Cortina – 4

Olimpiadi Invernali Cortina 2026
di Enrico Maioni
(pubblicato su guidedolomiti.com il 21 febbraio 2025)

Un bene o un male?
Le Olimpiadi Invernali Cortina 2026 si presentano come l’annuncio di un grande evento sportivo, capace di far sognare e di risvegliare ricordi del glorioso 1956. Gli anziani del paese, coloro che hanno vissuto quell’epoca d’oro ricordano come l’evento trasformò Cortina, donandole una visibilità internazionale, infrastrutture nuove e un profondo senso di orgoglio condiviso.
Oggi, l’idea di replicare quel successo è allettante; tuttavia, sorgono dubbi e domande che evidenziano come la situazione attuale sia ben diversa da quella del passato.

Turismo sostenibile

L’eredità delle Olimpiadi del 1956
Le Olimpiadi del 1956 rappresentarono un punto di svolta per Cortina. All’epoca, la città era ancora un piccolo centro di montagna, conosciuto da pochi appassionati di alpinismo. Poi, all’improvviso, si ritrovò sotto i riflettori di tutto il mondo. Per molti, fu un sogno che diventava realtà: nuove strade, impianti sportivi moderni, alberghi che finalmente potevano accogliere un turismo sempre più internazionale.

Chi c’era ricorda ancora l’atmosfera di quegli anni: c’era entusiasmo, c’era energia. I giochi invernali a Cortina non portarono solo sport, ma un vero e proprio cambiamento. La comunità era coinvolta, la gente aveva voglia di fare. Cortina cresceva, ma senza perdere la sua anima. Oggi, ripensando a quel periodo, viene quasi da chiedersi: perché allora certe cose si sono fatte con criterio e oggi sembra tutto così confuso? Forse perché allora non si pensava solo al profitto immediato, ma si costruiva con una visione più ampia, con rispetto per il territorio e per chi qui ci vive davvero.

Sostenibilità in montagna

La nuova realtà: tra promesse e criticità
Se nel 1956 Cortina aveva davvero bisogno di nuovi impianti e infrastrutture per emergere come località turistica di primo livello, oggi la situazione è completamente diversa. La cittadina non è più un piccolo borgo in cerca di visibilità, ma una destinazione già affermata, che ogni anno attrae migliaia di visitatori. Il problema, semmai, è l’eccessiva pressione turistica che sta snaturando il territorio e mettendo a dura prova chi qui ci vive tutto l’anno.

La prospettiva di crescita legata alle Olimpiadi Invernali Cortina 2026 si scontra con una realtà caratterizzata da scelte discutibili e da una gestione che sembra ignorare le esigenze della comunità locale. Piuttosto che migliorare i servizi essenziali o affrontare il problema del sovraffollamento, si punta ad attrarre sempre più turisti ed erigere nuove strutture senza verificare se siano davvero necessarie o costituiscano solo un’operazione speculativa aggiuntiva.

La costruzione della nuova pista di bob

Il progetto della cabinovia Apollonio-Socrepes
Tra i numerosi argomenti di discussione, uno degli ultimi è il progetto della cabinovia Apollonio-Socrepes. Il progetto dell’impianto, concepito come una soluzione strategica per la logistica olimpica e addirittura come alternativa al traffico, è stato portato avanti nonostante gli iniziali pareri negativi di Sovrintendenza, Autorità di Bacino e Provincia di Belluno, oltre a quelli dei geologi e di una buona parte della popolazione. I sostenitori lo presentano come un investimento per il futuro, capace di alleviare il traffico anche in estate. Tuttavia, parliamoci chiaro: chi utilizzerà la cabinovia per raggiungere mete estive come le Cinque Torri o il Passo Falzarego?

Inoltre, alla partenza dell’impianto manca un parcheggio adeguato – una struttura prevista nel progetto, che però non sarà completata in tempo per le Olimpiadi. Questi elementi, insieme all’impatto ambientale, fanno sorgere interrogativi sulla validità del progetto e sulla sua effettiva capacità di migliorare la mobilità nel territorio.

Sintesi criticità del progetto Appollonio – Socrepes

Camminando nel bosco

Ulteriori impianti di risalita: un problema che si aggrava
Oltre alla cabinovia, si stanno presentando proposte per altri impianti di risalita, progettati per collegare in maniera ancora più intensa i comprensori sciistici della zona.

