No eliski in Valmalenco (né altrove sulle Alpi)!
di Michele Comi – Guida Alpina
Domenica 1 febbraio 2015 ci ritroveremo a risalire a piedi dal fondovalle sino agli storici campi da sci di Arcoglio e al Sasso Bianco. Non è importante salire alla vetta, è importante esserci.
Per mostrare il volto possibile della nostra montagna, per assaporarne il tempo e il silenzio, per testimoniare quanta importanza ha quest’ultimo frammento di integrità che risiede in alto, la reale nostra ricchezza, che ormai scarseggia e diventa ogni giorno più preziosa.
Forse il territorio può ben restare al passo con la modernità semplicemente intercettando il disperato bisogno di “tirare il fiato” dedicandosi a una frequentazione leggera e attenta di questi luoghi, dettata da una vita sempre più frenetica, caotica e disumana.
Al centro siamo noi, senza colpevolizzare nessuno, senza ergersi a giudici, ma testimoniando che siamo tutti responsabili delle nostre azioni e di quello che lasceremo in dote a chi verrà dopo, stimolando, se possibile, la riflessione di ognuno.
Appuntamento dunque a Torre Santa Maria, in piazza Roma, di primo mattino.
Per la logistica: Michele Comi – 348-8403009
Per l’eventuale pernottamento, il rifugio Cometti all’Alpe Piasci è aperto, telefonare al rifugio 0342-452810 oppure al custode Enrico Cometti 0342-513563.
La chiesetta dell’Alpe Arcoglio Superiore
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Siccome nell’articolo precedente riguardante il raduno avevo aderito prontamente in quanto indubbiamente è una prima istanza per siglare una posizione, mi vedo costretto per motivi di lavoro (sarò in val Rendena tutto il giorno e anche la sera) a non intervenire.
Ovviamente spero che la manifestazione sia ampia e che dia un imput a futuri eventi sui generis.
@ Alessandro Gogna:
i tempi, come dici, forse non sono maturi per promuovere qualcosa che vada oltre la scrittura (sicuramente importante da molti punti di vista ma che non ha più la ricaduta di un tempo, nell’attuale era dei social) ma se non li facciamo maturare, probabilmente, non lo saranno mai…
E’ ovviamente una mia personalissima concezione, riguardo alla “lotta” nei confronti di un qualsiasi argomento e quindi non mi aspetto certo che venga compresa o seguita ma prendendo a spunto la tua ipotesi di una giornata di sensibilizzazione e acculturamento promossa dalle guide, direi che la tua idea è perfetta e che probabilmente per dare vita a questo siamo già in tempi di maturità.
Se vogliamo, come dici, uscire da una fase tecnicista e ammodernare la vecchia e obsoleta figura della “guida con la pipa” verso un’immagine più aderente a ciò che è tutela del territorio ovvero il problema dell’oggi e del domani credo sia quella da te, non proposta ma abbozzata, una strada da seguire fin d’ora.
Personalmente sono disponibile a partecipare sia nell’organizzazione che poi nella gestione di una situazione come questa, la quale non sarà certo cosa facile ma che potrebbe essere un altro passo verso una presa di coscienza collettiva e non solo individuale.
Contiamoci perché non siamo pochi anche se come già ho avuto modo di specificare, la nostra realtà individualista ci porta spesso a chiuderci in difesa soggettiva.
Giovanni (ciao Topoc) ha risollevato lo stesso appunto che ho fatto all’organizzatore del raduno, complimentandomi comunque con lo stesso per iniziare a “fare qualcosa” piuttosto che dilungarsi a discuterne tra i soliti e nei soliti luoghi virtuali.
Su FB pagina raduno ho invitato a digitare su google “Arcoglio – Motoslitte”… e qui ci si apre il vero “marcio” denunciato dai frequentatori di quelle montagne in stile “sano”.
Si ribadisce da tutti i fronti che quel luogo è la vera patria malenca dell’uso di mezzi a motore che danno un ben maggiore fastidio e addirittura un pericolo reale – c’avete presente un frontale con una motoslitta? – rispetto al passaggio rapido di un elicottero… e ci stava infatti una risata a pensare quanto l’heliski in questo caso faccia una figura di merda, minore, quasi impercettibile al confronto.
Per cui mi dispiace che non si sia presa la palla al balzo per fare qualcosa di più concreto, una protesta tout court (in senso lato).
