Slogan a parte, l’evento sportivo sta rovinando il già complicato equilibrio del territorio: si stanno costruendo strade, strutture, alberi tagliati per far posto alle piste. Tutti interventi che lasceranno solo devastazione dopo che i 15 giorni di gare saranno trascorsi.
Cortina-2021: la gara per distruggere l’ambiente
di Luigi Casanova
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 26 gennaio 2021)
Cortina 2021, i mondiali della sostenibilità, i primi delle Alpi. Questo lo slogan che accompagna i prossimi mondiali di sci alpino che si tengono nella perla delle Dolomiti, arrivati dopo anni di delusioni e tre candidature fallite: la vittoria è maturata solo grazie al ritiro di quasi tutte le altre località candidate. Il documento base degli organizzatori è la Carta di Cortina, tre paginette che indicano le linee guida sulla sostenibilità dell’appuntamento, firmato nel gennaio 2016 da ministero dell’Ambiente, Regione Veneto, Comune di Cortina, ANCI, ANEF (la Confindustria degli impiantisti), Coni e Fisi. La Carta è stata strutturata senza partecipazione, senza coinvolgere le Regole ampezzane proprietarie dei territori che ospitavano le gare, la Fondazione Dolomiti UNESCO che proprio nel centro di Cortina ha la sua sede, viene coinvolta solo all’atto della firma, all’ultimo istante utile, prendere o lasciare.
La risposta ambientalista si è concretizzata con una ben più articolata Carta Verde, sottoscritta da otto associazioni locali e nazionali. La differenza nei contenuti è abissale: in quest’ultimo documento si chiede che l’appuntamento sportivo consumi la minor quantità possibile di territorio, che ogni opera costruita mantenga una ricaduta sociale o di funzione sul territorio su tempi lunghi, che laddove vi siano dei danni debba corrispondere un’adeguata compensazione. Alcune delle opere previste, le circonvallazioni di alcuni paesi attraversati dalla statale 51 Alemagna, erano condivise da tutte le associazioni e attese da decenni: Tai di Cadore, Venas. La contrarietà netta riguardava la circonvallazione di San Vito, erano possibili alternative più leggere e molto meno costose senza invadere aree non ancora urbanizzate.
Cortina si è trasformata in un’occasione per giustificare procedure d’urgenza e commissariare i lavori, sostenere una semplificazione amministrativa, impedire la partecipazione e quindi il confronto sulla qualità delle opere, superare le garanzie imposte dalle leggi internazionali di tutela ambientale e infine poter sforare i costi. Le opere dei mondiali violano ben 5 protocolli della Convenzione delle Alpi, la Carta del paesaggio Europea, le direttive europee sulla partecipazione e quelle di Rete Natura 2000, la Costituzione italiana negli articoli 9 -paesaggio- e 118 -partecipazione-, la legge Galasso del 1985. Si tratta di appuntamenti che, esauriti in 15 giorni, portano su territori fragili ed estremamente ristretti un carico di persone impossibile da gestire: invece di arricchire i territori di servizi, questi eventi (come Bormio 2005 e Torino 2006) lasciano gli enti locali sommersi da debiti che per essere pagati si protraggono per almeno due decenni.
Tutte le opere dovevano essere terminate entro l’autunno del 2020, invece per alcune sono stati solo aperti i cantieri, subito sospesi dall’intervento della magistratura in quanto sospetti di attenzioni mafiose o per ricorsi ai tribunali amministrativi. Si tratta di lavori con costi superiori ai 250 milioni di euro. Sono invece state completate le opere che riguardano le gare mondiali; per potenziare le piste esistenti, per fare spazio alle tribune e favorire l’accoglienza del pubblico (che a quanto pare, causa CoViD-19, non ci sarà), la Tofana di Mezzo è stata sconvolta. Ad impressionare, più che la devastazione provocata dall’ampliamento delle piste, sono stati i cantieri di lavoro: il piede della montagna è diventato un intreccio di nuove strade, piazzali, murazzi in cemento alti fino a 5-8 metri. Alcune di queste strade corrono parallele, vicinissime ad altre preesistenti, larghe fino a 12 metri. Abbattuti migliaia di alberi secolari in zone già sconvolte dalla tempesta Vaia, cancellate aree umide per far posto a parcheggi. In meno di due anni l’intera montagna ha cambiato volto, anche in alta quota, a causa delle opere di sicurezza per il pericolo valanghe sulle piste. Inoltre si sono incisi i boschi verso le 5 Torri per una nuova seggiovia e relativa pista nera, destinata ad ospitare gli allenamenti degli atleti ma che risulterà strategica successivamente per inserirsi nei collegamenti verso Superski Dolomiti. La compensazione? Pubblicità. Per controbilanciare la produzione di CO2 dovuta all’appuntamento sportivo nemmeno si è stati capaci di investire sul territorio ampezzano: 6000 alberi saranno piantumati sull’altopiano di Asiago (più del 50% destinati a morte certa), altri interventi di recupero della CO2 emessa riguardano opere di allevamento dei pesci sulla laguna veneziana.
