Una lingua nera di 3 chilometri attraversa la desolazione lasciata da Vaia (creandone ancora di più). Perché neanche quella tempesta è riuscita a fermare i lavori, e ora a 1808 metri è possibile “ammirare” la pista da skiroll più alta d’Italia: un nastro che si insinua tra alberi sradicati, un parcheggio per camper e la strada statale, per un costo totale di 700 mila euro.
Passo Lavazè si copre d’asfalto
di Lucia Brunello
(pubblicato su ildolomiti.it il 30 luglio 2020)
Foto: Walter Donegà
Sembra di trovarsi tra i cavalcavia di una superstrada di Los Angeles o in un circuito di Formula 1, e invece no, è solo il Passo Lavazè, in Val di Fiemme a quota 1808 metri.

Del resto quale luogo più “fortemente incontaminato” (come è definito Passo Lavazè sul suo sito ufficiale) di uno in cui, tra le cicatrici degli alberi sradicati della tempesta Vaia, la strada statale e un parcheggio per camper, serpeggia una colata di asfalto?

Le foto parlano da sole, purtroppo, e nel contrasto tra il nero intenso della strada e il verde dei prati, si può vedere ciò contro cui, negli scorsi due anni, associazioni ambientaliste e non solo (tra cui Mountain Wilderness, Valdifiemme.it e Naturalmente Passo Lavazè) hanno combattuto. Un tentativo che però si è rivelato vano di fronte agli interessi economici locali, e ora ecco, circondato dai meravigliosi panorami del Corno Bianco, Corno Nero e Latemàr, un nastro d’asfalto, o meglio, una pista da skiroll.
Si tratta infatti di un tracciato lungo 3 chilometri per “sci a rotelle”, del costo totale di 700 mila euro, che in un suo punto vedrà anche la realizzazione di un poligono da tiro, come si può ben vedere nella foto qui sotto.

Il progetto era stato approvato nell’agosto 2018, con grande soddisfazione del sindaco del comune di Varena, Paride Gianmoena (ora uno dei due candidati al neonato Comune Ville di Fiemme). Pochi mesi dopo, la spaventosa tempesta Vaia (che tra tutti i luoghi ha colpito fortemente anche la Val di Fiemme, le foreste di Varena e del Passo Lavazè mettendo in ginocchio intere comunità). Terribile calamità che però non ha affatto intimidito l’amministrazione comunale, che anzi ha colto la palla al balzo per dare gas al progetto, addirittura etichettandolo come parte di un piano di “riqualificazione ambientale” del Passo Lavazè.

Incredibile pensare come, nonostante la tempesta, in quello che doveva essere un momento chiave per riflettere sul nostro rapporto con la natura e pensare di elaborare nuove strategie di tutela ambientale, si sia scelto di costruire sulle “macerie” di Vaia. Ma è chiaro come, per i diretti interessati, la priorità l’avesse il portare a compimento la grande ambizione di realizzare la pista da skiroll più alta d’Italia.

Sono passati quasi due anni da quei giorni di fine ottobre 2018, e quindi la tempesta per molti è diventata ormai un ricordo, nonostante i segni del suo passaggio rimarranno ancora per molti, molti anni. Ma, insomma, è incredibile pensare come, nonostante l’apprensione e delicatezza dell’evento, in quel momento si sia scelto di proseguire con i lavori.
E quindi continua la devastazione delle nostre montagne nella somma dei tanti differenti progetti in corso (tra impianti di risalita, innevamento artificiale e malghe e rifugi con i comfort della città) tutti accomunati dal desiderio di voler spremere ogni filo d’erba delle Dolomiti fino all’ultimo centesimo.

Rimane ora da vedere in quanti saranno a volersi recare al Passo per utilizzare la pista da skiroll e quanti, invece, di fronte a tanto asfalto e poca natura (chi per principio, chi per indignazione) sceglieranno di starci bene alla larga.
