Walter Bonatti, in cima al mondo – 01

Due mesi dopo la scomparsa di Walter Bonatti, come Supplemento a Panorama n. 47 del 16 novembre 2011, uscì un numero speciale di Epoca completamente dedicato alla sua figura.

Ci è parso uno dei migliori documenti in circolazione per riassumere ciò che Bonatti volle esprimere durante tutta la sua avventurosa vita. Lo pubblichiamo qui in undici puntate, con conclusione a fine ottobre 2024.

Walter Bonatti, in cima al mondo – 01 (01-11)
di e con Walter Bonatti
a cura di Emanuele Farneti

Cliccare sull’immagine per ingrandire e leggere.

(continua, https://gognablog.sherpa-gate.com/walter-bonatti-in-cima-al-mondo-02/)

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Walter Bonatti, in cima al mondo – 01 ultima modifica: 2024-07-20T05:22:00+02:00 da GognaBlog

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47 pensieri su “Walter Bonatti, in cima al mondo – 01”

  1. Ci sono luoghi, eventi, persone o personaggi ” del cuore” …mille motivi che coinvolgono anche e soprattutto la sfera emotiva. Ci vuole poco a togliere poesia ad un ricordo, a far perdere l’incanto alle avventure, interrompere un sogno, sporcare il disegno di un compagno di classe … 
    Ma perché !?   
    Senza paragoni, giudizi, distinguo e tutto il resto, rimane bellissimo perdersi nel semplice racconto.
    È come un tuffo in un’onda altissima,  quando non pensi , almeno per un istante,  che l’oceano è inquinato come non mai. 
     
     
     

  2. Sono sbalordito, ma neanche più di tanto, per certi osceni commenti, ovvero paragonare il grande Walter, allo “gnomogangster ridens”, ovvero al ducetto ipermafioso, che per tanti aspetti diede un un colpo mortale a questo disgraziato paese… Ovvio che non potevano mancare discrediti a raffica verso una persona eccezionale, la quale fece la storia dell’ alpinismo, nonché quella dell’ avventura nei luoghi più selvaggi del pianeta… Se poi si sconfina nell’ essere più o meno fighi, nonché per la quantità di donne “possedute “possedute”, allora davvero mi arrendo e depongo le armi… Consiglio vivamente questi luminari della “moderna critica alpinistica”, di andare a spiegare la loro sapiente dialettica, al Grande Fratello, all’ Isola dei Famosi, ad Amici, ecc… Nonché ad incentivare l’alpinismo del terzo millennio, incentivando l’utilizzo delle infradito e dei tacchi a spillo…..

  3. Comunque è interessante il quadretto di questa vetusta combriccola, dedtinata all’estinzione – nonostante il tentativo di cooptare sangue giovane destinato a scorrere altrove: il CAahiahiahi.
    A – ho scritto a Bonatti per dirgli che ha basato
    B – judafauss! E cosa ti ha detto
    A – mi ha fatto rispondere dalla segretaria
    B – e cosa ti ha detto?
    A – fate furb.
    Insomma, si può tranquillamente evincere il motivo per il quale il mito fondativo del nuovo mattino sia sempre in auge: perché dopo non c’è stato più nulla.

  4. @ 38
    Sul sanguigno Cesare e Toni nel 59 resto un credulone romantico , e sara’ difficile avere una parola definitiva.
    .
    Penso anche a tutto il veleno preso da Messner per avere abbandonato Gunther al Nanga , e poi era come diceva Reinhold.

  5. @ 40
    .
    Detto con pochissima stima per il Berlusconi politico , se e’ tutto in proporzione alle trombature di belle donne , allora :
    Bonatti : figo = Berlusconi : figo infinito
    .
    E meno male che il barzellettiere non si e’ mai legato ad una corda..
    .
    🙂

  6. Illustrissimo Bonatti,
    Sono Erberto Del Mancoadirlo Gran Visir dei Ciaparat Alpini Alponi IpIpUrra presidente della commissione dei nodi a palla, redattore dell”enciclopedia del Prusick, supervisore dell’enciclica sul poldo, mezzo poldo, tre quarti di Poldo e patate. Scopritore dell’unico passaggio al mondo di IV superiore meno alla rocca sella.
    Volevo dirle, e può testimoniarlo anche il mio compagno di allora, Moke Salgo, guida alpina del Borneo, detto dai suoi ratavuloira per la sua capacità di arrampicare nella nebbia, che la sua relazione della salita al monte Botga è da considerarsi AD — e non AD -.
    Saluti
    Questo prezioso incunabolio, ora consegnato alla storia dell’alpinismo è conservato al museo della montagna di Pecetto.

