Che cosa vuole questa donna che è capace di scrivere un urlo così interiore? Che cosa la spinge a chiedere senza chiedere? Così tanta forza le può dare la montagna ai cui piedi vive e lavora?
In una società sbandata, che non sa neanche più cosa è una vera protesta, finalmente un esempio di salda fermezza. Non so perché, ma leggere queste righe mi ha fatto venire il nodo alla gola. E mi fa pensare che questo è il nostro agire quando siamo sicuri di ciò che siamo, prima che di ciò che vogliamo.
Questa lettera è stata scritta dalla proprietaria di un camping situato alla base della funivia del Gran Sasso, a Fonte Cerreto. Alessandra Serripierro è il suo nome. E la lettera è indirizzata al primo cittadino de L’Aquila, in risposta ad alcune affermazioni da lui rilasciate nei giorni scorsi. Che non ho neppure avuto voglia di cercare, tanto sicuramente prevedibili.
La funivia del Gran Sasso, in partenza da Fonte Cerreto
Da Fonte Cerreto, una lettera aperta al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente
di Alessandra Serripierro (già postato da Antonio Giampaoli, il 12 gennaio 2015, sul sito dell’Associazione Culturale Assergi racconta)
Caro Sindaco, caro Massimo,
leggo un po’ di giorni fa alcune tue dichiarazioni a proposito della stazione sciistica del Gran Sasso e del suo comprensorio. Leggo di Fonte Cerreto, delle tue idee per l’innevamento e di altro ancora.
Vivo su questa montagna da moltissimi anni. Ci vivo proprio, alla base della Funivia del Gran Sasso, residente numero 1 di Fonte Cerreto, in una piccola casa di legno su un terreno dove è posizionato sin dal 1974 un campeggio. Voluto, pensato, creato e gestito da mio padre da quella data ha resistito ancora fino ad oggi, nelle mie mani. Da una ventina di anni lo voglio, lo penso e lo gestisco io. Da sola.
Certamente negli anni Settanta e Ottanta era possibile fare operazioni di gestione politico-amministrativa che oggi non sarebbero più possibili.
Riconosco che alcuni aspetti, impostati dall’allora giunta per l’affidamento del terreno, non siano ancora perfettamente chiari, ma di questo, caro Sindaco, ho avuto modo di farmi carico negli anni, continuamente in cerca di soluzioni che mi dessero la possibilità di andare avanti e di ricentrarmi nel giusto.
Ho subito gli attacchi (inutili) degli usi civici, delle persone che rivendicavano proprietà, di molti portatori di interesse economico cui l’area di cui ti parlo e su cui esercito la mia attività, lasciava intravedere grandi potenzialità di sviluppo economico e probabilmente di grande quantità di denaro.
Eppure io sono andata avanti, assistendo senza protestare a erogazione di fondi pubblici ad altri operatori che – a qualche metro da me e dalla mia attività, sempre su terreno non esattamente di proprietà – hanno potuto vincere bandi europei, ampliarsi, fare migliorie, fino a diventare personaggi “à la page” di questa piccola comunità. A me no, non è stato mai concesso.
Ho dovuto subire per anni i veleni delle fogne a cielo aperto che si riversavano dentro la “mia area” provenienti dagli alberghi di notissimi e rispettabili imprenditori aquilani.
Ho dovuto subire gli assalti scomposti a questa montagna, da parte di chiunque un giorno si sveglia e decide di “portare il progresso”. Eppure sono andata avanti.
Nel mio campeggio sono transitate e transitano decine di migliaia di persone, che quando partono mi lasciano tutti, inevitabilmente, un pezzo della loro storia, contenti di come li ho accolti, della pulizia con cui li accolgo, dell’integrità con la quale consegno loro la nostra montagna.
Questo campeggio, che tu hai definito fatiscente in più occasioni pubbliche, e che ti ostini ad ignorare, ha contribuito a far transitare olandesi, tedeschi francesi, israeliani, palestinesi, americani, giapponesi, nel nostro territorio.
