Intervista a Giulia Venturelli

Intervista a Giulia Venturelli
di Giacomo Rovida

Nel variegato mondo dell’alpinismo la quantità di donne che lo pratica è sicuramente una parte molto piccola.
Probabilmente la fatica, il freddo, il rischio tengono lontano il “gentil sesso” da questa disciplina.

Eppure parlando con Giulia mi è sembrato naturale accostarla alla montagna, all’alpinismo quasi come fossero un elemento unico.

Giulia Venturelli in Yosemite
Giulia Venturelli nella Yosemite Valley

Giulia è un’alpinista fortissima autrice di nuove vie e prime ripetizioni soprattutto su terreno misto, su quel terreno dove oggi si scrivono le grosse imprese alpinistiche sulle grandi montagne.

Inoltre sta seguendo i corsi di Guida Alpina, sta quindi indirizzando definitivamente la sua vita verso un punto preciso, verso la totale dedizione alla montagna.

Ho deciso di intervistarla non tanto per il suo curriculum (nonostante sia ampio, ben fornito e sicuramente di livello) ma quanto più per renderla uno spunto per le donne, per tutte le ragazze che si avvicinano all’arrampicata sportiva e magari lì si fermano.

Giulia può essere un esempio vicino da imitare, una giovane ragazza timida e bella che quando è in giro per i monti sa lasciare il segno del suo passaggio.

Mi auguro che questa intervista possa in qualche modo smuovere la curiosità di tante ragazze e che le porti lontano dalla falesie e più vicine alla pareti perché come diceva Patrick Gabarrou in una famosa intervista “una via sportiva è spesso piacevole, una sensazione veloce ma solo le grandi avventure in montagna sanno riempire l’animo di emozioni”.

Volevo scrivere tanto altro ma trovare le parole giuste è difficile e poi si sa le donne in questo sono più brave… dunque buona lettura!!!

Giulia Venturelli su Beyond God and Devil, Aiguille des Pélerins
Giulia Venturelli su Beyond God and Evil, Aiguille des Pelerins

Iniziamo con le presentazioni, chi è Giulia? (chi sei? Dove vivi? Cosa fai nella vita? Solite cose)
Ciao, sono Giulia Venturelli, sono nata a Brescia il 17 giugno 1990, attualmente mi impegnano il corso aspiranti guide alpine e un po’ di lavoretti vari che mi permettono di ripagarne le spese…

Come hai iniziato ad’appassionarti alla montagna?
Ho iniziato a frequentare la montagna sin da bambina, insieme alla mia famiglia e ai miei cugini: credo che l’averla vissuta con loro come fosse un gioco sia stato uno degli elementi che mi ha fatto innamorare di questo ambiente fantastico. Diventata grande invece il mio “mentore” è stato Beppe Chiaf.

Giulia Venturelli impegnata nel Supercouloir, Mont Blanc du Tacul
Giulia Venturelli sul Supercouloir al Mont Blanc du Tacul

Sei una delle poche donne che praticano alpinismo ad alti livelli, come mai pensi che ci siano poche donne che praticano quest’attività?
Probabilmente per la somma di più fattori: è un’attività di resistenza e fatica, spesso le giornate in montagna iniziano presto e finiscono tardi, bisogna aver voglia di stare un po’ al freddo, al vento e d’ingaggiarsi, a questo aggiungerei anche che quello dell’alpinismo è un ambiente abbastanza maschile dove all’inizio non è facile trovare compagni di cordata, se poi sei giovane e femmina “hai proprio la faccia della poco affidabile” ma col tempo ci si fa strada…

Immagino che solitamente durante le giornate tra i monti i tuoi compagni saranno degli uomini? Com’è il rapporto con loro? Vieni trattata con riguardo?
Ho fatto il liceo in una classe di 22 donne e 3 maschi… posso garantire che è molto meglio fare il corso aspiranti guide alpine in una classe di 11 maschi e 1 donna!! Con i miei compagni mi trovo bene anche perché se cosi non fosse non ci scalerei!!!