    Quando nell’aldilà si sente ridere sono Bonatti è la Podestà che ancora be parlano.
    Ps
    Berlusconi non era bello come Bonatti, per il resto onore a Berlusconi

  7. Ratman, se è vero che:
    Detto questo era un figo che ha fatto tutto quello che ha voluto, ha avuto belle donne e se le spassata: onore a Bonatti.
     
    Allora onore anche a Berlusconi.
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
    Scherzavo, ovviamente.

  8. Alessandro Moretti, sono andato a rileggermi i post su Bonatti apparsi sul gognablog e dai commenti emerge esattamente quello che è emerso in questo qui, ovvero, nulla si vuol togliere all’alpinista Bonatti ma l’uomo non fa di certo impazzire gli alpinisti.
     
    Che poi Buzzati e Bocca (ricordo persino Fede, dopo il Pilone) ne abbiano scritto con toni mitici e di sconfinata ammirazione verso un superuomo (che è l’immagine che più o meno suscitano tutti gli alpinisti agli incompetenti), non è altro che la solita storia che si chiama mediatizzazione.
    Il guaio è che certi personaggi poi si credono davvero dei superuomini (o donne, ma meno degli uomini) e diventano accecati verso chi magari fa meglio di loro starnazzando meno. Un po’ come quelli che raccontano convinti delle balle a cui poi finiscono per credere.
     

  9. Non è assolutamente mia intenzione togliere nulla a Bonatti alpinista, ma chiarificare solo che il mito Bonatti esiste solo per qualche credulone.
    Come quelli che credono che Maestri e Egger siano arrivati in cima al Cerro Torre nel 59.

  10. Poi a me hanno anche infastidito posizioni tipo: mi ritiro a 35 anni , perche’ ho esaurito quello che c’era da fare in montagna : dopo di me le cavallette…
    .
    Ma un po’ di modestia no ?

  11. Questa cosa della salita sulla motagna del Borneo la dice lunga su uncerto tipo di ingenuità ceh ancora oggi vuole fare dellìalpinismo una palestra di virtù e non una semplice attività umana in cui entrano in gioco particolare attitudini che in alcuni eccellono e in antri traccheggiano e in altri ancora non ci sono.
    L’articolo su Epoca era una rappresentazione, come tutti i film sull’alpinismo che sono finzioni e nulla o poco hanno a che fare con la pratica. Tutti i libri di alpinismo, le cronache di scalate  stanno in piedi perchè hanno un aspetto letterario; altrimenti sarebbero noiosissime cronache senza senso.
    Bonatti era un alpinista di gran vaglia, ma questo non dice nulla sulla sua persona, che a vedere la sua storia di estenuanti polemiche, continue puntualizzazioni ne fanno un tipo tra il pedante e il palloso: uno pieno di se. Anche in tarda età sempre tronfio, ieratico, come fosse in  gran saggio.
    Detto questo era un figo che ha fatto tutto quello che ha voluto, ha avuto belle donne e se le spassata: onore a Bonatti
     

  12. @ Fabio Bertoncelli.Ecco , più o meno le stesse difficoltà le avrei io…Non è che insisterei per andare a tiri alterni con qualcuno che và tanto meglio di me , ma viaggiare con qualcuno che si sente perennemente ingarellato e in lizza per memorabili imprese , pronto alla rissa e alla polemica pubblica con chi si ingaggia , non fà parte della mia giornata sui monti..In contesti più focalizzati come le spedizioni himalaiane , immagino che ambientino ci fosse ai campi fra Desio , Bonatti , Compagnoni e Lacedelli.

