Oggi pubblichiamo l’articolo di Andrea Gennari Daneri perché riassume perfettamente i dubbi che hanno gli alpinisti e gli escursionisti in questi giorni. In coda presentiamo il contenuto della lettera che ieri, 30 aprile 2020, il presidente del CAI Vincenzo Torti ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.
Si scalerà il 4 maggio?
di Andrea Gennari Daneri
(pubblicato su pareti.it il 28 aprile 2020)
Tre pareri autorevoli sul DPCM del 26 aprile 2020
Nella notte non sono arrivate novità che ci riguardano. In questo maldestro decreto ci sono lacune talmente più grandi della “nostra” che i tecnici ministeriali hanno dovuto scegliere. E si sono dedicati al tema del ricongiungimento parentale, chiarendo (?) il termine “congiunti” con un ancora più generico “affetti stabili”. E ora, in quel settore, siamo in pieno caos. Allora, senza nessuna pretesa né di esaustività, né tantomeno di verità dogmatica, siamo andati a chiedere il parere di tre persone più titolate di noi a leggere correttamente i sibillini commi A e F del decreto, quelli che si occupano degli spostamenti e dell’attività sportiva consentita. Un avvocato, un amministratore pubblico e un rappresentante delle forze dell’ordine. Con un “difetto” comune: sono tutti e tre climber e quindi è presumibile (ma non necessario) che tendano a vedere le cose con un occhio un più favorevole alle esigenze del nostro mondo.
Senza ripetere tutta la questione che potere vedere riassunta qui, cerchiamo di capire da loro se, come e con quali mezzi potremo raggiungere e frequentare le nostre benamate pareti a partire dal 4 maggio 2020.
L’Amministratore pubblico
Partiamo da Lorenzo Minganti, amministratore pubblico come servizio e avvocato come ordine di appartenenza. “Come ormai noto anche ai sassi: ci si può spostare (cioè uscire dalla propria abitazione) per sole tre ragioni: lavoro, necessità e salute. Attività motoria si poteva in precedenza svolgere solo “in prossimità dell’abitazione” (ed era già un possibile motivo di spostamento); e si è lungamente discusso su come interpretare il concetto di “prossimità”. Ora il dpcm rimuove questo limite, per introdurne e/o confermarne altri. Viene ribadito l’obbligo della distanza interpersonale di un metro (che già vigeva ex dpcm 10 aprile) e vengono aggiunti i limiti della “individualità” (lett. f) e della “regionalità” (lett. a, che non comprende lo spostamento per “necessità”). Viene poi introdotta la nuova categoria “attività sportiva” per la quale è richiesta una distanza interpersonale di due metri (e non uno). Interessante sarebbe capire la differenza fra attività sportiva e motoria. Forse il discrimine potrebbe stare nell’impegno sportivo maggiore? Comunque la distinzione rileva solo per quale distanza tenere… Risultano invece ancora vietate le attività ludica e ricreativa (che evidentemente sono cosa diversa da quelle motoria e sportiva). Io non ravvedo altri limiti. In tanti mi chiedono se sia possibile spostarsi con un mezzo privato per recarsi a svolgere l’attività sportiva. A mio avviso non sussistono limiti a ciò, o almeno io non li vedo: dal momento in cui l’attività motoria è uno dei legittimi motivi di spostamento (cioè l’uscire di casa) non vedo perché questo non possa essere preceduto da un percorso tragitto con un qualsiasi mezzo privato. Del resto, prima che si inserisse il requisito della “prossimità” non ci si era nemmeno posti la domanda… Ricordo che i limiti sono normalmente di stretta interpretazione. A meno che non si voglia ritenere che l’attività motoria e/o sportiva non sia da considerare uno “spostamento”. La sua interpretazione allargata anche di altri punti del decreto la potete trovare qui.
Il Legale
Non molto lontana l’opinione dell’Avv. Fabrizio Marchetti del foro di Roma, che dice: “ La normativa attualmente in vigore prevede la possibilità di spostarsi per comprovati motivi di lavoro, situazioni di necessità, motivi di salute. Per uscire al di fuori del proprio comune valgono più o meno le stesse regole per quanto riguarda il lavoro o le ragioni di salute, le situazioni di necessità sono sostituite con esigenze di assoluta urgenza. È esplicitamente vietato lo spostamento verso seconde case (art. 1 co. 1 lett. a). È previsto il divieto di accesso a parchi e giardini pubblici (art. 1 co. 1 lett. e). Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. (art. 1 co. 1 lett. f). È quindi di fatto proibita l’attività sportiva se non all’interno della propria abitazione.
Cosa cambierà? Il decreto emanato ieri sera (sostanzialmente una fotocopia del precedente salvo alcune variazioni) e che entrerà in vigore il 4 maggio sostituirà l’attuale e prevede come limitazione agli spostamenti il limite del confine regionale e non più quello comunale. Tra le “situazioni di necessità” si specifica che si considera necessità anche quella di far visita ai congiunti. È sostanzialmente una norma di interpretazione autentica. Vengono riaperti i parchi e i giardini pubblici fatta salva la facoltà dei sindaci di chiuderli qualora sia impossibile fruirne senza rispettare i criteri di sicurezza previsti. La facoltà di fruire di questi luoghi implica che sia lecito spostarsi per frequentarli. Nulla viene detto riguardo alle modalità di spostamento verso questi luoghi, quindi deve ritenersi possibile avvalersi sia di mezzi privati che di mezzi pubblici. Non è previsto alcuno specifico limite territoriale, quindi anche se assurdo deve intendersi quello regionale (nuovo art. 1 co. 1 lett. e).
