I peccati di Sasso Scritto
(foto di Thomas Peccianti)
Sulla costiera del Romito, nei pressi di Calafuria e poco a sud della città di Livorno, il litorale è caratterizzato da alcune pareti di arenaria che si affacciano sul Mar Tirreno immediatamente sotto la statale Aurelia. Parliamo di Cala del Leone e di Sasso Scritto.
I primi a farvi esercitazioni sono stati i militari, già subito dopo la seconda guerra mondiale. Negli anni Sessanta alcuni arrampicatori livornesi hanno aperto qualche itinerario senza la pretesa di creare percorsi di arrampicata sportiva che allora non esisteva neppure.
Qualche anno fa il giovane Thomas Peccianti ha ripreso in mano queste rocce e, con un lavoro di almeno due anni e mezzo, è riuscito a creare una serie di brevi ma deliziosi percorsi, un po’ di tutte le difficoltà. Negli ultimi tempi, diffondendosi la notorietà di questa falesia, anche altri climber hanno dato una mano all’apertura di altri itinerari.
L’ambiente è suggestivo e, ovviamente, ambito anche dagli amanti della tintarella e della spiaggia libera, cosa che ne complica la frequentazione fuori dalla stagione invernale.
Il 15 aprile 2017 il quotidiano Il Tirreno, edizione di Livorno, a firma f.s. (e contemporaneamente on line, vedi qui), esce con l’articolo intitolato Chiodature e scalate al Sasso Scritto (con sottotitolo Sos di alcuni bagnanti: è un pericoloso scempio, abbiamo già fatto diversi esposti).
In arrampicata a Sasso Scritto (le Placche Rosa)
Ecco il testo:
“Un esposto è già sul tavolo del Comune. Altri su quelli della capitaneria di porto e del prefetto: i bagnanti di quell’angolo di paradiso lungo il Romito sono determinati a «salvare», come dicono loro, la scogliera dal Sasso Scritto dalle tante chiodature da alpinismo disseminate su alcune pareti di arenaria a picco sul mare. «Queste persone vengono con trapani da muratore con punte di 30 centimetri e cominciano ad ancorare i picchetti su intere pareti di scogliera per le arrampicate: è un pericoloso scempio da fermare, spesso smuovono anche massi che cadono», racconta Marco Paganucci, il frequentatore della discesa numero 12, al Sasso Scritto. Paganucci racconta che sabato scorso (8 aprile) una trentina di climber si sono dati appuntamento là per arrampicare. «Più di una volta noi bagnanti ci siamo lamentati con queste persone che, non curanti del fatto che spesso siamo investiti dai sassi che cadono sulla scogliera sottostante mettendoci in pericolo, dicono che lo possono fare e tutti i bagnanti per non rovinarsi la giornata sono costretti ad andarsene», si sfoga.
«Questi climber oltretutto pubblicizzano il posto sui siti senza alcuna remora: qui vengono da tutta Italia». La questione è nota anche in Comune. «Quelle rocce, in geologia, si chiamano macigni: la parte superficiale, attaccata continuamente dai marosi, è molto vulnerabile» spiega il responsabile della Protezione Civile Leonardo Gonnelli «Chiodare una scogliera del genere è molto rischioso». Subito dopo Pasqua gli uffici preposti organizzeranno un sopralluogo proprio alla discesa 12. Un occhio a facebook: c’è un gruppo a tema “climbing Sasso Scritto”. E pure sul web un gruppo di arrampicatori ne parla nei dettagli e si legge: “Un avvertimento importante: la roccia è notoriamente fragile e data la vicinanza al mare è opportuno valutare lo stato di conservazione degli ancoraggi (http://www.falesiaonline.it/falesia/sasso_scritto.html, NdR)”.
Questo articolo ci informa che sta nascendo un nuovo caso di difficoltà di accesso con probabili futuri divieti, in un contesto di frizioni tra stakeholder diversi nella falesia del Sasso Scritto. Prepariamoci a seguirne gli sviluppi.
Già il 4 marzo 2017 la polizia locale, chiamata da qualche bagnante, aveva chiesto le generalità a Thomas Peccianti mentre stava arrampicando sulla falesia di Cala del Leone. La sera lui scriveva su facebook: «Nonostante tutti i reati impuniti, commessi e in corso presso la scogliera livornese ormai da anni, con segnalazioni ed esposti, mai presi in considerazione, è stato deciso di cercare di punire chi ha creato vie di arrampicata per tutti a proprie spese con soldi, tempo, fatica e anni di lavoro. Evidentemente il reato da punire è aver messo in sicurezza tutta la scogliera, portato via spazzatura ovunque e aver portato a Livorno uno sport all’aperto altrimenti impraticabile, che oltraggia Cala Del Leone, mentre al Sasso Scritto a un km di distanza, con il doppio di vie presenti sul solito territorio demaniale no, lì vanno bene. L’accusa nei confronti di uno dei presunti chiodatori è danneggiamento ambientale, alla fine rufola rufola qualcosa hanno voluto inventare ma non sono per niente preoccupato anzi. Chissà, forse incoscienza, esperienza, informazione e conoscenza oppure un avvocato con le palle, comunque sarà interessante portare avanti questa precisazione, dato che su terreno demaniale, siamo sicuri sia una cosa assurda e immotivata. Nel frattempo vi lascio un testo di un mio caro amico veterano dell’arrampicata e chiodatore da oltre 30 anni: “Caro Thomas è la prima volta in assoluto che mi capita di sentire queste cose, sono curioso ma non stupito. Noi viviamo in Italia, e questo già è sufficiente per comprendere tutta questa storia. Danneggiamento ambientale? Su quali basi? Per aver ripulito e messo in sicurezza le falesie? Tienimi informato e continua a lottare, ciao”».