  13. Per i pochi che non li avessero letti, mi permetto di suggerire questi articoli, apparsi nel blog in anni diversi:
    https://gognablog.sherpa-gate.com/la-parete-nord-del-grand-pilier-dangle/
    https://gognablog.sherpa-gate.com/il-maestro-e-lallievo/
    https://gognablog.sherpa-gate.com/lerede-walter-bonatti/
    https://gognablog.sherpa-gate.com/che-cosa-e-stato-walter-bonatti/
    https://gognablog.sherpa-gate.com/il-primo-articolo-di-walter-bonatti/
    Nei commenti di quest’ultimo ci sono i link agli articoli di Giorgio Bocca e Dino Buzzati dopo la salita invernale al Cervino 

  14. Da quanto ho potuto imparare, Bonatti aveva un carattere  autoritario. Per intenderci: O si fa come dico io o si fa come dico io”.
     
    Col mio temperamento mi sarei trovato molto probabilmente a disagio in cordata con lui. A me piace scalare con un amico. Inoltre amo il senso di libertà che si respira in montagna, anche solo per poche ore; fra i tanti suoi pregi è quello che prediligo.
     
    Perciò non voglio rovinarmi la gioia legandomi con persone che pretendono di comandare come duci. Piuttosto preferisco andar per sentieri in solitudine, il che, tra l’altro, mi offre la possibilità di dedicarmi al contempo a un’altra attività a me molto cara sui monti: la meditazione.
    … … …
    Detto ciò, Bonatti aveva altre qualità umane, mentre quelle alpinistiche gli sono universalmente riconosciute.
    Considerando nel complesso i pro e i contro, fu una persona assai superiore alla media: non è cosa da poco. E questo mi basta.

  15. L’affermazione di Bassanini ha un suo perché in quanto su roccia Bonatti non era di certo un fenomeno quando in Dolomiti si superavano difficoltà decisamente superiori in arrampicata libera a parità di epoca.

    In arrampicata libera le difficoltà superate in Dolomiti, ma anche nelle montagne austriache,  erano già state nettamente superiori in decenni precedenti, nella così detta epoca d’oro del VI grado degli anni 30: Vinatzer, Rebitsch, ect. Anche Dulfer ha piantato parecchi chiodi e usava la traversata a corda per superare tratti lisci, lo vogliamo accusare di essere stato un carpentiere, invece di essere stato l’anticipatore del VI° ?
    Quanto a l’uomo Bonatti, se non ha voluto (o non potuto) avere figli sono fatti suoi. Di sicuro non era un simpaticone, sicuramente un egocentrico concentrato su se stesso, sicuramente un autoritario, magari anche un marchese del Grillo, io sono io e voi…. ma quanti ce ne sono satai e ce ne sono nel mondo dell’alpinismo!
    Ma questo è tutto un altro discorso.
    E comunque il giudizio di Bassanini non si riferiva solo a Bonatti , ma a tanti altri alpinisti di quell’epoca. Ad esempio Desmaison. Ed uno che si fa in solitaria la Magnone al Dru e  l’integrale di Peuterey, o l’invernale al Pilone Centrale, non lo definirei un “carpentiere”.
    Di carpentieri, in quell’epoca ce ne sono stati molti di più in Dolomiti dove sono state aperte vie con filate di chiodi a pressione. Che se non sbaglio,  Bonatti non ha mai usato.

  16. Nessuno vuole togliere i meriti alpinistici che ha avuto uno come Bonatti. Sia chiaro.
    L’affermazione di Bassanini ha un suo perché in quanto su roccia Bonatti non era di certo un fenomeno quando in Dolomiti si superavano difficoltà decisamente superiori in arrampicata libera a parità di epoca.
    L’ho scritto qualche giorno fa commentando qui altro post: per me conta anche la persona oltre l’alpinista. 
    È un mio parere, ma con uno come Bonatti non c’avrei preso manco un caffè. Cosi la penso.

