Dieci piani indelebili
di Giovanna Gio Pozzoli
(dal suo profilo facebook, 23 settembre 2021)
E oggi il buongiorno arriva con un whatsapp del Norbi che mi ricorda:
”… è passato qualche anno ma il ricordo su al Cavallo è sempre indelebile…!”
Ed io ricordo, lui, noi, Dieci piani di morbidezza.
Una delle esperienze più forti che da scalatrice ho mai vissuto è stata quella col Norbi, quando insieme abbiamo salito Dieci piani di morbidezza. Una via al Sasso Cavallo che proprio lui aveva contribuito ad aprire.
Successe che quando iniziai ad arrampicare e di tal materia ne sapevo proprio poco, comprai la mia prima guida delle scalate nel Lecchese e aprendo una pagina a caso lessi il nome di quella via e decisi che un giorno l’avrei salita, come fosse il destino a suggerirmela. E così è stato. Alcune situazioni mi hanno poi portato a conoscere Norberto Riva, una bellissima persona oltre che un grandissimo scalatore, diventammo presto amici e chiaramente avvenne che gli confidai quello che fu uno dei miei primi sogni da climber… Poco dopo il sogno iniziò a prendere forma.
Norbi ci credette subito e rafforzò il mio entusiasmo “… certo che possiamo salirla insieme!” non restavano che da definire i dettagli e, anche se ormai non ero più neofita dell’arrampicata, lasciai che fosse lui ad indicare quando il giorno migliore, il materiale da portare, l’ora in cui partire… completa fiducia nel mio speciale compagno di cordata, lui che aveva dato una storia a questa via!
Ricordo ancora quel giorno, un susseguirsi di emozioni e sensazioni molto forti: alzarsi prestissimo la mattina, ritrovarsi, perdersi in chiacchiere lungo il sentiero, far colazione al rifugio dopo aver camminato un paio d’ore, la discesa nel canale e infine attaccare la via. Norberto era assolutamente padrone della situazione al punto da lasciarmi gestire la via da prima di cordata “Il primo tiro lo faccio io, così ti ambienti, poi se ti va puoi tirarla tu!”.
Io? Tirarla tutta io da prima di cordata, io che faccio gare di boulder e metto insieme 10 movimenti ora avrei dovuto mettere insieme “10 piani”… ma non esitai un istante ad annuire felice e orgogliosa di questa possibilità, se ne fossi stata all’altezza l’avrei scoperto solo scalandola. E Norbi non esitò mai davanti ai miei sbagli o alle mie paure. Mi tranquillizzava se necessario, m’infondeva coraggio quando vedeva che tentennavo. Anche quando sul difficile traverso in preda al panico gli sbraitai addosso tutta la mia paura dicendogli che se gli mancavano i soldi per mettere uno spit lì glieli avrei dati io… io lo stavo insultando, lui tranquillo mi parlava con dolcezza rassicurandomi, e la sua serenità portò le punte dei miei piedi ad essere di nuovo ferme sui piccoli appoggi. Sapeva che potevo farcela con le mie capacità e lasciò spazio e libera espressione ad ogni mia emozione, alla mia lettura della roccia, al feeling che si era creato tra me e la via. Ogni suo intervento era così misurato che mi sentivo sicura di osare, sperimentare, libera di mettere testa e cuore in ciò che stavo facendo, come sul settimo tiro, dove gli spit sono così distanti che tra uno e l’altro fai in tempo a perdere la retta via e ti ci vuole una bussola per orientarti… eppure la roccia è tanto bella che mani e piedi andavano da soli, e vanno finché sentii Norbi che non poté più farmi rischiare di andare oltre: “Gio, Gio, stai salendo un po’ troppo, scendi un po’ e poi verso sinistra”. Lui sorride e io sono felice, sono felice anche quando non vedo la penultima sosta e dopo un paio di zig zag che creano un attrito pazzesco, mi dovetti puntellare incastrando il corpo nel canalino finale e girarmi tirando con tutta la forza che avevo per recuperare la corda che ancora mi occorreva ad arrivare in cima. E sono felicissima quando insieme usciamo sul sentiero sommitale e ci abbracciamo e facciamo un autoscatto, immortalando un istante che porterà con se l’emozioni di una giornata infinita….
È questa l’essenza fondamentale del compagno di cordata con cui si crea un legame speciale, quasi alchemico. Una persona che ti sta accanto, di cui ti fidi perché in quel momento le stai affidando la tua vita e lei la sua, che riesce a trasmetterti una forza notevole. Il tuo compagno c’è ed è lì per te e tu per lui. Ti sostiene non solo facendoti sentire sicura ma dandoti la voglia e lo stimolo di andare oltre i tuoi stessi limiti. È una sensazione grandiosa. L’esperienza con Norberto Riva mi ha proprio fatto sentire la profonda unione che si crea tra te e l’altro. In mezzo la roccia, la tua intimità e le tue emozioni che si sprigionano nell’istante in cui poggi la mano su quella superficie, dura, forte a volte fredda, eppure quello che poi ti rimane è un fuoco dentro. Ecco il valore profondo dell’arrampicata, che non è il semplice raggiungere la vetta o il risultato che ottieni, ma tutto l’insieme che si crea nel viaggio.
Dieci piani è una via bellissima, ma quello che ha dato a me è ancora di più. Grazie Norbi, portami ancora al Sasso Cavallo!!
La via Dieci piani di morbidezza sulla parete sud-est del Sasso Cavallo 1923 m (Grigna Settentrionale) è stata aperta nel 1991 da Norberto Riva, Gianfranco Tantardini e Umberto Villotta ed è stata definita la via più bella delle Grigne. NdR).
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Di praticanti entusiaste cosi’ ce ne vorrebbero MILLE!
Provvedo immediatamente all’aggiornamento della lista dei materiali per un’eventuale ripetizione della via includendo “Il correttore”.