Il presente post è dovuto all’ammirazione che questa redazione ha nei confronti di un’iniziativa che di gran lunga si differenzia da tante altre per chiarezza di idee e nobiltà di intenti, pur nella sua natura anche commerciale.
Il collettivo Vendül
(tratto dal sito https://vendul.org/)
I quattro iniziatori del progetto Vendül (nato alla fine del 2018 e con all’attivo già una ventina di esperienze) provengono da percorsi professionali e personali completamente diversi. Sono “contadini, alpinisti, velisti e volatori, sperimentatori dei metodi naturali di equitazione, sciatori e cultori delle Scienze della Terra”.
Soprattutto però sono un gruppo di professionisti, amici che condividono un pensiero comune: agevolare l’esperienza entro gli ambienti naturali come dimensione privilegiata per favorire processi educativi, formativi e di apprendimento.
In contatto reale con gli elementi
La programmazione delle attività riflette incontri, racconti d’esperienza e approfondimenti culturali che portino avanti l’idea ben precisa, ma non strutturata, di ricondurre la persona al centro tramite la possibilità di entrare in intima relazione con il mondo naturale, nelle sue più svariate declinazioni: “così da ritrovare il senso dei luoghi, un legame, conoscere la bellezza, promuovere l’immaginazione, assieme alla possibilità di risolvere problemi, trovare fiducia e sviluppare empatia”.
Ecco come i protagonisti si descrivono:
Michele Comi
Facilitatore d’esperienze in montagna, geologo, guida alpina e maestro di sci. Da sempre si interessa di ambienti incerti e variabili, occupandosi del supporto tecnico logistico in attività di ricerca scientifica in alta quota, del monitoraggio frane, di accompagnamento su tutti i terreni, cui affianca l’attività di formazione e partecipazione a vari progetti di comunicazione, divulgazione culturale, scientifica e sportiva a favore di un turismo alpino consapevole.
Tommaso Reato
Per dieci anni giocatore di rugby a livello nazionale, una laurea in filosofia e un master internazionale sull’apprendimento esperienziale. Progetta e conduce percorsi formativi rivolti a imprese, scuole e società sportive privilegiando un approccio esperienziale-riflessivo e valorizzando il contesto outdoor come catalizzatore d’apprendimento.
Sandro Cacciatori
Educatore nel mondo del sociale, lavora con le organizzazioni per la crescita delle risorse umane, è coach certificato AICP, esperto di tecniche di sopravvivenza e dell’approccio etico/naturale mediato dai cavalli. Il suo interesse per lo sviluppo del potenziale umano lo ha portato a studiare le tecniche e i modelli di formazione e facilitazione mediati dall’esperienza.
Ettore Togni
Un passato di trent’anni sprecato nella ricerca della sicurezza nella tecnica. Un presente dedicato a cercare la sicurezza nei comportamenti, usando la natura.
Perché Vendül
“Vendül è termine dialettale della Valmalenco (Lombardia) che indica la valanga. Valanga che nel suo significato comune descrive un evento naturale distruttivo, a volte catastrofico. Nel XVI secolo gli abitanti delle Alpi estraevano dalle rupi una pietra speciale (la pietra ollare) per ricavarne pentole e contenitori.
Dai giacimenti d’alta quota il materiale estratto veniva trasportato a valle facendolo scivolare lungo la superficie della valanga stagionale, oppure deposto prima dell’inverno all’interno di ripidi canali, attendendo che la valanga lo trasportasse a valle, per essere recuperato a primavera.
Esempi di come le necessità di sopravvivenza e la vita condotta in perfetta sintonia con l’ambiente, consentissero di sfruttare quello che accade naturalmente, trasformando un evento calamitoso in preziosa risorsa.
Se riuscissimo a guardare il nostro pianeta da una certa distanza e a cogliere in uno sguardo accelerato ciò che è accaduto in centinaia di migliaia di anni potremmo accorgerci che la Pianura Padana è il risultato di un grande vendül.
Argille, sabbie e ghiaie alluvionali portate dalle esondazioni avvenute sin dalla notte dei tempi hanno colmato l’intera Val Padana.