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Diamo tempo al tempo e ai fattori meteo..e’ nero perche’ appena terminato.. col tempo crescera’ erba fino ai bordi e l’asfalto si sporchera’di terra..e nulla vieta di far marcire erba sull’asfalto e far prendere una tinta meno impattante..o di colorare di verde camouflage… Vi sono altre piste per ski roll asfaltate a Dobbiaco, Forni Avoltri ecc…dove lo sci di fondo e’ praticato pure in inverno. Se non erro, ormai il Codice della strada consente pattinaggio e ski roll pure su piste ciclabili.. e val di Fiemme e Fassa sono unite da ciclabile
In altre zone , Visentini sa bene dove, hanno costruito piste forse piu’ costose.. per sci fondo estivo ,artificiali,in plastica con sporgenze a spazzola..di colore rosso e scie parallele verdi .. polemiche locali a non finire..importante e’che poi ci sia utenza e non rimangano opere in degrado inutilizzate…ovvero fondi pubblici sprecati…
Non essendoci uno spazio pubblico, se non quello dei commenti agli articoli, a volte il dibattito prende una piega che ha apparentemente poco a che fare con l’articolo originario, ma in realtà ne è intimamente connesso. Le precisazioni in corso sono doverose. Le preoccupazioni di Pasini sono anche le mie. Io aggiungo una considerazione in più: il clima da potenziale rissa interna è prodromico al rischio che qualcuno, magari senza rendersene conto, si lasci scappare un “insulto” verso l’esterno, con le conseguenze illustrate da Roberto. Pertanto occorre che evitiamo fin dall’origine questo rischio, tenendoci ben alla larga dal clima rissoso. Infatti eventuali “multe” (specie se ingenti) a carico dell’amministratore del Blog, comporterebbero di fatto la chiusura del Blog: chi è genuinamente interessato al Blog fa in modo che si stia lontanissimi da tale rischio. Buona giornata a tutti!
Vorrei evitare di essere causa involontaria di un nuovo focolaio di ScazzVid 19. Ripeto di nuovo cosa ho imparato, contando sempre sull’intervento di qualcuno dei nostri competenti. Un blog è un “locale” pubblico gestito da un proprietario che ospita liberamente vari avventori. Se un ospite entra e mette sul tavolo cose potenzialmente insultanti o diffamenti verso terzi se ne assume ovviamente le responsabilità. Il gestore del locale non è tenuto ad esercitare un controllo preventivo. Se tuttavia qualcuno si sente leso, può chiedere che tali contenuti vengano rimossi. Il proprietario del locale può rimuoverli o no. Se non lo fa, si assume la responsabilità ex post della loro divulgazione e il pitenziale danneggiato potrebbe anche richiedere il blocco o il sequestro del locale, come accade con i giornali. Quindi bisogna essere un po’ attenti quando si mette la propria roba sul tavolo come ospiti e gli altri avventori che hanno a cuore il locale invece di farsi i fatti loro fanno magari cosa utile dicendo a chi esagera: amico attento, stai un po’ eccedendo, non creare inutili problemi a questo bel locale, contieniti e rispetta qualche regola minima. Non ci vuole poi molto. Il resto sono solo ridondanze. Con speranza che il dialogo possa essere servito.
Scusate, ma l’argomento non era la pista di skiroll del Lavazè?
Cerchiamo di mantenere la pertinenza stretta al tema e non partiamo per la tangente …. comunque non solo in un blog ma in qualsiasi normale confronto i toni da usare devono essere improntati alla massima correttezza, anche formale oltre che sostanziale. Senza questo ne va della civile convivenza.
Chiediamoci piuttosto, alla luce del fatto compiuto, cosa concretamente potremmo fare per:
1. salvare il salvabile (ad esempio imporre che chiunque utilizzi la pista paghi una quota per la riforestazione dei dintorni anche in termini compensativi delle proprie emissioni per accedere al luogo – v. ad esempio il sito di Etifor https://www.etifor.com/it/ – tendo a sottolineare che non ho rapporti con qs. società)
2. fare azione di pubblica denuncia con la creazione di un sito apposito che disincentivi l’uso della struttura (e se fallisce i promotori siano tenuti al ripristino ambientale dei luoghi come erano in origine);
3. ……. (accettasi proposte).
Saluti.
MS
Sinteticamente, perché non ho tempo da investire in dialoghi fra sordi: mi pare proprio che, nel corso del tempo, frasi come “spari cazzate a vanvera” siano state scritte da voi (parlo di un “voi” generico, in cui confluiscono diversi personaggi), da voi a me e non viceversa. Una sola volta ho perso la pazienza, mi pare a giugno. La bagarre di luglio, la cosiddetta rissa da taverna (che ha costretto Gogna a un repulisti profondo di molti interventi disdicevoli), non mi ha minimamente visto coinvolto: quella sera non ero minimamente collegato. Attenzione che i due fenomeni, apparentemente slegati, sono invece intimamente collegati: se il clima dominante all’interno del blog, anziché imperniarsi sul confronto “ordinato con i capelli pettinati”, tende alla rissa da taverna, è facile che prima o poi a qualcuno scappi un insulto verso l’esterno (caso del pirla qui accaduto), con tutte le considerazioni illustrate da Pasini (di cui condivido le preoccupazioni in merito).
Francamente non so cosa tu intenda con “rissa di luglio” e tantomeno ricordo come si sia sviluppata.
Ma sostenere che la colpa sia sempre e comunque di qualcun altro, alla lunga porta di solito ai progrom o a invadere la Polonia.
E il fatto che in tanti sostengano inneggianti, non è fonte di ragione ma di preoccupazione, semmai.
