La “via dell’Ideale”

Metadiario – 145 – la via dell’Ideale

Dopo la splendida prova di Bibi, che per la prima volta ha calzato sci da scialpinismo su un Quattromila esotico, decidiamo di approfondire le sue conoscenze su terreno alpino. Scegliamo la zona di Solda.

Dopo una romantica notte in confortevole albergo, il 9 marzo 1988 saliamo la Punta Beltovo per la cresta sud-ovest, traversando poi al Passo Beltovo e scendendo da lì per il canale a ovest. Il giorno dopo incrementiamo con un’escursione più impegnativa: presi gli impianti e dopo aver traversato al rifugio Serristori, raggiungiamo lo Zajjoch e la punta della Kleine Angelusspitze 3318 m: giornata stupenda. L’11 marzo è la volta della Suldenspitze (per cresta ovest) e il 12 marzo, con tempo quasi proibitivo, saliamo la Punta Madriccio, da sud.

Gran Zebrù (Koenigspitze), Monte Zebrù e Ortles (Ortler) dai pressi del rifugio Città di Milano. Bibiana Ferrari, 9 marzo 1988.
Bibi Ferrari in salita verso la Kleine Angelusspitze, 10 marzo 1988. Sullo sfondo Gran Zebrù (Koenigspitze) e M. Zebrù.
Cima Vertana (Vertainspitze), versante nord, salendo alla Kleine Angelusspitze. Sullo sfondo Gan Zebrù e Monte Zebrù.

I weekend sono quasi tutti dedicati a Finale Ligure, mentre in “ufficio” si era verificato qualche cambiamento. Si affaccia nella nostra vita lavorativa Marco Milani, già allora buon fotografo. Con lui vado a scalare a Finale il weekend del 26 e 27 febbraio. Avevamo lasciato la stanza in cortile e affittato un enorme scantinato, sempre allo stesso indirizzo di via Volta 10 e sempre con lo stesso proprietario, ma al di sotto dello stabile di fronte al nostro, nel secondo cortile. Mentre traslochiamo i libri da un magazzino all’altro, per una mossa azzardata ma probabilmente anche per il cattivo fissaggio delle mensole, Marco precipita dalla scala e nella caduta viene sommerso da una valanga di libri… per fortuna senza conseguenze.

Bibi Ferrari in salita verso la Kleine Angelusspitze, 10 marzo 1988
Bibiana Ferrari in vetta alla Kleine Angelusspitze, 10 marzo 1988
Bibi Ferrari in salita verso Cima Solda (Suldenspitze), 11 marzo 1988

Si accede allo scantinato con una lunga e stretta scala: quando si entra la positiva sensazione di luminosità (assicurata da vetrate non apribili che si affacciano da una parte nel nostro secondo cortile e dall’altra su via Varese) non riesce a controbilanciare la negativa sensazione di umido.

Anche in questo caso dovevamo provvedere alla linea telefonica, ma questa volta riuscii ad avere il permesso di stendere il tanto sospirato cavo: era il 9 giugno 1987.

Dal 18 ottobre 1988 eravamo autorizzati dal CAI a vendere a privati, librerie e grossisti le pubblicazioni del CAI stesso.

Giuliana Scaglioni da tempo non lavora più con noi, la rimpiazziamo con due figure con competenze assai diverse. Chiara Sicola è la sorella dell’amico Giovanni, figli dell’accademico Carlo Sicola. Lei interviene solo dopo che questo scantinato diventa la sede operativa di Mountain Wilderness Italia, nel frattempo fondata. Io ne sono il Segretario e dunque occorre organizzare tutta la parte di quote di iscrizione all’associazione e naturalmente anche la gestione manifestazioni ed eventi. Chiara vanta conoscenza dell’uso dei computer, che Marco ha caldeggiato e di cui ha seguito l’acquisto e l’installazione. Siamo ancora ben lontani da programmi di ambiente window, quindi niente word né excel, né grafiche di alcun tipo. Pur nella primitività del sistema DOS, all’inizio Nella ed io riusciamo comunque a essere a disagio… ma entrambi comprendiamo che il problema è solo nostro e il futuro sarà quello. Marco Milani ci aiuta, assieme a Giorgio Sitta, la new entry che dovrebbe darci una mano in Redazione, ma che presto purtroppo si rivelerà un cattivo acquisto. Credo infatti di avergli dato un compito a lui non gradito, cioè la redazione di un libro per la Zanichelli: un fallimento totale, che ha addirittura minacciato la prosecuzione della nostra collaborazione con la casa editrice di Bologna. Siamo costretti a “licenziarlo”, con grande dispiacere. In seguito Giorgio, rimasto comunque nostro amico, si trasferirà a Gressoney e diventerà un’autorità in campo informatico.