Ogni formazione di un territorio ha a che fare proprio con le proprie “valanghe”.
Vendül come immagine di un apprendimento imprevedibile nei suoi risultati, che si prepara in una dimensione altra (in alto-in natura) e poi, quando le condizioni maturano, è capace di incidere in profondità anche nel quotidiano (in basso – a casa o sul lavoro)”.
Il modello di apprendimento Vendül
“C’è un tempo per esplorare e uno per coltivare. Il modello d’apprendimento Vendül rimanda a un ritmo complesso, in cui si alternano intuizione ed elaborazione, apertura e sviluppo. L’estrazione del materiale avviene a monte ma la sua lavorazione nelle officine del fondovalle.
Esplorare
Fuori contesto, a contatto con ambienti di natura, facendo a meno di ruoli e non delegando a strumenti e tecnologia. Per mettere in discussione abitudini e attenzioni consolidate, partendo da sé e dall’esperienza diretta. Il tempo della scoperta e dello stupore.
Coltivare
In contesti reali di vita o di lavoro, in rapporto ai nostri obiettivi e progetti concreti. Per elaborare intuizioni e ritrovamenti, collocandoli laddove possono diventare fattori di cambiamento e crescita autentici. Il tempo della cura e del consolidamento”.
Il progetto
I quattro promotori insistono giustamente e con bella intuizione a volersi paragonare agli antichi minatori della Valmalenco: perché vogliono facilitare l’estrazione di materiali preziosi ed utili a costruire significati personali e di gruppo una volta tornati a valle. “Non inventando nulla di nuovo ma associando la passione per la natura a un certo buon rigore pedagogico”.
Ragioni del progetto
“Il fattore umano assume un ruolo di primaria importanza in ogni attività, personale e lavorativa. Sperimentare in modo attivo, reale, riflettere e decodificare l’esperienza sono gli ingredienti fondamentali della proposta formativa. E’ sempre più difficile vivere esperienze reali e registrare emozioni autentiche. Ogni nostra azione nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni è influenzata da condizionamenti crescenti che allontanano dalla semplicità e dalla concretezza.
Gli ambienti naturali possono aiutarci ad attivare conoscenze, riconoscere emozioni, trovare significati e sperimentare nuove soluzioni e comportamenti.
Sperimentare significa conoscere la configurazione della neve, delle rocce, del terreno, non da soli, ma esplorandoli assieme ai compagni d’avventura. Qui andremo a privilegiare il potere dell’osservazione, il dono dei sensi e l’esperienza diretta dei corpi. Faremo a meno delle mille dotazioni tecnologiche d’uso quotidiano a cui sempre più spesso crediamo di non poter rinunciare.
Conoscere la montagna, la campagna o qualsiasi spazio di natura significa non arrivare a conclusioni certe e sottintende una continua e appassionata ricerca, dove la miglior risorsa per muoversi con consapevolezza e consonanza con ambienti naturali, a volte difficili, consiste nel prepararsi ad essere impreparati”.
“Considerando che la relazione con l’ambiente è il mezzo più potente per migliorare le nostre capacità d’osservazione, di ascolto e di presa delle decisioni, abbiamo pensato ad un approccio di avvicinamento, di sperimentazione e ricerca, alla riscoperta del proprio modo di sentire, pensare ed agire in rapporto agli altri e all’ambiente“.
Il progetto Vendül si rivolge:
alle organizzazioni
https://vendul.org/organizzazioni/
alle scuole e ai giovani
https://vendul.org/scuole-e-giovani/
ai desiderosi di esperienze in natura
https://vendul.org/esperienze-in-natura/
agli appassionati di outdoor a cavallo
https://vendul.org/ippoeducazione/
Per ulteriori informazioni
https://vendul.org/blog/
Per mettersi in contatto
https://vendul.org/contatti/
Coraggiosi, profondi nelle intenzioni. Prepararsi ad essere impreparati… Racchiude tutto l’andare in Natura.
In fondo sono miei colleghi 🙂
Aporofondirò cosa realizzano.
Magari riescono un po’ a far cambiare la rotta dei mari placidi (dove però ci sono gli iceberg) alla “super petroliera” cai & c.
Auguri !