Nelle analisi si è cancellato il territorio inteso in senso ampio, anche culturale. Se non si tiene in conto il territorio, la sostenibilità in sé appare facilmente misurabile e calcolabile meccanicamente ma è inconsistente, burocratica, mentre la sostenibilità di un territorio è un equilibrio strutturale intangibile, di lungo retaggio storico e di misurata proiezione al futuro, non facile da propagandare come invece lo è la prima. Oggi le ferite imposte alla montagna sono tutte coperte dalle abbondanti nevicate che hanno caratterizzato questo inverno, ma già in primavera sarà facile verificare sul territorio quali costi ambientali e paesaggistici questi eventi lascino sulle Alpi. Sotto il profilo economico qualcosa rimarrà ai residenti di Cortina? Senza dubbio un municipio indebitato per anni, una cittadina che dovrà riprendere percorsi di sobrietà nell’ospitalità da offrire, nel recuperare un patrimonio edilizio sempre più degradato, nel ridare significato culturale e identitario alle splendide montagne della valle del Boite. Rimarrà una vallata privata da decenni di servizi sociali essenziali, come l’assistenza sanitaria e agli anziani, la formazione scolastica e professionale, con conseguente incremento della fuga delle giovani generazioni, questa sì insostenibile.
Se poteva avere un senso per questo territorio ospitare i campionati del mondo che si esauriscono in 15 giorni e le successive olimpiadi invernali del 2026, erano questi i settori sui quali investire. Mai citati, in nessun programma di sviluppo del Cadore.
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9 febbraio: alle prese col “maltempo”, ovvero non” poca o niente neve”, ma al contrario “troppa e fresca”..le piste non sono”perfette”, fanno le buchette , non reggono le lamine , le spinte possenti , si formano le scie.. i gran sciatori non sono abituati alla “vera neve come viene viene” o forse troppo abituati alle piste industriali leccate, pressate ,imbevute e trattate con prodotti chimici. Eppure le condizioni strane avrebbero aggiunto un qualcosa in piu’ al vero spettacolo anche se solo televisivo..
Oltre che ad esprimere critiche, se si e’ contrari bisognerebbe anche astenersi attivamente da assistere a gare trasmesse in una qualsiasi rete tv con infarcitura di sponsor e di spot. Se si e’ in tantissimi , si accorgono del flop con share infimi e gli “investitori” si ritirano, i locali non prestanopiu’ volontariato, gli atleti non si iscrivono.Mi sa tanto invece che molti pur contrari a strade , disboscamenti, impianti, vip in pelliccia ecc, si staranno sorbendo la cerimonia iniziale e assisteranno a tutte o quasi le gare..ed allora..sara’ un successo.!Idem per Olimpiadi future . Di solito quando era compresa nel”canone Rai, ” assistevo a Marcialonga, ma quando e’ stata trasmessa da rete a pagamento aggiudicantesi l’asta, ho capito che si puo’ anche fare senza.I consumatori cittadini contrari hanno ancora un grande potere:nel telecomando ed ora anche nella scelta dei siti web…esercitando una “damnatio”del gradimento.
Nel primo intervento diceva Matteo: Aspetto con impazienza l’intervento del solito idiota a favore in nome del padroni a casa nostra
Eccolo al numero 12, Paride.
Da vergognarsi. Ancora una volta ha prevalso lo spirito di rapina. Sarà un buon motivo, da alpinista, per evitare di frequentare questi posti rovinati dalla avidità dei ferro-cementificatori!
Facile far polemica sulla base di 2 foto fatte a cantiere aperto dove nonaltro è stata rivoltata la terra. trovo abbastanza disinforamante il tutto.
In ogni caso se vi sta così a cuore il discorso del co2 io in anni non ho ancora visto nessuno che si sia impegnato decentemente a combattere il traffico pesante di passaggio (tir) o dei km di code che si fanno a San Vito e a Longarone. Ma d’altronde si sa che nella vostra logica le macchine inquinano solamente quando si tratta di costruire strade nuove o circonvallazioni
Ottima analisi, dolorosa e nitida zoommata su quanto poco interesse ci sia per l’ambiente e ovviamente quanto ce ne sia per il denaro. Un paese colmo di contraddizioni ed ipocrisia, che non impara dalle proprie ferite, ma continua ad infliggersene di nuove con meticoloso masochismo.
Circa le Olimpiadi Torino 2006
https://www.lanotiziagiornale.it/giochi-olimpici-col-buco-ecco-il-conto-di-torino-2006-rosso-a-nove-zeri-e-cattedrali-nel-deserto/
https://st.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Sport/2010/vancouver-olimpiadi-invernali/approfondimenti/olimpiadi-invernali-torino-2006-bilancio-economico.shtml?uuid=bf00947a-1621-11df-97cf-4ddfb80e97d5&DocRulesView=Libero&fromSearch&refresh_ce=1
Certi IMPIANTI ED EDIFICI sono stati destinati ad altri usi di ripieigo o programmati in partenza. Altri sono stati del tipo”usa e getta”. Attorno non e’nata una scuola-allevamento di atleti .
