La Scienza come entità unitaria non esiste

La Scienza come entità unitaria non esiste
di Guido Dalla Casa
(pubblicato su giornaledelribelle.com il 21 gennaio 2019)
Da Rassegna di Arianna del 15 gennaio 2019

È stato firmato recentemente da alcuni esponenti politici un manifesto che impegna a riconoscere “la Scienza” come un’entità al di sopra delle parti, sempre degna di riverenza da parte di tutte le forze politiche. C’è però un piccolo problema: la Scienza, così formulata come entità unitaria, non esiste. Esistono diversi paradigmi in cui i singoli scienziati inquadrano le proprie conoscenze. C’è quella che possiamo chiamare “scienza ufficiale”: è sostanzialmente la raccolta delle conoscenze che si inquadrano nel paradigma cartesiano-newtoniano, tuttora ritenuto da molti “la verità” malgrado sia stato falsificato più volte. Spesso i fatti che non si inquadrano in quel paradigma vengono semplicemente negati. Pertanto dire di ascoltare “La Scienza” è completamente privo di significato. Ma al pubblico bisogna continuare a far credere che ci sono “certezze”, quelle, appunto, della Scienza. Politicanti e giornalisti fanno a gara per continuare a farlo credere (con qualche eccezione).

Guido Dalla Casa

Esempi
– Da circa 90 anni sappiamo che la separazione fra mente e materia è stata falsificata (principio di indeterminazione – fisica quantistica) e la scienza “ufficiale” continua a procedere come prima, con la spaccatura cartesiana, come se esistesse un mondo materiale “esterno” realmente esistente;

– Si continua a considerare ogni processo come isolato e lineare dopo oltre trent’anni di studi sulla dinamica dei sistemi, dove si è visto inoltre che nei sistemi complessi è assolutamente impossibile fare alcuna previsione, anche probabilistica, oltre un certo limite di tempo;

– Sono passati oltre vent’anni dalla pubblicazione del libro di Ilya Prigogine La fine delle certezze ma nessuno se ne è accorto;

– Si insegna ancora che la materia è costituita da “particelle” e “vuoto” (dualismo vuoto-pieno) quando sappiamo che alla base di tutto c’è una sorta di Vacuità creativa (il vuoto quantistico) che costituisce l’universale;

– Sono passati 200 anni dalla pubblicazione della Philosophie zoologique di Lamarck (avvenuta nel 1809: 50 anni prima dell’Origine delle specie di Darwin) e ancora si continua a mettere in contrapposizione uomo e animale, come se si trattasse di due cose antitetiche o distinte. Sappiamo da due secoli che siamo animali, che facciamo parte della Natura e ancora si continua a torturare animali non-umani senza alcuno scrupolo, soprattutto da parte di molti cosiddetti scienziati: è invece evidente che l’etica deve riguardare tutti gli esseri senzienti.

Il filosofo tedesco Max Horkheimer metteva in guardia contro i pericoli della tecnocrazia

Conclusioni
Lo scienziato inglese Rupert Sheldrake, molto noto nel mondo anglosassone, ha posto in evidenza, nel suo libro Le illusioni della scienza (Apogeo Urra, 2013), le premesse che vengono prese come dogmi dalla scienza newtoniana-cartesiana considerata “ufficiale” e divulgata al pubblico come certezza:

– La Natura si comporta come una macchina;

– Il complesso energia-materia è rimasto costante da sempre e per sempre;

– Le leggi della Natura restano invariate;

– La materia non ha alcun genere di coscienza;

– La Natura non ha alcuno scopo, né obiettivo;

– Tutta l’eredità biologica è trasmessa nella materia;

– Tutto ciò che è nella memoria è registrato come tracce materiali;

– La mente è un prodotto soltanto del cervello;

– I fenomeni psichici sono illusioni;

– La medicina materiale meccanicista è l’unica che funziona veramente.