In arrampicata a Sasso Scritto
All’indomani dell’uscita dell’articolo, ecco un altro post di Thomas Peccianti (16 aprile, ore 22.55): «L’articolo non fa una piega, manca solo di specificare che il luogo è frequentato da maniaci molestatori, inquinatori, spacciatori che praticano atti osceni e nudismo (vietato dalla legge) anche davanti a minori, in luogo pubblico. Furti con vetri infranti alle auto parcheggiate sulla strada, danneggiamenti alle protezioni delle vie, fatte con sudore e materiale pagato da altrui per la comunità. Le pietre veramente pericolose, sono state disgaggiate anche per la sicurezza di tutti quelli che transitano sotto la falesia per qualunque motivo e non parliamo di sassolini, zona quindi anarchica e non frequentabile da famiglie, persone normali e civili a causa di questi piccoli problemini anarchici, dove le forze dell’ordine non intervengono e non sono mai intervenute. Poi per il resto va bene, ci dispiace che non possiate più fare questi reati in santa pace, dato che ora è presente la comunità arrampicatoria, buona fortuna, spero che la zona venga interdetta, così vi sposterete a fare i vostri reati e oscenità da un’altra parte, noi non molliamo. Attenzione ai maniaci della zona, le pietre più grosse e pericolose sono state disgaggiate, buon proseguimento…».
Il 19 aprile 2017, alle ore 21.40, Peccianti risponde a Giovanni Vespia che si chiede dove sia scritta l’illegalità della chiodatura e della frequentazione arrampicatoria: «… il divieto di chiodare o arrampicare in territorio demaniale non esiste, pagina bianca, mancante, in Parlamento non è stata scritta, proprio perché le persone possano svolgere tale attività. Le persone in questione stanno facendo i finti civili, le vittime, perché lì non ci vogliono nessuno, perché considerato loro e abusivamente reso tale. Le persone normali non possono scendere in quel tratto di costa, perché vengono molestate o devono assistere in silenzio ad atti osceni. Nonostante le vecchie chiodature ideate dai militari del dopoguerra, adesso danno noia le attuali ripristinate, messe a nuovo e quelle presenti in più in un luogo che da sempre è di arrampicata, da prima di loro. Tutte le rocce franano e sono pericolose, dal tufo al granito, al marmo a cosa vuoi: un geologo non approverà mai alcuna falesia, sono i chiodatori a metterla in sicurezza per tutti ma non sono maghi, i sassolini in alcuni casi cadranno sempre e non sono macigni, come specificato per comodo da loro, i macigni cadono solo in casi di incidenti, anche senza la presenza dei climber, anzi di più. Sottostare sotto le rocce è pericoloso in generale, meno pericoloso dove sono presenti vie di arrampicata. E Cala Del Leone? Che fine ha fatto? E gli esposti che sono stati fatti sui reati svolti in tali luoghi, dove sono finiti? Perché non fanno i controlli? Mai fatti nemmeno su chiamata, mai intervenuto nessuno. Loro non vogliono salvare un angolo di paradiso, loro vogliono salvare il posto dove svolgere reati con nessuno presente.
Sasso Scritto, Parete Principale
Sasso Scritto, Settore Nascosto
Lì c’è posto per tutti, ci entrerebbe mezza Livorno, per non parlare poi dei settori evidentemente impraticabili per loro. Quello non è un angolo di paradiso, quello è l’angolo del maniaco, dei reati e dell’inquinamento: ma per quelli, ispezioni mai fatte. Mettiti un tappo al culo e vai a farci un giro, c’è gente che si masturba guardandoti, facendo finta di pisciare, persone molestate scortate da noi fino alla strada, ne ho viste di tutti i colori, potrei raccontarti per giorni, quindi come vedi la legge di fronte all’ignoranza, al menefreghismo e all’inadempienza non funziona. Vedremo… intanto un occhio al culo e uno alle macchine parcheggiate (possibilmente metterle lontano)».
Considerazioni
Thomas Peccianti ci informa che i pervertiti sono solo a Sasso Scritto. Cala Del Leone è un’altra questione, simile, ma con bagnanti normali. Dunque a noi sembra che la scogliera di Sasso Scritto sia di tutti e ci sia posto per tutti, ad eccezione di coloro che compiono atti osceni in luogo pubblico. Questi però si confondono con i bagnanti, dunque c’è da sospettare che siano loro a portare avanti questa triste assurdità, per certi versi anche comica, solo perché non vogliono essere disturbati in un tratto di scogliera che pretendono sia loro, dato che alle famiglie normali è preclusa la frequentazione per via delle oscenità.
Sasso Scritto, il Masso Staccato
Come è andata a finire?
Ho frequentato Sassoscritto per anni, e mai, dico MAI, ho visto droga o spaccio. La sporcizia si, ma non più che in altre spiagge libere.
Certo che sono ormai lontani i tempi in cui su quella scogliera si schiantò la Lancia Aurelia di Bruno Cortona uccidendo il povero Roberto dopo un celebre “sorpasso”. Altri tempi, altro tipo di problemi.
Gentili scalatori,
recentemente sono stato, per varie domeniche, alla Cala del Leone, dove ho fatto boulder senza grossi rischi poiché magicamente si cade sulla sabbia, ho salito alcune ardue viette (pulendole colla scopa naturalmente) e fatto il bagno a metà ottobre. Non affatto male direi. Come al solito, non c’erano scalatori in vista.