Tra l’altro, a pochi km in linea d’aria, una denuncia alle amministrazioni su Campagneda/motoslitte era già stata fatta, bastava riproporla e pigiare di più sul tasto.
Già che si fa, perché non fare “meglio”?
Andrò al raduno ma non firmerò contro l’heliski, pratica consentita in quel singolo luogo, ci vado per ascoltare direttamente le campane e soprattutto chiedere il perché di cui sopra, magari sbirciando che non compaiano motoslitte “amiche” … sennò tutto avrà solo il senso di una polentata insieme e di sputare ennesime ma ormai stracotte parole su chi lavora con l’elicottero, cioé quello che possiamo tranquillamente continuare a fare qui con i social/blog personali.
A completamento del post precedente sui tedeschi che vengono qui a volare, segnalo che il collegio guide lombarde due mesi fa ha inviato un avvertimento alla seconda guida “incriminata” (Flory Kern) in quanto proponente di heliski in luoghi vietati dalla legge.
Aveva già volato in zone non permesse l’anno scorso, ma non ci riferiamo ad Arcoglio.
Se chi è “sul pezzo” si sente in dovere di fare qualcosa preventivamente, faccia un indagine su “dove” volerà nel programma preso dal suo sito, così in caso di ulteriori infrazioni segnaleremo la cosa magari a livelli più alti. Il modo è semplice: fare il finto cliente già erudito dei posti (possibilmente in tedesco).
http://www.flory-kern.de/heliskiing/lombardia-heliskiing-1
Anche questo penso si possa classificare in “fare qualcosa”.
A domenica, a piedi.
Luca Maspes – Guida alpina
Non sono certo io ad avere titoli per esprimere una considerazione “ufficiale”, tuttavia ho comunque una considerazione da proporre a Giovanni ed eventualmente ad altri.
La logica dello scontro, a partire dal linguaggio – per quanto comprensibile e spesso adottato in questi casi – non è a mio parere la più opportuna.
Allo stesso modo quella del “boicottaggio”, che infatti vive nella medesima architettura dello scontro.
Con quella logica, il rischio di vedere le fazioni arroccarsi ancora più si alza, nel contempo si riduce quello di far evolvere la questione.
Questa mia posizione non ha a che vedere con la pusillanimità. Ha a che vedere con l’irrevocabile dato di fatto che tutti abbiamo una storia che ad ogni istante ci impone scelte. Queste appunto, non esistono da sole. Dietro a loro ci sono biografie ben radicate a terra e in quanto a questo, identiche alle nostre.
Quelle scelte, quelle posizioni che non condividiamo meritano tutta la nostra legittimazione. Diversamente dobbiamo renderci disponibili a venire sopraffatti da altri quando questi riterranno le nostre scelte e posizioni per loro inaccettabili e risibili. Il punto è quindi il rispetto, la pari dignità la reciprocità. Una premessa che sostituisce lo scontro con l’armonia.
Realizzato questo punto, l’altro, quello che la pensa diversamente, invece che attaccato tende a sentirsi accettato.
Una cosa che fa da base ad ogni dialogo profondo.
A quel punto, il rischio di scambio si alza. Lo spazio per lo scontro si riduce.
Sarà poi il dialogo intimo in ognuno a far evolvere la questione. Quel dialogo con le proprie convinzioni arricchito da elementi nuovi ai quali la sua biografia non l’aveva portato. È un processo che ognuno tende ad alimentare, se non si sente sotto attacco o con qualcosa da difendere, perché contiene soddisfazione, bellezza.
Con questa premessa, resta opportuno, anzi preferibile realizzare il raduno, proprio a rotori spenti.
Grazie per l’attenzione.
una sola domanda… fra le molte che in questo periodo, e da molti anni ormai, mi frullan per la testa:
come mai fare un rad1 contro l’heliski in una zona dove purtroppo effettuan rotazioni… in un periodo in cui NON girano gli elicotteri???
davvero non lo capisco.
non sarebbe molto più pratico, di effetto e sicuramente anche magari *fastidioso* alle rotazioni, effettuare dei raduni spot, nelle precise date e magari pure nei luoghi dove effettuano le fastidiose girate????
penso che non sia impedito/vietato a nessuno di andar a stazionare nelle ipotetiche piazzole dove scaricano i rammolliti clienti proprio nel giorno stabilito??
mi pare di legger anche delle date nei finesettimana, in quel lungo -ahinoi- elenco.
come ben tutti ormai sanno è inutile tentar di nascondere le incursione effettuate lo scorso anno per tutto l’arco orobico, TUTTE in zona di Parco.
e sfido chiunque a dire che a bordo non ci fossero Professionisti locali :-S
è una VERGOGNA, questo. e non c’è niente, NULLA a cui possano appellarsi. una volta che sforano la legge sono FUORILEGGE, appunto.
e non reputo possibile che chiunque cerchi di prenderne parte o difesa.
