La multa a Christophe Profit

La storia, che risale alla scorsa estate 2022, ha appena conosciuto il suo epilogo: per aver rimosso dei fittoni da neve dalla via normale del Monte Bianco, e questo per difendere una pratica di alpinismo più libera che sicura, Christophe Profit viene multato di 600 euro. La guida ha presentato ricorso.

Abbiamo appreso le dimissioni dalla Compagnie des Guides de Chamonix di Christophe Profit. “Preferisco andarmene, per non essere più in un’associazione i cui vertici non mi supportano“, ha detto.

E’ abbastanza scandaloso che Profit non abbia avuto il sostegno dei colleghi. Soprattutto perché è un esempio magnifico per generazioni di alpinisti e di guide, in passato, presente e futuro. Possiamo sperare nella reazione e nel sostegno del GHM e della comunità alpina, ma la ferita rimarrà aperta per molto.

La multa a Christophe Profit
a cura della redazione di montagnes-magazine.com
(pubblicato su montagnes-magazine.com il 5 giugno 2023)

Un montanaro in tribunale
Lo scorso autunno 2022, il sindaco di Saint-Gervais, Jean-Marc Peillex, ha avviato un procedimento contro Christophe Profit nel cosiddetto caso dei fittoni da neve. La compagnia delle guide di Saint-Gervais ne aveva installati quattro per “mettere in sicurezza” la via normale nell’estate 2022, quando siccità e ondate di caldo hanno colpito la vetta più alta dell’Europa occidentale con la conseguente comparsa di crepacci sulla cresta delle Bosses. La guida aveva ritirato le due coppie di fittoni, deciso a difendere la sua libertà di passare dove voleva, e tracciando una via alternativa sul lato nord.

Il Monte Bianco, teatro della discordia dei fittoni. Si nota al centro il refuge Vallot.

Il sindaco di Saint-Gervais aveva sporto due denunce, la prima per “aver messo in pericolo la vita di altri” e la seconda per “furto di apparecchiature appartenenti al comune di Saint-Gervais-les-Bains sul territorio nazionale”. Se la prima era ritenuta inammissibile, la seconda era al vaglio dei tribunali, con comparizione il 20 aprile 2023 presso il tribunale penale di Bonneville.

Un processo che verte su fatti la cui futilità sarebbe risibile se non fossero mobilitati i servizi di giustizia”, così ha detto la guida Denis Crabières, anche ex presidente del SNGM.

Christophe Profit aveva infatti rifiutato un accordo amichevole, e ha firmato personalmente un memorandum assieme a diversi politici e professionisti della montagna per riaffermare che “la montagna deve rimanere uno spazio di libertà” e per invitare “di fare collettivamente le scelte di responsabilità, umiltà e libertà di fronte alla tentazione della sicurezza imposta per legge”.

Al termine della sua comparizione, l’accusa aveva chiesto una multa di 4.000 euro, ma la guida si è detto “sollevato, sereno e determinato per il futuro“.

Quel giorno, Christophe Profit è stato finalmente multato di 600 euro per il furto di due fittoni sul lato francese e rilasciato per gli altri due, situati sul lato italiano, secondo le informazioni di Dauphiné Libéré. L’alpinista, però, si è detto “super felice e sereno per la piega che la vicenda sta prendendo“, con l’intenzione di presentare ricorso.

Rimuovendo due dei quattro picchetti installati sulla cresta dei Bosses, Christophe Profit ha voluto spingere le guide ad adattarsi alla montagna e alle condizioni instabili. Foto: Le DL / Baptiste Savignac.

Una polemica e questioni etiche
I paletti della discordia rivelano una passione tutta francese, quando sappiamo che tra i nostri vicini italiani. ad esempio, il Gran Paradiso è attrezzato anche per facilitare la progressione degli alpinisti principianti, senza che per questo si accendano polemiche. Anche in Francia, del resto, esistono vie dotate di attrezzature artificiali, basta pensare al Mont Aiguille, alla Meije o alle vie ferrate. Secondo il comitato alpinistico dell’UNESCO Francia, composto dal comune di Chamonix, dalla FFCAM e dalla SNGM, questi paletti erano stati “giudicati a posteriori inutili da molte guide di diversi paesi”.

L’avvocato Laurent Thouvenot assiste Christophe Profit nel procedimento. Fpto: Le DL / Baptiste Savignac.

L’avocat Laurent Thouvenot assiste l’alpiniste Christophe Profit dans cette procédure. Photo Le DL /B.S.

Per il co-presidente della FFCAM – gestore dei rifugi della via normale – Nicolas Raynaudinterpellato la scorsa settimana su questa vicenda: “se questa questione fosse stata gestita meglio a monte, non saremmo qui”.

Che si vada in tribunale, è deplorevole”, ha giudicato anche il presidente del sindacato nazionale delle guide alpine (SNGM) Dorian Labaeye, “ma questa vicenda solleva questioni etiche importanti che devono essere affrontate a mente serena”.