Salita alla Suldenspitze (Cima Solda), 11 marzo 1988
Bibi Ferrari in salita verso Cima Madriccio, 12 marzo 1988

E’ anche in seguito alle quotidiane avversità che presto troneggia un cartello sul muro, confezionato da Marco: “meglio prevenire che subire”. Nel frattempo riusciamo a concludere la lavorazione e a stampare la guida Profonde gole, la prima monografia di itinerari di canyoning apparsa in Italia, a cura di Michele Sivelli e Mario Vianelli: 56 siti diversi, dalle Alpi alla Calabria, fino a Sicilia e Sardegna.

L’uscita della Via dell’Ideale ingombra di materiale di scarto della funivia. Foto del 1987 di Maurizio Giordani.
La desolazione di Alessandro Gogna alla base della Via dell’Ideale, parete sud della Marmolada, 31 luglio 1988.

Per via delle vicende affettive di cui ho raccontato in precedenza, con Nella eravamo arrivati alla conclusione che dovevamo separarci. Ovviamente la resistenza fatta da me a questo proposito non servì a nulla. Lei s’incaricò di trovare un appartamento in cui intendeva trasferirsi: lo trovò in corso Sempione 88 e lo acquistai il 5 novembre 1987. Era una casa di ringhiera, al primo piano, tutto sommato però senza i grandi disagi che questo tipo di abitazioni regalano. In effetti Nella andò ad abitarci, non ricordo più bene in quale mese invernale, per restarci fino al maggio 1988.

Ornella Antonioli alla base della Via dell’Ideale, parete sud della Marmolada, 31 luglio 1988.
La parete sud della Marmolada con il tracciato della Via dell’Ideale.
Graziano Feo Maffei, Via dell’Ideale, Marmolada, 23 luglio 1988

La lontananza da lei mi pesava moltissimo, presto fui costretto a riconsiderare la mia situazione. Con dolore mi risolsi a confessare a Bibi questa grande problematica, provocandole penosa disperazione, più che altro dovuta al fatto che effettivamente stavamo così bene assieme che lei non poteva capire il perché della mia decisione. L’ultima volta che andai con Bibi in viaggio da qualche parte fu dal 2 al 6 aprile in Provenza: arrampicammo alla Tête de Chien, poi a Cimaï e infine ancora in Provenza al Baou de Quatre Ouro e a Buoux. Fu un addio straziante. Subito dopo iniziai la ricucitura con Nella, convincendola alla fine a tornare in via Volta.

Paolo Leoni assicurato da Graziano Maffei, via dell’Ideale, parete sud della Marmolada, 23 luglio 1988.
Paolo Leoni assicurato da Graziano Maffei, via dell’Ideale, parete sud della Marmolada, 23 luglio 1988.
Giusto Callegari raggiunge Rosanna Manfrini e Maurizio Giordani, via dell’Ideale, parete sud della Marmolada, 23 luglio 1988.

Ai primi di maggio andai con lei al Festival di Trento, dove ebbi il piacere di scalare con Michael Kennedy (al Castello di Toblino) e con Royal Robbins (alla palestrina di Coltura, nelle Valli Giudicarie).

Il 7 maggio 1988 mi legai con Heinz Mariacher per un suo progetto: la prima in libera della via Loss-Pilati al Piccolo Dain. L’idea era sua, pertanto su quella splendida via gli lasciai sempre il posto da capo-cordata, accontentandomi di seguirlo con lo zaino. A proposito: perché avevamo lo zaino? Mah! Il peso di quel fardello provocò due miei resting, ma andava benissimo così, mentre lui riuscì nel suo obiettivo con facilità.