Questi interventi rischiano di aumentare ulteriormente la pressione turistica e di alterare l’equilibrio ambientale, trasformando il territorio in un terreno di gioco per chi cerca solo guadagni immediati senza prospettive future.

Inoltre, il riscaldamento globale sta rendendo l’innevamento a bassa quota sempre più problematico, mettendo a rischio il futuro dell’industria dello sci e degli sport invernali.

Per approfondire questo tema e comprendere meglio come il turismo di massa stia minacciando la sostenibilità delle Dolomiti, leggi il mio articolo Dolomiti e turismo sostenibile.

Trampolino per il salto con gli sci, Cortina, 1956

Le Olimpiadi Invernali Cortina 2026 e la nuova pista da bob
Accanto alla cabinovia, un altro progetto controverso è la nuova pista da bob. Mentre alcuni entusiasti ne parlano con fervore, una larga parte della popolazione non è per nulla convinta della sua necessità. Anche se a detta degli addetti ai lavori la costruzione procede a buon ritmo, ad un mese dalla data prevista per il collaudo la pista appare ancora incompleta.

I dubbi maggiori riguardano però la sua utilità futura: i praticanti di bob sono davvero pochi e, sebbene Cortina 2026 possa contribuire a far “lavorare” la pista per un breve periodo, sull’onda dell’entusiasmo olimpico, non c’è certezza che, tra dieci anni, l’impianto sia ancora utile.

Inoltre, le elevate spese di gestione, giustificate solo nel contesto delle Olimpiadi, rischiano di gravare a lungo termine sui contribuenti.

Eugenio Monti, 1956

Il caso dei biglietti e l’accesso alle competizioni
Negli ultimi giorni, anche il sistema di vendita dei biglietti ha scatenato forti reazioni. Nonostante molti residenti abbiano diritto alla prelazione, l’esperienza di acquisto si è rivelata estremamente frustrante: i biglietti, specialmente per le gare di sci alpino femminile, sono esauriti in tempi record.

Questa situazione ha generato un senso di ingiustizia ed esclusione, poiché chi da sempre considera le Olimpiadi un patrimonio della comunità si è trovato tagliato fuori. La Fondazione Milano Cortina 2026 ha difeso il sistema, sottolineando la forte domanda che ha portato a un rapido esaurimento dell’offerta, ma la realtà percepita dai residenti è ben diversa, specie alla luce della decisione del Comune di acquistare 135 biglietti per amministratori e dirigenti, un’azione che alimenta il malcontento e fa sorgere un interrogativo: non avrebbe potuto il CIO donare un numero significativo di biglietti alle figure chiave della città ospitante?

Sixten Jernberg, 1956

Criticità di sostenibilità e servizi mancanti
Sul fronte della sostenibilità, le promesse dei promotori dell’evento sembrano scontrarsi con la realtà.
In quanto ai servizi, Cortina oggi soffre per la mancanza di numerosi servizi essenziali: una piscina chiusa da anni, un decoro urbano che lascia molto a desiderare, un depuratore malfunzionante che porta a scaricare una porzione significativa delle fogne e liquami maleodoranti direttamente nel Boite.
I campi da tennis al coperto non esistono più, la Scuola Montessori – e l’annesso asilo nido – che funzionava a meraviglia, è stata chiusa.
Ma queste sono soltanto alcune delle cose che sono sparite, la lista è molto più lunga.
Questi problemi, insieme al progressivo abbandono di altre infrastrutture e servizi, sollevano seri dubbi sulla capacità della città di gestire un evento di tale portata in maniera realmente sostenibile e partecipata.

Il mercato immobiliare: prezzi alle stelle e residenti in difficoltà
Negli ultimi anni, Cortina ha visto una crescita esponenziale dei prezzi degli immobili. Il costo medio al metro quadro ha raggiunto cifre astronomiche, rendendo praticamente impossibile per molti – in particolare per i giovani – acquistare una casa. Questo fenomeno, alimentato dall’invasione di investitori esterni, rischia di trasformare la città in un’oasi per chi cerca una seconda casa o un investimento, lasciando ai residenti locali sempre meno spazio. Le conseguenze sono evidenti: il tessuto sociale si sta sbriciolando, i giovani sono costretti a lasciare Cortina e il carattere del paese viene progressivamente sostituito da dinamiche economiche che non tengono conto della comunità.