Lungi da me alimentare polemiche, ma una rapidissima precisazione metodologica è doverosa C’è un vizio di fondo in molte vostre posizioni: confondete l’esposizione delle mie idee, ai vostri occhi fastidiose, con la modalità di esposizione. Non credo di aver nulla per cui devo sottopormi ad autocritica. D’altra parte se voi stessi mi rinfacciate che sono un tipo “ordinatino, con i capelli pettinati e il fiocco sotto il collo”, non posso esser accusato contemporaneamente di avere andazzi da taverna. Di fatti la rissa di luglio non mi vide agire nel suo iter. Quanto alle idee, se vi disturbano, non potete auspicare la censura delle stesse: non sarebbe più un sito pluralista e aperto a tutti. Ci sono molti lettori, magari silenziosi, che si allineano su posizioni simile alle mie (ricevo spesso commenti diretti). Io ripropongo a tutti l’abitudine di saltar a piè pari i testi e/o gli autori che si sa già che non piacciono. Lo faccio abitualmente da decenni e non solo su temi di montagna, né limitandomi a questo sito. D’altra parte è un suggerimento che avanza lo stesso Gogna nell’introduzione di uno degli articoli “Turismo bianco-futuro nero” (vedi: https://gognablog.sherpa-gate.com/turismo-bianco-futuro-nero-3). Buona giornata a tutti!
“quando vi fate prendere la mano, che sia con le lettere maiuscole (che, come sottolinea Pasini, in un blog sono urla) sia con irruenza senza controllo, è un attimo che sconfiniate nella rissa da taverna, come è successo a luglio, costringendo Gogna a cancellare i vostri interventi fuori luogo”
Sono d’accordo, talvolta c’è bisogno di un po’ di autocontrollo.
Ma a poco serve senza un minimo di autocritica…
Urlare. A qualcuno piace molto questo tipo di comunicazione e lo usa abitualmente. Per diversi motivi che non è il caso di indagare. Comportamento genera comportamento. Poi ognuno fa come gli pare e ne accetta le conseguenza su di se e sugli altri, anche i minori. Per me il discorso è chiuso. Questa sequenza, a partire dalla rimozione di alcuni contenuti riguardanti persone appartenenti a istituzioni della Polizia e della Guardia di Finanza, è stata per me un’occasione per documentarmi su un tema che conoscevo poco: le responsabilità di chi scrive e di chi gestisce un blog, luogo pubblico e non privato. Un tema molto attuale e controverso, sul quale sarebbe interessante un contributo dei nostri uomini di legge come Gignesi. Potrebbe avere un valore educativo e preventivo. Sempre meglio prevenire che reprimere si diceva in tempo.
e che male c’è ad URLARE !?!?
mio padre, quando lo facevo incazzare mi urlava, non mi sembra che mi sia guastato l’udito per questo.
Per Di Natale: fai bene a coltivare le tue preferenze, ci mancherebbe, ma vedi ben che quando vi fate prendere la mano, che sia con le lettere maiuscole (che, come sottolinea Pasini, in un blog sono urla) sia con irruenza senza controllo, è un attimo che sconfiniate nella rissa da taverna, come è successo a luglio, costringendo Gogna a cancellare i vostri interventi fuori luogo. Meglio evitare tutto ciò fin dall’origine. Per il resto, come puoi constatare di persaona, ci sono moltissimi lettori che evidentemente sono anche loro di indole “capelli ordinati e fiocco al collo” per cui è corretto che, in un blog pluralista, ci sia anche spazio per chi scrive in maniera tale che far piacere a categorie di lettori di stampo antitetico rispetto al tuo. Se chiedi rispetto devi essere il primo che esprime rispetto per chi è “diverso” da te. Ciao!
Per Di Natale. Forse hai sbagliato bersaglio. Io sono intervenuto prendendo un po’ in giro con blanda ironia uno che urlava ingiurie con lettere maiuscole ( le lettere maiuscole in un blog sono urla) ai progettisti del nastro d’asfalto. Niente a che vedere con il rifiuto di un confronto vivace, quando ci vuole. Poi abbiamo fatto qualche considerazione sulle responsabilità dirette e indirette quando si interviene in un blog, responsabilità diverse ma non troppo da quelle di chi scrive sui giornali e a volte dimenticate da chi interviene pensando di chiacchera tra amici per telefono, dove tutti siamo più svaccati. Tutto qui. Per il resto capelli corti ma non ordinati e niente cocco della maestra. Stai sicuro di questo e abbi una buona domenica.
Ciascuno ha la propria indole ed il proprio modo di vivere e di esprimersi.
Io non sopporto i ” pretini”, il buonismo e la finta tolleranza. Non sopporto chi dietro una veste democratica continua a martellare incessantemente proponendo la superioritá dei loro modelli rispetto ad altri in modo continuo ed asfissiante.