Rimane il divieto di svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto. È però consentito svolgere individualmente e rispettando una distanza di due metri attività sportiva, di un metro attività motoria. Minori e non autosufficienti possono avere un accompagnatore. È di tutta evidenza che “individualmente” non voglia dire “da soli”, altrimenti non vi sarebbe stata alcuna necessità di specificare le distanze da mantenere. Quanto agli spostamenti e al limite territoriale dove praticare dette attività vale lo stesso criterio dei parchi (nuovo art. 1 co. 1 lett. f). Si può andare a scalare? L’arrampicata è uno sport individuale, ci si può muovere liberamente sul territorio regionale per fare sport, i limiti sono il distanziamento di 2 metri. Le conclusioni traetele da soli”.
I vigili e le multe
E infine i tema più pruriginoso, quello che tutti temono, la Multa, con la M maiuscola, in quanto si parla davvero di due zeri, un disincentivo forte a interpretare la norma in modo unilateralmente favorevole ai nostri desideri.
A parlare, anche se con la comprensibile richiesta di anonimato, è un Agente Scelto della Polizia Locale della provincia di Bergamo, un esempio supercalzante di esponente delle forze dell’ordine che vi potrebbe fermare e controllare durante uno spostamento.
“Quando era uscito il precedente sulle sanzioni tutti gli addetti da polizia a carabinieri, ecc. , non sapevano nel dettaglio come comportarsi! Uscivano, facevano i controlli, ritiravano autodichiarazione e poi mandavano verbale ex post, se dalle autodichiarazioni venivano accertate difformità. Ovviamente aspettiamo di vedere le disposizioni regionali, le circolari, i chiarimenti e le faq… tuttavia in base al decreto io direi che l’arrampicata outdoor fatta individualmente si può (quindi da soli ok il boulder, e ok autosicura)… consentito arrampicare in due nel rispetto delle distanze con minori.
Lo dico da addetto al controllo… in base a quello che sanzionerei e quello che non sanzionerei… fare un monotiro in due lo vedo border line, ma ricorribile, (ma anche sanzionabile, quindi al Giudice compito di decidere in caso di ricorso). A proposito degli spostamenti direi che se lo spostamento è per andare a scalare da una regione a un’altra sì, sanzionerei… all’interno della stessa regione sarei in difficoltà a sanzionare perché essendo consentita una attività, non puoi sanzionare lo spostamento(a meno che non sia chiarito che lo spostamento oltre un certo limite non si può fare!)… ad ogni modo la sanzione, se fosse fatta, sarebbe ricorribile”.
Conclusione
Tentando una sintesi, diremmo che i tre pareri raccolti sostanzialmente convergono verso il SI’, spostamenti in auto compresi. Sono pareri, non è la legge e noi non stiamo istigando nessuno a “delinquere”, se vorrete scalare sarà vostra scelta, non un nostro consiglio. Tutto ciò al netto di Faq ministeriali sorpassate e che non vengono aggiornate, novità su base nazionale, regionale e comunale. Quando una legge è scritta male le precisazioni inevitabilmente si sprecano e non è detto che aiutino, visto l’esempio dei famosi “congiunti”. Sperando di esservi stati utili, vi auguriamo, se vorrete provare a celebrarla, una buona liberazione e vi raccomandiamo, in ogni caso, di evitare le pareti con più probabile possibilità di assembramento. Le foto di una Grotti assediata non farebbero bene alla causa: se volete scalare disperdetevi, state lontani gli uni dagli altri e ricordatevi che il CoViD-19 non è risolto, è brutto da prendere e da trasmettere: siate responsabili, andate a scoprire la falesia in culo ai lupi che avete sempre evitato prima.
Il Cai al governo: “Cosa ne sarà delle montagne e di chi se ne prende cura?”
(da loscarpone.cai.it, 30 aprile 2020)
30 aprile 2020
Il Presidente generale del Club Alpino Italiano Vincenzo Torti ha inviato oggi una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte per richiedere dei chiarimenti urgenti per una corretta applicazione del DPCM presentato il 26 aprile scorso e che darà inizio tra pochi giorni alla cosiddetta Fase 2.
«Sin dalla adozione dei primi ed urgenti provvedimenti per fronteggiare la pandemia, il CAI e tutti i suoi Soci si sono astenuti doverosamente da qualsiasi attività in montagna, appellandosi a un senso di responsabilità personale e sociale con il motto “Le Montagne sanno aspettare”», scrive nella lettera il presidente del CAI, che sottolinea anche come, a distanza di oltre due mesi, si siano create aspettative sulla ripresa della frequentazione delle terre alte, seppur adottando le norme di sicurezza: dall’utilizzo dei dispositivi di protezione, al rispetto dei divieti di assembramento e della territorialità. Continua Torti nella lettera: «Vogliamo tornare a prenderci cura dei rifugi e dei sentieri di montagna, perché ora “Le Montagne hanno bisogno di noi”, così come noi loro».
