E’ la seconda volta che ci troviamo a proporre le attività professionali del gruppo X-Adventure. Il post che segue può sembrare un redazionale, mentre in realtà è il fermo nostro invito a far conoscenza con Marco Heltai e con i suoi colleghi: lo meritano. L’unica piccola critica che rivolgo loro riguarda il sito internet, perché nelle loro descrizioni c’è più volte l’accenno alla “completa sicurezza”. Colgo l’occasione per ricordare che non conviene mai spacciare per “completamente sicura” un ‘attività che si svolge in montagna e soprattutto nella neve. Nella stesura di questo post ho rigorosamente cancellato ogni accenno alla “completa sicurezza”.
XAdventure
Un team di professionisti dell’outdoor, nato per mettere a disposizione la propria esperienza e professionalità a tutti coloro che vogliono accedere per la prima volta al mondo dell’avventura o continuare nella scoperta di esperienze sempre nuove. Non è certo l’unica organizzazione del genere in Italia, ma è senz’altro tra le migliori. In un precedente nostro post avevamo dato una panoramica delle loro proposte estive (canoa, kayak, rafting, canyoning, arrampicata, ferrata, bike tour, stand up paddling), cui rimandiamo per la presentazione e per la parte generale. Diamo qui di seguito una panoramica delle loro proposte invernali ed esperienze speciali.
X-Adventure promette divertimento assicurato in ogni stagione. Ecco qui di seguito le attività proposte.
Arrampicata su ghiaccio
Scoprire il magico mondo dell’arrampicata sulle pareti di ghiaccio, veri gioielli effimeri che nascono e svaniscono ogni anno.
Il corso cascate di ghiaccio è rivolto a coloro che vogliono provare a scalare una cascata di ghiaccio con piccozza e ramponi.
La Guida Alpina esperta che li accompagna farà scoprire loro le tecniche e gli strumenti per vivere quest’esperienza unica.
L’arrampicata su ghiaccio, o ice climbing, è un’ottima alternativa agli sport invernali più noti che si svolgono in montagna, come sci, ciaspolate o snowboard. Un’esperienza che regala emozioni indescrivibili, anche grazie al magico scenario che queste cascate di ghiaccio creano.
Ciaspolate
X-Adventure organizza ciaspolate in montagna in diverse zone del Veneto e del Trentino, percorrendo itinerari sul Monte Baldo, sulle Dolomiti, Prealpi, Tirolo ed altre località. In compagnia di una Guida Alpina, s’imparerà la tecnica e si scoprirà il territorio che ci circonda da una prospettiva speciale.
Le escursioni con le ciaspole sono per tutti e si svolgono sia di giorno sia al chiaro di luna; possono durare una mezza giornata o anche più giorni e differiscono infine per il livello di difficoltà.
Freeride
Con i corsi di sci fuoripista, o freeride, si scopre il lato più eccitante, divertente e coinvolgente dello sci.
Le sensazioni che si provano sciando su un manto nevoso non battuto, magari appena dopo una nevicata, sono uniche e impareggiabili. Lontano dalle piste affollate, si apprezza il silenzio e la quiete della montagna ma soprattutto si conosce l’emozione di sciare sulla neve fresca e soffice, che rende tutto perfettamente nuovo, vergine, da disegnare con la propria linea.
I corsi di sci fuori pista sono suddivisi per livello di difficoltà e sono tenuti dai guide alpine.
Scialpinismo
I corsi di scialpinismo insegnano a sciare su neve fresca al di fuori degli impianti, dei percorsi predeterminati e delle piste attrezzate.
Per questo motivo, lo sci alpinismo è uno sport emozionante ed è un modo per scoprire la magia e il fascino delle valli innevate, immersi nella natura più autentica e incontaminata, lontani dal frastuono.
I corsi e le uscite di sci alpinismo, sempre tenuti da guide alpine, sono impostati sui diversi livelli di preparazione, a partire dalle lezioni introduttive.
Lo scialpinismo libera la mente ed è un mondo fatto di panorami, sensazioni, colori e riflessi, che regala emozioni uniche ed irripetibili sempre nuove. Un mondo infinito, nel quale vale la pena entrare e nel quale desidererai sempre tornare.
Sicurezza in montagna
I corsi di sicurezza in montagna servono a imparare a gestire il rischio che ogni disciplina sulla neve comporta.
La neve è un elemento meraviglioso, quasi magico, occorre però conoscerla approfonditamente, capire cosa succede al manto nevoso e valutare attentamente i rischi che ne derivano al fine di ridurli al minimo.