Ha lasciato un ricordo indelebile nelle persone che lo hanno vissuto, come testimoniano le migliaia di attestazioni di stima e di affetto che ricevo dai miei clienti, ogni anno. Mi muovo fra gli squali, come molti piccoli artigiani. Non faccio politica, non sgomito, non m’intrufolo in niente. E probabilmente la mia idea di ambientalismo è un tantinello rigida. Ma sono attenta e ascolto, non faccio della coerenza a tutti i costi un baluardo. Alzo la testa, e a ridosso della partenza della Funivia c’è chi fa come gli pare, nonostante il Parco, nonostante tutto.
Non ti chiedo nulla, in realtà, figuriamoci. Le nostre idee di sviluppo di questa che a ragione definisco “la mia montagna” sono talmente differenti… e poi tu sei il Sindaco.
Ti ho voluto solo informare della mia esistenza, e se ne avessi l’opportunità, ti parlerei di cosa vuole veramente questa montagna che conosco e amo come pochi, visto che la calpesto in lungo e in largo e la respiro ogni giorno.
Così, tanto per fare due chiacchiere.
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Alessandra tu vinci ogni giorno..!! Sei dalla parte giusta della storia… (Cit. Obama) La tua lettera aperta, e’ per tutti noi… Consapevolezza
ciao alessandra non mi conosci sono un vecchio giocatore di rugby che ha avuto la fortuna di vivere per un certo periodo una parte di storia de l’aquila con tuo padre. ho visto i suoi primo passi e sacrifici in quella che oggi è l
la tua montagna. non posso fare nulla per aiutarti a portare avanti il tuo sogno, posso solo stringerti forte la moano e dire non mollare mai pino lusi
E’ con un groppo in gola che ti auguro ogni bene, ricordando la figura indelebile del buon LUCIO, buon amico e persona rispettosa. Condivido pienamente la tua lettera aperta.
Con simpatia, Giancarlo Speranza
ciao alessandra
sono ugo sugo che vive at vignola (modena) di nascita coppitano ,non faccio fatica at crederti et oltre che sognatrice sai camminare nella realta’ et quindi coraggiosa.Se fosse x me ti darei da far rivivere uno dei quarti dell aquila et sono sicuro che continueranno at venire olandesi tedeschi ecc ma sopratutto aquilani et si potra’ parlare di futuro e passione come stai facendo per il tuo campeggio/rifugio, la
persona/e alle quali ti rivolgi non ci sentono et mai ci sentiranno l’unica cosa che gli ho visto fare di grande i mega manifesti con scritto
“orgoglio aquilano” , sugo al contrario et un piccolo manifesto che ti dice sono orgoglioso di alessandra serripierro.
non so come fare at aiutarti ma qualcosa faro’
un abbraccio
sugo
@ Alessandra Serripierro
Alessandra, hai mantenuto nel tempo la grinta che ricordo di te fin da quando andavamo a scuola insieme. Ricordo tuo padre, amico di mio padre, per il quale ho avuto sempre una grandissima stima, quella che si deve a persone rette e giuste come voi, e quanto fortemente egli abbia voluto il campeggio che ora tu gestisci.
Come guida turistica lamento da sempre il totale disinteresse, quasi snobismo, della Città per il lavoro di chi, come me, lo HA SCELTO per AMORE verso la propria terra, ma non si è schierato dalla parte del potente di turno…; lamento l’incapacità di far crescere e sviluppare seriamente la nostra zona, e l’atteggiamento perfino spocchioso di molti…
Ale, faccio mio il tuo sfogo e sono al tuo fianco se vuoi; nel mio piccolo faccio promozione mettendoci anima e passione e una professionalità maturata sul campo per quasi trent’anni; le gratificazioni che ricevo solo l’unico vero incentivo a continuare su questa strada.
Ci vogliono fatti e teste pensanti che siano all’altezza di valorizzare questi luoghi, che supportino gli sforzi INDIVIDUALI di chi come noi HA SCELTO di operare in questo settore e che abbiano la volontà di dare nuovo impulso alla Città e al territorio.
Ti abbraccio fraternamente e ricordati che sono con te, poiché comuni ad entrambe sono il rispetto e l’amore che portiamo per la nostra terra.
