Punte di Schiantalà (AG 1964-013)
(dal mio diario, 1964)
Lettura: spessore-weight*, impegno-effort*, disimpegno-entertainment**
27 giugno 1964. Questa volta i compagni nuovi sono quattro. Carlo Mongrandi avrà 42-43 anni ed è soprannominato Tenzing per la rassomiglianza con il noto sirdar. E’ stato pilota da caccia, quindi è uno che si butta. Antonio Cevasco è più vecchio, circa 55 anni, forse di più, ma è in gamba abbastanza. poi c’è Silvano Grisoni, di circa 28 anni, novello professore di lettere, simpaticissimo, e suo fratello Giuseppe, detto Giuseppino, che ha fatto la 2a liceo scientifico nel mio stesso istituto, il Cassini. Quest’ultimo naturalmente lo conoscevo già.
A completare la lista ci sono io, con i miei quasi diciotto anni, Gianni Pàstine (circa 32 anni) e Gianni Calcagno (21 anni). E andiamo al rifugio Ervedo Zanotti, nelle Alpi Marittime ma non nel gruppo dell’Argentera, bensì in quello del Tenibres.
Per arrivare al rifugio Zanotti 2170 m, si passa da Demonte, Vinadio e Pietraporzio. Ancora in auto fino al Pian della Regina. Da lì al Gias del Piz, poi al rifugio con altri dieci minuti a piedi. Per i residui nevosi di una valanga, siamo costretti a lasciare l’auto prima.
28 giugno 1964. Al mattino dopo, sveglia alle 4, ma nessuna partenza prima delle 5.45, con grande disappunto di altri ospiti del rifugio. Non si parte perché il tempo è brutto. Poi si schiarisce il cielo, quindi partiamo, in direzione delle Punte di Schiantalà.
Dopo un bel po’ di cammino, cominciamo ad arrampicarci, legati, sul crestone est-nord-est dell’Anticima della Punta Nord di Schiantalà: difficoltà di II con passi di III e III+. Questa cima è alta circa 2820 m. Da là scendiamo alla forcella seguente e poi ancora per cresta fino alla Punta Nord di Schiantalà 2931 m, con difficoltà di III- e II. Ora, nella nebbia, scendiamo alla forcella e poi alla Punta Centrale 2962 m e quindi ancora alla forcella seguente per poi salire alla Punta Sud 2905 m c. Discesa finale al Passo di Schiantalà e risalita alle due cime 2954 m e 2949 m della Montagnetta di Rabuons, sul confine italo-francese. Da qui si vedono i bellissimi laghi del Rabuons e l’omonimo rifugio del CAF. Passando dalla Colla Zanotti, presso la Punta Zanotti 2734 m che non saliamo, andiamo di corsa al rifugio.
29 giugno 1964. Oggi invece è una giornata bella, perciò partiamo con l’intenzione di salire il Monte Tenibres, ma poi, visti i canaloni di neve al sole, solcati da rigole profonde in tutta evidenza pericolosi per i sassi, disdegnata la via comune e la salita alla Quota 3006 m del Monte Tenibres (tra lo stesso e la Rocca Rossa), ci dirigiamo allo spigolo sud del Bec dal Vir. Questo si presenta molto interessante (e da non confondere con la cresta sud-ovest, NdR). E’ un’arrampicata di IV- con un passo di V-, sempre un po’ sulla destra dello spigolo: quasi certamente è una via nuova, ma qui in Marittime meglio essere prudenti e non azzardare pretese. Gianni Calcagno per primo, poi io, Gianni Pàstine e gli altri. La cima è a 2974 m. Scendiamo a nord, alla Forcella del Vir e da lì giù per un canalone di neve (con sotto del ghiaccio) fino ai ghiaioni del vallone percorso in mattinata.
Bec dal Vir e Cima Burnat da est
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