Infatti, pur nella consapevolezza delle difficoltà di armonizzare l’esigenza primaria di tutela della salute pubblica, arginando la diffusione del CoViD-19, con la ripresa graduale delle attività economiche e sociali per non vanificare i sacrifici fatti finora, il CAI vuole fare chiarezza a nome dei suoi 327.143 Soci e di tutti coloro che amano e frequentano le montagne. Così, per evitare interpretazioni territorialmente difformi, con quanto ne deriverebbe, anche in termini sanzionatori, sono stati chiesti i seguenti chiarimenti:
1. Preso atto che “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto”, ma è consentito svolgere individualmente “attività sportiva o attività motoria” con l’unica prescrizione di una differenziata distanza di sicurezza interpersonale, si chiede se alpinismo ed escursionismo siano da considerare attività ludico/ricreative o sportivo/motorie e, in questo secondo caso, se i connessi trasferimenti in ambito regionale possano ritenersi, a tal fine, consentiti.
2. Posto che i rifugi alpini costituiscono strutture di accoglienza e presidi culturali e di soccorso in tutte le nostre montagne e prestano anche attività di ristorazione, si chiede se, in base a quanto previsto alla lettera aa), possano annoverarsi tra le attività cui è consentita la ristorazione con asporto, fermo il divieto di consumare i prodotti all’interno o di sostare nelle vicinanze, e se, in un’ottica di riapertura, possono essere raggiunti dal gestore/custode o dal delegato sezionale per effettuare i lavori di manutenzione.
3. La manutenzione di migliaia di chilometri di sentieri, oltre a consentirne la percorrenza in sicurezza da parte di milioni di utenti, svolge la duplice funzione di tutela e vigilanza da rischi idrogeologici e di assicurare una linea tagliafuoco in caso di incendi boschivi: si tratta di una attività che migliaia di volontari del CAI devono svolgere in modo continuativo, pena gli inevitabili smottamenti e l’invasione dovuta alla progressiva espansione degli habitat naturali. Si chiede se, stante la sua manifesta utilità sociale, si tratti di attività che dall’entrata in vigore del DPCM in oggetto sarà consentita. Qualora non lo fosse, si confida che la S. V. vorrà tenerne debitamente conto nel già previsto aggiornamento successivo.
4. Il precedente divieto di “spostarsi in un comune diverso” è stato rimosso e, sempre alla lettera a), è stato sostituito con il divieto di “spostarsi in una regione diversa”: si chiede se, sempre per i soli spostamenti consentiti, ciò possa avvenire nell’ambito dell’intero territorio regionale, così superandosi il limite comunale rimosso; in tale caso, si chiede, altresì, se il generico accesso a parchi, ville e giardini, fermi distanziamenti e divieti di assembramento, sia riferibile all’intero territorio regionale o se sussistano limiti più contenuti dei quali, però, non vi è indicazione nel DPCM.
«Si tratta di indicazioni fondamentali per il mondo di quanti hanno a cuore la montanità, che significa anche attenzione verso le popolazioni che nelle montagne fisiche vivono e devono essere invogliate a restare». Per questo, conclude il presidente Torti, il CAI si pone in modo costruttivo e fiducioso per le scelte che verranno operate da parte del Governo, «auspicando la più sollecita ripresa di attività che, per le oggettive condizioni in cui si svolgono, sono tali da assicurare possibilità elevatissime di distanziamento e possono garantire sia la ripartenza economica di aree fragili, sia la tutela del benessere psicofisico di milioni di frequentatori».
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Giuseppe Penotti 137
Lo so benissimo che le chirurgiche non proteggono chi le porta. E so anche del resto.
Sono d’accordo con quelli che scrivi.
Certo, soo tutti ipocriti, dai sindaci al Premier ai vari scienziati, Burioni in testa. Sta di fatto che adesso le autorità si “cagano sotto” e appena c’è anche solo un accenno di rischio assembramento reagiscono come Sala (o come Orlando di Palermo, ma ricordo che De Luca – PD- per il momento non ha permesso attività sportiva in Campsnia sd non mi sono perso aggiornamenti dell’ultim’ora). Il punto è che sono le autorità che possono emettere ordinanze di restrizione. Se affollate incondizionatamente una falesia e il sindaco di quel comune, “spaventato”, vieta l’accesso e ci mette dei vigili…voi arrivate e non potete arrampicare. Allora vi spostate in un’altra falesia ma anche lì ci trovate l’ordinanza e i carabinieri ecc ec ecc. Magari passate l’intera giornata spostandoci da falesia a falesia e alla fine, incazzati neri, ve ne tornate a casa. È irrilevante se tali norme hanno fondatezza costituzionale o meno, se potrete impugnarle meno…ciò che rileva e che nell’immediato i vigili/carabinie vi faranno sloggiare. Il punto è che per colpa di pochi potrebbero essere introdotte restrizioni a danno di tutti. Se invece ci limitiamo ad arrampicare pochi per sito, magari solo per un paio di ore a testa e non per l’intera giornata ecc ecc ecc… ecco magari si riesce a riprendere tutti senza stuzzicare chi di dovere. Questo intendo per ripresa morigerati e matura. Vedremo cosa succederà. Buona serata!
@Alberto Benassi. 136.
Le mascherine così come sono utilizzate non servono a nulla, anzi sono fonte di pericolo e te lo dice il marito di una infermiera professionale con 35 anni di esperienza.