  17. Uno di questi ATTRIBUTI, oltre ad essere dei “carpentieri” era la VISIONE. E per salire la nord del Pilier D’Angle con una sola piccola in quegli anni, ci vuole visione oltre che un gran pelo, visto i pericoli. Altro che essere solo dei carpentieri . Ma dai…

  18. Caminetti quello che ho scritto lo confermo , lo sottoscrivo e lo evidenzio di rosso . Non sono qui a dire che Bonatti fosse un uomo perfetto, di sicuro ha fatto le sue stronzate, la perfezione non fa parte di questo mondo e Bonatti non era certo un Dio anche se qualcuno lo riteneva. Ma quello che afferma Bassanini è una cazzata. Non penso che l’invernale di Desmaison  all’Olan o quella di Bonatti sulla nord del Cervino , od ancora la via aperta con Vaucher allo sperone Whymper , oppure le invernali alla Walker sempre di Bonatti e Desmaison, ma ce ne sono tante altre, siano state salite solo grazie ad un uso sistematico di chiodi. Non credo che bastasse essere dei buoni “carpentieri” per realizzarle, ma ci volevano anche altri attributi. Buonanotte anche a te.

  19. In alpinismo ( come molto spesso nella vita) parlano i risultati. Chi se ne importa se Bonatti non abbia voluto figli o li abbia voluti, se abbia romanzato le sue avventure…Io ricordo che ha salito la nord del pilier  d’angle quando la piolet traction era fantascienza, gradinando… Una via dove oggi la totalità dì chi la sale non arriverebbe da nessuna parte senza due picche di ultimissima generazione e scarponi e ramponi super. Quanto alle vie dì roccia, concordo con chi pensa che averlo chiamato un carpentiere o simile abbia detto una sciocchezza. Bonatti non ce lo ricordiamo perché non fece in libera la sua via al capucin ma perché fu il primo ad aprirla. E comunque con scarponi e corde dì canapa chi avrebbe potuto fare meglio? Bassanini avrebbe fatto la fessura dì 7c+ al clocher dì tacul con i moschettoni singoli gli scarponi e  il canapone? Se lo ha detto, dico se, ha detto una sciocchezza. Come se Honnold gli desse del carpentiere solo perché honnold i 7c in fessura li sale slegato…
    Dai su…
     

  20. Non faccio commenti su Bonatti ne come alpinista ne come uomo. Voglio solo raccontare un episodio che riguarda le sue “esplorazioni” sponsorizzate da Epoca.
    Agostino Cicogna è stato un grande alpinista accademico, tra le tante altre sue salite di grande difficoltà basta citare la seconda salita della Nord del Petit Dru per la via Allain. Ad un certo punto della vita lascia il grande alpinismo per darsi all’esplorazione dei luoghi meno conosciuti del mondo, da solo, illustrando i suoi avventurosi viaggi con numerosi filmati. In uno di questi ebbe un incidente che gli causò danni permanenti. Molti anni fa, ad un pranzo dopo una assemblea del CAAI Gruppo Occidentale ci raccontò un episodio relativo alle esplorazioni di Bonatti. Su Epoca era apparso il racconto della salita da parte Bonatti di una montagna nel Borneo, probabilmente la più alta della regione. Questa impresa era dipinta in toni drammatici come impresa di estrema difficoltà, tra le grandi imprese umane. Tale montagna Cicogna l’aveva salita con un indigeno local e non aveva incontrato nessuna difficoltà rilevante. Scrisse a Bonatti dicendo che forse, nella descrizione apparsa su Epoca, c’era qualche errore. Bonatti non gli rispose ma Agostino Cicogna ricevette una lettera dalla redazione di Epoca che diceva che i toni drammatici erano necessari per la soddisfazione degli affezionati lettori della rivista. Non credo servano commenti.
     

  21. Bassanini non ha detto una minchiata, ma bensì una grande STRONZATA, che denota solo ignoranza storica e anche una certa dose di invidia. Ogni prestazione va inquadrata nel suo tempo. E dire che gente cone Bonatti, Desmaison, Aste, ect., andavano su a forza di chiodi è solo una grande negazione della realtà, perché questa gente aveva delle palle grosse come elefanti.