Chi non riconosce queste premesse viene rifiutato, respinto, considerato “non-scientifico”, “esoterico”, mistico”, alla faccia del metodo scientifico. Invece il paradigma cartesiano-newtoniano dovrebbe considerarsi ormai falsificato. Naturalmente ci sono molte eccezioni, cioè ci sono scienziati non-meccanicisti, ma vengono guardati con sospetto: le loro idee circolano solo fra specialisti, o poco più. Si noti che tutte le conoscenze sopra citate come esempi provengono dalla scienza stessa. Se ne deduce che la cosiddetta Scienza, quella venerata da molti politicanti e giornalisti (non tutti) come se fosse un’entità unitaria e un’unica voce infallibile, non crede più neanche a se stessa. Sia ben chiaro, personalmente sono decisamente a favore della Scienza, quella che si è liberata dai dogmi meccanicisti, ma non di quella scienza che si autoproclama la verità oppure un assoluto, che serve a raccogliere le firme di alcuni politicanti che fanno finta di litigare fra loro ma che hanno come scopo quello di perpetuare il sistema.

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La Scienza come entità unitaria non esiste ultima modifica: 2020-03-24T04:10:48+01:00 da Totem&Tabù

109 pensieri su “La Scienza come entità unitaria non esiste”

  1. Pare che in una classe di 30 persone la metà disponga di un pc. L’altra è divisa tra chi ha solo il telefono e chi deve attendere la sera per poter utilizzare quello che il genitore ha utilizzato durante il giorno per lavorare.
    —-
    La proposta di una scienza in grado di tener conto della metafisica penso – per me è così – alluda ad una cultura meno settorialmente specializzata, ovvero più olistica.
    In ambito olistico per esempio, chi ritiene di essere lorenzo merlo, sta evidenziando di non avere consapevolezza quanto quell’affermazione lo limiti e sia  limitata.
    In un certo senso (quello tecnico-storico-amministrativo), siamo lorenzo merlo, ma non in tutti i sensi. Non in quello evolutivo.
    Questi altri sensi o dimensioni permettono un’evoluzione che un ambito chiuso tende a impedire.
    Chi infrange la norma che governa l’ambito viene punito, estromesso e vive il senso di colpa o la frustrazione, prodromi di malesseri.
    Accade così che le relazioni godano di uno spazio conflittuale che crediamo normale e irriducibile.
    Il passo comporta proprio accedere alle doti – che già abbiamo ma, seppellite da strati di ideologie – idonee a ridurre il terreno del conflitto senza controindicazioni alienanti.
    Ciò permette di scoprire che la normalità del conflitto e la conseguente irriducibilità, è tale solo se siamo lorenzo merlo e basta.
    Diversamente non è né normale né irriducibile.

  2. Merci, Lorenzo. L’articolo offre spunti di riflessione, però anche a me la conclusione sembra sconclusionata: come può la scienza entrare a contatto con lo spirito e perché dovrebbe farlo? Vi sono infinite altre strade per giungervi, per fortuna, senza l’ingerenza della scienza.
    Ciò non toglie che, a meno che le forze dell’Universo creato intervengano, si stia andando con tutta probabilità verso i mondi immaginati da Orwell e Huxley.
    A me, per esempio, ha molto colpito la velocità con cui è stato reso possibile l’insegnamento online a tutti gli studenti d’Italia. All’inizio mi ero detta che, visto che si stava vivendo un momento di emergenza, la scuola sarebbe passata in secondo piano dando a tutti il 6 politico. Invece no. Segno, forse, che il mastro che tiene i fili dei burattini già immaginava un lungo periodo di reclusione, in barba al tempismo sbagliato che ha portato al ritardo nell’attuare le giuste misure di contenimento (partite di calcio, impianti sciistici, imprese che hanno continuato a far lavorare i dipendenti, nessun controllo sugli spostamenti ).