La demolizione dell’Hotel Bellevue

La trasformazione del settore alberghiero
È innegabile che molti hotel a Cortina necessitassero di un rinnovamento, e mi fa piacere che i contributi ricevuti in vista delle Olimpiadi abbiano finalmente permesso di modernizzare queste strutture, migliorandone gli standard e i servizi offerti.

Tuttavia, questo processo di rinnovamento avrebbe dovuto avvenire già da tempo: senza tali finanziamenti, le strutture ricettive della città sarebbero dunque, a lungo andare, andate in rovina?

Inoltre, molti hotel a Cortina d’Ampezzo sono stati demoliti o fortemente ristrutturati per far spazio a nuove strutture di lusso. Questi nuovi alberghi, spesso gestiti da grandi catene internazionali, sono pensati per una clientela facoltosa.

Eppure, a Cortina mancano anche strutture ricettive più economiche, molto ambite da chi ama davvero la montagna e la natura, e non viene a Cortina solo per il cosiddetto ‘struscio’.

Albright Tenley

Riflettendo: un futuro incerto per Cortina
Guardando al passato, le Olimpiadi del 1956 ci ricordano quanto Cortina abbia potuto crescere grazie a investimenti mirati e a una gestione attenta alle esigenze della comunità. Oggi, invece, ci troviamo di fronte a un evento preparato senza ascoltare le vere necessità dei cittadini. Le scelte – dalla realizzazione di infrastrutture controverse come la cabinovia e la pista da bob alla gestione dei biglietti – dimostrano come il progetto sia stato portato avanti privilegiando interessi esterni e speculativi.

In sintesi, mentre le Olimpiadi Invernali Cortina 2026 potrebbero sembrare l’occasione per rivivere lo spirito positivo degli eventi del 1956, la realtà attuale è ben diversa. Le difficoltà nell’accesso ai biglietti, le infrastrutture controverse, il mercato immobiliare alle stelle e la mancanza di servizi essenziali evidenziano un approccio che non tiene conto dei bisogni reali della comunità. Le risorse pubbliche e gli investimenti dovrebbero essere gestiti in modo partecipato e sostenibile, affinché Cortina non perda la sua identità e continui a essere un luogo accogliente per chi la abita.

Sixten Jernberg

Il mio rapporto con Cortina
Sono nato a Cortina e ho respirato l’aria di queste montagne fin dalla più tenera età. Come guida alpina, la montagna non è solo il mio mestiere, ma una passione profonda: ho percorso e ammirato numerose cime in giro per il mondo, ma nessun panorama, nessuna bellezza naturale, può competere con il fascino ineguagliabile delle Dolomiti.

Questo territorio è per me il più bello del mondo, un luogo in cui ogni sentiero racconta una storia e ogni roccia custodisce ricordi di un passato autentico.

Oggi, però, vedo un futuro poco roseo per la mia amata Cortina. Il continuo afflusso di turisti e la spinta incessante a “fare di più” – più impianti di risalita, allargare le strade, migliorare la viabilità per aumentare il traffico e il rumore – rischiano di snaturare questa perla montana.

Sono profondamente deluso dall’attuale amministrazione comunale, che sembra preferire interventi mirati a generare profitto a breve termine piuttosto che investire nel preservare l’identità e l’autenticità di questo territorio. Non solo le scelte fatte sembrano guidate più da interessi economici che dal bene della comunità, ma ciò che trovo ancora più grave è la totale mancanza di trasparenza su come si stanno realmente svolgendo le cose. I cittadini si trovano di fronte a decisioni già prese, senza che vi sia stata una vera condivisione o un confronto pubblico.
I progetti vengono portati avanti senza un’adeguata informazione, lasciando la comunità all’oscuro di piani che avranno un impatto diretto sulla vita di chi qui ci vive tutto l’anno.

In un contesto del genere, diventa impossibile per i residenti comprendere appieno le conseguenze delle scelte fatte e avere voce in capitolo sul futuro della propria città.

L’ingordigia e la mancanza di una visione a lungo termine rischiano di compromettere il futuro di Cortina, trasformandola in un semplice parco giochi per chi cerca facili profitti, mentre i veri interessi della comunità vengono sistematicamente ignorati.