  22. Fissare, confermo: solenne minchiata!
     
    Perché il motivo per cui Walter Bonatti non intendeva avere figli (scelta rispettabilissima) era chiaramente un altro. 
    Ma come di consueto lui dava la colpa a qualcun altro o a qualcos’altro. Insomma lui era puro, gli altri no.
    Aveva ragione mio nonno.

  23. #21 Cominetti “Solenne minchiata”, almeno discutibile e da inquadrare all’interno di un discorso. Ma scrivo solo per dire che a pag. 156 de I giorni grandi, capitolo Addio alpinismo, ho trovato la frase corretta, pur se non lontana nel significato “Non ho figli, né vorrei averne in un paese che riesce ancora ad elogiare – è cronaca di ieri – una madre che ha partorito 26 volte”.

  24. Marcello, non mi sono certo permesso di giudicare Bassanini come alpinista; anzi, tanto di cappello!
    Però quella battuta sgradevole poteva risparmiarcela. E risparmiarsela, perché va a suo scapito come uomo.

  25. Bertoncelli, il “settimogradista” che aveva dato del muratore a Bonatti era Giovanni Bassanini,  uno degli alpinisti più forti che il Massiccio del Monte Bianco abbia mai conosciuto.
    Vedi, il guaio è che anch’io sono cresciuto a pane & Bonatti ma ho presto capito che i miti hanno poco senso e che la storia fa il suo corso. Ai tempi di Bonatti gli alpinisti uscivano sui media non appena facevano qualcosa. Erano visti come degli dei. Ma gli dei non esistono e non bisogna continuare a vederne anche dove non ce ne sono.
     
    Se è vero che Bonatti (ho letto entrambi i libri citati ma non lo ricordavo) ha detto che “non ha senso fare figli in un mondo in cui sono già tanti a soffrire fame e ingiustizie” , significa che ha detto una solenne minchiata! Ripeto: solenne minchiata!

  26. Il Walter era un mandrillone. Non ne lasciava scappare una.
    Poi la Rossana l’ha stregato e lui ha appeso l’sciopp al chiodo. 

  27. “Per parte mia l’ho conosciuto in una serata a Bra nel 1981, rimase a chiacchierare con me e altri 3-4 fin verso l’una, gli lasciai una copia di quello che avevo scritto come presentazione per i giornali locali. Meno di una settimana dopo mi arrivò la sua risposta, una pagina e mezza scritta a mano, assolutamente non formale.
    Grazie di aver condiviso questi due piccoli episodi, che ci permettono di conoscere meglio Walter Bonatti come uomo.
     
    Per quanto riguarda invece l’alpinista, ricordo che tanti anni fa un arrampicatore di grido, settimogradista e oltre, addirittura guida alpina, definí Bonatti e gli altri fuoriclasse di quella generazione come “muratori” (sic) perché, secondo lui, furono capaci di salire soltanto a furia di chiodi.
    Con ogni evidenza il tizio mancava completamente del senso della storia oppure, prima di aprire bocca, si era scordato di connettere la lingua al cervello.

  28. #12 Cominetti Sono ammiratore da 60 anni di Bonatti, prima da ragazzino che non conosceva la montagna ma affascinato dalle sue imprese e poi nei decenni del mio crescere e invecchiare, estimatore d.o.c.g. non accecato dell’uomo Bonatti. Senza nascondermi che era duro, rigido fino allo scontroso, con un ego importante, permaloso, ma chi ha quei talenti, vive la complessità della sua storia, e non ha limiti simili, viaggia direttamente agli…altari. Cosa che non traspare volesse.
    Sul non apprezzare i forti giovani non conosco riscontri, mentre riconosceva come suoi capicordata alternati, Mazeaud, Vaucher, Mauri.
    Sul fatto di non aver avuto figli, ricordo che in Le mie montagne o ne I giorni grandi (ho sfogliato velocemente oggi ma non lo ho trovato) ha scritto che non ha senso fare figli in un mondo in cui sono già tanti a soffrire fame e ingiustizie.
    Per parte mia l’ho conosciuto in una serata a Bra nel 1981, rimase a chiacchierare con me e altri 3-4 fin verso l’una, gli lasciai una copia di quello che avevo scritto come presentazione per i giornali locali. Meno di una settimana dopo mi arrivò la sua risposta, una pagina e mezza scritta a mano, assolutamente non formale.