  3. Giacomo qualche titolo, più o meno strettamente, relativo al discorso in questione.
     
    – Aa.vv. – Api o architetti – L’Unità, Roma 1990
    – Barcellona Pietro – Il sapere affettivo – Diabasis, Reggio Emilia 2011
    – Bateson Gregory – Mente e natura – Adelphi, Milano 1984- Bateson Gregory – “Questo è un gioco” Perché non si può mai dire a qualcuno “gioca!” – Cortina, Milano 1996- Bateson Gregory – Una sacra unità – Adelphi, Milano 1997- Bateson Gregory – Verso un’ecologia della mente – Adelphi, Milano 1990- Bateson Gregory, Bateson Mary Catherine – Dove gli angeli esitano – Adelphi, Milano 1989
    – Calabrò Paolo – Le cose si toccano, Raimon Panikkar e le scienze moderne – Diabasis, Reggio Emilia 2011
    – Capra Fritjof – La rete della vita – Rizzoli, Milano 1997- Capra Fritjof – Verso una nuova saggezza – Feltrinelli, Milano 1988- Capra Fritjof – Il punto di svolta – Feltrinelli, Milano 1984
    – Capra Fritjof – La rete della vita – Rizzoli, Milano 1997
    – Ceruti Mauro – Il vincolo e la possibilità – Cortina, Milano 2009
    – Cotugno Anna, Di Cesare Giovanni (a cura di) – Territorio Bateson – Meltemi, Roma 2001- Crary Jonathan – Le tecniche dell’osservatore. Visione e modernità nel XIX secolo – Einaudi, Torino 2013- Crespi Franco – Esistenza e simbolico – Feltrinelli, Milano 1978- Dalla Casa Guido – Ecologia profonda – Pangea, Torino 1996- Damasio Antonio Rosa – L’errore di Cartesio – Adelphi, Milano 1995- Damasio Antonio Rosa – Il sé viene dalla mente – Adelphi, Milano 2012- Damasio Antonio Rosa – Alla ricerca di Spinoza – Adelphi, Milano 2003- Damasio Antonio Rosa – Emozione e coscienza – Adelphi, Milano 2000
    – De Biasi Rocco – Gregory Bateson. Antropologia, comunicazione, ecologia – Cortina, Milano 2007- De Michelis Giorgio – L’informazione si genera nell’ascolto – Rivista Oikos n.1 pp. 115-129, Milano 1990
    – Demozzi Silvia – La struttura che connette. Gregory Bateson in educazione – Edizioni ETS, Pisa 2011- Dethlefsen Thorwald, Dahlke Rüdiger – Malattia e destino – Edizioni Mediterranee, Roma 1986- Donà Massimo – Magia e filosofia – Bompiani, Milano 2004
    – Feyerabend Paul Karl – Addio alla ragione – Armando, Roma 2004- Feyerabend Paul Karl – Dialogo sul metodo – Laterza, Bari 2007- Feyerabend Paul Karl – Contro il metodo – Feltrinelli, Milano 2002- Feyerabend Paul Karl – Ambiguità e armonia – Laterza, Bari 1996
    – Galimberti Umberto – Il corpo – Feltrinelli, Milano 2002- Galimberti Umberto – Gli equivoci dell’anima – Feltrinelli, Milano 2004- Galimberti Umberto – Orme del sacro – Feltrinelli, Milano 2000, Milano 2001- Galimberti Umberto – Paesaggi dell’anima – Mondadori, Milano 1996
    – Gamelli Ivano – Sensibili al corpo – Meltemi, Roma 2005- Gamelli Ivano – Pedagogia del corpo – Meltemi, Roma 2001
    – Gargani Aldo – Il sapere senza fondamenti – Einaudi, Torino 1975
    – Gogna Alessandro – Un alpinismo di ricerca – Dall’Oglio, Milano 1975
    – Grassani Enrico – L’assuefazione tecnologica. Metamorfosi del sistema uomo-macchina – Editoriale Delfino, Milano 2014