Le mascherine cosi dette chirurgiche proteggono gli altri da una tua eventuale infezione e non viceversa ed andrebbero smaltite e sostituite ogni 3-4 ore altrimenti se sei infetto sono bombe biologiche. C’è gente che indossa la stessa da settimane.
Le filtranti FFP2 e FFP3 con filtro al carbonio sono più pericolose del virus stesso in quanto il filtro al carbonio andrebbe sostituito con altissima frequenza. Ma nessuno lo fa.
Le filtranti FFP2 e FFP3 senza filtro idem. Andrebbero smaltite e sostituite almeno ogni 6 – 8 ore. Ma nessuno la fa. E sfido chiunque a tenere una FFP3 per più di 8-10 ore. Vai in alcalosi
E bada che parlo di “smaltire” non cestinare. In ospedale finiscono nei contenitori bio hazard come rifiuti speciali. A Torino le trovi sparse per terra.
Il punto è che fare una politica di contenimento seria in un paese come l’Italia è impossibile.
E in generale, non riferito a te, smettiamola con ‘sta ca@@@ta del distanziamento “sociale” che è una cosa aberrante. Semmai sarebbe opportuno il distanziamento fisico che è ben altra cosa.
Di certo fino a quando negli ambulatori di analisi critica come quelli di cardio, dove con decine di pazienti compromessi, transitano pazienti esterni e interni con patologia Covid senza differenziazione di accesso non andremo da nessuna parte. In compenso teniamo chiusi i parrucchieri.
e mister Burioni virologo ufficiale, da Fazio dichiarava che il problema non esisteva, le mascherine roba da ridere.
Poi guarda cosa è avvenuto.
Ma il signor Burioni continua ad essere invitato da Fazio, come il TOP.
invece il cittadino che fa la corsetta solo solo è l’untore da inseguire con elicotteri, droni, pattuglie.
Allora il cittadino E’ RESPONSABILE e guai a lui.
Chi invece per il ruolo ricoperto, il fior di ricopensa presa, aveva la responsabilità di prevenire tutto questo, DOV’ E’ la SUA RESPONSABILITA’.
Cambiamo i volti, ma Italia non cambi mai.
Caro Carlo, io non accetto lezioni da un tizio che, all’inizio dell’epidemia, andava a mangiare involtini Primavera nei ristoranti cinesi. E poi ragliava beato, col ditino alzato.
E adesso raglia ancora, sempre col suo bel ditino alzato.
Detesto gli ipocriti.
però su come le varie autorità, hanno trascurato, sottovalutato il problema all’inizio: fabbriche aperte, partire di calcio giocate, ect. ect. i nervi a fior di pelle non ce l’hanno.
Ma come mai…???
come mai nessuno si assume le proprie responsabilità?
Vedete come hanno i nervi a fior di pelle le autorita’ sul tema “rischio assembramenti nella Fase 2”?
Intervento del sindaco milanese circa episodio dei Navigli:
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_maggio_08/milano-ultimatum-sala-se-oggi-continua-cosi-chiudo-navigli-3060aa3e-910e-11ea-8c7e-3b270f2639b4.shtml?refresh_ce-cp
Ragionando un minimo, e’ facile comprendere che le varie autorità siano tutte tese come corde di violino.
Per questo io mi domando: vi butterete tutti a pesce sulle falesie, come i milanesi sui Navigli o i palermitani sulla spiaggia di Mondello? Beh, non stupitevi, poi se i vari sindaci, governatori ecc si “incazzeranno” e vi vieteranno le falesie… Nella Fase 2 ognuno sarà, ancor più del solito, padrone del suo destino. Un ritorno moderato, diluito e progressivo sarà la risposta più matura che può offrire il mondo della montagna.
Un viandante, sono usciti articoli che spiegano come sia semplice mutare la prospettiva delle immagini e far apparire folle ravvicinate laddove non ci sono….
L’esempio dei Navigli è significativo di come, a causa dello scorretto comportamento di molti, ci rimettono poi tutti. Basta poco per giustificare una chiusura totale. A adottare un basso profilo per riprendere a frequentare la montagna non é sbagliato. Purtroppo però se nelle città la gente continuerà a comportarsi così non andremo tanto lontano.
Il rischio è che, a fronte di accessi smisurati e di comportamenti fuori controllo, si verifichi l’irrigidimento della autorità, dal sindaco del piccolo paesino al governatore regionale fino al governo nazionale.
Non è meglio procedere con moderazione e arrivare presto al pieno ritorno alla normalità, piuttosto che rischiare nuove restrizioni per eccesso di frenesia?
Non risiedo nel lecchese, per cui non so dire che situazione ci sia oggettivamente parlando, ma faccio un copia e incolla di un contributo appiccicato al fondo dell’articolo del 4 maggio scorso…
10
daniel says:
4 Maggio 2020 alle 14:31
avviso. nel lecchese è un DELIRIO di ordinanze comunali che vietano soprattutto ai non residenti di arrivare in auto per fare escursioni. dopo il precedente della fase 1 non ci liberiamo più…
Se ben ricordo avevano persino imbastito un processo a dei sismologi perché non avevano previsto un terremoto e avvisato per evitare i possibili danni.