è solo vergognoso. oltrechè triste….
ripeto, organizziamo qlcs nei precisi giorni delle rotazioni. allora si avrebbe senso, secondo me.
ad un semplice ritrovo che, IMO, non porta a nulla… in una zona tra l’altro infestata continuamente dall’altro atavico problema (motoslitte…) io non me la sento proprio di partecipare.
un ormai stanco ed affranto… topocanequalunque 😉
Sì, grazie, condivido, non c’avevo pensato.
l.
E mi porto pure la mia belva assetata di sangue… 😉
Ok, Lorenzo. Ricompongo il tuo post originale e lo rimetto dove tu lo hai messo, con aggiunta di nota. Lo faccio per rispetto alla tua volontà. Ma lascio tutto anche qui, perché tra le due sedi questa è certamente la più giusta.
Caro Luca, dopo aver “sistemato” (o tentato di sistemare) il casino telematico occorso ieri sera, spero in modo dignitoso per la comprensibilità, mi concedo un po’ di tempo per risponderti sulla mia mancata presenza all’Assemblea delle Guide alpine Lombarde, a Sondrio il 26 gennaio.
E’ dal 1988 che lotto, con sorti spesso sfortunate, contro l’eliski. La mia posizione, nell’ambiente, nella comunità alpinistica e scialpinistica, credo sia davvero nota a tutti, compreso le guide in questione.
Quello che non è noto, specialmente alle guide del mio collegio, è il motivo profondo per il quale a suo tempo decisi di far parte della categoria, per il quale quindi impiegai tempo, energie e danaro come tutti i colleghi hanno fatto dal canto loro.
Credevo, entrando, di poter svecchiare non la professione in se stessa, ma l’immagine che di questa stava girando nella società. Una decrepita “guida del CAI”, con barba e pipa, invece di ringiovanire cominciava a essere scalzata dalla figura del “tecnico”. Già allora temevo la “berlusconite”, la managerialità: e ne avevo ben donde, visto ciò che succede oggi.
Forse la mia era una stupida pretesa, forse era pura illusione: di fatto non ci sono riuscito, e ogni volta che provavo a dire la mia leggevo negli occhi del mio interlocutore la critica più precisa e senza appello: “chi ti credi di essere tu, che la professione non la eserciti veramente? Perché stai cercando di insegnarla a me?”.
Quando parlavo con una guida nata e vivente in montagna, il distacco s’incrementava perché mi vedeva pure come “cittadino”. Quando parlavo con una guida nata (anche solo nata, senza il vivente) in città, la distanza diventava siderale perché comunque non ero un “tecnico”.
Tranne rarissime eccezioni, questo è l’atteggiamento nei miei confronti che ho sempre dovuto subire. Un atteggiamento che ho accettato, allo stesso modo in cui si accettano le debolezze delle persone cui si vuole davvero bene.
In un momento così delicato, così emotivo, dopo la presa di posizione di Miotti, dopo la tragedia di Livigno, credi davvero che il mio apparire a Sondrio sarebbe stato di qualche utilità? Credi davvero che, anche tra coloro che non accompagnano clienti a elisciare, avrei trovato un qualche conforto al posto della solita critica espressa qui sopra? Agli attacchi di alcuni colleghi in Assemblea, qualcuno ha risposto, qualcuno si è indignato? Siamo ancora ben lontani da quella coscienza di sé, di noi, che dovremmo avere.
O pensi magari che io possa aver avuto timore del confronto diretto? Spero di no, sai bene che non temo il pubblico, anzi di solito mi eccita.
Dopo la critica di Stefano Michelazzi, che mi ha esortato a smetterla di cianciare e scrivere per pensare invece a organizzare un meeting serio sull’argomento eliski, arriva la tua: anche se in modo compito, sostanzialmente mi chiedi perché non c’ero, pensando che avrei dovuto esserci. Non ti sto a dire che avevo altro da fare: la verità è che ho proprio scelto di non esserci. Per non esacerbare ulteriormente animi che in questo momento, forse, cominciano a chiedersi qualcosa. Di solito la rabbia è un buon sintomo. La questione della “piena sicurezza” non è stata ancora capita per nulla, si è preferito litigare solo sull’eliski. Una questione nasconde l’altra, ma è solo questione di tempo.