    – Grassani Enrico – L’altra faccia della tecnica. Lineamenti di una deriva sociale prodotta e subita dall’uomo – Mimesis Edizioni, Milano – Udine 2002
    – Heidegger Martin – Introduzione alla metafisica – Mursia, Milano 1972
    – Heidegger Martin – Essere e tempo – Longanesi, 1980
    – Heisenberg Werner – Fisica e filosofia – Il Saggiatore, Milano 1961
    – Hillman James – Il codice dell’anima – Adelphi, Milano 1997
    – Iannone Luigi – Jüng e Schmitt. Dialogo sulla modernità – Armando, Roma 2009
    – Illich Ivan – Nemesi medica. L’espropriazione della salute – red!, Cornaredo (MI) 2013
    – Jung Carl Gustav – Psicologia e alchimia – Bollati Boringhieri, Torino 2006
    – Jung Carl Gustav – La psicologia del Kundalini-Yoga – Bollatio Boringhieri, Torino 2004- Jung G. Carl, Whilhem Richard – Il segreto del fiore d’oro – Boringhieri, Torino 1981
    – Langs Robert – La comunicazione inconscia nella vita quotidiana – Astrolabio, Roma 1988
    – Laszlo Ervin – Worldshift scienza, società e nuova realtà – Franco Angeli, Milano 2008
    – Letizia Nucara – La filosofia di Humberto Maturana – Le Lettere, Firenze 2014
    – Lipton H. Bruce – La biologia delle credenze. Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula – Macro edizioni, Cesena 2006
    – Manghi Sergio – La conoscenza ecologica. Attualità di Gregory Bateson – Cortina, Milano 2004
    – Marshall McLuhan Herbert, Fiore Quentin – Il medium è il messaggio – Feltrinelli, Milano 1981
    – Maturana Humberto, Dàvila Ximena – Emozioni e linguaggio in educazione politica – Eleuthera, Milano 2006
    – Morin Edgar – Cultura e barbarie europee – Cortina, Milano 2006- Morin Edgar – La testa ben fatta – Cortina, Milano 2000- Morin Edgar – I sette saperi necessari all’educazione del futuro – Cortina, Milano 2001
    – Panikkar Raymond – La dimora della saggezza – Mondadori, Milano 2005- Panikkar Raymond – La porta stretta della conoscenza – Rizzoli, Milano 2005- Panikkar Raymond – La nuova innocenza – Servitium Editrice, Gorle (BG) 2003- Paracelso – Paragrano – Editori Laterza, Roma 1973
    Prigogine Ilya – Dall’essere al divenire – Einaudi, Torino 1986- Prigogine Ilya, Stengers Isabelle – La nuova alleanza. Metamorfosi della scienza – Einaudi, Torino 2011
    – Steiner Rudolf – L’iniziazione – Editrice antroposofica, Milano 1977
    – von Foerster Heinz – Sistemi che osservano – Astrolabio-Ubaldini, Roma 1987- von Foerster Heinz – Attraverso gli occhi dell’altro – Guerini e Associati, Milano 1996- von Foerster Heinz, Pörksen Bernhard – La verità è l’invenzione di un bugiardo – Maltemi, Roma 2001- Von Foerster Heinz, Von Glaserfeld Ernst – Come ci si inventa – Odradek, Roma 2001- Watzlawich Paul, Weakland John, Fisch Richard – Change – Astrolabio–Ubaldini, Roma 1974- Watzlawick Paul (a cura di) – La realtà inventata – Feltrinelli, Milano 2006- Watzlawick Paul, Janet Helmick Beavin, Jackson DeAvila Don – Pragmatica della comunicazione umana – Astrolabio, Roma 1971
     