Erano venuti persino degli sismologi giapponesi per imparare come si prevedessero i terremoti, poi è sembrato loro che l’accusa non distinguesse un terremoto da una pizza.
Sono sicuro che si sono sbagliati !
Francamente nelle immagini e nei filmati ripresi sui Navigli non vedo nulla di tanto di diverso da quello che ho visto in innumerevoli file ai super o nei negozi…
Ieri magnifica giornata nella bergamasca, diversa gente e parecchi ciclisti per la statale. Nessuna mascherina all’aria aperta, molto buonumore e ironia tipicamente lombarda sui mesi passati.
Alla fine la ggente sò mejio di come vengono pensati e trattati da legislatori e integerrimi censori di morale pubblica
Vedete perché chi ricopre ruoli istituzionali deve dare un esempio di autocontrollo e morigeratezza di riapproccio alla montagna?
Questa sotto è una notizia dell’8/5/20. Qui si tratta di “sfaccendati” a passeggio sui Navigli di Milano. Ma il fenomeno potrebbe coinvolgere le montagne… C’è una massa scalpitante che sta per lanciarsi senza controllo su rocce e creste…
L’esempio e le prese di posizioni di noi “responsabili” devono quanto meno NON alimentare tale propensione, ma meglio ancora calmierarla e stemperare le spinte muscolari e irragionevoli.
Notizia (8/5/20) dal Fatto Quotidiano:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/08/coronavirus-i-navigli-si-riempiono-e-sui-social-scoppia-la-polemica-galli-la-situazione-di-milano-e-una-bomba-necessari-piu-controlli/5795259/
A proposito di informazione:
http://www.padovaoggi.it/cronaca/traffico-internazionale-virus-ilaria-capua-indagata.html?fbclid=IwAR1rE1eH-IvoQ_4HhrjsrVVzNa_LteMXgKWGZrNbY7rd3n99aSSweYxJ9Mw
Paolo, grazie per l’articolo che ho condiviso anche su fb.
Ritengo che in questo periodo storico in cui la semplicità di attingere alle informazioni è persino disarmante, non essere informato sia una scelta precisa, soprattutto dettata dall’incapacità di assumersi la responsabilità degli eventi e della mancanza di volontà di accettare la propria libertà.
Si preferisce mediamente delegare ad altri scelte, che finiscono per essere imposizioni, si evita di prendere posizione accettando tutto quello che ne consegue, ma seguitando a lamentarsi di ciò che non va.
Si preferisce essere soggiogati a ritmi di vita fuor di misura, rimanere legati a compagni che non sono più amati, continuare a svolgere un lavoro privo di interesse come se si andasse in miniera, frequentare gli stessi bar, lo stesso circolo di persone solo per mancanza di iniziativa e per comodità, ma soprattutto perché alla maggior parte delle persone manca la consapevolezza che quella libertà acquisita con secoli di lotte e sacrifici è un diritto irrinunciabile, al pari delle nostre vite e dei nostri sogni.
Una summa per cercare di capire, la metto anche qui: la politica ha altri problemi !
https://www.ilpost.it/2020/05/04/pandemia-coronavirus-lombardia/?fbclid=IwAR280qY-YyAin9WSBsuRwfi3MfBq5W4U2z6yftuXacYySXeliOplBvyTENI
anche qui…perchè garantirolo al 90% e non tutto?
quel 10% fa sentire le banche non coperte , fa aprire tutta una serie complicata di adempimenti e autorizza le banche a dire di no.
qualcuno è andato in televisione e ha detto ” LIQUIDITA’ IMMEDIATA”.
Non diiamo cose chwe non si possono mantenere, questo non è uno scherzo.
Non c’è solo il sacrificio di coloro che sono stati in casa. C’è anche chi sta rischiando la rovina economica.
Quindi non facciamo PROCLAMI.
Se io come cittadino devo essere ETICAMENTE SERIO e rispettoso , come dice Crovella.
Ancora di PIU’ lo devono essere le istituzioni.
Stamani a Milano sono stai multati dei manifestanti per assembramento.
Non erano li per farsi un aperitivo tutti insieme. Erano li per difendere la loro attività economica.
La polizia ha fatto il suo dovere, perchè la legge dice questo, ma riflettiamo . Era il caso di fare questa azione di forza?
Siamo tutti legati, anche coloro che si sentono al sicuro con il loro lavoro, se molte attività chiuderanno, tanti perderanno il lavoro, le tasse non veranno più pagate. Quindi anche chi si sente al sicuro non so quanto gli durerà questa sicurezza.
@ DinoM al 120. Dopo tutta questa astinenza chissà che ergastolo hai raggiunto!
Io penso che tutta la discussione e le prese di posizioni, anche estreme che sto vedendo, sono frutto purtroppo di una cattiva organizzazione pubblica storica, di una pessima comunicazione e di una imperdonabile ingenuità dovuta anche alla “lente” politica che non consente a chi governa di farlo con efficacia.
Il primo errore fondamentale è stato quello di presentarsi in tv e dire che tutto era organizzato e pronto quando già tantissimi positivi giravano in Lombardia e in tutta Italia non era stato fatto nulla.
Secondo annunciare aiuti economici a pioggia e poi fare pochissimo con organizzazione pessima.