Graziano Maffei, via dell’Ideale, parete sud della Marmolada, 23 luglio 1988.
Graziano Maffei, via dell’Ideale, parete sud della Marmolada, 23 luglio 1988.
Giusto Callegari raggiunge Maurizio Giordani, via dell’Ideale, 23 luglio 1988

Altri episodi che ricordo con particolare piacere sono la puntata a Buoux (poi Verdon e poi Monte Cucco) con Nella (dall’1 all’8 giugno) e, sempre con lei, la successiva nelle Calanques (dal 3 al 9 luglio). Nella sale da prima la seconda lunghezza di Appellez moi Guido, in Verdon

Paolo Leoni sulla via dell’Ideale, 23 luglio 1988
Maurizio Giordani sulla via dell’Ideale, 23 luglio 1988
La cordata di Maurizio Giordani e Rosanna Manfrini sta per uscire dalla via dell’Ideale (variante finale Mariacher). E’ ben visibile la fessura finale della via originale di Aste, sovrastata dalla terza stazione della funivia.

Il 10 luglio 1988 si svolge l’operazione Gran Sasso pulito, la prima manifestazione di di MW Italia: il recupero ambientale del vallone delle Cornacchie sul versante teramano del Gran Sasso. Un centinaio di partecipanti, oltre 700 kg di immondizia rimossi. Tra gli alpinisti di spicco, gli aquilani Domenico Alessandri e Roberto Mancini, il chietino Giampiero Di Federico, Massimo Marcheggiani di Frascati, e i romani Franco Alletto, Fabrizio Antonioli, Pierluigi Bini, Luca Grazzini e Carlo Alberto Pinelli. Non ho modo di essere con loro, perché impegnato nella preparazione dell’operazione Marmolada pulita.

Infatti, dal 22 al 31 luglio, siamo alla Marmolada, in corrispondenza dell’inizio dell’operazione Marmolada pulita, la seconda manifestazione di Mountain Wilderness Italia. Il 22 sera sono al rifugio Falier. Con me sono Maurizio Giordani, Rosanna Manfrini e un ragazzo locale, Giusto Callegari: il nostro intento è quello di ripetere la via dell’Ideale sulla parete sud per documentarne la sozzura proveniente dalla stazione terminale della funivia di Punta Rocca. Questa riversa da vent’anni in parete, oltre ai rifiuti del ristorante, lo scolo quotidiano dei liquidi con gli oli esausti e ha provocato una vistosa striscia marrone lungo la direttiva del meraviglioso capolavoro di Armando Aste. Al rifugio incontriamo Graziano Feo Maffei e il suo compagno Paolo Leoni: hanno altri programmi, ma appena sentono il nostro chiedono se possono accodarsi. Cosa della quale possiamo essere solo contenti.

Giusto Callegari sulla variante Mariacher in uscita dalla via dell’Ideale
Giusto Callegari all’uscita della via dell’Ideale, 23 luglio 1988
Maurizio Giordani all’uscita della via dell’Ideale, 23 luglio 1988

Il 23 mattina partiamo dunque in sei. Anche se sono legato allo sconosciuto Giusto, con gli altri quattro mostri di bravura mi sento in una botte di ferro. Velocemente risaliamo i molti e bellissimi tiri che portano alla famosa traversata a sinistra, purtroppo infestati da detriti vari, soprattutto le schegge di vetro delle bottiglie buttate dall’alto. Ne è esente la magnifica traversata, per fortuna un po’ spostata. Mentre il vero calvario inizia subito dopo quando entriamo obbligatoriamente nel canale finale, nel quale scorre un vistoso torrentello marrone, puzzolente di organico e di sostanze derivate dal petrolio. In un tiro specialmente siamo esposti a una doccia davvero spiacevole. Subito dopo decidiamo di non seguire l’itinerario originale, bensì la variante Mariacher che infatti, tenendosi a sinistra del canale principale e dunque della linea di caduta degli oggetti e dei liquidi della stazione di Punta Rocca, ci permette di concludere la salita in modo senz’altro più piacevole. Riusciamo anche a scendere con l’ultima corsa della funivia. Io felice anche perché sono salito in rp.