Tony Sailer

Olimpiadi Cortina 2026: il mio pensiero finale
È di fondamentale importanza sottolineare che le Dolomiti sono già oggi un territorio saturo di turisti. Continuare a spingere per attirare ancor più visitatori significa rischiare di compromettere l’equilibrio ambientale e la qualità della vita dei residenti. Inoltre, la gestione dell’evento da parte del Comune di Cortina appare fortemente discutibile: le scelte fatte sembrano pensate più per il guadagno di pochi che per il bene della comunità, mettendo a rischio la sostenibilità del territorio.

Parlando con i miei concittadini, ho constatato che molti condividono il mio punto di vista. Tuttavia, in un piccolo paese come Cortina, non tutti hanno il coraggio di esprimersi apertamente, perché prendere posizione può portare a incomprensioni o contrasti con chi la pensa diversamente. A mio avviso, invece, è fondamentale far sentire la propria voce quando si tratta del futuro del proprio paese.

È giunto il momento di fermarsi e riflettere: Cortina merita di essere ascoltata e tutelata, e non trasformata in un gigantesco parco giochi dove il profitto e l’apparenza contano più del benessere di chi la vive quotidianamente.


Cortina 1956: la cerimonia di apertura

Approfondimenti sulle criticità delle Olimpiadi Invernali Cortina 2026
Se vuoi saperne di più sulle problematiche legate alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, ecco alcuni articoli di approfondimento:

Olimpiadi Milano Cortina 2026 tra trionfalismi e realtà – Voci di Cortina
C’è chi lotta contro le Olimpiadi di Milano e Cortina – Scomodo
Milano-Cortina 2026 tra greenwashing e resistenze – Duegrad
Olimpiadi Milano-Cortina 2026: fondi regionali tra critiche e polemiche – La piazza web
Cortina 1 – GognaBlog
Cortina 2 – GognaBlog
Cortina 3 – GognaBlog

Cortina – 4 ultima modifica: 2025-03-01T05:06:00+01:00 da GognaBlog

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16 pensieri su “Cortina – 4”

  1. Secondo lo stesso principio, allora dovremmo costruire degli Ski Dome per sciare al coperto e refrigerati anche in riva al mare…

    Crovella 11, è già così, ce ne sono molti ormai, anche in riva al mare come a Dubai o nei Paesi Bassi, ma prima o poi li vedremo anche da noi, è solo questione di tempo. Però non c’entra nulla il collegamento con le piscine.

  2. ma se uno “sceglie” di andare a vivere in una vallata alpina, ha davvero “bisogno” di una piscina? 

    Ma se uno sceglie di andarecm al mare, che bisogno ha di avere la piscina sulla spiaggia? Eppure si fanno colate di cemento sulle spiagge per costruire piscine con l’acqua di mare. Il tutto a  20 metri dal mare. Questo è il mondo,  si va al mare e si fa il bagno nella piscina sulla spiaggia.

  3. Stavolta, come sempre non accade, Crovella ha colto nel segno con il suo commento numero 10!
    Dovrebbe essere indirizzato direttamente al sindaco di Cortina affinché se lo legga.
    Mi sorge però un grande dubbio: saprà leggere costui?

  4. Mancano alberghi e case per gente “normale”, non facoltosa. Verissimo… purtroppo tutte queste località a partire soprattutto da tante località del trentino e delle Dolomiti soffeono di questo: arrivano molti da fuori ad investire, si cementifica a dismisura, si offrono servizi solo per abbienti perché ovviamente rendono di più. Così la montagna per chi ama la montagna scompare, si fa una sorta di selezione. Era meglio quando la montagna non era di moda, ormai stanno distruggendo il tessuto sociale di qualunque borgo o paese montano.