Poi, fatta la frittata, il primo DPCM ci stava, provvedimento con danni economici elevatissimi, ma inevitabili e simili in tutta Europa. Tutti hanno capito e accettato il primo lockdown senza fiatare. Poi c’era il tempo e modo di fare di più. Soprattutto annunciare provvedimenti indistinti durissimi, per poi fare qua e la aperture. Questo ha esasperato tutti poichè chi abitava in regioni molto colpite o poco colpite, e chi esercitava attività poco rischiose non riusciva più a capire il sacrificio e perciò si dava il via a posizioni di ribellione e rifiuto. Tutto questo insieme ha portato ad esasperare persone e situazioni. Non mi si venga a dire che “chi poteva immaginare tutto questo ?”; chi governa (vedi Germania) ha il dovere di essere capace di farlo o di farsi da parte. La cosa che mi preoccupa di più è che non stanno imparando dagli errori fatti. Non ci voleva molto a coinvolgere di più e attivamente le Regioni!
L’altra sera in TV una Ministra ha orgogliosamente annunciato la conclusione (dopo settimane) dell’acquisto di 150.000.= test (numeri che la Germania fa in due ore) facendosi criticare anche dalla Conduttrice sicuramente benevola. I provvedimenti economici di aprile sono slittati.
Il costo di un micro finanziamento di 25mila euro per imprese, con tutti i costi di accensione e procedura ha tassi effettivi di oltre il 10%. Cosa vogliamo dire poi dell’ app disponibile a fine maggio?
Ieri sono stato in falesia, ho arrampicato e sono contento, ma tutto il resto mi fa fortemente preoccupare sul buon esito ( non mi piacciono le parolacce). Morale caro dott. Crovella che è sempre più difficile ed inutile ubbidire per evidenti motivi.
Crovella, non dappertutto conta di più quello che dici rispetto a quello che poi fai perchè in Inghilterra quello che aveva scritto le regole e che predicava bene quando ieri hanno scoperto che razzolava male l’hanno spedito a casa.
Anche i sudditi di sua maestà. gli ukappini, ci hanno battuto !!!
Col numero di morti.
Stiamo perdendo una battaglia della stupidità ?
Io ho ancora speranze.
Il suggerimento finale, del tutto disinteressato, che mi sento di darti è di fare molta, molta attenzione a come ti esprimi pubblicamente (anche in una qualsiasi chat), specie in questo frangente. Nella società dei giorni nostri conta di più di ciò che poi si fa davvero all’atto pratico. Buona giornata!
Carlo, ricambio il saluto.
Io ho sempre invitato chi ha fatto un corso con me alla prudenza. Con tanti siamo poi diventati amici e compagni di cordata.
Sul fatto che molti personaggi di spicco, se ne stanno belli e buoni, non fanno critiche, gli intellettuali non fanno critiche, sinceramente lo trovo alquanto strano…
Gli va tutto bene??
E’ tutto perfetto?
Il governo, le regioni, non hanno sbagliato nulla?
Sono stati chiesti sacrifici a tutti i cittadini in ugual misura?
Leggi, ordinanze, sono tutte belle chiare e facimente comprensibili e, sopratutto, sono uguali su tutto il territorio, in modo da non generare confusione ai cittadini?
Concordo sul fatto che bisogna ricominciare con calma, con tutte le precauzioni del caso, ma se è vero che con il problema bisognerà convivere, il toro andrà preso per le corna e provarci, non si può stare sotto una campana di vetro, perchè non è convivere.
Soprattutto non è vivere!
Per Alberto. Faccio un ultimo tentativo per farti capire, poi evidentemente… non comprendi proprio. Credo che ti sfugga il punto nodale del ragionamento: e’ una questione di opportunità “politica” di come ci si esprime in questo frangente. Riassumiamo: il contesto generale è retto dal famigerato decreto che ha tutti i suoi limiti ed errori, ben illustrati, però data la situazione di emergenza è il perno che disciplina la vita dell’intero Paese e quindi anche l’approccio alla montagna. Le posizioni istituzionali non dicono assolutamente che è VIETATO andare in montagna, ma invitano ad una ripresa con estrema moderazione sia quantitativa che qualitativa. Anche il buon senso questo dice. Ora, con questi presupposti prese di posizioni pubbliche come la tua (commento 50: “io vado lo stesso, fanculo a tutto il resto”) è eticamente molto discutibile. E’ questo specifico il punto che io contesto: dovete essere più prudenti nella modalità e nel contenuto delle prese di posizione pubbliche (e internet è ormai una vetrina pubblica). Tutto ciò prescinde da come poi vi sapete effettivamente muovere sul terreno, con quale capacità e se con buon senso che vi salva oppure no. In altri termini: in questa fase i soggetti che hanno, chi più chi meno, delle valenze istituzionali (guide, istruttori, specie se di lungo corso – come il sottoscritto e molti di voi -, componenti del Soccorso ecc ecc ecc) devono fare molta attenzione a come si esprimono, per evitare appunto prese di posizioni che rischiano di essere, ribadisco in questa specifica fase, eticamente criticabili.
