Capodanno a Portixeddu

Metadiario – 173 –  Capodanno a Portixeddu (AG 1994-001)

Le vacanze invernali in Sardegna non si sa mai cosa ti riservano: un periodo ostile come quello del gennaio 1981, ma anche il sole e il tepore di altre stagioni.

Il 30 dicembre 1993 approdammo in Sardegna assai numerosi. C’era mia moglie Bibi, con mia figlia Petra (due anni) e la tata peruviana Maritza Arredondo; il fratello di Bibi, Simone, con la moglie Mariolina e il figlio Tommaso (quattro anni); Franco Ribetti e la moglie Marvi, Mario Ogliengo con moglie Luisa e figlio Mattia. Questi ultimi dormivano nel loro camper. Alloggiavamo a Portixeddu, in una tipica casa sarda rivolta più che altro al soggiorno estivo. Il camino si rivelò fondamentale, senza di quello sarebbe stata una vita grama. Ogni giorno tornavamo a casa con un rifornimento di legna, ma non bastava mai. Nel casino generale c’era da fare per tutti, con due bambini piccoli.

Petra e Ale a Planu Sartu, gennaio 1994
Petra a Masua, gennaio 1994

L’ultimo dell’anno andai con Franco a Masua, ma non ci fu permesso altro che due monotiri, Cavallo bendato e Capitan Findus. Vento e pioggia la facevano da padroni.

Il 2 gennaio andammo con Franco, Marvi e Mario a Domusnovas. Con alterne fortune riguardo all’onsight, ci avvicendammo su Cinecittà+Li peng, Shangai, il Milione, Anno del Serpente e Ombre cinesi. Andò meglio il giorno dopo a Masua, dove tra le altre belle cose riuscii a fare onsight I sogni di Francesca (6c). Fu una giornata piacevole, tutta la compagnia era presente e ci alternavamo a badare ai piccoli.

Franco Ribetti alla base della 2aL di Metafisica della Qualità, Masua, 3 gennaio 1994.
Mario Ogliengo sulla 2aL di Metafisica della Qualità, Masua, 3 gennaio 1994.
Mario Ogliengo sulla 2aL di Metafisica della Qualità, Masua, 3 gennaio 1994.

Il 4 gennaio ci dirigemmo a San Giovanni, Franco, Mario e io. Gli altri preferirono la spiaggia di Portixeddu. Producemmo 6 tiri, su parete in ombra. Ricordo gradito, l’onsight su New Generation e su Sangria (entrambe 6c).

Già dal tempo in cui Beppe Domenichelli era stato a casa mia a Champoluc conoscevo l’esistenza di Punta Pilocca, la mitica falesia dell’Iglesiente dove praticamente, grazie ai cagliaritani, è nata l’arrampicata sportiva sarda. Anche lì andammo in forze, colonizzando la falesia con la nostra ingombrante presenza. Era con noi anche Maurizio Oviglia, ma il numero di arrampicatori non migliorò le nostre prestazioni, di sicuro non le mie. Posto bellissimo, specialmente nel silenzio di una presenza più rarefatta.

In arrampicata a Punta Pilocca, 5 gennaio 1994
Bibi sorveglia la prima arrampicatina di Petra, Punta Pilocca, 5 gennaio 1994
Petra e la tata Maritza a Punta Pilocca, 5 gennaio 1994

La mattina del 6 gennaio iniziò male, perché arrivato alla base della falesia di Masua mi accorsi di aver smarrito nel sentierino di accesso la chiave della macchina. Mentre gli altri cominciavano ad arrampicare, scesi imprecando all’auto posteggiata. M’immaginavo la ricerca di un elettrauto il giorno della Befana, impresa senza speranza da quelle parti. Altro che ago nel pagliaio! Ma non mi rassegnai. Iniziai la ricerca cercando di ricalcare esattamente il mio percorso: questo non era così breve e non aveva un tracciato obbligato. In più punti salivo e ridiscendevo per percorrere ogni possibilità… Ma fui fortunato! Sotto del lentisco la vidi, la chiave nera sfuggitami chissà come dalla tasca.

Considerai la cosa di buon auspicio, tanto che in giornata salii a vista Body and soul (6b+) e Super Ossi Louigo (6c+).

Tommy e Petra ad Antas
Tommy e Petra a Capo Pecora
La parete di Gutturu Pala

Il 7 gennaio accogliemmo con piacere la proposta di Maurizio di andare alla Punta Gutturu Pala, una struttura assai nascosta e solitaria, sulla quale salimmo un itinerario dello stesso Maurizio, Personal Mountain, sei lunghezze fino al 6c+. In cima, Mario, Maurizio, Franco e io ci stringemmo la mano come in vetta a chissà quale montagna alpina. I due resting che avevo subìto non scalfivano minimamente la mia felicità, pari solo a quel posto meraviglioso.

La vacanza in Sardegna fu molto positiva, anche se dominata da temperature abbastanza rigide. La convivenza di persone così diverse non diede luogo ad alcun inconveniente: i bambini piccoli si erano divertiti tantissimo e anche i bambini grandi (cioè noi arrampicatori) avevano trovato un giusto equilibrio tra scalate e presenza. Anche le mamme avevano trovato la loro dimensione di vacanza.