  29. @Giuliano Bosco delle 13:38. “E non era l’ingluenza . . .”. Meno male che non era l’ingluenza perché altrimenti non saresti qui a raccontarcela.

  30. La prima edizione de “Le mie montagne”, quella con il Maudit sullo sfondo, (Zanichelli), insieme alla prima edizione di “Alpinismo acrobatico” di Guido Rey, sono i pezzi forti della mia piccola biblioteca alpina.
    Ricordo che lessi il libro di Bonatti in un periodo di malattia influenzale, trattenuto a letto dai miei genitori che sostenevano la cura delle “3L” per guarire dall’influenza. Lana, Letto, Latte (le origini contadine dei miei erano evidenti in questa cura).
    Ricordo la lettura “da disteso” accompagnata dalla musica dei Fleetwood Mac (album “Mirage”). Avrò avuto 23 o 24 anni.
    Ricordo che leggendo alcuni brani, ad esempio il mitico pezzo sulla salita alla est del Grand Capucin, mi sudavano le mani a letto. E non era l’ingluenza …
    Da allora, ogni volta che mi capita di risentire un pezzo di quell’album (es. la mitica Gipsy) mi viene in mente il libro del grande Walter e ripensando alle imprese narrate nel libro, qualche volta, … mi sudano ancora le mani …
    Grandissimo Bonatti. Per me il numero 1.

  31. Con la maturità dovuta all’ età ci si accorge di tanti aspetti che i giovani colgono con naturalezza.
    Sono stato da adolescente e giovanissimo un ammiratore di Bonatti.
    Ora mi accorgo che è stato si un grande alpinista, ma sono d’ accordo su tutte le pecche che voi giovani via via mettete in evidenza.
     

  32. Comunque un grande personaggio per la storia dell’alpinismo. Al di là delle polemiche, di cui non è l’unico responsabile. Per me è incredibile come anche ambiti dove la solidarietà è fondamentale per raggiungere la meta, che sembrerebbero limpidi, estranei a ripicche e piccinerie,  ne siano a volte intrisi.

  33. Foto fantastiche dell’uomo che da alpinista si trasforma in esploratore e passa da un mondo fatto di pareti verticali impossibili a paesaggi orizzontali sconfinati.
    Grandissimo alpinista, esploratore vero e un uomo pieno di sani principi, innanzitutto.

  34. Mi spiace per gli ammiratori accecati dal mito uomo-Bonatti, ma proprio come uomo a me non è mai piaciuto! Nulla da dire come alpinista, ma non ci sarei mai andato in vacanza manco se mi avesse pagato.
    In più (oltre a non averlo mai stimato come persona) ce l’aveva con quelli più bravi di lui, specie se giovani. Imperdonabile.
    Secondo me pativa il non avere avuto figli. Mi ha sempre dato quest’impressione. 
    Pace all’anima sua.

  35. In tutte queste foto super posate Bonatti è impostato come un attore: iconico, camicia sbottonata, languidamente disteso, sogno erotico di una attrice che poi è diventata sua moglie.
    Bonatti e stato un genio della comunicazione di sé stesso. Un vero precursore dei tempi

  36. Ho una edizione delle Mie Montagne dì Zanichelli se non ricordo male in cui la storia del Pilone e Nevado Rondoy Nord sono in appendice. E’ quella la prima?
    Per il resto, più un alpinista e’ stato bravo più ha dato adito a polemiche. Io sono portato a pensare che Bonatti ce l’avrebbe fatta su K2 l’anno dopo. Credo che la sua capacità dì resistere a quelle condizioni fosse unica e forse biologicamente inspiegabile. Secondo me c’è  l’avrebbe fatta.