Infatti non mi pare proprio che nessun personaggio di spicco (giornalisti di montagna, intellettuali, alpinisti di grido ecc ecc ecc) si sia pronunciato pubblicamente con affermazioni, nei toni come nei contenuti, analoghe alle vostre (sia quelle citate, sia molte altre di questo dibattito). La posizione corretta, tra l’altro istituzionalizzata dal Presidente Generale del CAI, è quella di diffondere un messaggio di estrema prudenza nell’intensità della ripresa, proprio – aggiungo io – per evitare a priori ogni rischio di quello che qui abbiamo definito come “revenge climbing”. Di conseguenza tutti noi siamo chiamati, per senso di responsabilità, a collaborare verso questo tipo di messaggio che viene diffuso. La prima cosa da fare è evitare affermazioni pubbliche dal tono e dal contenuto “sbagliato”, come quelle citate (ed anche altre di altri commentatori). Spero di averti fatto riflettere e che, IN QUESTO SPECIFICO FRANGENTE, con il tuo operato e con le tue affermazioni tu possa essere un esempio, per gli allievi della tua scuola, di moderazione e maturità di riavvicinamento alla montagna. Con amicizia ti saluto.
Crovella pensi che non ne abbiamo avuto di buon senso?
Se non ne avessi avuto in tutti questi anni di alpinismo sarei morto sai quante volte!!
Chi me lo deve insegnare il buon senso ? Torti e Barmasse?
Ho già detto che i concetti da me coinvolti o si “sentono” o “non si sentono”. Io non ubbidisco supinamente. Piuttosto ho riflettito a fondo e sono giunto alla conclusione di necessario prudenziale approccio alle attività, come anche riportato nel documento cui rinvio in calce (e che costituisce l’attuale posizione istituzionale del Cai). Questo è il “segnale”, sinonimo di “messaggio” (questo intendevo, Benassi) che, forse ingenuamente, io pensavo fosse generalizzato nell’intera comunità di appassionati della montagna. Non c”entrano i decreti governativi, se sono giusti o sfilacciatoi, se sono costituzionali o meno. Piuttosto è una questione di buon senso individuale, di compostezza e di morigeratezza con la quale riavvicinarsi alla montagna. Viceversa le prese di posizioni, come alcune di quelle citate, sembrano corrispondere ad un volersi “ributtare” forsennatamente a fare montagna (nelle diverse attivita’). Il rischio, come ho gia’ sottolineato, è che l’eventuale sregolatezza di POCHI comporti un irrigidimento delle norme a danno di TUTTI. Se “sentiste” dentro di voi tale concetto etico, non ci sarebbe neppure bisogno di doverlo richiamare…
Posizione del Cai:
https://www.caiuget.it/cai/responsabilita-e-prudenza-nella-fase-2-in-montagna/
Sono d’accordo con te, Alberto.
Ma penso che abbia poco senso argomentare con posizioni estreme.
Certamente non è nobile obbedire senza pensare e tutti abbiamo il diritto, in quanto cittadini di una democrazia e non sudditi, di non seguire un ordine, se è illecito e non conforme alla costituzione.
E poi se devo proprio essere sincero non e vero che tutte le leggi si devono rispettare sempre e comunque.
C’è stato in Italia un certo momento storico dove lo stato italiano ha fatto le leggi raziali.
Bene, non credo che le abbiano, GIUSTAMENTE rispettate tutti.
E poi caro Crovella parli di ETICA , MORALE ma con chi pensi di aver a che fare?
Mica siamo dei delinquenti.
Le restrizioni anche se non condivise, le abbiamo rispettate. Altri (mafiosi) invece sono stati messi fuori dal carcere.
primo io non do messaggi a nessuno perchè ognuno di noi ha la propria testa ed è libero di fare, assumendosene la resposabilità, quello che meglio crede.
Questo non è un incitamento alla ribellione. Caso mai ad una assunzione di responsabilità. Un pò come si dovrebbe fare in montagna. Dove non c’è e non ci dovrebbe essere qualcuno che ti dice cosa e come devi fare, ma ci sei te con la tua testa .
Se di messaggi si deve propprio parlare, questo è quello che ho cercato di trasmettere in tanti anni di corsi.
Non dico che non si deve rispettare la legge. C’è però il diritto di critica, le leggi si rispettano ma si devono anche criticare e, se ingiuste o sbagliate, cambiate.
Io sono un citttadino non un suddito.
Massimo, avevo già letto l’articolo che hai proposto e penso ci siano troppe parole e troppe T 🙂
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Matteo, è vero che qui in Sicilia siamo al riparo dal fantomatico virus, ma nessuno delle autorità che hanno diritto di parola sui media hanno si sono espressi in proposito. Inutile sottolineare che mi sembra sospetto.
Per di più il “nostro” governatore, il signor Musumeci, non è la quintessenza della democrazia.
Ad Agrigento, giusto per fare il paio con la signora avvocato tedesca, un signore che girava in auto con il megafono dicendo le sue verità, non solo è stato fermato dalle forze dell’ordine, ma anche sedato e portato via.
Rimango nella convinzione che fra qualche settimana ci diranno, dispiaciuti, che i contagi sono saliti e che si dovranno adottare nuove misure restrittive. Nel frattempo una parte di popolazione continua a far la fame. È vero che posso praticate tutti gli sport che mi vengono in mente, ma non posso fare a meno di pensare che in questo periodo di solito lavoro. Due mesi senza incassi non è una passeggiata, soprattutto pensando a un prossimo futuro ancora più difficile.
