno chiamato Spiaggia delle Lucertole): qui le criticità sono enormi ed evidenti, paesaggistiche, geologiche, strutturali… oltre al rischio dei venti. Quando c’è un’Ora sostenuta, o ancor peggio se c’è un Ponale (che, se improvviso, può essere molto pericoloso);
7 – Costiera dopo la galleria di Corno de Bò: in pericolo la macchia mediterranea e i barbacani;
8 – Promontorio di Calcarolle: quasi le stesse criticità del promontorio di Corno de Bò;
9 – Costiera prima di Tempesta: in pericolo la macchia mediterranea e i barbacani;
10 – Porto rifugio austro-ungarico di Villabella: è un pregevole manufatto della Grande Guerra, con grossi vincoli storici e architettonici, e di proprietà privata;
11 – Promontorio di Tempesta: su questo terreno sono insediate numerose ville di prestigio, che dalla statale scendono fino al lago con i loro parchi. I proprietari, oltre che facoltosi sono anche persone che “contano”. Sono prevedibili da parte loro grosse resistenze. E questo senza contare i soliti problemi strutturali e paesaggistici;
12 – Costiera verso il confine provinciale: è situata ai piedi della Val Marza e come dicevano gli antichi nomen…
13 – Cippo di confine austro-ungarico: segna il confine tra le province di Trento e di Verona: è pur sempre un manufatto storico.
Sempre al riguardo del tratto nord-orientale del lago di Garda, per una panoramica abbastanza esaustiva delle problematiche sollevate dal progetto Ciclabile del Garda, vedi questo pdf.
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https://www.giornaledibrescia.it/garda/ciclopedonale-sospesa-di-limone-cadono-massi-chiusi-300-metri-1.3295518
A dimostrazione che non abbiamo avuto torto a denunciare i fatti e soprattutto i misfatti di quell’opera, adesso dopo la risposta negativa della PAT sarebbe da capire:
1) chi paga per una struttura inutile che si è voluto mettere in opera malgrado non ci fossero ancora gli accordi necessari?
2) resterà per sempre a far bella mostra di ignoranza umana e soprattutto di incapacità politica o qualcuno si prenderà la briga di obbligare alla sua rimozione?
3) verrà ripristinato l’ambiente o come sempre il danno è stato fatto e chissenefrega?
http://www.ladige.it/territori/basso-sarca-ledro/2018/02/01/ciclabile-garda-ok-ma-no-modello-limone