Potrei dire: facciamo un referendum presso tutte le guide alpine, oppure una votazione… prendiamo una qualche posizione democratica.
E invece dico: non mi interessa “vincere” un confronto, m’interessa che i miei colleghi si “convincano”, al tempo giusto e nei tempi giusti.
Potrei dire: organizziamo la giornata delle guide che dicono no all’eliski, per un giorno le guide porteranno gratuitamente in giro con le pelli persone che in passato hanno accompagnato in eliski.
E invece dico: non è ancora il momento, il vento soffia ancora contrario. Quando sarà il caso di farlo dovrà essere evidente!
Mi farò la levataccia e cercherò di essere a Torre alle 6.30. Poi arriverò ultimo perchè son sciupà ma ci voglio essere. Per gli eventuali atterraggi “dopo” nelle Orobie sto considerando il bazooka.
Ciao Alessandro, convengo che l’assemblea delle Guide lombarde e Alessandra Serripierro non abbiano storia comune.
Tuttavia un’organicità imposta in sostituzione di quella spontanea, in questo caso, non ha risolto i problemi di orientamento, ma solo sostituiti.
Mi spiego. Nel mio post che compare qui (NO ELISKI IN VALMALENCO (NÉ ALTROVE SULLE ALPI)!) si cita la lettera di Alessandra Serripierro. Andarsela a leggere ora che il post è slegato da lei (IL GRIDO INTERIORE DI ALESSANDRA SERRIPIERRO) ci vuole motivazione e determinazione, premesse che fanno selezione. Cioè lascia a piedi, disorientati, coloro che non ne avranno a sufficienza. Un danno per la/le notizie e per il blog in toto.
Forse avrei dovuto scrivere dell’assemblea direttamente in altra notizia, ma non avrei scelto NO ELISKI IN VALMALENCO (NÉ ALTROVE SULLE ALPI)! per non caricarlo con il peso della polemica sull’ellissi. Non l’ho fatto perché è stata la lettera di Alessandra a provocarmi quel post: non potevo rinunciare a scriverlo lì, anche per lei, come gesto di riconoscimento e solidarietà.
Avrei potuto aggiungere qualche riga di spiegazione, affinché gli interessati potessero mantenere l’orientamento. Mi scuso per la mancata sensibilità.
Se possibile lo faccio ora*, chiedendo nel contempo ad Alessandro di ricomporre come da originale il mio post e di lasciarlo sulla notizia di Alessandra Serripierro, nonché di aggiungere queste poche dell’asterisco in calce al post stesso.
Forse questo tentativo di precisazioni complica ulteriormente l’intreccio di post. Ma era da fare. Nel caso mi scuso.
Grazie per l’attenzione.
*Queste righe scaturiscono dopo aver letto la lettera di Alessandra. Sono consapevole che una discussione sull’assemblea delle Guide, sulle Guide, sull’elisci dovrebbe stare altrove, tuttavia anche Alessandra non parla del suo campeggio e dei suoi interessi, parla della montagna e dell’ambiente e delle amministrazioni. Per quanto con i miei mezzi, a mia volta non volevo parlare di Guide, assemblea e elisci, volevo e voglio mantenere l’attenzione sulla montagna e sull’ambiente. In questa prospettiva la storia di Alessandra è contigua alla nostra e, se per ragioni logico razionali non se ne sarebbe dovuto tenere conto, per tutte le altre, quelle genericamente estetiche, è giusto stiano insieme.
Note logistiche.
Utile sapere quanti pernotteranno al rifugio.
Gradita conferma, mandatemi messaggio privato.
Alcuni saliranno il sabato, un gruppo con partenza ore 17, ritrovo a Torre, piazza Roma, bar Genzianella (portare pila frontale).
Altro gruppo con ritrovo la mattina 6.30 ritrovo nello stesso luogo.
Punto di transito e d’incontro Rifugio Cometti.
Non importa arrivare in cima, importante è esserci!