Quei fittoni servivano alla sicurezza? La via alternativa sul versante nord era percorribile? Le guide avevano bisogno di questi paletti? Poteva essere trovata un’altra soluzione di sicurezza? si è chiesto, ad esempio, Denis Crabières, che ha percorso quattro volte il percorso tra metà giugno e l’inizio di luglio 2022. E poi ha aggiunto: “Il fatto di aver raggiunto prestazioni alpinistiche di alto livello autorizza l’imposizione della propria visione personale laddove sia stata presa una decisione collettiva da parte dei colleghi e delle autorità interessate? Era necessario andare per vie legali?».

Ancora una polemica dunque per la via alpinistica più frequentata delle nostre Alpi, abituata quasi ogni estate a far scorrere inchiostro. Già cinque anni fa si svolgeva un dibattito simile sulla mancanza di attrezzature sulla via di accesso al refuge du Goûter, con alcuni che volevano farne un percorso tecnico. Senza che nessuno si sia ritrovato colpevole di un crimine alla fine della storia.

Christophe Profit. Foto: Le DL / Baptiste Savignac.

Altra grana per il bivacco
Conosciuto per le sue salite ai Drus in solitaria nel 1982al K2 in stile alpino con Pierre Béghin nel 1991 o per la trilogia delle pareti nord nel 1987, Christophe Profit non è l’unico ad essere oggetto di procedimenti legali da parte del sindaco di Saint-Gervais. Due alpinisti sono stati accusati anche di aver bivaccato in cima al Monte Bianco, a dispetto della proibizione.

Una pratica, quella del bivacco, che è alla base dell’alpinismo eppure è stata vietata sulla via normale del Monte Bianco dall’ottobre 2020 e dal decreto per la protezione degli habitat naturali (APHN) che la regolamenta. Allo scopo di proteggere l’habitat naturale del massiccio, in realtà quest’ordinanza regola la pratica dell’alpinismo sulla via alpinistica più famosa di Francia.

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La multa a Christophe Profit ultima modifica: 2023-07-02T05:06:00+02:00 da GognaBlog

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19 pensieri su “La multa a Christophe Profit”

  1. Ma la montagna estrema deve essere per forza di tutti? Ognuno vada dove può…..!Ed ora via con gli abissi marini e lo spazio……..!

  2. Durante gli anni Ottanta in alpinismo io usavo lo stesso metro di oggi.
    Il che, tra l’altro, implica questo: NO ELICOTTERO.
    E già allora il suo uso era criticato.
     
    P.S. Christophe Profit: anni Ottanta (non Settanta).

  3. Fix e spit sulla normale della Dufour sono puro inquinamento, non salvano vite  e servono solo alle guide per riuscire a portar su culi-di-piombo paganti con meno fatica.
    Come i canaponi sul Cervino, d’altra parte
     
    Profit ha voluto mettere il dito nella piaga, lo ha fatto pubblicamente ed è degno di rispetto ed ammirazione.
    L’osservazione mossa che negli anni ’70 Profit ha usato l’elicottero è il solito sbaglio di chi giudica il passato con il metro dell’oggi.

  4. Le idee, certe idee, sono un qualcosa in divenire. Una mattina ti svegli che vuoi mettere una fila di spit su una parete e un’altra ti svegli che vuoi toglierli.

  5. Che lo abbiano multato è il minimo. Magari questo “personaggio” conosce anche chi toglie fix e spit dalla normale alla Dufour mettendo a repentaglio la vita di numerosi alpinisti e guide alpine.

  6. Quanti chiodi o spit ha lasciato profit sparsi per il mondo? E se a qualcuno venisse in mente di levarli?
    E una mania, leva gli spit, le ferrate, le croci i fittoni…..
    ” Si sa che la gente da buoni consigli se non può più fare cattivo esempio”
    DeAndre.

  7. Aletschorn cresta sud…catarifrangente sulla morena..anche sul Riedglacier dopo Bordierhutte…fittoni sotto la vetta dell Aletsch..in Svizzera paese pragmatico e molto laico  nessuno si scompone  più che le croci innumerevoli ripetitori di segnale  natel..con le croci se ti succede qualcosa preghi…con i ripetitori ti salvi o fai salvare altri…a tapioca..

  8. Equilibrio. Da un lato un sindaco che vuol fare del M.Bianco il suo luna park con le sue regole e le sue idee di “sicurezza”. Ma caro Christophe ti segnalo che oltre i quattro paletti ci sono i canaponi del Dente, del Cervino, le scale sui crepi de Tacul, la fissa al Col Maudit. E se vuoi l’elenco è  lunghissimo perché ogni “via normale” è ammansita in qualche modo anche non solo sul TUO Bianco. Se vuoi ti faccio l’elenco. Hai lavoro per parecchi anni.