Saluti
Buonasera, sono stato recentemente nella zona. Ho fatto boulder, distruggendomi braccia e dita a dovere, preso il sole a gennaio a torso nudo, e infine stanco ho bevuto una birra ad un bar sovrastante.
Non ho incontrato nessuno, ed era sabato.
Dov’è il problema?
quello che sta accadendo qui è un’altra dimostrazione che ci si accanisce sempre sui più deboli.
Il resto si fa finta di vederlo.
Si condannano gli arrampicatori perchè danneggerebbero le rocce ma non si fa nulla per impedire la sporciazialasciata li a marcire e inquinare.
Complimenti !!
Mercoledì 27 settembre 2017 Thomas Peccianti, evidentemente nauseato dalla vicenda del Sassoscritto, e anche giustamente intimorito delle possibili conseguenze giudiziarie, ha iniziato lo SMONTAGGIO delle vie. In due ore ha disattrezzato ben dieci vie, ma anche le altre sono nel programma eliminazione. Dipende dall’aiuto degli amici che troverà.
Il materiale rimosso, dato il poco tempo in cui è stato esposto agli agenti atmosferici e all’aria salina, è risultato essere ancora in ottimo stato.
Dopo i continui danneggiamenti alle vie del posto e le imperterrite scene di reati di cui si parla nell’articolo, per l’inadempienza della legge e della giustizia, nonché per il menefreghismo (o contrarietà) delle istituzioni e della comunità, dopo gli attacchi al chiodatore, Peccianti ha concluso che Sassoscritto non fosse un ambiente né sano né sicuro: la sua decisione eviterà sicuramente di comprometterlo e/o di far trovare qualcuno in situazioni di difficoltà.
Cala del Leone rimarrà chiodata perché lì la frequentazione balneare è normale: quando non ci sono i bagnanti non si scala e viceversa in inverno si evita di sostare sotto alle vie.
Calafuria è nei boschi e si è stabilito un certo reciproco rispetto con i cacciatori.
Vivo a Bologna ma sono toscano e vado al mare vicino Livorno da quando sono bambino. Tempo fa lessi di una falesia in zona Sassoscritto, e spinto dalla curiosità quest’estate mi sono messo in cerca delle pareti.
Il sentiero per arrivarci assomigliava più a una discarica a cielo aperto, lasciati evidentemente dai bagnanti sulla via di ritorno. Arrivati sul posto, mi sono trovato davanti a una parete di arenaria compattissima di notevole qualità… placche, strapiombini, tetti… per tutti i gusti.
Ma mentre avevo gli occhi rivolti verso l’alto, una schiera di uomini nudi li aveva rivolti verso di me, mettendomi notevolmente a disagio. La sensazione di essere sgradito e fuori luogo mi ha portato via presto di lì, ma non senza lasciarmi accorgere che TUTTE le piastrine di TUTTI i tiri (una cinquantina forse?) erano state svitate. Perché??? Che fastidio danno? Non mi risulta si tratti di terreno privato, non mi risulta la chiodatura sia una pratica vietata, mentre ho qualche dubbio sul nudismo…
La mia etica personale non ha niente contro la pratica nudista ed è assolutamente rispettosa per qualunque inclinazione sessuale, ma la sensazione è stata di aver messo piede in un terreno che qualcuno ha adibito a regno indisturbato dove poter fare i porci comodi, e in cui chiunque altro è ospite sgradito. Questo sì, che è una mancanza di rispetto.
Le autorità sono a conoscenza di questo? Perché non intervengono?
Ciao a tutti!
Sono nato in una città che è una sorta di culla dell’alpinismo (Lecco), città che ha dato i natali al fu Cassin ed a centinaia di scalatori noti e meno noti che hanno nel corso degli anni fatto crescere questa nobile disciplina.
Cresciuto in stretta contiguità con questo ambiente (mio padre e il Cassin si conoscevano fin dagli anni della resistenza). Ancora sul finire degli anni ’70 appresi dell’esistenza di un posto che penso tutti voi conosciate “le Calanche”, una sorta di paradiso dove lo stare nudi in riva al mare, fare alpinismo nudi o vestiti non ha mai portato a nessun problema di convivenza fra i vari frequentatori del posto tutti amanti della natura e del rispetto reciproco. Certo qui siamo in Francia e certe battaglie non si combattono gli uni contro gli altri ma assieme per ottenere i diritti di tutti e vige rispetto e cultura, non trovi maniaci sessuali compulsivi, le donne non devono temere nulla se vanno sole a prendere il sole o ad arrampicare….
Per il Sassoscritto, A.N.ITA. Associazione Naturista Italiana, ha inoltrato presso l’amministrazione comunale di Livorno una richiesta di ufficializzazione della spiaggia e stiamo attendendo una risposta. Se mai dovesse passare l’autorizzazione Impegniamoci assieme a mantenere il decoro del luogo allontanando i personaggi ambigui, come i naturisti cercheranno di appoggiare le vostre giuste rivendicazioni dove queste non siano di pericolo per i sottostanti frequentatori…. ed eventualmente vigilare affinchè nessuno possa correre alcun pericolo d’essere infastidito, uomini o donne che siano.
Sergio Cattaneo
Buongiorno,
Per conoscere maggiormente la vicenda e fare chiarezza anche sulle dicerie che girano intorno alla scogliera di Sassoscritto mi sono recato sul luogo. L’atmosfera che ho trovato è onestamente molto tranquilla e piacevole. Frequentata da veri naturisti, a leggere un libro, meditare, prendere il sole, nuotare e chiacchierare. Non ho visto alcuna delle ambiguità e atti osceni di cui si sente parlare in giro.