  4. Torna l’ent.
    L’esperienza non è trasmissibile.
    Lo sguardo logico-analitico, la concezione materislista della realtà pare impediscano di intellegere il significato di un’espressione d’ordine differente.
    Non penso si possa scartare, per esempio, l’alchimia solo perché, se ne si legge un testo con l’imprinting positivista, sembra roba delirante.
    Più interessante mi pare è prendere per buone certe affermazioni e mettersi alla ricerca di un percorso che alle stesse affermazioni conduca.
    Poi sì che lo può abbracciare o tralasciare, ma mai più si tratterà di falsità.

  5. A me questo articolo suona come una moneta da 3 euro.
    “La tecnologia è entrata da oggi nel nostro corpo come e forse più di un virus. L’abbiamo lasciata entrare perché tra la tutela della privacy e la salute non potevamo che scegliere la seconda.” In realtà la tecnologia di controllo non entra nel nostro corpo se non in senso lato; quando ci è entrata è perché ce l’abbiamo messa noi perché ci fa comodo, con le protesi o i vari additivi chimici o farmaceutici.
    “La parola scienza ha la sua origine etimologica in scire ens: conoscere ciò che è, l’ente.” secondo la Treccani deriva da scies, scientis, participio presente si scio = sapere, ovvero ilmfatto di sapere, conoscere. L’ente ci è stato spinto dentro a forza dall’estensore; e sempre l’estensore ha forzato il significato di ens ai suoi fini
    Tuttavia è nell’invisibile della nostra mente che prendono avvio molti processi fondamentali per la vita: sono le nostre immagini o idee a disegnare la nostra storia. L’invisibile è causa del visibile, da sempre.” Ho sottolineato il metodo con cui si parte da una affermazione generica anche condivisibile (molti non significa tutti) per validare a una dichiarazione assoluta, senza fondamento. Subito dopo l’autore fa diventare Ente l’ente e afferma la necessità di studiare la fisica partendo dalla metafisica che la determina” per poter resistere alla manipolazione.
    Il finale poi è un assieme di affermazioni senza fondamento che fanno apparire più plausibile la verginità di Maria e più fondato il dibattito sul sesso degli angeli: “Per questo è necessario che la scienza torni a cercare un contatto con il mondo dello Spirito in quanto informazione dell’Essere, preordinante la materia.”
    Piuttosto che una filosofia su queste basi, preferirei quasi il caro, buon, vecchio monopolio della chiesa cattolica: giocavano sporco appena potevano, ma almeno sapevano ragionare. Qui siamo sotto il livello ‘apparizione della madonna’!
     

  6. …idea evidentemente ben diffusa e direi in special modo tra coloro che di scienza non si occupano.
    Certo. Tuttavia ne resta una cultura – presente anche tra gli addetti ai lavori – scientista. Ovvero che se un’espressione umana non ha il segno della sceinza è falsa.
    Vedi omeopatia, fiori di Bach, memoria dell’acqua, agopuntura, ecc.
    Non solo, quando la scienza così comè ora – non la sua evoluzione quantica – avrà mai i mezzi per riconoscere ciò che adesso gli è oscuro, anche la cultura considererà valido ciò che prima, per dogma scientista, considerava senza valore.
    È noto poi che per lo spesso meccansmo culturale, le cosiddette scienze imprecise, quali la psicologia, la sociologia, ecc in un primo tempo della loro vita sono state investite di un approccio totalamente analitico, mai sistemico, olistico, gestaltico.

  7. Lorenzo, grazie dello spunto. Ben scritto ma per me non e’ un passo avanti rispetto a questa discussione. Si pretende che la scienza debba soddisfare ogni umana esigenza di conoscenza – idea evidentemente ben diffusa e direi in special modo tra coloro che di scienza non si occupano. A me continua sfuggire il come ma anche il perche’ dovrebbe occuparsi di emozioni, di coscienza e di filosofia.  Al contrario, ho l’impressione che sia sano e opportuno che tenga ben lontana la sua codifica per lo meno dalle prime due.
    Ma posso sbagliarmi. Se hai indicazioni di qualche tentativo di studio di questo tipo, sarebbe utile saperne di più’. 

  8. Ecco.
     

    Dopo il Coronavirus. Andrea Pezzi: ristabilire un rapporto di fiducia tra cittadino, scienza e informazione. Grazie alla filosofia
    Andrea Pezzi