Per ulteriori informazioni 348-8403009
Michele Comi
Cari Luca e Lorenzo,
mi scuso per la diversa allocazione dei vostri commenti e anche per lo smembramento di quello di Lorenzo. D’altra parte converrete che un’Assemblea di Guide Alpine Lombarde nulla ha a che fare con Alessandra Serripierro.
Se ci sono motivi particolari d’inopportunità in questo mio intervento come amministratore, ditemelo. Grazie.
Il mio post invece non c’entra nulla, l’assemblea non era in Val Torreggio 😉
Il post a mia firma – lorenzo merlo -, il primo in ordine cronologico non è da me stato postato qui. Era la seconda parte di quanto scritto, nel primo post, per “Il grido interiore di Alessandra Serripierro”.
Certo Lorenzo che se “dall’alto” ci modificano e ci spostano i post da un topic all’altro, hai voglia a capirsi: io sono finito acquistato in Valmalenco dove volevo – “avrei voluto” a questo punto – accennare ad altro; tu sei stato spezzettato in due e ti trovo di qui e di là. Chiaramente un po’ stravolta la lettura ed i suoi scritti originali.
Hai voglia poi a pensare di utilizzare questi mezzi e non il faccia a faccia per cercare di comprender(si).
Posso chiedere al moderatore di cancellare il mio post?
Grazie
Ciao Luca. Grazie per quanto mi dici. Non sono stato presente dopo averci pensato profondamente. Ho scritto per tempo al nostro presidente, che avevo scelto di non presenziare all’assemblea temendo – diversamente da quanto scrivi tu – che fosse proprio il momento sbagliato. Non in sé ma a causa di quanto la tensione era aumentata nelle settimane precedenti. Se a questa considerazione aggiungi che sotto pressione ogni confronto ha un direttamente proporzionale rischio di sterilità, diventa – almeno per me – accettabile e proponibile – se non preferibile – rinunciare alla presenza.
Rinunciare alla presenza, non allo scambio e al dialogo, se in questi termini se ne rivorrà parlare.
Come potrà confermarti e mostrarti il nostro presidente in una mia recente lettera al Direttivo elencavo – tra l’altro – in quante occasioni ero stato – negli anni – propositivo (leggi avevo cercato dialogo e scambio) senza aver spuntato neppure una considerazione in merito.
Lettera per altro che ho scelto di non pubblicare per lasciare “interne” quelle note e per la recondita speranza che a qualcuna di quelle si voglia dare spazio più avanti.
Ma ancora non è tutto per precisare la mia posizione.
Che il Direttivo compia delle scelte autonomamente, ne condividiamo le ragioni: è stato eletto anche per quello. Tuttavia, nei confronti di temi importanti (la valutazione è opinabile e possiamo discutere in altro momento), quali per esempio l’ambiente/elisci, è mia opinione considerare altrettanto importante – ma nel senso di grave – che nessun dibattito interno sia stato provocato proprio dal Direttivo.
Se il motivo è che la questione dell’ambiente/elisci non è poi così importante, tutto quanto sta avvenendo, in termini di critica al Direttivo, lo trovo sacrosanto. Se invece di distrazione o dimenticanza da parte del Direttivo, si tratta, ancora più facilmente il punto di equilibrio è raggiungibile. Basterebbe un gesto di ammissione e tutto ripartirebbe nelle migliori condizioni per il dialogo.
Per sostenere la coerenza della mia prospettiva posso riferire che contestai in pari modo l’assenza assoluta di consultazione quando il Nazionale impose il balzello a tutte le Guide d’Italia per sostenere i costi di condanne processuali nei confronti delle quali nessuna Guida estranea al Direttivo poteva essere considerata responsabile in nessuna misura. Non solo. Arrivarono a chiedere un parere a noi tutte, dopo l’imposizione.
Contestai che l’accesso professionale dei Maestri di sci alle discese fuoripista vere – non quelle a fianco delle piste battute – non solo fu imposto di punto in bianco, ma – incredibile dopo che per anni tutte noi avevamo sentito ripetere da tutti gli organisni istituzionali e in tutte le salse che il terreno fuoripista era esclusiva competenza professionale delle Guide – fu sostenuto che non era vero, che era sempre stato così; che da sempre i Maestri potevano lavorare con il fuoripista.
Apprezzai invece le nostre istituzioni quando consultarono le Guide per prendere posizione sul passaggio a Guida per tutti gli aspiranti che erano tali da tot anni.