Avrò avuto un buon influsso io o di soprannome mi chiamano Gastone? Probabilmente l’aumentata presenza di persone per bene, compresi i veri naturisti e gli scalatori, ha messo in fuga i personaggi ambigui, di cui io non ho visto neanche l’ombra.
Il naturismo è una bellissima pratica di rispetto dell’ambiente e delle persone in cui la nudità ritorna ad essere catartica, pura e non sessuale. La semplice nudità è condizione naturale per l’essere umano e non vi è motivo di esserne turbati. In quella costa di roccia dove è storicamente praticato, i naturisti non danno fastidio a nessuno. Piuttosto si dovrebbe intervenire per regolarizzare la situazione e tutelare il naturismo, quello vero, e non chi venisse per cercare altre avventure. Personalmente non troverei fastidiosi neanche gli atti sessuali, perché senza di quelli saremmo estinti da molti milioni di anni e inoltre conosco la mia purezza, che non può certo essere scalfita dalle azioni altrui; non sono tuttavia accettabili d’innanzi a minori o coloro che non sono in grado di intendere e di volere. Le molestie e lo spaccio non sarebbero ovviamente tollerate e prenderei seri provvedimenti nel caso accadessero in mia presenza.
L’unica cosa, fate un po’ di attenzione perché effettivamente le chiodature sono un po’ sopra le teste dei bagnanti, in special modo nell’ultimo tratto con quella splendida buchetta d’acqua dove sedersi e rinfrescarsi.
Sulla questione di tutela dell’ambiente non posso pronunciarmi perché non ho esperienza in materia.
Cordiali saluti e buona convivenza pacifica,
Michele
Mi chiamo …. …. e scrivo in merito alla querelle circa la chiodatura del Sasso Scritto.
Sinceramente ci ho pensato un po’ prima di scrivere, data la mia natura riservata e schiva (tant’è che chiedo di rimanere nell’anonimato, grazie), ma viste le polemiche sul luogo, mi sento obbligata a riportare questo piccolo episodio che spero possa contribuire a fare un po’ di chiarezza sulla natura dei rumors.
Sono stata ad arrampicare sia al Sasso Scritto che a Cala del Leone, circa 3 anni fa, prima che la falesia fosse rimaneggiata. Personalmente le vie non mi piacquero, né la chiodatura, tantomeno la roccia.
Tant’è che non ci sono più tornata, anche se ultimamente sono andata per curiosità a vedere il lavoro di nuova chiodatura.
Tuttavia, il motivo di questo commento è un altro e si sposta su un altro aspetto.
Circa un mese fa, in occasione delle prime giornate di sole, sono tornata al Sasso Scritto per farmi un’ oretta di mare.
Mi piace lì!! Non lo so il perché, ma c’è un posto in particolare, è uno scoglio piatto, comodissimo, una piattaforma perfetta per fare i tuffi e guardare con la maschera che però rientra nel “territorio hot”…
Preciso: c’ero già stata lo scorso anno, in piena estate e in compagnia e avevo notato la frequentazione di alcuni uomini che praticavano nudismo e dai comportamenti talvolta coloriti. Tuttavia non mi sono posta il problema: non mi imbarazza la nudità altrui, né maschile né quella femminile, quindi che problema c’è? mi sono detta. Ma non ho considerato che avrebbe potuto essere la mia presenza a non essere tollerata.
Quindi un mese fa ci sono tornata, ma… stavolta ero sola e fuori stagione.
Arrivo al punto: appena preso posto e messami in costume ho notato che un paio di signori si sono posizionati in alto a mo’ di vedetta e hanno iniziato a fissarmi, un altro invece è rimasto in maglietta, ma si è denudato dalla cintura in giù e ha iniziato a passeggiare davanti a me avvicinandosi sempre più, fino ad arrivare a “scavalcarmi”, (sempre nudo) col chiaro intento di infastidirmi e mandarmi via. La cosa è durata per tutto il tempo che sono rimasta lì.
Al ritorno sono stata seguita fino alle scalette, quivi ho trovato altri due signori (uno molto piazzato) che mi hanno sbarrato la strada, fissandomi in viso, io ho abbassato lo sguardo. La cosa è durata pochi attimi, ma è durata… Poi uno dei due si è spostato, ha lasciato passare me e l’altro signore, dopodiché ha “richiuso il passaggio”.
Non volevo correre, ma ammetto che ho fatto le scalette parecchio velocemente e un po’ intimorita. In cima alle scale, sulla strada c’era un altro signore che mi aspettava e che mi ha seguito fino alla macchina.
Ecco… Per l’amore del cielo, una al mare può andare anche 100 m più avanti, ce ne sono di chilometri di bella costa a Livorno, quello non è un problema. Però… resta il fatto che era la MIA presenza a essere fastidiosa, non viceversa!!
Ho notato che la comunità alpinistica non si esprime e/o prende posizione in merito a questa falesia. Può piacere o meno, se ritenuta pericolosa per la qualità della roccia uno può decidere di non andarci (anche se mi vengono in mente vie ripetutissime sulle Apuane dove la roccia è altrettanto marcia…), ma non ci esime dal vedere che il problema è un altro, direi “territoriale”.
Un po’ provocatoriamente e da sognatrice quale sono mi viene in mente questa fantasia: quanto sarebbe bello questa estate tornare lì a farmi un bel bagno, alzare gli occhi sulla parete e vedere climber che si divertono sulla roccia mentre sotto persone nude si scambiano le effusioni che vogliono!!
Lettera firmata
Caro Thomas, ma tu hai descritto l’Italia prossima ventura!