Carla Canali
In altre occasioni abbiamo accennato a cosa voglia dire “essere natura” o ritenere di esserne padroni. Abbiamo accennato a cosa conducano le scelte di oggi, “innocentemente” compiute perché sostenute dalle leggi e da un’idea di progresso il cui cuore è solo disumanamente economico e la cui sostanza si esaurisce solo nel profitto. Quell’idea di profitto ha avuto le sue rispettabili ragioni storiche, ma oggi stride in un numero crescente di individui consapevoli che NOI non esistiamo fuori dalla relazione con le cose e gli altri. Significa che se noi – OGNUNO – non ritiene di essere responsabile di TUTTA la realtà con la quale abbiamo a che fare, certamente consegneremo ai nostri figli una Terra ancora più degradata, una condizione ancora più alienante, una cultura ancora più lontana da NOI stessi.
La lettera di Alessandra Serripierro per Massimo Cialente, sindaco de L’Aquila potrebbe essere sottoposta al Direttivo del Collegio lombardo delle Guide alpine. Così, tanto per avere un loro commento, per ascoltare le loro posizioni in merito all’ambiente, alla nostra resposabiltà per il mondo che abbiamo, all’opportunità o meno se prendere posizione nei confronti della montagna giostra, per sapere se il dito della legge e del profitto lo trovano sufficientemente largo per poter stare nel suo cono d’ombra a discutere d’altro.
Sarebbe da chiedeglielo perché nonostante in queste settimane si abbia già avuto modo di farlo, alla recente Assemblea annuale*, il Direttivo non ha creduto di dover dedicare spazio a nessuno degli argomenti su elencati. Se le sollecitazioni che gli sono arrivate dall’interno, non sono bastate, forse questa, di Alessandra Serripierro, potranno trovarla più idonea a ritenersi coinvolti.
*Dalla recente Assemblea annuale si può evincere che:
1 – si ritiene che regolamentare sia direzione opportuna per gestire l’elisci. Vedremo quando pretori, magistrati, sindaci e così via alzeranno il tiro in merito e non solo per gli elicotteri ma per ogni attività da loro ritenuta gestibile attraverso la regolamentazione. Morale, finché gli enti “preposti” non promuoveranno una cultura che prevede una natura dalla quale NON siamo altro, la foga analitico-regolamentativa ce ne distanzierà sempre più (dalla natura) portandoci ancora più lontano da essa con espedienti, argini, leggi, obblighi, divieti, concessioni, preposti, categorie, inconsapevoli che è proprio la scomposizione di una presunta realtà oggettiva ed unica a creare scontri e conflitti e necessità regolamentative.
Viceversa, chi è consapevole di “essere solo nella relazione”, riconosce che il suo sentimento è il creatore della realtà. Con questa responsabilità permanente ed assoluta compirà azioni e pensieri non idonei al potere ma alla bellezza.
2 – si è sostanzialmente sorvolato sul tema dell’elisci, del suo significato di giostra, di degrado, di dote ereditaria. Il sorvolo dopo “il pieno” delle settimane precedenti, rappresenta una scelta e volontà precisa e confermata di ritenersi estranei al problema dell’ambiente, alle tradizioni dell’alpinismo, al valore dell’impegno personale.
Per la nostra promozione potranno sempre chiedere a qualche erede di Mike Bongiorno di volare in punta al Bernina (nonostante sia svizzera) e sventolare il gagliardetto del Collegio.
*Queste righe scaturiscono dopo aver letto la lettera di Alessandra. Sono consapevole che una discussione sull’assemblea delle Guide, sulle Guide, sull’elisci dovrebbe stare altrove, tuttavia anche Alessandra non parla del suo campeggio e dei suoi interessi, parla della montagna e dell’ambiente e delle amministrazioni. Per quanto con i miei mezzi, a mia volta non volevo parlare di Guide, assemblea e elisci, volevo e voglio mantenere l’attenzione sulla montagna e sull’ambiente. In questa prospettiva la storia di Alessandra è contigua alla nostra e, se per ragioni logico razionali non se ne sarebbe dovuto tenere conto, per tutte le altre, quelle genericamente estetiche, è giusto stiano insieme.
Grazie per l’attenzione
lorenzo merlo