Se le mie istituzioni ignorano – come è negli anni puntualmente avvenuto – la voce dei suoi elementi costitutivi, cioè tutte le Guide, Aspiranti, Accompagnatori, solo questo posso affermare per quanto mi riguarda, in cosa manco se esprimo il mio pensiero in sedi esterne?
Anche nel banale diritto di critica c’è la ricchezza della base. La si vuole considerare o questa non conta nulla perché gli eletti sono altri?
Certo sentire altre opinoni per ricostruirmi un resoconto attendibile di quanto si è discusso in assemblea è condivisibile critica che accetto. Ma chiedo: il tema dell’ambiente può stare oggi tra gli altri in elenco all’ordine del giorno di un’assemblea annuale?
Chiedo: non pensate meriti maggior attenzione? Non pensate che imporre regole tenda a elevare il gradiente di inconsapevoli?
Dunque non ho sentito che un solo resoconto dell’assemblea, ma al momento ho ugualmente l’impressione di aver capito bene che accennare all’”attacco alla natura” e al “luna park” non è sufficiente per dire che si sia dato spazio al tema dell’ambiente, all’eventuale presa di posizione del Collegio e – meglio ribadirlo in tutte le opportunutà – alla assoluta definitiva NON criminalizzazione (termine impiegato a suo tempo dalla nostra istituzione) dei colleghi che lo praticano.
E quella unica fonte che ho sentito, è necessario precisarlo, mi aveva fatto presente che di “attacco alla natura” e di “luna park” si è accennato.
Last but not least.
Caro Luca, non sostituirei l’importanza della mia mancata presenza all’assemblea con il significato, che anche più accanito elisciatore, può evincere – e fare proprio -, dalla lettera di Alessandra Serripierro alla sua istituzione di riferimento.
Grazie per l’attenzione
Altra calata dei Lanzichenecchi!
25 luoghi di atterraggio.
Nessuna piazzola obbligata, incursioni nelle Orobie… insomma fanno quel che vogliono.
“Your advantage here is that we are not obliged to fixed landing spots, we can adapt our landing spots exactely to the weather and snow conditions. In only a few flight minutes we can reach from our base in Chiareggio / Valmalenco more than 25 different landing spots, varying from 2400 Meter up to 3400 Meters. If conditions allow we will also visit for one day the mountain range just opposite of Valmalenco. Here we have 6 hidden valleys all true north facing, keeping powder snow even many days after the last snowfall. On days after heavy snowfalls we usually find very nice skiing on the gentle slopes above Torre del Santa Maria. A lot of those runs end through very nice gladed forests.
With our trip Heliskiing in Valmalenco we are able to offer you some of the finest Heliskiing in the Alps at an affordable price.
Just come along and check it out…
http://www.flory-kern.de/heliskiing/lombardia-heliskiing-1
Lombaheli 1: 27.02. – 03.03.2015
Lombaheli 2: 03.03. – 07.03.2015
Lombaheli 3: 07.03. – 11.03. 2015
Che si aggiungono a quelli già scovati e qui denunciati http://www.yellowtravel.net/ski-snowboard-2012/trips/heliski-italien.html
HELIVAL1501: dal 27 febbraio al 1 marzo 2015
HELIVAL1502: dal 13 al 15 marzo 2015
HELIVALPRO1501: dal 20 al 22 febbraio 2015
HELIVALPRO1502: dal 6 all’8 marzo 2015
Cui aggiungere i nuovi non ben identificati incursori nostrani…
Michele Comi
Lorenzo Merlo (e ci metto anche Alessandro Gogna che tanti aspettavano): ma dov’eravate ieri?
C’era la riunione con i vostri colleghi, c’erano le riflessioni, c’era il faccia a faccia, c’era finalmente una sede più consona per ribadire ai diretti interessati i concetti qui sotto e altrove esposti. Sono rimasto deluso della vostra mancata presenza e forse sarà deluso anche quel povero collega che non ha avuto la forza di avviare questo discorso che vi tormenta.
Non se n’è parlato? Invece se n’é parlato dell'”attacco alla natura”, ma devi sentire diverse campane per sapere cosa si è detto, ricordo di aver sentito anche la parola “luna park”. E pensa te, hanno parlato guide che l’eliski non lo fanno e manco dovevano “difenderlo”.
Una bella occasione perduta per un confronto che poteva essere costruttivo. Scrivere può servire, può essere utile. Ma se il dibattito rimane su una pagina web (o sulla carta, come si diceva una volta), rischia di essere uno sfoggio di erudizione che non approda a un vero confronto con chi la pensa diversamente.