Non tollero chi dice “se non ti piacciono i miei interventi non leggeri” perchè è ovvio che cosī facendo si perderebbe il filo del discorso.
Se i finti santarellini smettessero di provocare molto probabilmente non ci sarebbero risposte aggressive.
Quindi cari alunni col grembiulino ed il fiocchetto in ordine e i capelli ben pettinati, che sedete composti in prima fila, smettetela di provocare i monelli dell’ ultimo banco solo perchè siete invidiosi di come vivono più spensieratamente e liberamente di voi….tanto loro ai rimproveri della maestra sono abituati e continueranno diritti per la loro strada.
Meglio una sana discussione accesa con Cominetti, Benassi e Co., magari ci si manda a quel paese ma non si muore di noia e retorica.
Condivido la posizione di Pasini, sia chiaro! Forse la mia preoccupazione è un filo diversa: più che le arance a Gogna, vorrei evitare ogni degenerazione dei dibattiti, stroncando sul nascere “strane” strade che si profilano. La regola cui dobbiamo attenerci tutti, lettori assidui e non, è che si esprimono liberamente le opinioni, ma senza “insulti” e senza riferimenti personali, punzecchiatire, fare il verso, ecc ecc ecc. Se co teniamo a questo spazio di confronto dobbiamo coltivarlo e curarlo noi per primi. Ciao!
Caro Fabio, dopo una certa età non si va più in galera, ma ti mettono le mani nel portafoglio.. e per chi viene da Genova non è detto che sia meglio. Di qui la mobilitazione preventiva dei sostenitori 😀😀😀Gute Nacht!
Insomma, va a finire che qui ci arrestano Gogna.
Va be’, gli porteremo le arance in prigione…
“Pirla” (espressione usata in passato ma oggi sicuramente desueta presso le giovani generazioni) nell’uso milanese è la versione offensiva di “pistola”, più tenera e ironica. Usare espressioni ingiuriose invece di argomentazioni, anche per una buona causa, è dannoso per se’ e per gli altri, a prescindere dagli eventuali esiti in tribunale. In ogni caso, meglio prevenire che reprimere per il bene di tutti. Non sono uomo di legge, ma ho le mie fonti. Cito le parole della Cassazione, che probabilmente hanno ispirato la rimozione di altri contenuti pericolosi. Qui i progettisti così graziosamente appellati avrebbero potuto farsi vivi e questo avrebbe creato un problema: “Se il gestore del sito apprende che sono stati pubblicati da terzi contenuti obiettivamente denigratori e non si attiva tempestivamente a rimuovere tali contenuti, finisce per farli propri e quindi per porre in essere ulteriori condotte di diffamazione, che si sostanziano nell’aver consentito, proprio utilizzando il suo web-log, l’ulteriore divulgazione delle stesse notizie diffamatorie”
A proposito di PIRLA, mi ronzava qualcosa nel cranio. Non riuscivo a focalizzarlo bene. Per questo ci ho messo un po’ ad arrivarci. Trattasi di una poesia di Eugenio Montale: la riporto perché stempera un po’ il clima del dibattito. Il giornalista Vittorio Feltri racconta che, leggendola in Tribunale, si è fatto assolvere da una querela conseguente all’uso del suddetto pirla in un titolo del giornale. Ecco introduzione e testo della poesia:
Il pirla è una poesia poco conosciuta di Eugenio Montale, contenuta nel suo quinto libro di poesie intitolato Diario del ’71 e del ‘72, una raccolta solida, interamente percorsa dal gusto per l’autoparodia e per lo «scherzo» lirico.
Prima di chiudere gli occhi mi hai detto pirla,una parola gergale non traducibile.Da allora me la porto addosso come un marchioche resiste alla pomice. Ci sono anche altripirla nel mondo ma come riconoscerli ?I pirla non sanno di esserlo. Se purene fossero informati tenterebberodi scollarsi con le unghie quello stimma.
PS sul dare del pirla in pubblico ( vedi commento 34 sui progettisti e altri). La Corte di Cassazione, con propria sentenza, ha considerato ingiurioso l’uso verso qualcuno di questo epiteto lombardo che ha a che fare col membro maschile. Nel 2002, Franca Rame, che aveva dato pubblicamente del pirla all’allora ministro Castelli, fu condannata ad un risarcimento di 3000 €. Quindi non solo è brutto dare del pirla in pubblico, ma può costare caro. Salut.
Veramente non ci ho capito niente, caro Steiner, della tua posizione sul tema oggetto di discussione, a parte l’intesa passione per la parola Pirla, ma va bene così. Chiuso.
Grazie dotto Decrescita.. contravvengo alla mia di non scrivere più..ma in effetti sarà così..solo per realizzare che da povero pirla che sono… accanto ai Progettisti del Lavazè…lo sono accanto ad uno nuovo.. eravamo tre pirla al bar.. per intenderci.. e con questo ho chiuso con il social.