Rosanna Manfrini all’uscita della via dell’Ideale, 23 luglio 1988
Malga Ciapela, 23 luglio 1988. Da sinistra, Rosanna Manfrini, Maurizio Giordani, Alessandro Gogna e Giusto Callegari.
Un finanziere in calata sui tiri finali della via dell’Ideale per la pulizia.

Conclusa l’operazione Marmolada pulita, di cui racconto altrove, il 1° di agosto regalo a Nella una delle più belle vie delle Dolomiti. Saliamo alla vetta del Sass Pordoi per la prima lunga parte della via Fedele e poi per la seconda parte della via Dibona. In vetta è evidente la nostra ritrovata felicità: ero anche riuscito a farle salire qualche tiro di corda da prima di cordata!

La squadra dei finanzieri di Predazzo, pulizia degli ultimi tiri della via dell’Ideale.
Ornella Antonioli da prima sulla via Fedele alla parete nord-ovest del Sass Pordoi, 1 agosto 1988
Alessandro Gogna e Ornella Antonioli in vetta al Sass Pordoi, 1 agosto 1988

Intanto si avvicina la metà di agosto, con in programma la manifestazione della teleferica della Vallée Blanche, a lungo preparata. Il 10 agosto con Nella salgo alla vetta del Grand Flambeau (per il versante nord) con lo scopo di misurare con esattezza il diametro delle funi che sorreggono il pilone aereo. La sera stessa lo comunico a Roland Losso, l’amico che Messner ha incaricato di costruire la ruota da boscaiolo necessaria per poter raggiungere la Scarpa della teleferica (vedi https://gognablog.sherpa-gate.com/il-cuore-dellutopia/).

Alessandro Gogna sulla via Bonatti alla Chandelle du Tacul, 11 agosto 1988
Alessandro Gogna sulla via Bonatti alla Chandelle du Tacul, 11 agosto 1988
Ornella Antonioli sulla via Bonatti alla Chandelle du Tacul, 11 agosto 1988

Dopo una notte al rifugio Torino, il giorno dopo con Nella ci avviamo sul ghiacciaio alla volta della via Bonatti alla Chandelle du Tacul. La nostra progressione si arresta però dopo 6 lunghezze: si sta facendo tardi e con Nella non voglio rischiare. Peccato, fin qui sono salito in rp e lei non è ancora stanca, anzi le dispiace scendere…

Alessandro Gogna in furgone sotto Monte Cucco, 8 giugno 1988

Tra i vari e tanti monotiri che trovate elencati, ricordo qui con particolare soddisfazione le salite rp di Attilio piccolo appiglio alla Bastionata del Lago (17 marzo), della seconda lunghezza della via Machetto a Monte Cucco (20 marzo), di Cool Raoul a Buoux (5 giugno).

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La “via dell’Ideale” ultima modifica: 2023-08-25T05:09:00+02:00 da GognaBlog

3 pensieri su “La “via dell’Ideale””

  1. La cordata di Maurizio Giordani e Rosanna Manfrini sta per uscire dalla via dell’Ideale(variante finale Mariacher). E’ ben visibile la fessura finale della via originale di Aste, sovrastata dalla terza stazione della funivia

    Non credo che quella fessura sia l’originale Aste, quanto piuttosto la variante aperta da Messner nella prima ripetizione. L’uscita Aste e un pò più a sx nel fondk del camino ghisccisto e qui non si vede. 

  2. La ripetizione della via dell’Ideale è stato un sogno realizzato quanto inaspettato. Una lunga giornata in parete sulle tracce di un grande Armando Aste. 

  3. La Bonatti alla Chandelle credo che sia poco ripetuta privilegiando Tabou dalla cengia a mezzaluna di metà’ parete, aperta da Piola successivamente. Ma il tiro a sinistra della cengia, fessura strapiombante, vale la visita…..
     

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