E noi a subire inermi…
“Parlando infine dell’inquinamento, certamente passerete dal sentiero per arrivare in fondo alla scogliera: chi torna al buio intravvede persone nascoste nei cespugli e nella macchia, quella vegetazione ingombra di lattine, bottiglie, preservativi, sacchi interi di immondizia, gomma, pacchetti di sigarette, vetri, ecc. Per parlare di impatto ambientale… non ho altro da aggiungere.”
Evidentemente certa gente ha gli occhi foderati di prosciutto e vede solo quello che vuol vedere.
Si rivendica il rispetto dell’ambiente e della sicurezza. Ma della sporcizia abbandonata non si dice nulla, non si fa nulla!
Mi ricordo di un spiaggetta all’Argentario dove tutti a fare il bagno e a fare pic nic . Finito il divertimento tutti se ne vanno. Chi rimane….? il PATTUME.
Per precisare, a me non interessa nulla il naturismo di Sasso Scritto, Cala Del Leone o di dove vi pare. Ognuno è libero di professare ciò in cui crede e a me personalmente nessun naturista ha mai dato fastidio: ho scalato lì per anni e abbiamo sempre convissuto tranquillamente, tenendo per noi giudizi personali che possono essere favorevoli o no. Nessuno ha mai fatto esposti o protestato per il naturismo, ma per ben altro. Non si tratta di discutere di gay, etero, bisex… stiamo parlando di atti sessuali espliciti (anche davanti a minori) che qualcuno cerca di coprire nel timore che la frequentazione naturista possa esserne danneggiata. Perché a Sasso Scritto ci sono molestatori e persone che escono dai cespugli masturbandosi, altri che praticano atti orali mentre prendono il sole. Li abbiamo visti forse solo noi? Abbiamo scortato persone fuori dalla zona, accerchiate e molestate solo perché non erano al corrente dei rischi della zona.
Tornando al naturismo, lì c’è posto per tutti e avevo già segnalato su falesiaonline.it che sotto alle falesie i bagnanti dovevano essere rispettati, evitando i mesi estivi e consigliando il settore Nascosto, dove davvero non ci può essere conflitto con alcuno, nonostante al Sasso Scritto ci sia posto per tutti in qualsiasi situazione e in tutti i settori. Ho fatto presente tutto ciò a quelli che mi hanno attaccato quando stavo ripristinando tutte le prime protezioni che erano state danneggiate a colpi di pietra (episodio di cui ancora non ho riferito e che nessuno ha citato). In quell’occasione si erano presi degli accordi che evidentemente non sono stati rispettati.
Per quanto riguarda la sicurezza della falesia, ha già chiarito molto bene Alberto Benassi (che condivido, come molti altri esperti) che nessuno va lì a rischiare la vita a casaccio solo per la gloria, nessuno conosce la scogliera meglio di chi la scala e la studia da anni, nessuno vuole il pericolo di nessuno e nessuno è superiore di competenza a un chiodatore o scalatore, neanche con le proprie scartoffie, che non c’entrano nulla con l’arrampicata sportiva.
In quanto al danneggiamento ambientale, ho dimostrato chiaramente quale sia la superficie protetta con tanto di link, che dimostra benissimo l’estraneità dei siti di arrampicata alla superficie protetta.
Per i furti alle auto: guardate i vetri infranti dove parcheggiamo tutti tranquillamente e informatevi presso i comandi di PS, troverete risposte.
Per quanto riguarda lo spaccio, possiamo pensare che i gruppi sulla scogliera si scambino caramelle, ma di certo non passa inosservato.
Parlando infine dell’inquinamento, certamente passerete dal sentiero per arrivare in fondo alla scogliera: chi torna al buio intravvede persone nascoste nei cespugli e nella macchia, quella vegetazione ingombra di lattine, bottiglie, preservativi, sacchi interi di immondizia, gomma, pacchetti di sigarette, vetri, ecc. Per parlare di impatto ambientale… non ho altro da aggiungere.
Nessuna chiodatura e itinerario si trova in area protetta…
http://www.parks.it/riserva.statale.calafuria/map_fullscreen.php
«Queste attività di chiodatura e perforazione del Romito non sono state autorizzate e non possono essere legittimate: le vieteremo con gli strumenti che ci saranno indicati dai tecnici comunali che hanno effettuato il sopralluogo». Ha le idee ben chiare l’assessore Alessandro Aurigi: gli scalatori che da qualche tempo stanno “chiodando” con anelli e tasselli la scogliera (di proprietaà demaniale), nella fattispecie il Sassoscritto e la Cala del Leone devono essere fermati.
Queste le due discese a mare visionate lunedì scorso da vigili urbani, protezione civile e demanio. Un maxi sopralluogo per toccare con mano una situazione più volte raccontata anche dal Tirreno grazie a segnalazioni fatte dai nostri lettori. «Tutela dell’ambiente, considerando la bellezza e la fragilità della scogliera e sicurezza dei bagnanti: sono i due aspetti fondamentali – continua l’assessore – Una volta che i tecnici avranno stilato il verbale, capiremo come e dove intervenire». Intanto nel marzo scorso uno scalatore livornese è stato denunciato dal nucleo Ambiente della polizia municipale per aver chiodato una scogliera della Cala del Leone. Il reato è “distruzione o deturpamento delle bellezze naturali”.