Caro Steiner, non c’è pugna lessicale e non ci sono vette. Casomai un po’ di ironia. Evitiamo il populismo. Qui siamo tutti interlocutori di pari livello e per la maggior parte degli argomenti stiamo pure dalla stessa parte. Puoi scrivere quello che ti pare. Non è un problema di lingua. Solo che io penso che usare l’insulto invece del pensiero sia più dannoso che utile e per di più lo trovo brutto esteticamente, come il nastro di asfalto nero di cui stiamo parlando. Tutto qui. C’è gia stata una caduta nello stile “osteria” all’inizio dell’estate, cerchiamo di prevenire una seconda ondata, anche se questa volta l’obiettivo è un avversario comune e non una lotta fratricida.
Mi inchino ai colti ai dotti agli articolati..preciso non TIR..ma gli ineffabili disquisitori la cui pugna lessicale mi induce timore e mi fa sentire un povero pirla….temo.. questo si un povero pirla…che mai raggiungerà ne le loro vette e nemmeno il passo Lavazzè..ne certamente scriverà più su codesto illuminato simposio..non di Platone emulo..
Fa comodo agli avversari presentare i difensori dell’ambiente come un’accozaglia di signore e signorine snob, vecchie e giovani, ingenui ed eterni Peter Pan, sociopatici un po’ isterici, paranoici dietrologisti, apocalittici profeti di sventure, conservatori nostalgici del tempo che fu, nemici del progresso e dello sviluppo delle economie locali e cosi via. È sempre una tattica efficace screditare l’interlocutore sul piano personale per non entrare nel merito delle sue posizioni. La vediamo applicata ogni giorno sui media e purtroppo spesso funziona. Senza retrocedere a inutili compromessi, con fermezza e dignità, bisogna dunque evitare tutto ciò che, magari ingenuamente, fornisce agganci per mettere in atto questa antica tecnica distruttiva. Almeno così la penso io, sulla base dell’esperienza di molte sconfitte. Parafrasando una frase del tempo che fu, possiamo dire che l’estremismo può diventare una malattia infantile anche dell’ambientalismo. Buona domenica di pioggia.
Su questo concordo. Un pizzico di eleganza non guasta. Evitare sempre di mettersi allo stesso livello di chi insulta (discorso generale, non mi riferisco in particolare al caso specifico).
Ms
Per Silvestri. Il problema non è la lingua ma il pensiero e l’atteggiamento che ci sta dietro. Dagli insulti non nasce niente, anche se espressi in modo meno primitivo: solo macerie e spazzatura. Per difendere e proteggere la bellezza non si può usare lo stesso stile degli avversari. Anche le parole marcano la differenza.
Pasini non essere cattivo …. vorrei io avere la padronanza linguistica della lingua tedesca come Steiner l’ha della lingua italiana …. comunque se leggi tra le righe nella conclusione al testo di Visentini che ho riportato al commento 14 il senso e’ proprio quello del commento di Steiner ….. bisogna veramente impegnarsi per bene per inventarsi quello che hanno fatto …
Ms
Per Steiner. Un suggerimento dal profondo del cuore. Se vuoi esprimere ancora argomentazioni così articolate e profonde come quelle espresse nell’intervento 34 ti consiglierei, ai fini della chiarezza comunicativa verso tutti i lettori, solo un piccolo miglioramento dei fondamenti della lingua italiana. Il concetto di Pirla, ad esempio, che hai utilizzato con eleganza nella sua esemplare espressività potrebbe ad esempio non essere stato compreso da tutti nelle sue complesse articolazioni. E questo sarebbe un peccato per la causa ambientalista. In rete esistono ottimi programmi di auto-apprendimento. Alles Liebe.
Pensare anche che i progettisti e i loro ovi sostenitori nelle deputate sedi siano anche degli … unici poveri pirla? ai quali non valgono estenuanti e più o meno colte divagazioni ma una analisi e sintesi racchiusa nel termine…. una banda di poveri o ricchi … of course…. PIRLA. Ricordarsi i nomi e le funzioni e aggiungere a piacere..quanto basta ..POVERI PIRLA
Resta il fatto che, oltre al colore “cacofonico “, NERO…, questo passo delle DOLOMITI, non rientra tra i Patrimoni naturali dell’umanità UNESCO?
Uno scambio di accuse e scuse che ho trovato sinceramente imbarazzante. Più dannoso che utile alla causa ambientalista. Penso che chi riveste ruoli di visibilità nelle associazioni dovrebbe essere più attento quando si esprime pubblicamente. Certe modalità di comunicazione rischiano di restringere il consenso invece di allargarlo. Il pericolo è quello di rimanere “vox clamantis in deserto”. Magari si sfoga la propria giusta indignazione e si salva l’anima ma non si cambiano le cose. Detto con franchezza e senza intenti polemici. Solo un feedback sincero di un lettore che condivide gli stessi obiettivi.