Oppure la verità e il giusto stanno solo da una parte?
Luca Maspes – Guida Alpina
In altre occasioni abbiamo accennato a cosa voglia dire “essere natura” o ritenere di esserne padroni. Abbiamo accennato a cosa conducano le scelte di oggi, “innocentemente” compiute perché sostenute dalle leggi e da un’idea di progresso il cui cuore è solo disumanamente economico e la cui sostanza si esaurisce solo nel profitto. Quell’idea di profitto ha avuto le sue rispettabili ragioni storiche, ma oggi stride in un numero crescente di individui consapevoli che NOI non esistiamo fuori dalla relazione con le cose e gli altri. Significa che se noi – OGNUNO – non ritiene di essere responsabile di TUTTA la realtà con la quale abbiamo a che fare, certamente consegneremo ai nostri figli una Terra ancora più degradata, una condizione ancora più alienante, una cultura ancora più lontana da NOI stessi.
La lettera di Alessandra Serripierro per Massimo Cialente, sindaco de L’Aquila potrebbe essere sottoposta al Direttivo del Collegio lombardo delle Guide alpine. Così, tanto per avere un loro commento, per ascoltare le loro posizioni in merito all’ambiente, alla nostra resposabiltà per il mondo che abbiamo, all’opportunità o meno se prendere posizione nei confronti della montagna giostra, per sapere se il dito della legge e del profitto lo trovano sufficientemente largo per poter stare nel suo cono d’ombra a discutere d’altro.
Sarebbe da chiedeglielo perché nonostante in queste settimane si abbia già avuto modo di farlo, alla recente Assemblea annuale*, il Direttivo non ha creduto di dover dedicare spazio a nessuno degli argomenti su elencati. Se le sollecitazioni che gli sono arrivate dall’interno, non sono bastate, forse questa, di Alessandra Serripierro, potranno trovarla più idonea a ritenersi coinvolti.
*Dalla recente Assemblea annuale si può evincere che:
1 – si ritiene che regolamentare sia direzione opportuna per gestire l’elisci. Vedremo quando pretori, magistrati, sindaci e così via alzeranno il tiro in merito e non solo per gli elicotteri ma per ogni attività da loro ritenuta gestibile attraverso la regolamentazione. Morale, finché gli enti “preposti” non promuoveranno una cultura che prevede una natura dalla quale NON siamo altro, la foga analitico-regolamentativa ce ne distanzierà sempre più (dalla natura) portandoci ancora più lontano da essa con espedienti, argini, leggi, obblighi, divieti, concessioni, preposti, categorie, inconsapevoli che è proprio la scomposizione di una presunta realtà oggettiva ed unica a creare scontri e conflitti e necessità regolamentative.
Viceversa, chi è consapevole di “essere solo nella relazione”, riconosce che il suo sentimento è il creatore della realtà. Con questa responsabilità permanente ed assoluta compirà azioni e pensieri non idonei al potere ma alla bellezza.
2 – si è sostanzialmente sorvolato sul tema dell’elisci, del suo significato di giostra, di degrado, di dote ereditaria. Il sorvolo dopo “il pieno” delle settimane precedenti, rappresenta una scelta e volontà precisa e confermata di ritenersi estranei al problema dell’ambiente, alle tradizioni dell’alpinismo, al valore dell’impegno personale.
Per la nostra promozione potranno sempre chiedere a qualche erede di Mike Bongiorno di volare in punta al Bernina (nonostante sia svizzera) e sventolare il gagliardetto del Collegio.
*Queste righe scaturiscono dopo aver letto la lettera di Alessandra. Sono consapevole che una discussione sull’assemblea delle Guide, sulle Guide, sull’elisci dovrebbe stare altrove, tuttavia anche Alessandra non parla del suo campeggio e dei suoi interessi, parla della montagna e dell’ambiente e delle amministrazioni. Per quanto con i miei mezzi, a mia volta non volevo parlare di Guide, assemblea e elisci, volevo e voglio mantenere l’attenzione sulla montagna e sull’ambiente. In questa prospettiva la storia di Alessandra è contigua alla nostra e, se per ragioni logico razionali non se ne sarebbe dovuto tenere conto, per tutte le altre, quelle genericamente estetiche, è giusto stiano insieme.
Grazie per l’attenzione
lorenzo merlo