  5. E poi, a prescindere da questo esposto nel commento precedente, sorge immediata una domanda: ma se uno “sceglie” di andare a vivere in una vallata alpina, ha davvero “bisogno” di una piscina? Specie se la suddetta rientra in un mega programma “cementifero” dove, a fronte di una piscina, si presenta l’abbattimento definitivo degli alberi per la pista da bob. Se non potete fare a meno di imparare a nuotare, restate a vivere in pianura o andare in una località di mare e così evitiamo i danni ambientali in montagna. I nonni e bisnonni dei montanari non sentivano proprio il bisogno di imparare a nuotare, perché non è una “cosa” che rientra nella visione della vita dei montanari. Anche questa è una scellerataggine che deriva dalla visione inclusiva nell’accezione più ampia di questo concetto, ovvero che “tutti devono avere tutto a portata di mano”. Secondo lo stesso principio, allora dovremmo costruire degli Ski Dome per sciare al coperto e refrigerati anche in riva al mare…

  6. Interessante che si “inneggi” alle Olimpiadi come fattore in funzione del quale vengono coistruite infrastrutture (parcheggi, viabilità, addirittura una piscina) a favore della popolazione. e’ uno sconfitta della politica, di qualsiasi colore. Non ci arrivano da soli, i politici, a fare parcheggi, circonvallazioni e piscine? incredibile! E non venite a scaricare la colpa sul Governo oggi in carica: l’assegnazione delle Olimpiadi 2026 risale al 2019, ergo la mancanza di queste infrastrutture a favore della cittadinanza è responsabilità dei politici precedenti, sia locali che nazionali, fra i quali anche quelli di sinistra. Cmq, non voglio far polemica con i politici di sinistra, almeno su questo tema§: la responsabilità è di tutta la politica. chiaro che con una classe politica incapace di “fare”, è necessario aspettare l’assegnazione dei grandi eventi sportivi per infilarci in mezzo la costruzione di infrastrutture per la popolazione. Ma non vi accorgete che vi stanno dando l’elemosina? Vi plagiano con la piscina e i parcheggi, in cambio hanno ottenuto il via libera per fare gli “affari loro” (con tanto di incassi personali), il tutto a scapito dell’ambiente.

  7. Buona Fortuna Cortina !!! 

    Ma quale buona fortuna, Cortina sta diventando una colata di cemento armato. Il capitale che può garantire un futuro di attrazione per questi luoghi è la bellezza dell’ambiente naturale. L’integrità di questo capitale, invece di essere protetto e mantenuto nel tempo, come dovrebbe essere,  viene eroso e danneggiato giorno dopo giorno, in una miopia totale.

  8. Bagnasco non sarei riuscito a scrivere meglio ! Mi hai tolto le parole di bocca!

  9. Brandalise e Spezzotti, i vostri commenti avrebbero un senso se questo fosse un blog impostato sulla superficialità degli interventi. Siccome qui si guarda 25 volte più a fondo delle vostre frivole considerazioni, scrivete pure le vostre opinioni sul blog di Grazia, Annabella e Visto, se volete trovare considerazione.

  10. Frequento questa splendida vallata da quando ero in fasce. Dapprima come turista passando stagioni invernali ed estive, più tardi da residente con famiglia. Purtroppo ho constatato di persona, come ci sia stata un immobilità totale in questi ultimi quarant’anni che ha portato ad un involuzione dei servizi basilari della nostra stazione turistica anziché ad una evoluzione sostenibile di questo paradiso. Si parla di progetti mai portati a termine (circonvallazione) che ci avrebbero salvato  da un passaggio costante di mezzi pesanti diretti in altre località che rendono l’aria del centro irrespirabile. La costante chiusura di impianti sciistici che, un tempo , ti portavano dal centro direttamente sulle piste in entrambi i versanti della vallata senza fare uso di automobili. Ovviamente la mancanza assoluta di parcheggi o parcheggi obsoleti vicini ai pochi impianti rimasti in un unico versante della vallata dove anche le piste stanno diventando super trafficate. Tutto queste chiusure hanno portato alla necessità dei turisti di dover muovere l’auto per forza per raggiungere le piste. Pochi i mezzi pubblici e mal organizzati. Ma questi ambientalisti se vogliono davvero salvaguardare l’ambiente non dovrebbero essere contenti di vedere nuove cabinovie (che poi un tempo già esistevano) che tolgono finalmente lo smog anche acustico dalle strade??? Queste olimpiadi, per altro molto ridotte, hanno finalmente portato investimenti in strutture alberghiere, posteggi, viabilità (seppur ridotta) impianti sciistici e….addirittura alla costruzione di una piscina (anche quella già esistente ma chiusa una ventina di anni fa) non solo per scopi turistici (che sarebbe già sufficiente) ma anche per dare la possibilità ai residenti di imparare a stare a galla!!! Ora i mezzi ci sono per il rinnovamento sta ai locali darsi da fare per mantenerli e implementarli in futuro!!! Ci vuole voglia di fare bene e non di lamentarsi sempre di tutto e cercare di frenare anche chi farebbe!!!! Buona Fortuna Cortina !!! 