Complimenti per le scuse, sig. Luigi.
Grazie
Abbiamo provveduto a cancellare dal commento n.2 i passaggi che lo stesso Autore ha chiesto di cancellare.
Caro Luigi Casanova, fai bene a scusarti: appena ho letto il tuo intervento ho pensato che cercavi querela!
Peccato però, perché spieghi molto bene il perché e il percome di tante (e forse di tutte) le brutture ambientali che si vedono e la pericolosità di chi vuole essere “padrone a casa propria”, senza controllo.
Ma è anche sintomatico che la cosa vada detta con moooolta attenzione…
Fermo restando lo sdegno per l’opera installata a Lavazè, per la devastazione paesaggistica che comporta, sottolineo le responsabilità politiche segnalate: amministrazione provinciale e amministrazione comunale. Detto questo mi scuso pubblicamente con i gruppi sportivi delle Fiamme Oro di Moena e delle Fiamme Gialle di Predazzo, quindi con i loro comandi, in quanto nulla di quanto realizzato è responsabilità loro. Le eventuali responsabilità (di pressioni sociali comunque legittime) di qualche pensionato non possono ricadere sul personale attivo. Come va disgiunta l’attività politica del sindaco e le sue responsabilità da quelle referenti il suo lavoro nella scuola di Polizia. Ritorno a scusarmi con il Sindaco per questo passaggio lesivo della sua onorabilità e con quanti, lavoratori, si sono giustamente sentiti offesi per quanto avevo scritto. Chiedo al curatore del blog, qualora possibile, di togliere le frasi non consone al tema: la questione ambientale delle nostre montagne.
Infatti.
Non mi tranquillizza.
A quanto vedo il consumo di suolo c’è comunque.
Ed una volta attivo ci sarà anche il disturbo acustico che, da quel che ho capito, vista la posizione della località, si sentirà per lo meno a centinaia di metri di distanza.
“fate delle proposte per integrare al meglio la struttura nell’ambiente circostante (alberi , cespugli, rinverdimento)”
E cosa si può fare di fronte ad uno scempio di questa fatta? Quello che lei ha già menzionato … ma, evidentemente, il punto non è affatto questo … concorda?
Saluti.
MS
Massimo Silvestri ” Scusate, avete visto BENE la terza foto, in basso a destra e la prima foto, sempre in basso a destra? Cosa intenderanno farci? Un bel mega edificio con spogliatoi, bar, ristorante, alloggi e quant’altro per i fruitori della pista ”
Si tratta del poligono di tiro per il Biathlon. Non credo che questo la tranquillizzerà ma almeno ha un quadro più chiaro della struttura.
Come però già detto, dato che il progetto circola da tempo ed è stato approvato oramai da 2 anni, invece della semplice polemica sterile , fate delle proposte per integrare al meglio la struttura nell’ambiente circostante ( alberi , cespugli, rinverdimento).
Scusate, avete visto BENE la terza foto, in basso a destra e la prima foto, sempre in basso a destra?
Hanno spianato (e presumo impermeabilizzato) un’area che sarà 2 volte e mezza il parcheggio per i camper!
Cosa intenderanno farci? Un bel mega edificio con spogliatoi, bar, ristorante, alloggi e quant’altro per i fruitori della pista? Ovviamente migliorando in meglio il disastro già fatto? Qualcuno ha informazioni? C’è un progetto disponibile in rete?
Saluti.
MS
PS: la zona è in area Natura 2000 / ZSC / ZPS / SIC? Vedo che vicino c’è un biotopo con il laghetto.
Che ridere (per non piangere), Vaja tira giù tutto e qualcuno per “valorizzare il territorio ferito dalla tempesta cattiva” , fa qualche chilometro di asfalto. Siamo fatti così.
Luigi: “vi invito a lavorare e a fare delle proposte concrete affinché questo venga integrato il più possibile nell’ambiente naturale circostante.”
Paolo Villa: “Il nastro d’asfalto nero visto dall’alto è brutto, ma presto si integrerà nel verde dei prati e alla fine non sarà altro che una “pista ciclabile” in quota”
Eggià, anche il nastro d’asfalto si integrerà…
Come un qualsiasi parcheggio o capannone o pilone.
E se proprio non si integrasse, basterà spostarsi un po’ più in là, perché il “comprensorio” deve essere “ben sfruttato” …come si fa alle tre cime di Lavaredo o al Torino, insomma!