  9. Terribile che tutto si riduca in un’aula di tribunale! Purtroppo, questo è l’epilogo di una storia che non nasce solo da questo episodio.Potremmo portare un esempio parallelo con la frequentazione di spazi e località d’arte… Venezia per esempio? Chi ha diritto di stabilire se puoi visitare o meno, e a che prezzo?Ecco che chi amministra, sente dover intervenire, vuoi per necessità vuoi per leadership, con regole che molto spesso finiscono per ledere la libertà degli individui: a prescindere! Da tempo, invito fare una riflessione sull’andare in montagna, mostrando che la montagna non è solo la cima vissuta come un mito, come un obiettivo da sfoderare quasi fosse un vanto. Esistono luoghi ameni, sul massiccio, totalmente ignorati che meritano tanto e, talvolta più della cima del Monte Bianco.Non sappiamo promuoverli, non educhiamo le nuove generazioni alla fatica, alla consapevolezza che il tutto e subito porta inevitabilmente alla frequentazione massiccia di luoghi e cime intesi come trofei.Personalmente, resto comunque fortemente contrario alle iniziative intraprese dal sindaco di Saint-Gervais, pur comprendendone la responsabilità di cui si sente investito come pubblico ufficiale.Con siffatte regole imposte, si spegne la libertà di un essere umano, ch’è linfa vitale della propria espressione per l’ambiente montano nonché marino… si uccide la poesia dell’essere!

  10. Peut-être plus un problème d’hommes, qu’un problème d’éthique !

  11. Boh?? Se qualcuno piazza i fittoni su un ghiacciaio (basta andare in Austria sul Grossvenediger, su alcuni percorsi i paletti ci sono da una vita) per segnare la via più sicura, chi ti impedisce di cercartene un’altra che ti piaccia di più?? Il Monte Bianco è grande e di spazio ce n’è per tutti, sia che si salga in gruppo e magari con la Guida Alpina, che da soli. Segnare un percorso tra i crepacci è un po’ far come gli sherpa che attrezzano la seraccata del Khumbu, se ti garba segui la tracciatura, altrimenti ti cerchi la tua strada. Come nella vita.

  12. Un sindaco che guarda sempre in alto…. Il sindaco pensi di piu’ ai problemi alle basse quote, che ne avra’ di certo.

  13. Su quei percorsi ci vai con le guide e quindi non servono i paletti. Se ne hai le capacità non servono nemmeno le guide. Altrimenti senza capacità né guide i paletti ti portano in cima? Mah…

  14. Non sarebbe più opportuno che il gentile sindaco , così avvezzo alla sicurezza in montagna , si occupasse di problemi più a valle ? Mi riferisco all’accesso del Gouter .

  15. cerchiamo di opporci in ogni modo alla continuazione della guerra in Ucraina: una vola arrivati in vetta, ci sarà tempo per le altre guerre del piffero.

  16. Per amor di verità, bisogna ricordare che Profit nei suoi anni migliori si serví spesso dell’elicottero per le discese e gli spostamenti. Fu un pessimo esempio.
    Ora sembra che sia diventato piú rispettoso dell’ambiente naturale. L’età porta saggezza?
     
    In ogni caso è assurdo che il sindaco di Saint-Gervais – già celebre per una denuncia per bivacco abusivo sulla vetta del Monte Bianco (!) – si rivolga a un tribunale per una questione legata a quattro picchetti piantati nella neve.
    Mi consolo al pensiero che certe cretinate giudiziarie non succedono soltanto in Italia.
     

  17. Se fosse etico rimuovere i fittoni sulle bosses del Bianco, sarebbe ancora più etico vietare alle guide di accompagnare i clienti sulla via normale. Per non fare la parte dei fittoni privati e personali.

  18. Appunto se invece qualcuno decide per te non sei libero per un cazzo…ci vorrebbero 1000, 10000 Profit
    Chi non offende e limita si potrà semmai avvicinare alla libertà. Chi decide in nome del bene degli altri ha il secondo fine, anche se malauguratamente non dovesse avvedersene, di imporre la propria volontà. Chi si difende da ciò, almeno in montagna, va onorato.

  19. Personalmente se da una parte non credo che si debba supinamente accettare ogni tipo di decisione dall’altra credo che un azione così eclatante debba essere preceduta da un dialogo a dalla raccolta di un consenso da parte dei colleghi che in questo caso Profit non ha avuto. Non è stato sicuramente il sindaco ad andare a piazzare i fittoni e a mettere in “sicurezza” una normale che vede il transito di centinaia di persone ogni giorno. Se filosoficamente Christophe ha fatto un azione  per certi versi condivisibile dall’altra non basta chiamarsi Profit per fare quello che ti pare ed essendosi trovato solo in questo “affaire” la cosa migliore che ha fatto è stata quella di dimettersi. Proprio perché la montagna dev’essere libera ogn’uno deve avere la possibilità di scegliere come arrivare in cima ai propri sogni.

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