Petra, ritorno in traghetto da Olbia a Genova
San Pietro, Val Varatella: Ale con Petra, poco prima di calarsi alla base della parete. Dietro è Franco Ribetti.
Bibi con Petra a Pian Marino (Finale Ligure)

Quel gennaio 1994 segnò anche l’inizio di una serie di visite a Compiano, un paesino dell’Appennino Parmense, vicino a Bedonia. Luca Marcora, un amico di Luca Santini, aveva una tenuta con annesso agriturismo “Le Carovane”, allevamento di vacche e suini e scuola di equitazione con i cavalli bardigiani. Era figlio del senatore Giovanni Marcora, nome partigiano di battaglia Albertino, che fu più volte Ministro dell’Agricoltura. Luca Santini si era dedicato alla formazione aziendale, proponendo quindi a diverse aziende dei momenti outdoor per i propri dirigenti. Era perciò alla ricerca di una località che permettesse di svolgere quelle attività contemplate dai programmi: i luoghi dovevano rispondere a precise regole, non troppo distanti, non troppo vicini, con sentieri ma anche senza: dovevano soprattutto permettere uscite in cui l’orientamento doveva essere al contempo insegnamento ed esempio per quando ci si sarebbe mossi nei meccanismi aziendali.
L’attrattiva principale di quei programmi di formazione era però la calata da una torre del Castello di Compiano, 22 metri di vuoto sicuramente adrenalinico per chi non aveva mai provato.

Petra, carnevale 1994
Ale e Petra, spiaggia di Finale Ligure, 20 febbraio 1994
Alessandro Gogna e Luca Santini in vetta al Monte Penna, 23 gennaio 1994

Petra fu subito la beniamina delle donne che gestivano l’agriturismo, nonché di Luca Marcora. Eravamo ospiti a casa sua, un vecchio edificio padronale in posizione altamente panoramica sorvegliato da Luna, splendida esemplare di abruzzese-maremmano. Petra chiamava il padrone Luca “buono” per distinguerlo da Luca Santini, che quindi era il Luca “cattivo”: non abbiamo mai capito perché.
Una delle sue attività preferite era ovviamente di andare a cavallo, anche se ancora non poteva farlo da sola. In bocca sua la parola “cavallo” era diventata “lallo”, lalli al plurale. Se c’è una disciplina per la quale certamente non sono tagliato è proprio l’equitazione, ma a quel tempo fui costretto ad adattarmi e farmi anch’io le mie passeggiate a cavallo.

Luca Santini in discesa dal Monte Penna, 23 gennaio 1994
Compiano, casa di Luca Marcora: da sinistra, Bibi, Petra, Luca Santini e Luna
Petra e Bibi, Bardonecchia, 13 marzo 1994

Il 23 gennaio 1994 aveva nevicato dagli 800 metri in su e il tempo era bellissimo. Luca ed io (soprattutto io) fremevamo per salire in alto e farci una bella gita pestando un po’ di neve. E invece, obtorto collo, eravamo costretti a passo di lumaca a fare un giro a cavallo nei boschi. L’unica cosa che mi consolava era la felicità di mia figlia che parlava a raffica e carezzava continuamente l’animale su cui stava viaggiando.
– Lalli, lalli…! – continuava a ripetere rapita.
Finalmente la semi-tortura ebbe fine e ci fu dato il via libera per il nostro mezzo pomeriggio di evasione. Saliti in auto, Luca ed io ci abbandonammo al giubilo. “Lalli, lalli… e che due cojoni!”, dicevamo senza pietà per sentimento e buon senso.

Petra e Bibi, Bardonecchia, 13 marzo 1994
Petra e Ale, Bardonecchia, 13 marzo 1994
Petra e Ale, Bardonecchia, 13 marzo 1994

Con qualche difficoltà per la neve raggiungemmo il Passo del Chiodo 1457 m, dove lasciammo l’auto. Ci avviammo quindi sprofondando in certi punti fino quasi al ginocchio lungo la strada forestale, per poi salire alla Forcella del Penna 1655. Qui salimmo sulla vetta del Monte Penna seguendo la facile cresta nord-nord-est. Eravamo paghi di quanto avevamo fatto, io mi sentivo un po’ in colpa per aver lasciato Bibi da sola con Petra. Non che questo c’entrasse molto, però in più c’era anche che ormai eravamo sicuri fosse incinta per la seconda volta… Ci precipitammo verso il basso, in tempo per autorizzarci a ritenere di non essere stati via così tanto…
Con Luca Santini il 27 febbraio andai in Toscana, alla pineta di Migliarino, per preparare e poi svolgere una sessione outdoor per la Pirelli. Preparammo il roadbook, dove presi confidenza con gli azimuth e tutti i  trucchetti per confondere i partecipanti.

Video dalla fine agosto 1993 all’aprile 1994, con riprese a Milano, Iglesiente, Finale Ligure, Bardonecchia, Compiano.
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Capodanno a Portixeddu ultima modifica: 2024-04-05T05:03:00+02:00 da GognaBlog

3 pensieri su “Capodanno a Portixeddu”

  1. Comunque si vestivano tenute riprovevoli…Mario Ogliengo è fin imbarazzante!

  2. Quando ero giovane e ancora dipendente d’azienda partecipai a un incentivo organizzato da Santini. Mi divertii tantissimo e fui eletta da Sodexho Pass personaggio dell’anno! 
    Più tardi, già in veste di guida, lavorai per lui a un incentive preparato per un altro ente. Mi divertii un po’ meno, anche perché si cominciava al mattino presto e si andava avanti con la cena di gala e dopocena.
     
    I racconti di Alessandro hanno la capacità di farti sentire parte del suo viaggio. 

  3. Bravo Alessandro!!!
    Immagini familiari che riscaldano il cuore….la famiglia credo che sia per noi..la piu bella montagna da percorrere…gustare…assaporare….scalare!!!………e vivere anche attraverso il tempo dei ricordi , ????

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