Io sono per l’assoluto divieto di ogni nuova opera umana in ambiente outdoor, in particolare in montagna. Quindi: NO nuovi impianti, NO nuovi rifugi/bivacchi, NO nuove strade, NO piscine, NO condomini, NO piste ciclabili o per skiroll. C’e’ già talmente tanta roba “umana’, in montagna, che anche solo uno spillo aggiuntivo non viene più sopportato dall’ambiente e, fra gli umani, da chi ama davvero l’ambiente. Bisogna fermare ogni nuovo progetto, che sia il mega collegamento fra stazioni sciistiche come il più minuscolo dei bivacchi. Iniziamo a fermare il “nuovo” e non appesantiamo ulteriormente la situazione. Poi, piano piano, smonteremo l’ “esistente”, non fosse altro che in termini di mancata sostituzione di ciò che si deteriora (eliminando, a quel punto, ogni residuo). Da questo punto di vista, col senno di poi, esser stati capaci ad impedire la costruzione di questa “pista” (in assoluto un’idiozia da mentecatti) sarebbe stato un segnale importante. Purtroppo occorre “lavorare” ancora a fondo sull’opinione pubblica, affinché in futuro si eroga a impedire scemare del genere. Ben vengano quindi le “denunce” pubbliche come questa, perché piano piano forgeranno un’opinione di base che si opporrà a ogni scempio. Buona giornata a tutti.
Mi scusi sig. Francesco perche’ lei non si presenta con nome e cognome?
Questo almeno per trasparenza! Non le pare? Almeno si pone allo stesso livello di Casanova.
Saluti.
Massimo Silvestri
Egregio signor Casanova Luigi, condivido lo sdegno suo e di tutti per quello che è stato creato al passo.
Detto questo, quando parla di poliziotti e finanzieri ha scritto una raffica di inesattezze e stupidaggini (per non parlare del lavoro di Gianmoena Paride, questo pensiero poteva tenerselo per sé) che rasentano il limite per una denuncia per diffamazione.
Sarebbe cosa gradita se potesse almeno ritrattare le sue considerazioni su gente che,in qualche modo, tiene alto o contribuisce a tenere alto il nome dell’Italia nelle competizioni invernali internazionali.
È evidente che parla di cose che non conosce (quando parla di pensioni, ad esempio), o forse è annebbiato da invidia o rabbia…
Bentornato Marcello Cominetti (alias prof, Aristogitone).
Per il sig. Villa: un nastro d’asfalto in quota e’ PEGGIO delle piste di sci perche’ il suolo viene completamente impermeabilizzato cosa che non avviene per le piste di sci. C’e’ su questo stesso blog un mio articolo sul consumo di suolo e sulle conseguenze dell’impermeabilizzazione. Legga per favore anche gli atti del convegno sulla difesa del suolo organizzati qualche anno fa (quando ancora ero socio CAI) dalla Tam regionale lombarda al parco delle Groane. Ora non ho sottomano i riferimenti per cui non posso riportarli.
Saluti.
Massimo Silvestri
Sono socio del CAI, divulgatore del suo codice ambientale di autoregolamentazione chiamato “Bidecalogo”, convinto difensore della montagna contro le devastazioni di cui è vittima.
Ma in questo caso inviterei a una riflessione pacata.
Una pista di skiroll non è una pista di sci di discesa, non ha sistemi di innevamento artificiale, non richiede l’uso dei gatti della neve. Non prevede impianti di risalita. Non attira masse di sciatori ma un ristretto numero di atleti per gli allenamenti estivi, probabilmente soggiornanti negli alberghi della valle.
Il passo di Lavazè, come tutta la valle di Fiemme, è già oggi molto frequentato dai fondisti e la pista estiva non cambierà in peggio le cose.
Il nastro d’asfalto nero visto dall’alto è brutto, ma presto si integrerà nel verde dei prati e alla fine non sarà altro che una “pista ciclabile” in quota, in un comprensorio già oggi molto frequentato.
Gridando sempre “al lupo!, al lupo!” si rischia di non essere ascoltati quando in gioco ci sono i veri scempi, come i progettati collegamenti sciistici Cortina – Arabba o Livigno – Bormio – Santa Caterina.
sono stata in zona oltre un mese provando vergogna per cio’che hanno fatto.per la prima volta in 10 anni non abbiamo sostato al Lavaze.
Che schifezza! Il Trentino sta diventando sempre di più un parco giochi per idioti.