  37. Io la penso come Cominetti.
    .
    Conosco veramente poco di Bonatti , ma e’ uno dei grandi alpinisti che piu’ di altri ha avuto grandi talenti , e anche un grande EGO.
    .
    Non so i dettagli , ma questa continua aria di polemica , di lotta in punta di recriminazioni fra primedonne e il celhopiulunghismo sempre sottotraccia mi aveva sempre infastidito , peggio ancora le polemiche su Manolo , che ancora 30 anni fa’ diceva di non amare la competizione con il numerino sulla cannottiera.
    .
    Messner puo’ piacere o non piacere , ma per me e’ una persona con grandi talenti , non troppo polemico , e con una testa pensante ed argomentazioni interessanti che hanno precorso i tempi.
    .
     

  38. Dopo il ritorno dal K2 nel 1954, Walter Bonatti incredibilmente concepí l’idea di tornarvi l’anno dopo e salire da solo (!) lo Sperone degli Abruzzi, dalla base fino alla cima. Aveva intenzione di approfittare delle corde fissate in precedenza, che riteneva ancora utilizzabili.
    Chiese un finanziamento, se ben ricordo all’editore Mondadori, il quale però rifiutò: sarebbe stato quasi come elargire quattrini per una missione suicida. Il progetto evidentemente era troppo in anticipo sui tempi.
    Senza denaro Bonatti dovette rinunciare. Si “consolò” con il Petit Dru.
    … … …
    Le prime ascensioni di un ottomila, in solitaria dalla base fino alla vetta, furono quelle di Messner nel 1978 al Nanga Parbat e nel 1980 all’Everest (quella di Buhl al Nanga Parbat nel 1953 fu una solitaria – improvvisata – solo a partire dall’ultimo campo). In sostanza, Bonatti concepí un progetto che poi venne realizzato soltanto ventitré anni piú tardi.
     
    P.S. L’informazione è stata tratta da un libro di/su Walter Bonatti (modestamente, li possiedo tutti, tranne la prima edizione assoluta di Le mie montagne, quasi introvabile, e li ho letti tutti). Però non ricordo quale sia e ora non ho voglia di scartabellare nel mare magnum. Fidatevi di me.
     
    P.P.S. Ho sempre considerato stranissimo che una notizia strabiliante come questa fosse relegata su una mezza pagina di un libro e poi… silenzio totale.

  39. Valter Bonatti mitico alpinista.
    Non vi sono parole per descrivere la mia ammirazione, per questo alpinista !!
     

  40. Vero che si tratta di articoli belli ancora oggi, ma non va perso di considerazione il fatto che allora facilmente non si conoscevano certi luoghi e quindi il fascino dei racconti era scontato e grande. Oggi è difficile catturare attenzione e sentimenti del lettore perché gli articoli in genere li prepara la famigerata IA o autori che badano esclusivamente allo stupire il lettore contando sulla quantità e sulla superficialità. 
    Bonatti aveva capito che avrebbe avuto maggiore successo rivolgendosi al pubblico non alpinista, molto più vasto e più facilmente raggiungibile e appetibile agli sponsor. Mica poteva viverecsppo di alpinismo!?
    Scelta fatta anche da Moro e Barmasse,  per esempio, che dagli alpinisti non godono di chissà quale stima mentre sono dei veri divi per la massa. Pur non volendo togliere nulla al valore di quello che hanno fatto come alpinismo. 
    Escluderei Messner  poco successivo a Bonatti, da questa scelta e categoria perché lui se ne è sempre sbattuto dell’altrui parere facendo quello che gli pareva e come voleva. Per questo è e sarà, piaccia o no, il più grande.

  41. Purtroppo vedo il testo sfocato e non riesco ad apprezzarlo.
    Le foto sono magnifiche ed espressive, sia dell’uomo che di ciò che si vuole rappresentare e trasmettere. 

  42. Che belle quelle riviste patinate, articoli lunghi, ben costruiti, foto raffinate, mapi spazi a disposizione per il lettore, per leggere e rileggere. Che nostalgia di quel mondo

  43. Bonatti il precursore, instagrammer ante litteram.
    L’essere “contemporaneo” appare con il Bonatti “anomalia” della spedizione ottocentesca di Desio, con il perenne conflitto con il da sempre obsoleto CAI.

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