Giulia Venturelli in un tentativo invernale
Giulia Venturelli in un tentativo di via in invernale
Giulia Venturelli sulla Fessura della Disperazione, Sergent, Valle dell’Orco
Giulia Venturelli, Fessura della Disperazione, Valle dell'Orco

Hai partecipato alle competizioni di dry tooling, cosa ti piace di quel mondo? Partecipi ancora o hai lasciato? Perché?
Sì, ho partecipato per tre anni alle competizioni di coppa del mondo di dry tooling, è stata un’esperienza stimolante sotto molti aspetti. Mi ha permesso di stringere nuove amicizie con arrampicatrici di nazionalità diverse con cui sono ancora in contatto, di migliorare e accrescere le mie capacità, fare esperienza e dunque imparare. Ho smesso perché prima di tutto non ero una campionessa J; secondo, richiede veramente tanto tempo e dedizione e sommando il tempo per gli allenamenti all’università non restava il tempo sufficiente per andare in montagna e quando ero chiusa in isolamento pre-gara a Sass Fee mentre fuori splendeva il sole mi veniva il “magone” di non poter essere per monti.

Hai aperto un buon numero di vie di misto dove il dry tooling è “un’arma”fondamentale per salire di tiro in tiro. Cosa pensi di questa disciplina? E il fatto che piccozza e ramponi possano danneggiare la roccia?
Penso sia un’altra opportunità/disciplina per vivere la montagna e divertirsi, purché non venga praticata in posti adibiti all’arrampicata su roccia… per il resto, che picche e ramponi rovinino la roccia non lo vedo un problema, nel senso che, come in tutto, basterebbe il buon senso delle persone per discernere come, dove e quando…

Giulia Venturelli sulla prima lunghezza di An… Ice Surprise, Combe Maudit
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Enrico Bonino sulla seconda lunghezza di An… Ice Surprise, Combe Maudit
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Moltissimi alpinisti hanno detto che il dry tooling può innalzare il livello e la velocità con cui si salgono grandi montagne: pensi sia vero? Può essere davvero un passo avanti per muoversi sulle montagne?
Sicuramente può essere un ottimo allenamento propedeutico, oggi l’alpinismo sulle grandi pareti racconta quasi sempre di vie di misto, portate a termine in stile alpino, dove le parole chiave sono difficoltà, velocità e leggerezza.

Immagino che il misto sia la tua disciplina preferita: cosa ha di speciale rispetto all’arrampicata?
Sinceramente non ho una disciplina preferita, mi piacciono tutte… e mi piace cambiare assecondando le stagioni, le voglie e le condizioni che il meteo offre. Penso che questo permetta di vivere più sereni e felici, perché si vive nell’attesa delle condizioni ottimali ma in base a quello che madre natura offre si parte e si va!!

Sei mai stata in spedizione? Dove ti piacerebbe andare?
No, purtroppo non sono mai stata in spedizione. Fuori dalle Alpi (cioè Francia, Italia e Svizzera) ho scalato solo nella Yosemite Valley… finito il corso Guida ci sono parecchi posti che mi piacerebbe visitare, ma per ora il mio orizzonte temporale si ferma all’ottobre 2015.

Il tracciato di An… Ice Surprise, Combe Maudit
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Con Tito Arosio e Mauro Gibellini hai ripetuto Groucho Marx sulle Grandes Jorasses, com’è stata quell’avventura?
Groucho Marx è stato un bellissimo viaggio, la via è super completa, non le manca nulla: l’ambiente è selvaggio e magnifico, l’avvicinamento fa passare la voglia di tornare indietro, bivacco con panorama di lusso, parete di roccia perfetta, infine l’uscita per tiri di misto, la cresta e la vetta!!

È stato difficile trovare compagni per le avventure più difficili? Hai trovato barriere?
Ora trovare dei compagni non è difficile, tendenzialmente scalo sempre con le stesse persone. Un po’ di anni fa, quando ho iniziato, non è stato per niente facile, erano quasi tutti diffidenti a unirsi in cordata con una ragazzina… E’ invece ancora difficile trovare una compagna con cui condividere avventure in montagna.

Recentemente hai aperto una via sul Monte Bianco, sulla Combe Maudit: An… Ice Surprise (M7 ,WI5, A1+, III). Com’è nata quest’avventura? Enrico Bonino è un tuo compagno abituale? Com’è il tuo rapporto con lui?
Enrico, l’ho conosciuto lo scorso anno, è una persona veramente molto gentile e disponibile: gli scrivevo per avere informazioni di vie e condizioni e lui rispondeva sempre con precisione e puntualità; così dopo un po’ abbiamo deciso di scalare insieme qualche giorno… non scaliamo spesso insieme, lui abita in Valle d’Aosta, io qui, e ognuno ha i suoi impegni… però le poche vie che facciamo insieme sono scelte con gusto!!