    5-7 minuti

    Caro direttore, ogni crisi, ogni guerra, ogni pandemia ha sempre accelerato i tempi della storia. In casi di emergenza gli esseri umani adottano scelte drastiche che, in tempi di stabilità, avrebbero impiegato decenni a prendere piede. Il Covid-19 ha messo in fast-forward la nostra generazione: il mondo che vivremo, alla fine di questa esperienza, sarà quello che era riservato ai nostri figli.
    Penso alla tecnologia e alle tante applicazioni che fino a ieri erano argomento per pochi e che oggi sono diventate improvvisamente fatto concreto nella vita di tutti. In Cina e in Corea sono stati già messi in opera, ad esempio, avanzati modelli di sorveglianza biometrica sulla cittadinanza e presto la stessa scelta potrebbe essere fatta anche da Israele. Gli algoritmi potranno così non solo analizzare le nostre preferenze off e online, i nostri spostamenti e le nostre parole, ma potranno incrociare tutto questo con le emozioni che questi eventi producono dentro di noi. La tecnologia è entrata da oggi nel nostro corpo come e forse più di un virus. L’abbiamo lasciata entrare perché tra la tutela della privacy e la salute non potevamo che scegliere la seconda. La salute è, del resto, un dogma nella nostra cultura, perché abbiamo smesso di cercare di capire in profondità cosa sia la malattia e persino cosa sia la morte. La filosofia, impoverita dall’arrivo delle religioni monoteiste, ha perso la sua battaglia contro la scienza, come se le due potessero dividersi davvero. La parola scienza ha la sua origine etimologica in scire ens: conoscere ciò che è, l’ente. Ma l’ente, il reale che attiene alla dimensione dell’essere, del metafisico, oggi è oggetto della sola indagine filosofica, mentre la scienza ha scelto di indagare solo l’aspetto fisico, quindi fenomenologico, della realtà. Tuttavia è nell’invisibile della nostra mente che prendono avvio molti processi fondamentali per la vita: sono le nostre immagini o idee a disegnare la nostra storia. L’invisibile è causa del visibile, da sempre.
    Oggi gli algoritmi sono in grado di creare un ponte statistico tra l’invisibile delle nostre immagini mentali e il visibile dei nostri dati biometrici e dei nostri comportamenti, trasformando quelle informazioni in un programma di manipolazione capillare come neppure Orwell avrebbe immaginato. In questo scenario torna ad essere indispensabile chiederci se esista un ente che dà forma alle nostre coscienze, il punto di contatto con il mondo-della-vita, come direbbe Edmond Husserl, qualcosa che sia riconducibile al concetto di anima, al logos di Eraclito: un principio ontologico che fonda la vita, tutta, inclusa quella umana. Un’informazione dell’Essere che dà forma alla vita e definisce così il Reale, istante per istante. Un’informazione che può essere o non essere ascoltata dalla coscienza individuale e che rende l’intera esistenza umana un mistero imponderabile, nella misura in cui l’uomo non la sa leggere.
    Nella battaglia contro le fake news già oggi le istituzioni sono ingaggiate in una bonifica di tutte quelle opinioni alternative alla verità di sistema. Tuttavia, più cresceranno il controllo e la censura, più autorevoli diventeranno le fake news, perché nessuna verità si può imporre per decreto e l’essere umano, di fronte alle verità imposte dall’alto, è naturalmente portato a fuggirle. Le nostre società dovrebbero quindi ricostruire un rapporto fiduciario tra il cittadino e la scienza e le informazioni ufficiali. Ma, ancora una volta, questo si può fare solo se queste ultime scelgono di fare i conti con il Reale in senso filosofico, ovvero se accettano la sfida che da sempre agita le menti migliori: studiare la fisica partendo dalla metafisica che la determina, oppure, parafrasando W.K.Heisenberg: comprendere quella «energia in continuo movimento che collassa secondo forme prestabilite, ma le cui coordinate non sono rintracciabili nella materia».
    In altri termini, capire da cosa prendono forma le nostre emozioni è essenziale. Conoscere noi stessi, far emergere il nostro inconscio, è oggi più che mai vitale. Jung parlava di inconscio collettivo, ma oggi siamo nel tempo della manipolazione della coscienza collettiva, attuata dagli algoritmi che, essendo più sofisticati della capacità di verifica e controllo razionale della mente umana, finiranno per autogestirsi come nei più drammatici romanzi di Isaac Asimov. In chiave individuale, la manipolazione psicologica, può avvenire solo in quei soggetti la cui coscienza è sconnessa dal proprio principio ontologico o di natura, quei soggetti che vivono, in altre parole, in totale dipendenza dagli stereotipi del loro sistema di riferimento. Per questo è necessario che la scienza torni a cercare un contatto con il mondo dello Spirito in quanto informazione dell’Essere, preordinante la materia. Si tratta di imparare a identificare, isolare e applicare il criterio di realtà che fonda l’identità di ogni forma vivente. Solo così si potrà evitare uno scenario in cui gli algoritmi finiranno per elaborare sistemi sociali sempre più spinti verso l’eliminazione di ciò che oggi possiamo ancora definire «l’umano».

    30 marzo 2020 (modifica il 30 marzo 2020 | 07:16)
    © RIPRODUZIONE RISERVATA

     

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