Quando la guida lecchese Fabio Lenti mi chiese se ero d’accordo con l’idea di richiodare a spit la via che avevo aperto nel lontano 1969 sulla Corna di Medale mi stupii favorevolmente.
Come? Qualcuno un bel po’ più giovane di me chiedeva il mio parere?
C’era in ballo un progetto di ”valorizzazione” della montagna lecchese, in particolare della Grignetta, sicuramente finanziato da qualche ente pubblico, quindi lavoro assicurato per mesi, e le guide lecchesi chiedevano a un lontano protagonista fuori dalle scene il suo parere sulla questione?
Leo Cerruti nella prima ascensione alla via Gogna-Cerruti della Corna di Medale, 17 maggio 1969
Beh, non era cosa da poco, apprezzavo il fair play. E in quel momento mi tornò subito alla memoria l’amico Leo Cerruti, con il quale avevo aperto la via: se fosse stato ancora con noi, mi sarebbe piaciuto coinvolgerlo nei dubbi che la domanda di Lenti poneva.
C’era stato una specie di precedente: dopo averci riflettuto, Ettore Pagani, assieme alla guida Nicolò Berzi e altri, aveva appena finito di richiodare a spit la bella via Milano ’68, che appunto in quell’anno lui aveva aperto assieme a Tiziano Nardella, anch’egli nel frattempo scomparso. La Milano ’68 è proprio vicina alla Gogna-Cerruti, sembrava quasi un passo logico “risanare” anche questa, come se ci fosse stata un’onda da cavalcare con la tavola da surf…
Sapevo anche che la Milano ’68 era diventata più difficile di prima, togliendo un bel po’ di ferraglia: ma non era la stessa cosa…
Mi feci dare da Lenti l’elenco delle altre vie da loro prese in considerazione: erano una decina, una più bella dell’altra, la maggior parte vie assai significative nell’evoluzione dell’arrampicata in Grignetta.
Non mi piaceva l’idea di far diventare la Gogna-Cerruti una multipitch sportiva, perciò ricorsi a un compromesso: diedi licenza di chiodare le soste a spit e di sostituire solo i miei 5 o 6 chiodi a pressione con altrettanti spit.
Alessandro Gogna nella prima ascensione alla via Gogna-Cerruti della Corna di Medale, 17 maggio 1969
Credo di aver scelto la soluzione giusta, quella di lasciare sostanzialmente la via inalterata rispetto alle condizioni di apertura e nello stesso tempo di aver concesso alle questioni fondamentali di sicurezza un punto, quello di avere soste a prova di bomba, senza dover più temerne l’inaffidabilità. In fin dei conti stiamo parlando di una via sul Medale, non di un capolavoro in montagna.
La mia scelta credo sia stata apprezzata da un grande numero di arrampicatori, lo prova la quantità di ripetizioni che ancora oggi la via ha. Alla fine forse l’hanno apprezzata anche gli stessi “sistematori”, che effettivamente hanno fatto un buon lavoro (io stesso ho ripercorso la via nel 2007, tanto per rendermi conto di persona).
Una soluzione quindi che mi sento di appoggiare anche per altri percorsi. E che mi auguro venga presa in considerazione anche nei casi in cui i primi salitori non possano più essere interpellati perché passati a miglior vita.
Salvatore Bragantini sulla via Gogna-Cerruti alla Corna di Medale, 11 novembre 2007
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Giusta decisione.
Decisamente d’accordo con Ivo. La questione di lasciare attrezzare solo le soste e l’antico “forato” mi sembrapiù che giusta. Imparassero da questo anche in altre zone delle Alpi sarebbe meglio. ma iniziamo dalle piccole cose…come il Medale!
secondo il mio “semplice” punto di vista è la “via” più via della Medale, la chiodatura attuale è … solo per chi ha le capacità di salirla! ultimamente è cresciuta parecchia erba … ma questa estate col tuo permesso, verrà estirpata.
ciao ivo