Evidentemente non ci può essere condivisione di principi etici e morali se non sono “sentiti” da tutto. Per educazione ricevuta, io concepisco la montagna come scuola di vita, cioè elemento di crescita ideologica (vedi mio articolo del maggio 2019: https://gognablog.sherpa-gate.com/montagna-scuola-di-vita/). Sono cose che si “sentono” oppure “non si sentono”, inutile parlarne oltre. All’atto pratico, fate solo in modo di non innescare crsi alla “revenge climbing”, come definito da Pasini. Iah sia ben chiaro: io non mi preoccupo per eventuali grane a vostro carico, ma per il rischio che, per colpa di pochi scatenati, le autorità si irrigidiscano e arrivino a imporre nuove restrizioni a tutti gli appassionati di montagna. Questa conclusione dovrebbe essere il messaggio che proviene da guide, istruttori (fra i quali sono compreso anche io) e vari personaggi che, per capacita e fama o altro (es giornalisti di montagna) hanno una certa visibilità nel nostro mondo. L’esempio più importante che possiamo dare, anche in questo feangente) è certamente quello sul terreno, ma anche le affermazioni e le prese di.posizioni pubbliche hanno la loro importanza. Buonaserata a tutti. (PS: “dura lex, sed lex” lo utilizzo come un principio filosofico, etico un indirizzo di vita, non ha niente a che fare con la natura di effettiva legge o meno delle norme in vigore).
Datemi una matrice e imbraghero’ il mondo….. Stimolato dagli ultimi post che vedono come sempre il nostro Eroe lottare contro falangi di assalitori, questa volta muniti persino di pandette, (ogni volta mi sembra un videogioco come quelli che appassionano i ragazzini) propongo una nuova matrice. Sull’asse verticale l’atteggiamento: in basso passivo e in alto attivo. Sull’asse orizzontale l’orientamento: al collettivo in basso, all’individualita’ in alto. Abbiamo dunque i quattro Archetipi di reazione al ConteCasalino: in basso a sinistra: Gli Eremiti/Teorici della tana (orientamento collettivo e atteggiamento passivo); in alto a sinistra: Gli Sceriffi/Persecutori (orientamento collettivo e atteggiamento attivo) ; in basso a destra i Furbacchioni/Fatti li c…zzi tua (orientamento individuale e atteggiamento passivo) ; in alto a destra i Paladini della libertà/Ribelli (orientamento individuale e atteggiamento attivo). Ovviamente questi sono i tipi “puri”. Anche su questo blog abbiamo visto diverse varianti miste e ognuno può giocare a collocarsi lungo le diagonali. Che la vita vi sia lieve.
Concordo pienamente con ginesi e ribadisco che dei censori(alla crovella) non ce n’è proprio bisogno
Tutto vero, però trascuri che c’è sempre qualcuno che, per limiti costitutivi, non arriva proprio a capire una battuta.
Io per esempio non ho proprio capito cosa c’entri il Ginesi del 93…
L’autore del commento 50, Alberto, se non ricordo male, in tempi molti distanti aveva dichiarato di essere un istruttore. Magari ricordo male (nel caso mi scuso per il coinvolgimento, anche se il testo 50 resta in assoluto discutibile), ma se la cosa è confermata, scrivere una cosa del genere pubblicamante da parte di un istruttore è molto discutibile perchè rientra nell’esempio che ho già citato poco fa.
Covella SI io sono un istruttore CAI dal 1984 e penso proprio di avere dato tanto al CAI spendendo soldi e tempo, ma l’ho fatto con passione. Sicuramente il CAI non ha fatto lo stesso con me e con tanti altri come me.
Ma prima di essere un istruttore CAI sono un alpinista LIBERO e sono soprattutto un LIBERO CITTADINO e HO il diritto di dissentire da leggi, che come scrive Ginesi :
che non condivido e rivendico il mio diritto di poterlo esprimere, anche con un vaffanculo.
Se al CAI non gli sta bene, me lo faccia sapere che posso benissimo dimettermi.
Io col CAI non c’ho certo mangiato.
@ A massimo ginesi al 93. “LA BATTUTA E’ UGUALE PER TUTTI”. Non ci piove, è lì scritta nero su bianco. L’interpretazione della battuta è uguale per tutti? A quanto pare no. Se l’interpretazione della battuta può variare si possono pensare due cose: la prima, chi l’ha scritta lo ha fatto male, sbagliare, una volta, è umano. La seconda, chi l’ha scritta male lo ha fatto di proposito perchè si potesse prestare a diverse interpretazioni, dando così il via a tutto quello che ne consegue, di negativo per alcuni e di positivo per altri, e questo è inaccettabile.
Crovella, io personalmente trovo ridicolo non chi dice che intende osservare al millimetro i dettami istituzionali.
E’ libero di farlo ed è libero di dirlo.
Trovo penoso (ed è un garbato complimento) chi continua a sostenere nel 2020 un dovere pubblico di obbedienza e conformismo per guide, istruttori e alpinisti famosi, che altrimenti violerebbero non si sa quale dovere deontologico (peraltro come ben saprai è una serie di norme comportamentali che disciplina determinate professioni, quindi il famoso alpinista sarebbe curioso comprendere a quale deontologia debba far riferimento…)
Se ti sfugge la differenza, e non ho dubbio che sia così altrimenti l’avresti già piantata lì, non so che farci.