  11. Sulle opinioni personali non intervengo, ma quando queste vanno a travisare la realtà oggettiva, come in questo caso:
    @4 finalmente si veda della vitalità in un luogo come tanti della montagna destinati allo spopolamento”
    allora è molto probabile che anche le opinioni personali siano condizionate da fattori che nulla hanno a che vedere con ciò che si sta osservando.

  12. Buongiorno, premetto che io non sono di Cortina, volevo solo fare alcune costatazioni: punto 1, le lamentele fatte via social a un’ anno dai grandi eventi qualsiasi essi siano dopo che l’iter per l’assegnazione prevede anni di dibattito preventivo secondo me sono solo strumentali.
    2, se gli alberghi finalmente si rifanno il look e magari anche i clienti che al giorno d’oggi sono a livello mondiale forse può diventare un bene e non solo per Cortina l’ importante è essere in grado di gestire questi turisti multiculturali mantenendo il più possibile la propria di coltura.
    3 Se i residenti sono messi a dura prova dai prezzi degli immobili non è colpa delle olimpiadi:se ben ricordo molte famiglie ampezzane negli anni scorsi hanno venduto casa per spostarsi qualche km più a valle dopo aver incassato tanto da comprare case anche per i figli.
    4 Da frequentatore saltuario di Cortina a me sembra che grazie a questo evento finalmente si veda della vitalità in un luogo come tanti della montagna destinati allo spopolamento, l’unica cosa che mi sembra intelligente da fare è prendere l’occasione e cercare di gestirla al meglio e non come fatto fino a qualche anno fa quando si assisteva alla lunga agonia della montagna veneta, non bisogna dimenticare troppo in fretta il passato .

  13. Carlo avevi fiducia nell’opinione pubblica? All’opinione pubblica interessa solo la Ferragni,il grande fratello e poco altro …..the sun is the same in a relative way but you are older……

  14. Come non condividere il tuo commento 1 Carlo!
    Purtroppo saranno parole al vento.
    Travisare la parola “PATRIMONIO” UNESCO e crederla merce per fare soldi e malaffare è l andazzo di questo quarto di secolo,chi ci ha preceduto era meno vorace e forse sapeva stare al banco ,più conservativo.
    La spudoratezza di sputtanare cosi lo sport(nobile e vero) e farne solo affare raggiunge vette altissime(per restare in tema blog)…. Volevi solo soldi ,soldi solo
    solo soldi cit.

  15. Spero sia ormai chiaro a tutti che NON sono più i tempi nè delle olimpiadi 1956 nè di quelle estive a Roma 1960. Ho visto di persona il cambiamento di modello già con le Olimèpiadi di Torino 2006 e da allora dico NO ai grandi eventi sportivi. Speravo che l’opinione pubblica se ne rendesse conto, invece siamo andati ancora avanti. Il sistema nella sua totalità, non solo in Italia, rispetto ai decenni del Novecento è ormai in un’altra fase, dove si fanno le Olimpiadi (e gli altri grandi eventi) solo più per la dispersione a pioggia di fondi e le prospettive di incremento del fatturato anche delle piccole attività (bar, ristoranti ecc). Solo che abbiamo toccato il fondo, non c’è più spazio e l’ambiente ne soffre terribilmente. Gli effetti nefasti dell’assegnazione delle Olimpiadi 2026 sono ormai sotto gli occhi di tutti. LA DOMANDA CHIAVE E’: FAREMO TESORO DELLA LEZIONE? io temo di NO e alla prossima ipotesi di eventi sportivi assegnati all’Italia ci sarà il coro di SI. Di fronte all’imbecillità (di chi è in buona fede) i alla mala fede (di chi non è imbecille), fra quelli che comporranno una possibile maggioranza di futuri SI, ci sarà poco da fare e ci troveremo nuovamente di fronte a situazioni come queste.

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