Va più nei dettagli Maurizio Lenzi (ufficio Demanio): «Abbiamo individuato decine e decine di tasselli fissati sulla scogliera . Va detto che per le sue caratteristiche geologiche un’attività del genere sulla falesia va fermata». Cartellonistica ad hoc in arrivo? Così come un’ordinanza? Sono strumenti al vaglio dell’amministrazione. «C’è il problema di intervenire sull’esistente, per non creare ulteriori movimenti, i tasselli andranno tolti a raso». Chiudono dalla protezione civile: «Le caratteristiche idrogeologiche della falesia, dalla superficie sabbiosa che si sbriciola, non sono idonee con un’attività del genere».(f.s.)
Da Il Tirreno Livorno del 14 maggio 2017
Visto l’articolo del 14 Maggio ???? Finalmente le autorità sono intervenute per fermare lo scalatore che ha rovinato le nostre scogliere… per fortuna a breve interverranno anche per segare tutti i tasselli che sono stati piantati … sarebbe opportuno per non far trovare nei guai altri scalatori toglierlo anche dal sito falesiaonline…… speriamo che la punizione per il chiodatore sia esemplare .
Non si parla per il solo nudismo ma di pratiche sessuali esplicite. Io con mia figlia non ci posso andare.
@AlessandroGogna
Adesso ritratti quello che hai scritto nel primo post? Non è meglio controllare prima le proprie fonti prima di parlare a vanvera? Guarda che il fatto che il Sassoscritto non è luogo di droga né spaccio te lo stiamo dicendo in molti, senza “ovviamente tenere alla riservatezza” (ovviamente perché?).
@Matteo
@MarcoPaganucci
Condivido in pieno.
@AlessandroGogna
Non vorrei uscire dal tema della discussione che sono le rocce del Sassoscritto. Tuttavia il fatto che una persona che fa parte del mondo scambista, gay o bisex non lo dica apertamente non è qualcosa di “ovvio” ma è semplicemente una libera scelta, da rispettare in ogni caso. Il fatto che tu lo ritenga ovvio denota il tuo retaggio culturale preguidizioso. Io e gli amici etero, gay, bisex, che frequentiamo il Sassoscritto lo diciamo senza problemi e postiamo in rete le foto del bellissimo mare.
Per Valerio. Io non ritratto nulla. Non potrei neppure ritrattare un qualcosa che non ho scritto io, bensì Thomas. Se un’altra fonte (ripeto, bene informata) m’informa che droga e spaccio non gli risultano, io devo semplicemente riferirlo. Nessuna paura di contraddizione, semplicemente un’altra informazione che arriva. Il bello del blog è proprio che la verità possiamo rincorrerla tutti e definirne il profilo tutti assieme, anche “parlando a vanvera” (che è comunque un giudizio che dai tu).
Questo non succede sulla carta stampata, dove quello che è scritto può essere contraddetto solo a prezzo di un altro articolo di pari dignità. Avrei potuto tacere, ma allora avrei avuto paura di far “brutta figura”: e ti assicuro che questo non è il mio caso.
Quanto all'”ovviamente tenere alla riservatezza”, il perché è evidente: daresti nome e cognome al pubblico nel momento in cui dici apertamente di far parte del mondo dello scambismo o dei gay/bisex?
@Benassi
Un geologo non deve essere esperto di arrampicata, anzi delle arrampicate può benissimo fregarsene. Quello che deve dirmi è se il vostro piantar chiodi sopra le nostre teste costituisce danno ambientale e pericolo per la nostra sicurezza. Punto. Se così fosse, nessuna convivenza.
@AlessandroGogna
Adesso ritratti quello che hai scritto nel primo post? Non è meglio controllare prima le proprie fonti prima di parlare a vanvera? Guarda che il fatto che il Sassoscritto non è luogo di droga né spaccio te lo stiamo dicendo in molti, senza “ovviamente tenere alla riservatezza” (ovviamente perché?).
@Matteo
@MarcoPaganucci
Condivido in pieno.
Buonasera, ho letto il tuo articolo e, da appassionato di escursionismo e arrampicata e al contempo nudista trovo veramente senza fondamento questo scontro, come in tanti prima di me hanno già notato. Il nudismo è uno stato innocuo, tra l’altro praticato là a sasso scritto a quanto ho capito in un luogo anche abbastanza riservato. Se le persone altro non fanno che prendere il sole e bagnarsi come in qualsiasi altra spiaggia, perché apostrofarle così male? C’è un bellissimo esempio, sempre in Italia, sempre sul Tirreno, presso la spiaggia dell’Arenauta, dove nudo-naturisti e arrampicatori condividono la spiaggia in pace, agendo insieme per la sua tutela nel rispetto dell’ambiente. A che serve questo scontro?
buon giorno sono un frequentatore della scogliera del romito dalla Cala del leone fino a Calafuria , leggo con stupore ciò che descrive il chiodatore e faccio i complimenti invece a chi ci ha messo la faccia per fermare chi non curante delle regole distrugge la scogliera.
La descrizione che ha fatto il chiodatore di maniaci violentatori , di spacciatori , di ladri e vandali mi sembra completamente assurdo ma non voglio soffermarmi su queste frottole o “scuse “ma bensì vorrei dire la mia su quello che stà facendo il chiodatore.
Qui si parla di trapanare la scogliera marina e questo è Vietato!!!
per di più una scogliera che si sgretola ed è tutelata ed è vietato non solo alla cala del leone ma ovunque in quanto la nostra costa è una zona posta a tutela ambientale. Prima di presentarti con il trapano avresti fatto bene ad andare a chiedere l’autorizzazione per farlo (capitaneria e/o uff.demaniale del Comune) e avresti ricevuto la risposta giusta: NON LO PUOI FARE!!!!