Le lezioni di sicurezza in montagna sono rivolte a sciatori, ciaspolatori, scialpinisti,
snowboarder e freerider che desiderano imparare a valutare la stabilità del manto nevoso, il rischio valanghe e le tecniche di gestione dell’autosoccorso in valanga.
Approcciarsi alla montagna e alla neve con un bagaglio di conoscenze, preparazione e una buona capacità di valutazione permette di divertirsi in maggiore sicurezza e apprezzare ancor di più la montagna e gli sport sulla neve.
Viaggi avventura organizzati
X-Adventure organizza viaggi di gruppo nel mondo, per vivere una vacanza avventurosa alla scoperta di alcuni dei più bei luoghi del pianeta. Sono esperienze davvero uniche.
Addio al celibato
Per chi sta cercando un’idea originale per festeggiare l’addio al celibato dalle parti del Lago di Garda, o vuole vivere un’esperienza ricca di adrenalina in compagnia dei suoi amici, X-Adventure ha diverse proposte in serbo. Le attività più gettonate sono rafting, canyoning, stand up paddle, tour in canoa sul lago o sul fiume Adige, bike tour.
Addio al nubilato
Anche l’addio al nubilato nei pressi del Lago di Garda può significare un’esperienza diversa e davvero unica.
Per la sposa che vuole vivere con le sue amiche un’avventura (o per chi sta organizzando l’addio al nubilato della sua migliore amica) e che cerca un’idea originale, X-Adventure ne propone una più del diavolo, perché organizza esperienze outdoor all’insegna della natura, dell’adrenalina ma soprattutto del divertimento e delle risate.
Il territorio del Lago di Garda è ricco di stimoli per vivere esperienze insolite, ideale per amiche curiose che vogliono provare assieme qualcosa di nuovo. Che sia rafting, canyoning, sup, un tour in canoa sul lago o sul fiume oppure un’altra avventura, sarà un’esperienza indimenticabile.
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Crovella, lo sai che la presentazione della Biblioteca che leggi oggi l’abbiamo scritta noi 10 anni fa? Forma di vita? Ma a che serve una biblioteca se non sta aperta, se non è visibile all’esterno, se ci vai su appuntamento? Diventa un museo, se capisci la differenza…
Il mio 36 è solo per precisare rispetto al rammarico del commento 35: una qualche forma di “vita” la biblioteca oggi la dà.
No, non ci sono. Nella prima con le persone, due lettori e il direttore della Biblioteca. Nella seconda due dei volontari e la ex segretaria della Sezione.
@38
Per curiosità Marco, tu sei tra quelli nella foto? 🙂
Crovella, visto che linki, copia il testo anche:
La Biblioteca “Luigi Gabba” ha sede in via Duccio di Boninsegna, 21 – piano rialzato
è aperta su appuntamento, nel seguente orario
martedì ore 10-13 e 15-217,30
giovedì ore 10-13 e 15-217,30
SU APPUNTAMENTO. E MANCO SCRIVERE GLI ORARI GIUSTI…
E QUESTA?
https://caisidoc.cai.it/biblioteche-cai/biblioteca-cai-sezione-di-milano-luigi-gabba/biblioteca/
Le foto della vecchia sede di via Silvio Pellico, da dove il CAI Milano ha traslocato nel 2011: in 12 anni i tuoi grandi illustri amichetti, manco han cambiato le foto 😀 😀
Ci avrei giurato. E’ stata chiusa per 5 anni. Non catalogano più in SBN, per cui non esiste un accesso da remoto se non ai titoli che io ho catalogato a suo tempo: significa che se non vai alla Sezione, non sai che libri nuovi sono entrati. Significa che chiunque non sia a Milano è tagliato fuori da quei volumi (molti disponibili SOLO lì). Prima era aperta due giorni a settimana, orario continuato mattina e pomeriggio. Fuori quei due giorni bastava chiedere e qualcuno ci sarebbe stato. Ora appuntamento anche per i pomeriggi. Prima 4 volontari più il catalogatore, ora una sola. Ma si sa, di cultura non si vive. Giusto per: con 50.000 immagini, più della metà dei primi 50 anni della Sezione. cosa ci voleva a fare qualche mostra, un calendario, delle cartoline? Che so, della storia dei vari rifugi della Sezioni, di cui c’erano le foto dalla costruzione ad oggi… Tant’è. PS – Perfino la descrizione del patrimonio bara: non si sta (più) riordinando e catalogando nulla, né cartaceo né fotografico… Avevamo anche fatto una piccola rivistina della Biblioteca, la maggior parte dei numeri ce li siamo pagati perché la Sezione non ci faceva fare le fotocopie a colori…
Giusto per non lasciare dubbi pendenti sul piano istituzionale, ho svolto una rapida goggolata e pare che la biblioteca milanese risulta aperta e operativa. Così tiriamo tutti un sospiro di sollievo. Presumo, però, con altre persone coinvolte.
