Questa sera, nella prestigiosa sede della SOSAT di Trento, Alessandro Gogna e Marco Furlani presenteranno al pubblico la loro fatica editoriale Valle della Luce, alpinismo nelle valli della Sarca e dei Laghi. Ore 17, via Malpaga 17. Siamo lieti di pubblicare, qui sotto, la recensione di Ivo Rabanser.
Sintonia di diverse scuole di pensiero
di Ivo Rabanser
Lettura: spessore-weight(2), impegno-effort(1), disimpegno-entertainment(2)L
Era una splendida giornata di inizio dicembre, trent’anni fa. A lungo avevo insistito affinché mio padre mi portasse in Valle del Sarca, malgrado l’inverno fosse già alle porte. In una rivista tedesca avevo letto che lì sul Lago di Garda, grazie al clima mediterraneo, si poteva arrampicare anche quando in montagna faceva freddo ed era caduta la neve. Mi ero appassionato alle scalate, tanto che fremevo di poter inanellare un’altra salita, prima di cedere alla stagione invernale. Tanto insistetti, che mi riuscì di convincere il genitore restio. E fu sulla via Rita alla Parete Zebrata che per la prima volta posai le mani sul chiaro calcare del Basso Sarca. Negli anni successivi scesi innumerevoli volte in “valle. In primavera, quando le pareti dolomitiche erano ancora innevate, in autunno, per allungare la stagione d’arrampicata, o addirittura durante l’inverno, per sfuggire alla neve della Val Gardena.
Allora la Valle del Sarca, a Nord del Lago di Garda, era frequentata per lo più dagli alpinisti trentini, mentre la giocosa novità dell’arrampicata sportiva iniziava a svilupparsi, riscuotendo da subito un crescente interesse. Nel frattempo Arco si è sviluppata in uno dei centri d’arrampicata più apprezzati d’Europa. Infatti, le falesie di pregiata roccia calcarea, immerse tra i pittoreschi olivi, offrono un ideale terreno di gioco, sia per principianti che per i top climber. L’amministrazione locale ha colto questa opportunità di sviluppo turistico, investendo importanti risorse per valorizzare le attività outdoor e al tempo stesso a difendere l’ambiente naturale. Qui si disputa il “Rock Master”, la più famosa competizione d’arrampicata, che da anni fa sfilare i big di questa attività sportiva. Alla bellezza paesaggistica si aggiunge il clima mediterraneo in questa zona. E non è certo un caso che all’epoca del Impero Austro-Ungarico la pittoresca cittadina di Arco fosse una meta alla moda della “Haute volée” – l’alta società mitteleuropea. Albrecht d’Asburgo – cugino dell’Imperatore Francesco Giuseppe – approfittava della mitezza climatica di questi luoghi per passarvi l’inverno, mentre Franz Kafka usava recarvisi per curare i suoi disturbi polmonari. Verso Sud viaggiarono anche grandi filosofi come Schopenhauer e Nietzsche, e fu proprio qui che Thomas Mann trovò a quiete necessaria per lavorare al suo “Tristano”.
Ma sopra la falesie e ben prima delle falesie, ciò che salta all’occhio a chi percorre la Valle dei Laghi solo le incombenti pareti rocciose: dalla Rupe del Castello e il Colodri, che con verticali muraglie a piombo sovrastano sulla cittadina di Arco, alle immani pareti del Brento e del Casale, che per dislivello e serietà d’impegno, possono competere con i grandi appicchi dolomitici. E come nelle Dolomiti anche qui si sono succeduti gli alpinisti più forti delle varie epoche storiche, lasciando le loro tracce indelebili sul calcare. Dapprima in modo meno consapevole, poiché fino agli anni ’70 scalare su pareti in bassa quota era considerata più che altro come preparazione all’attività in montagna. In seguito sono nati tanti itinerari, facendo profilare diverse scuole di concetto, che si compensano in armoniosa convivenza.
Numerosi pubblicazioni si sono succedute negli ultimi decenni. Guide tecniche che recensiscono i vari percorsi di salita. Dapprima il libro edito dalla SAT di Arco, alla monografie più recenti e dettagliate. Ma dato che per apprezzare appieno occorre conoscere, ciò che mancava era un racconto in prospettiva storica che ci potesse permettere di comprendere lo sviluppo della pratica dell’alpinismo su roccia a “bassa quota” – un alpinismo fra gli olivi.