Sbagliato parlare di convivenza… qui si parla di rispetto e tutela del patrimonio ambientale ci sono cose che per non essere fatte devono essere vietate???? Vado al mare e siccome lo scoglio non è pari mi porto un martello e lo pareggio??? eppure non è scritto in nessuna legge ” a sentire lui” ma di certo non mi viene in mente di farlo….. Ignoranza e poco rispetto per quello che abbiamo.. cmq martedì andrò anche io in comune per fare una denuncia affinche tutte le chiodature vengano rimosse. saluti
Buon giorno sono uno dei frequentatori della scogliera del Sassoscritto, ho letto con stupore cio’ che ha scritto il chiodatore…. i maniaci sono un problema di tutti i posti frequentati da naturisti e la nostra protesta non è di certo dovuta al fatto che chi si arrampica ci disturba…..
Per chiarire lo scempio ambientale parliamo del posto dove sono state fatte le chiodature :
una scogliera particolarissima fatta di arenaria compattata molto fragile che abbiamo solo in 1 km di costa ,erosa e bucata dal vento di libeccio, geologicamente è studiata e monitorata anche dall’Universita di Pisa e riportata in molti libri di geologia proprio per la sua particolarità .
Parliamo di scogliera sul mare …. dove le “persone normali” vanno al mare e non normale è trovarci degli scalatori che si arrampicano sopra i bagnanti invito chiunque a rimanere tranquillo a prendere il sole non curante di cosa stà avvenendo a 10 o 15 metri sopra la propria testa…
Spesso nei week end si sono presentati gruppi di 20/30 scalatori ….quindi per non mettere a rischio la vita o rovinarsi la giornata in discussioni bisogna riporre gli asciugamani e andare altrove.
Aggiungo pure che il tutto è inserito in un parco dove non è consentito fare niente proprio per tutelare l’ambiente…
Se per il chiodatore è normale presentarsi con il trapano e bucare la scogliera che si sgretola e tappezzarla di ganci per le arrampicate per me non lo è….. e non lo è neppure per la Capitaneria di porto , Polizia municipale e PS….
Tutelare l’ambiente non vuol dire solo raccattare qualche bottiglia di plastica per me vuol dire non distruggere in maniera permanente ciò che la natura ci ha donato e presentarsi al mare con il trapano e bucare la scogliera non è il massimo della civiltà, come non lo è praticare uno sport non curandosi della sicurezza delle persone che ci stanno intorno e in questo caso di persone che vanno al mare per rilassarsi e prendere il sole.
Pare, dico pare (e a riferircelo è una fonte molto bene informata che ovviamente ci tiene alla riservatezza) che Sasso Scritto sia un famosissimo luogo di incontro per sesso frequentato da coppie e gay/bisex.
Droga e spaccio invece proprio non esistono.
Sui furti la fonte non si è pronunciata.
Valerio non ho detto che debbano decidere gli arrampicatori (scusa ma climbers non mi piace) , ma nemmeno chi, nonostante diplomi e lauree ci capiscono fino ad un certo punto: un geologo è esperto di arrampicata?
Ho cercato di suggererti, come ha fatto anche Giuseppe, chi fa arrampicata sportiva su una falesia cerca di farlo nel massimo di sicurezza possibile. Non ha mica voglia di farsi del male con rocce instabili. Non è che in quel luogo l’arrampicatore va in cerca dell’avventura.
Inoltre come ha ben detto Jacopo, perchè non cercare una convivenza?
A me del naturismo non frega nulla. Parecchi anni fa nella baia di En Cau nelle Calanques si arrampicava con vicino gente tutta nuda e nessuno diceva nulla. Ognuno faceva gli affari suoi.
Quindi se te rivendichi il diritto di fare naturismo a Sasso Scritto, gli altri avranno il diritto di praticare l’arrampicata, nel rispetto l’uni degli altri.
@Benassi
Ennesimo esempio di modo di ragionare sbagliato: citare un caso di errata applicazione della legge (il parere degli esperti sulle cave di Carrara, realtà che NON conosco ma mi fido di quello che dici) per concludere che tanto vale seguire il parere di chi esperto non è. In altre parole: se a Carrara i geologi sono comandati dalle lobby del marmo, non è un buon motivo per concludere che sulle rocce del Sassoscritto debbano decidere i climbers.
@Penotti
Non ritiro certo la mano, mi sembra chiaro da quello che ho scritto che conosco e frequento il Sassoscritto per praticare naturismo. Se sei un praticante naturista, tra le spiagge naturiste “regolate” dovresti citare quella di S. Vincenzo, che è l’unica che conosco in zona. Non vedo invece perché parlando di naturismo tu debba citare un luogo “estremo” come Cap d’Agde, che rappresenta un luogo di scambisti che ha in comune con il naturismo solo il fatto di andare in giro nudi. In questo modo dai il pretesto a persone come i gestori di questo blog di associare naturismo a perversione.
da Sassista preferisco una fanciulla nuda ad una trapanata di spit…ma non vedo perchè non possano convivere entrambe
Da naturista con famiglia al seguito e da “vekkiodiM” alpinista e mediocre arrampicatore, imbolsito dall’età e dai troppi agnolotti spero di poter esprimere il mio pensiero con un minimo di competenza.
Preciso, che mantengo nettamente separate le due attività, anche in considerazione del fatto che indossare l’imbrago nudi porterebbe a delle conseguenze facilmente immaginabili, ma tutte dolorose.
Non conosco il caso specifico di Sasso Scritto, ma nelle esternazioni di Valerio ed anche nelle considerazioni di Thomas Peccianti vedo un solito annoso problema di convivenza.