Vedi:
https://www.caimilano.org/bibliotecadellamontagna/
Orari: https://caisidoc.cai.it/biblioteche-cai/biblioteca-cai-sezione-di-milano-luigi-gabba/timetable
“pur di non caricarsi di nuovo di un tachiss come te, hanno addirittura preferito chiudere la biblioteca!”
Non voglio entrare nella polemica, ma se quanto sopra fosse vero, i responsabili della chiusura andrebbero appesi per i pollici e fustigati…altro che tener conto delle loro opinioni in qualunque campo o su chiunque!
Chiudere una biblioteca è molto peggio che pretendere la doccia o il menu a la carte in rifugio o andare in bici sui sentieri…anzi forse è la fonte prima di questo!
Ma perché hanno chiuso i manicomi ?? (A scanso di equivoci sono d’accordo con la chiusura degli stessi, da realizzare con tanti correttivi. Ma questo è un discorso diverso che qui non c’entra nulla). Il Gognablog ci avrebbe guadagnato non poco !
@29 Ho spiegato doviziosamente milioni di volte cosa intendo su tutto questo tema e quindi non lo ripeto. È tutto agli atti e, se ti interessa capire davvero (dubito), vai a cercare in archivio
Ma no. Un semplice suggerimento, perché non mi interessa un fico secco dialogare con te. Oltutto, a ogni giro, consolidi l’immagine di tachiss insopportabile. Capisco che abbiano preferito liberarsi di te. Per favore evita di coinvolgermi ancora nei tuoi commenti. Scrivi quello che vuoi, ma come se io non esistessi e lo stesso farò anche io con te. Arvedze, neh
Ps . Stammi alla larga è una minaccia?
Se han preferito chiudere la Biblioteca pur di non avere uno come me tra le palle, sarebbero da rinchiudere. Ma evidentemente questo è il tuo modo di affrontare dei discorsi, delle persone, delle situazioni. Muoia Sansone con tutti i filistei. Complimenti.
Però noto che si insiste (in particolare uno dei commentatori) nell’attribuire tutti i mali alla sportivizzazione della montagna. Ma cosa significa? Nulla se non si guarda a livello del singolo o degli effettivi interventi antropici che questa richiede. In montagna si possono praticare tranquillamente tutte le attività che si vuole, esattamente come in pianura, tutti hanno il diritto di godere delle bellezze inimitabili che offrono le nostre Alpi. Dopodiché se queste prevedono modifiche strutturali all’habitat nel quale di svolgono, ci sono tutte le ragioni per contrastarle, ma se rimangono entro i limiti del semplice movimento in natura, senza provocare danni o mutazioni all’ambiente, perché insistere su queste tesi? Siamo in 8 miliardi e noi siamo qui ai piedi delle Dolomiti o del Bianco solo per un colpo di culo. Oggi ho “corso” (si fa per dire) un bellissimo vertical, seguito da adeguate libagioni in un paesino dove vedere tanta gente è una festa che rianima anche i più in là con l’età. Dopo il nostro passaggio sul sentiero non è rimasta alcuna traccia, se non quelle labili delle scarpe da trail, che il vento avrà già cancellato, indubbiamente meno incisive degli scarponi degli escursionisti. E questa è l’unica cosa che conta.
Ma si sa che confutare i diktat di CC è come parlare ad un muro.
@26 Ma molla lì. Sei stato tu a innescare tutta sta diatriba, con le tue stupide e immotivate insinuazioni sul “tono” dei miei commenti… la prima volta ti ho risposto educatamente, ma doveva finire lì. Invece, da tachiss quale sei, ha insistito e insistito e allora ti sei preso ‘na baruta’ ‘n su le urie (fattelo tradurre da qualche torinese). A me non passa neppure per l’anticamera del cervello di interfacciarmi con te. Adesso che mi conosci (peraltro che io non ami i tachiss non e’ cosa che si scopre adesso), fai tesoro e stammi alla larga. (Cmq io interpreto la conclusione della faccenda milanese addirittura all’opposto: pur di non caricarsi di nuovo di un tachiss come te, hanno addirittura preferito chiudere la biblioteca! Pensa te quanto poco ti stimano…).
Crovella con le sue valutazioni da caiano doc cade involontariamente ogni volta nel ridicolo.