Giulia Venturelli
Giulia Venturelli

Hai qualche sogno nel cassetto? Qualche via che ti piacerebbe ripetere\aprire?
Sogni e progetti tanti, ma preferirei non parlare del mio futuro, mi mette un po’ in imbarazzo.

Di solito sul finire dell’intervista domando sempre: cosa consiglieresti a un giovane? A te invece domando cosa consiglieresti a una ragazza che vuole lanciarsi nel mondo dell’alpinismo?
Di metterci grinta, determinazione, orgoglio e di farsi valere!!

 

Leggi il racconto di Enrico Bonino sulla via nuova aperta con Giulia Venturelli alla Combe Maudit

Per la relazione di An… Ice Surprise

 

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Intervista a Giulia Venturelli ultima modifica: 2015-03-02T07:00:54+01:00 da GognaBlog

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16 pensieri su “Intervista a Giulia Venturelli”

  1. Gentile Giulia,
    dalla tua intervista si capisce che quello che tu chiami orgoglio è in realtà umiltà. Anche per questo non vuoi parlare del tuo futuro, giustamente.
    In montagna l’orgoglio non aiuta (spesso fa i morti) mentre l’umiltà, si. E tu ce l’hai!
    A parte i commenti di anonimi da “cestinare” (Il Capo è sempre lapidario nei suoi commenti), ti faccio i miei complimenti. Sono anche io una guida e ho un figlio più o meno della tua età.
    Ciao
    marcello cominetti

  2. Come Gussaghese e amica della tua famiglia….sono molto orgogliosa…. Complimenti e continua così

  3. Sempre per l’anonimo: io l’ho conosciuta sulla nord del Cervino in una fredda giornata autunnale dove ci siamo guadagnati la parete battendo traccia in mezzo metro di fresca….e poi l’ho incrociata di nuovo sulla nord delle Jorasses, non proprio un posto dove si fanno passeggiate di piacere…di gente che lavora poco, scala tanto e fa il figo sugli spit ce n’è in giro uno sproposito, però non mi è mai capitato di incrociarli in posti così!
    Brava Giulia!

  4. io la conosco bene al lavoro si fa in quattro fa lavori che le persone normali in cerca di ferie orari prestabiliti e poca fatica schivano ben volentieri ho arrampicato con lei e ti assicuro che parla la stessa lingua dei big e ha la tranquillita e la serenità di mettere il proprio nome su quello che dice e fa .
    Oscar Bertarelli

  5. Non conosco Giulia, ma vedendo le foto, sentendo i suoi compagni di corso parlarne positivamente, considerando il percorso che sta portando avanti-il diventare Guida Alpina- che non è proprio una passeggiata, direi che l’anonimo ha pisciato un po’ fuori dal vaso.

    Ma che bello è che una ragazza intraprenda una passione e tra un po’ un mestiere così bello e arricchente!!!

    Alè Giulia siamo con te!

  6. Scusa anonimo. .ma nella alpinismo è la testa che fa’la differenza! !! SE È FORTE E’PRINCIPALMENTE X QST!!! Lei il suo lavoro se lo sta’ guadagnando sul campo!! Brava Giulia !!!

  7. Io non so dove “si pianta” l’anonimo di cui sopra. Di certo sarebbero da cestinare il suo commento e lui stesso

  8. Brava Giulia, non ti conosco personalmente ma ti ho visto arrampicare in giro… Fortissima! Noto dal commento sopra che qualcuno è un pò invidioso, sarà uno che si pianta sul 3b (come me d’altronde), succede quando una viaggia su alti livelli… 🙂 🙂

  9. Ciao Anonimo,
    il solo fatto che non metti nome e cognome dimostra di che pasta sei fatto.
    Le tue affermazioni sono ridicole nei confronti di una ragazza che ha fatto davvero tanto.
    L’invidia è proprio una brutta bestia.
    con affetto
    Giacomo

  10. mi è bastato vederti salirte pochi metri per capire che hai delle doti eccezionali – brava

  11. son capaci tutti a scalar forte senza lavorare e affidando i tiri difficili al primo “BIg” conosciuto in giro…

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