Valerio lancia il sasso ma poi nasconde la mano. Non scrive se conosce personalmente la situazione di Sasso Scritto. Da naturista dovrebbe sapere che esistono molti livelli di interpretazione. Se guardiamo alla Francia coesistono realtà come Cap d’Agde dove il naturismo è in sostanza il pretesto e il viatico di una forte comunità europea dedita alla trasgressione sessuale più spinta, non solo nei privé della costa di Cap ma anche sulle spiagge ad altre realtà come L’Origan e la Sabliere in Provenza dove viene praticato il naturismo più ortodosso e “nordico” con famiglie provenienti da tutta Europa e dove la componente di trasgressione sessuale è sostanzialmente bandita e non accettata.
Inoltre affermare che in Italia il naturismo non è regolato è errato, basta andare sul sito della federazione naturista italiana per leggere. Semmai è la cultura naturista in Italia ad essere molto indietro. Pochi campeggi o villaggi naturisti in Italia come il Lido di Dante o il Camping La Cassa proteggono i veri naturisti; nelle spiagge libere per esperienza personale esistono ed esisteranno sempre dei problemi di coabitazione fra naturisti, naturisti trasgressivi sessualmente, con i relativi inquinamenti ambientali di persone che con i primi o i secondi nulla c’entrano.
Ma questo è un blog che racconta cose di montagna, ambiente e arrampicata.
Ora su Sasso Scritto al di la dei giudizi morali, bisognerebbe intendersi. Se la spiaggia è un semplice punto di aggregazione di naturisti, senza la presenza delle figure inquietanti narrate, credo da arrampicatore che dovremmo fare un passo indietro. Noi di falesie ne abbiamo tante, ma i naturisti di spiagge libere (anche da personaggi inquietanti) poche.
Esiste anche la probabilità che la zona sia conosciuta come zona di battuage dalla comunità Gay e questo abbia creato un fraintendimento con il sig. Peccianti di cui non conosciamo l’opinione in merito a sessualità “alternative” o a stili di vita (il naturismo) diversi.
Ma se, anche solo in parte quanto raccontato e riportato dal post di Gogna, è vero, forse la presenza di arrampicatori sulla falesia smorzerebbe fino ad annullare la presenza di persone poco piacevoli, ridando frequentabilità alla spiaggia anche alla stessa comunità naturista.
Un’ultima chiosa, questa si un po’ polemica nei confronti di Valerio. Si fidi, nel valutare la pericolosità o meno di una falesia o di un qualunque promontorio roccioso spesso è preferibile dar retta a chi quelle rocce le scala, magari da qualche decennio .
Quanto al noto cantante Sanremese, che se non erro è Carrarino, sarebbe meglio che i video delle sue canzoni non li girasse nelle cave. Visto che dichiara di amarle…. le Apuane.
quelli con competenze ambientali e geologiche hanno chiuso l’escursionismo e l’arrampicata in apuane per sicurezza dopo il terremoto o perchè disturbava l’aquila.
L’escavazione invece è stata lasciata libera di fare quello che gli pare.
Quindi caro Valerio rifletti bene anche sui vari competenti…come li chiami te.
Il tuo post è l’ennesimo esempio di chi parla senza sapere. Tu affronti due argomenti: il climbing, di cui sei evidentemente competente e il naturismo sul quale vuoi sentenziare pur avendone una grave ignoranza. Ti dirò brevemente che il “naturismo ” è la pratica di vivere a completo contatto con la natura, di cui il “nudismo” è solo uno dei molteplici aspetti. Se vuoi documentarti c’è un’ampia letteratura in materia. Al Sassoscritto molte persone praticano il naturismo e il nudismo che ne è la manifestazione più evidente, semplicemente prendendo il sole e facendo il bagno nudi. Questa pratica è vero che non è regolata né tutelata dallo stato, a differenza di quanto accade altri paesi europei. Ma se anche tu vivi in Italia, sai che se si aspettasse che le cose venissero regolate e tutelate, se ne potrebbero fare ben poche, probabilmente nemmeno molte delle tue scalate.
Inoltre il tuo modo di classificare le “persone normali” rispetto ai frequentatori del Sassoscritto, oltre a violare ogni più elementare principio di convivenza umana, lo trovo veramente fuori dal tempo e dalla logica, in altre epoche una distinzione del genere si sarebbe detta “fascista”. Posso dirti solo che ho visto praticare il naturismo al Sassoscritto da persone di tutte le età, talvolta anche famiglie con bambini seppur non italiane. Le tue illazioni su pervertiti, inquinatori, molestatori e spacciatori non le commento nemmeno.
Ma veniamo a ciò che interessa tutti cioè le rocce: che la vostra attività alpinistica non danneggi le rocce ma anzi rappresenti pulizia e messa in sicurezza, non me lo devi dire tu bensì un geologo o qualcuno con competenze ambientali e territoriali che ne abbia titolo. Parafrasando un noto cantante sanremese: “tutti tuttologi del web, l’intelligenza è démodé, risposte facili”.
Saluti
Bé, sinceramente a me il nudismo non dà proprio alcun fastidio, anzi.
E se a qualcuno si inturgidisce vedendo i miei muscoli guizzanti mentre danzo sulla roccia baciato dal sole (ho visto che ci sono un paio di tiri di 5a che potrei provare), oltre a pensare che abbia seri problemi, per me può farsi tutte le raspe che vuole…a debita distanza, ovviamente.
Altrimenti un friend del 4 adeguatamente roteato dovrebbe essere sufficiente!
Un po’ più di fastidio mi danno finestrini spaccati e furti, però se mai passo da quelle parti una capatina la faccio di sicuro.