Si dice che a cortina, a fronte di spese (dati noti), ci sara’ un indotto stimato
( dato da verificare a posteriori) di6,7 volte gli investimenti. Verremo a sapere se la stima e’ stata azzeccata?.
Egr signori-re
L’essere umano,… s.sapiens? certifica continuamente il disgregamento sociale economico politico. L’unica nostra arma e’ ottemperare in un lascito di buona educazione sociale economico politica…difficile?NO! La buona educazione si apprende da adolescenti. Vi sembra.arduo e inutile insegnare ai nostri figli di essere attenti diffidenti ma disponibili a migliorare se stessi e il prossimo a 360° , qundi amare si il prossimo tuo ma oltre…tutto quello che ci circonda.
Bravo Luigi Casanova! Esame perfetto della situazione…ahimè non sarà finita qui- abbiamo ancora le Olimpiadi 2026 in vista e chissà quanto deturpamento ci aspetta…noi cittadini siamo impotenti di fronte ai vari Commissari che si susseguono e che ovviamente se ne fregano di Cortina, dell’ambiente e di chi, in definitiva, dovrà sostenerne i debiti- è un deja vue
Dickens diceva : se servisse qualcosa andare a votare non ce lo lascirebbero fare . Credo fermamente che possiamo sentirci delle marionette difronte ai poteri politici che se ne fregano altamentr dei nostri pensieri di Amore per la Natura . PENSIAMOCI seriamente a tutto ciò. Umilmente mi scuso se qualcuno si sente offeso
Purtroppo non è finita qui.
2026 Olimpiadi Milano Cortina. Quello che non è stato fatto per i mondiali sarà fatto per l’evento olimpico.
L’Italia intera dovrebbe ribellarsi allo spreco di denaro che porta poco o niente alla collettività .
Signori…dobbiamo valorizzare! Questa volta però vi prego di valorizzare in modo sostenibile.
Albert fa un interessante riferimento agli impianti di Torino 2006. Merita l’intervento del cronista di zona. Trattasi di spreco assoluto, almeno in alcuni casi (numericamente maggiortitari). I trampolini per i salti (Pragelato) sono abbandonati: non li vedo tutti i giorni, ma quelle due-tre volte all’anno che passo in zona mi appaiono ormai semidiroccati e quindi inutilizzati da anni anche solo per attività sportiva dilettantesca. La pista da bob di San Sicario-Cesana invece la vedo spesso e posso confermare che è inutilizzata da anni. Dopo le Olimpiadi hanno fatto una gara di Coppa del Mondo (mi pare inverno 2007) e poi neppur più le garette parrocchiali. Neppure allenamenti per quel che mi risulta. Anche perché quella pista ha un tarlo di fondo: è esposta in pieno Sud! In giornate soleggiate il ghiaccio fonde alla velocità della luce! Nella citata gara di Coppa del Mondo ero andato a mettere il naso: per proteggere il ghiaccio dal sole avevano coperto la pista con dei teloni ad altezza tale da far passare solo i concorrenti e basta. Per vedere le discese occorreva piazzarsi davanti ad un maxischermo e guardarle lì. Si poteva starsene a casa e guardare la TV. Ho già scritto troppo e mi limito a riferire su questi due impianti. In realtà c’è qualcosina che è stato recuperato a livello di attività per la popolazione (ovviamente in epoca pre Covid), in particolare nella cittadina di Pinerolo: il palazzetto del ghiaccio e soprattutto l’annessa piscina coperta (!). Certo che se la principale eredità di un’Olimpiade invernale è una piscina dove nuotare, sia in modo amatoriale che a livello agonistico dilettantesco,…”suma bin ciapà” come diciamo in Piemonte.
Da secoli i BENI COMUNI diventano privati.Solo un particolare:Marcialonga 2021 , tanto volontariato, strade interne innevate e spostamenti resi difficoltosi di chi aveva altri impegni e poi..per vedere la diretta occorreva avere un abbonamento ad altra rete, non la Rai .Oppure sapere su che rete locale sintonizzarsi (per benevola concessione della rete aggiudicantesi i diritti).Molti cittadini italiani messi fuori.Come sono andatia finire alcui impianti di Torino 2006?(Palaghiaccio, piste bob e slittino, piste sci fondo di Pragelato?)Sono serviti anche per le future generazioni di atleti e semplici cittadini dilettanti?.per non parlare di Sochi( ocio!che non ti capiti qualcosa!)
Pensare che questo scempio è stato finanziato (anche) da denaro pubblico, cioè di tutti noi: vedi articolo dell’altro giorno.
C’è proprio da farsi cadere le braccia…
Aspetto con impazienza l’intervento del solito idiota a favore in nome del padroni a casa nostra e dello sviluppo che pervicacemente ignora il fallimento brillantemente conseguito finora!