A parte il chiaro scontro destra-sinistra, mi viene da dire al Vegetti che può essere orgoglioso di non essere nelle grazie di certi personaggi. Gli stessi che invece appassionano Crovella. Differenze.
Invece parlando di guide e come si propongono la scelta è vastissima. È facile valutare se non ci si campa.
So solo che il tipo do proposta come all’articolo a me non piace. I clienti, se serve, vanno educati e non (mai) coccolati. Il tutto con rispetto e un po’ di rudezza, che insegna.
Perfetto. Non mi hanno richiamato perché nella loro sublime intelligenza hanno semplicemente chiuso la Biblioteca. Deduco che le “poche persone” erano tutte legate al Direttivo ovvero a coloro che detengono un “potere”. Naturalmente, a loro credi ad occhi chiusi. La prossima volta che li senti, chiedi loro dove erano quando la sezione ha traslocato da Silvio Pellico a Duccio da Boninsegna. Dal presidente in giù, tutti in vacanza eccetto la segretaria, cinque volontari pensionati della Biblioteca e il sottoscritto che avrebbe potuto fregarsene essendo pagato SOLO per catalogare libri. Ma questo non te lo diranno. Così come non ti diranno che il rompipalle gli ha evitato, per “affetto”, una bella diatriba con il Tribunale del Lavoro (12 anni da professionista ma con progetto solo per un anno sono assimilabili a un lavoro a tempo pieno: sarebbe stato divertente). Ma anche questo non te lo diranno. Così come non ti diranno che MAI hanno avuto le palle di salire in Biblioteca e dire chiaro e tondo cosa avevano in mente per quel piccolo gioiello di archivio. Parlano alle spalle, bravi, ma in 5 anni nella nuova sede MAI il Direttivo ha tenuto una riunione con i volontari che tenevano aperta la Biblioteca. Ma già, questo è essere rompiballe… PS – E’ normalissimo nel tuo contesto, ma credo che tu sia l’unico che l’abbia fatto di tutto il Gognablog. Quanto a darmi la zappa sui piedi, lascia stare Crovella, non ho bisogno dei tuoi consigli. E neppure del “giudizio” dei tuoi pochi (che probabilmente mai hanno parlato con me…)
Invece è normale, normalissimo, almeno nel contesto in cui vivo e lavoro abitualmente io: conosci uno per caso (nella fattispecie su un sito), hai un’impressione un po’ strana di costui, sia che fa parte o che ha fatto parte di un contesto (può essere un’associazione, un’azienda, una parrocchia…), hai conoscenti diretti in quello stesso contesto, quando li senti (per normali chiacchiere fra amici) è fisiologico dire: “a proposito, tu che fai parte del ZZ, sai chi è XY?”, In genere non c’è neppure bisogno di chiedere esplicitamente “cosa ne pensi di quello?”, perché te lo dice direttamente l’altro. A me capita spesso di sondare opinioni altrui sulle persone, sia in ambito lavorativo che di attività collaterali. Altrettanto mi capita, quasi quotidianamente, che mi vengano chieste “opinioni” su persone che in qualche modo ho conosciuto. nel mondo professionale torinese è prassi consolidata dalla notte dei tempi.
Quello che ti sfugge è che spesso basta l’impressione negativa lasciata a poche persone per sovrastare l’eventuale valutazione positiva di tanti. Se in quel contesto ti hanno fatto correre (e, soprattutto, non ti hanno richiamato) la sensazione è cha sia accaduto così.
Cmq, mollala lì adesso: ti stai dando solo la zappa sui piedi, dai. Fate furb
Strano che le centinaia di normali soci che ho conosciuto in 10 anni al CAI Milano la pensino diversamente dai tuoi (pochi e selezionati al tuo livello?) conoscenti. E trovo AGGHIACCIANTE che una persona “normale” vada a chiedere informazioni su una terza persona che nemmeno conosce direttamente…
Già molto tempo fa, non ricordo a che proposito (ma cmq connesso a qualche cosa qui sul Blog), avevo informalmente chiesto un parere su di te a miei conoscenti, che hanno a che fare con CAI Milano, e costoro mi hanno confermato l’idea che dai, cioè di insopportabile tachiss, come da descrizione già citata.
Contento tu: anziché ricordarti per le cose “belle” che tu dici di aver fatto per quella Sezione, hanno di te solo l’impressione di uno scocciatore senza freni. Vedo che non sai correggerti, neppure a distanza di tempo. Mollala lì, conviene a te prima ancora che agli altri.