Alessandro Gogna e Marco Furlani hanno colmato questa lacuna in modo mirabile, con un libro che è ben più di un racconto o di una indagine storica. Infatti, gli autori prendendo il lettore per mano, schiudendogli in senso cronologico la storia delle varie salite, iniziando con prime conquiste degli anni Trenta. In questa fase eroica dell’alpinismo, in cui si iniziò l’esplorazione rivolgendosi alle pareti più grandiose. Si passando in rassegna l’impresa di Cesare Maestri – spettacolare, come nel carattere del protagonista e dell’epoca in pieno boom economico. Gli anni successivi vedono come protagonisti nomi celebri dell’alpinismo, quali Heini Holzer, Reinhold Messner, Renato Reali e Heinz Steinkötter. L’arrampicata come attività creativa sostituì definitivamente l’alpinismo di conquista. Il corredo di foto, in gran parte inedite e di grande valore documentaristico, permette di ritrovare visivamente le persone, nel loro abbigliamento e nello stile di allora. Il riepilogo delle pareti e delle vie della Valle della Luce – come ebbe a definirla Heinz Grill – continua con un periodo storico di grande fermento, in cui le scalate di fondovalle si emancipò dal obbligo del raggiungimento di una cima, di concezione classico.
Proliferano una serie di audaci realizzazioni, ad opera soprattutto di Giuliano Stenghel e di Marco Furlani. I capitoli sono arricchiti da brevi biografie, dedicate ai principali protagonisti, svelando i differenti approcci alle pareti, permettendo in questo modo di comprendere lo sviluppo della scalata in ogni sua sfumatura. Dalle creazioni di esemplare etica alpinistica di Maurizio Giordani alle godibili perle di Roly Galvagni e Diego Filippi. Nell’ultimo decennio l’infaticabile lavoro di Heinz Grill, Florian Kluckner e Franz Heiß ha fatto in modo di trovare una mirabile vie die mezzo tra le due istanze del mondo verticale, quello conservatore e quello progressista, con una serie d’itinerari che hanno conferito ulteriore colore alla Valle della Luce.
Nel testo, in cui si riconosce la mano di Alessandro Gogna, si affianca al rigore dello storico dell’alpinismo, la fonte inesauribile di aneddoti narrati da Marco Furlani, uno dei protagonista dell’arrampicata in Val di Sarca. E come un artista che sulla tela non soltanto dipinge dei colori, ma gli riesce la meraviglia di farli armonizzare assieme, ai due autori è riuscita un’opera dal respiro davvero enciclopedico e al tempo stesso di piacevolissima lettura.
Ciò che inoltre rende prezioso il libro è l’obiettività con cui le vicende vendono raccontate, dando spazio a tutti coloro che sulle pareti della ‘valle’ si sono espressi creativamente, lasciando una loro firma sulle pareti. Un compendio in cui si ritrova il riepilogo di tutte le salite, da quelle più importanti e significative, a quelle magari minori, ma molto apprezzate dal pubblico. È la storia, attraverso l’affetto del ricordare, che conferisce un’anima alla passione che unisce l’uomo alle rupi rocciose. Questo libro, attraverso la sua meticolosa ricerca è uno strumento ideale per cogliere e comprendere ciò che in quasi un secolo di storia è avvenuto tra le pareti del Colodri e del Piccolo Dain. Aver potuto leggere, mi ha reso ancora più cara la Valle della Luce.
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Un bel libro, difficile da realizzare, che racconta la vera storia dell’alpinismo nella Valle del Sarca . Un volume scritto a quattro mani da alpinisti con la A maiuscola del calibro di Alessandro Gogna e dell’inossidabile Marco Furlani. Per scrivere in modo efficiente bisogna conoscere o almeno apprendere e credo che pochi conoscano le rocce, le vie e la storia come loro; con Marco ho condiviso, seppur con un differente straordinario cammino sul verticale, l’evoluzione alpinistica di questa valle. La popolazione della cittadina di Arco e di tutta la valle credo debba qualcosa a noi alpinisti che, con tante vie nuove, abbiamo scritto pagine importanti di questo libro dal titolo emblematico “Valle della Luce” e sono certo coglieranno l’occasione per valutarne e stimarne scritti e immagini. Grazie e un apprezzamento per l’ottimo lavoro.
Roberto Bassi disse nel suo bel libro sulla Valle del Sarca: “Grazie di esistere” che condivido pienamente…
Grazie ora ad Alessandro e Marco per aver creato un’opera che dona un significato al tempo e alla cronologia dell’esplorazione alpinistica della Valle del Sarca.