Da Luca Visentini – Latemar (1985)
“Passo di Lavaze’ m 1805
E’ un valico anomalo, somigliante piu’ ad una conca od ad un ripiano. Prevalgono le linee e le impressioni orizzontali. (…) dominante e’ la sensazione di attenuazione delle verticalita’ e di diffusa serenita’ che le grandi distanze ondulate a lato degli Oclini ricoperte di immensi boschi, sembrano quasi confermare nei dolci e apertissimi colli prossimi al passo: il Corno Bianco e il Corno Nero. Soprattutto i turisti germanici amano queste due panoramiche alture, nonche’ la rete di sentieri che percorre in lungo e in largo, in ambiente idilliaco, le distese di cirmoli e pascoli che si spingono oltre Pietralba (…) per cadere bruscamente con una altissima fiancata sulla profonda valle dell’Adige. Di tanto in tanto, seguendo questi armoniosi sentieri ci si imbatte in un maso o in una malga che offre ristoro. Non e’ solo l’aspetto morfologico di una montagna, e’ anche una cultura – contadina e di montagna – che qui si e’ conservata a differenza di altrove, forse anche con gelosia e diffidenza ma indiscutibilmente anche con tanto amore e con l’assoluto rispetto per la natura e il paesaggio. (…)”
Ma chi glielo ha fatto fare un autogol cosi’ grosso? Razionalmente incredibile!
Saluti.
Massimo Silvestri
Il guaio va oltre il tema ambientale. Come evidenziato da Casanova, si tratta di fondi destinati a opere “di convenienza” e su questo si dovrebbe insistere. Il fatto costituisce un tale illecito che l’aspetto ambientale ne viene quasi ridicolizzato. Ricordo a tutti quelli che si scandalizzano per gli impianti sportivi artificiali che le classiche piscine coperte e scoperte riproducono il mare laddove spesso non c’è, ma ormai vengono accettate perché entrate nel consueto da secoli.
Bisognerebbe andare a fondo delle cause, prima di preoccuparsi tanto dell’effetto.
Ingenuità e follia, come la pista indoor ad Abu Dhabi.
Ma perché asfalto così nero? Se proprio doveva essere fatta, non si poteva scegliere un fondo scorrevole ma di un colore più naturale? Ho visto piste ciclabili meno impattanti di questo nero così intenso.
Sarò in Val di Fassa domani per 8 giorni. Grazie della segnalazione, al Passo Lavazè non andrò.
” E’ una delle peggiori oscenità costruite in montagna. ”
Suvvia, è un tracciato di Skiroll come tanti altri realizzati in Scandinavia, Russia, Austria e Germania. C’è ad Anterselva e a Forni Avvoltri in Friuli.
Definirlo un oscenità mi pare un tantino esagerato.
Comunque visto che tutto è migliorabile, invece dell’inutile indignazione, vi invito a lavorare e a fare delle proposte concrete affinché questo venga integrato il più possibile nell’ambiente naturale circostante.
Non è possibile che pubblici amministratori locali possano arrogarsi il diritto di distruggere l’ambiente naturale della montagna. E’ certo che in questo senso la legislazione è carente e la necessità di correre ai ripari è impellente altrimenti tra pochi anni avremo piste asfaltate e cementate in altura per gare motoristiche di tutti i tipi con coronamento di elicotteri “porta turisti-tifosi” che imperverseranno in tutte le stagioni. Incredibile resta comunque la totale cecità di certe amministrazioni locali.
Vivi complimenti al Sig. Casanova per avere così bene descritto anche la situazione palesemente truffaldina dei personaggi coinvolti. Argomento che andrebbe approfondito in sede legale, ma a giudicare da quello che si realizza (vedi appunto lo spreco di denaro pubblico per fini pseudo mafiosi e irrispettosi dell’ambiente) sembra proprio che “cane non mangia cane”.
Perfetta per le gare di go-kart!
(Ci mancherebbe solo questo …..).
Un vero schifo. Se penso alla guida del Visentini sul Latemar ….. mi vien da piangere!
MS
I luoghi più abbandonati dal turismo di montagna di oggi sono quelli che sono stati “attenzionati” dalla “valorizzazione” negli anni ‘70 e ‘80. Tanta parte del Trentino farà la stessa fine nei decenni a venire.
Ignobile la pista. E ignobile chi l’ha voluta.
Che schifo
E’ una delle peggiori oscenità costruite in montagna. E a soli 12 chilometri da casa mia, avevamo espresso contrarietà netta ma avrei dovuto dare maggiore impegno, almeno provarci come stiamo facendo altrove.
Non si vinceva in quanto il sindaco proponente di Varena (Paride Gianmoena) è uomo di Mauro Gilmozzi, siede anche alla presidenza del Consiglio delle autonomie (comuni trentini) quindi sa in anticipo i capitoli sui quali arrivano i soldi pubblici.
La pista di ski roll, qualora necessaria poteva essere costruita nello stadio del Fondo a Tesero, luogo ricco di servizi. Invece la pista è inserita nel cuore di pascoli stupendi, sfiora un biotopo, affianca alberghi fatiscenti ora rivalutati. Entro poco ancora parcheggi, locali nuovi, servizi ai camperisti, a quota 1808. Pensate alla accessibilità….Le fotografie sono chiare. . Uno scandalo, questo si reale e offensivo.
Non c’è limite alla stupidità umana