Dal canto mio, non ho certo bisogno di sviolinare Gogna, riservando ad un suo articolo un trattamento diverso e addolcito: ci conosciamo ormai da diverso tempo e sappiamo benissimo come siamo fatti, reciprocamente. La spiegazione lo già data nel commento 7, che tutti hanno capito al volo, senza rimestare il torrone come fai tu. E’ evidente che lo fai per il solo piacere di procurare fastidio agli altri (oggi a me, ieri a un altro, domani a un altro ancora…), ma si tratta di comportamento da bimbetto dell’asilo… Contento tu di rivelarti così a tutti…
Al CAI Milano mi han fatto “correre” perché mi opponevo a un sistema geriatrico, con un presidente fiero di essere stato un giovane balilla, con un direttivo mentalmente chiuso, con una dirigenza con il terrore verso chi avesse meno di 60 anni. Io, da parte mia, ho portato SBN nella Biblioteca (prima Biblioteca di tutto il CAI ad entrare nel Sistema), io ho catalogato da solo circa 20.00 volumi e un migliaio di periodici, io ho trovato i contatti per recuperare almeno una parte delle 50.000 foto dell’Archivio fotografico. Ma mi son dovuto battere contro personaggi della serie “con la cultura non si mangia”, chiusi ad ogni possibile cambiamento che scalfisse il loro “potere”. Tanto è vero che, mandato via me, han chiuso la Biblioteca, la più grande dopo la Nazionale di Torino e la SAT. Io ero quello che avrebbe potuto portare alpinisti ultraconosciuti a far serate a prezzi ridicoli, personaggi che avrebbero riempito un cinema, ma sono stato stroncato anche in questo, sempre per il terrore dei “giovani”. Rompipalle appiccicaticcio? Forse. Ma lo sono stato solo ed esclusivamente per passione e per un legame con il CAI e per dare al CAI Milano una visibilità che era decenni che non aveva più… Ma mi sa che tu sei un po’ come loro: o con me o contro di me, guai a toccarvi l’orticello, virtuale o meno.
@ 19
Dice il saggio: “Non stuzzicare il Carlon che dorme”. 😉😉😉
Dal vocabolario piemontese estraggo il significato della parola “tachiss”:
“È un termine piemontese che significa “appiccicaticcio, attaccaticcio”.
Metaforicamente, indica una omino che ti sta addosso, reclamacontinuamente attenzione, commenta ogni tuo gesto e ogni tua parola, tialita continuamente in faccia e ti chiede risentito perché eviti la suacompagnia.”
Ogni volta che ti leggo, è sempre più chiaro perché al CAI Milano ti abbiano fatto “correre” alla grandissima: aver quotidianamente fra i piedi un tachiss come te è una tortura insopportabile.
Certo Carlo. Per questi dai per scontato che siano all’altezza. E perché non lo potrebbero essere anche gli organizzatori di cene con lo chef, aperitivi sugli sci, concorsi di bellezza, sfilate di moda? Per quelli non hai avuto parole “accomodanti” come con questi (articolo proposto dalla redazione quindi critiche più soft?)… A me, continuano a parere due pesi e due misure…
@15 Ma che rilievo ha l’intensità del tono? Il problema è ben altro, è il modello imperante che sta distruggendo la montagna. Certo che li disprezzo, questi signori, ma perché disprezzo tutto il mondo a cui appartengono, non solo loro in quanto tali (rileggiti tu il commento 7, è a prova di comprensione di chiunque…). Io conosco benissimo cosa scrivo e con quale tono. Il problema è il modello nel suo insieme.
T’ses ‘n bel tachis, si dice a Torino (tachis è un “pistino”, uno che vuol esser precisino apparentemente per amor di precisione, ma che in realtà lo fa perché è solo un gran rompicoglioni e basta). Stame bin
Sì, pubblicità pura e evidente, un poco tanto marchetta come detto in un commento. Non c’è bisogno di essere duri e puri, sudati, puzzolenti, con i crampi da fatica, alla Crovella (che oggi mi pare inconsuetamente ragionevole e con cui concordo) ma buttarci dentro addii al celibato e nubilato (e perché non anche in preparazione al primo giorno di scuola di prima mignin, una botta di adrenalina la sera prima della maturità, ecc) beh, mi pare una caduta di stile del blog, che seguo e sovente apprezzo, anche molto.
Bah, pubblicità….
Grazia – Appunto..,
Carlo – Senza avercela direttamente con questi signori (chissà perché poi visto che addii a nubilato e celibato sono paragonabili agli aperitivi o alla disco quanto legame nobile e sostenibile con i monti & simili..), hai usato toni ben più duri contro altri che “vendevano” montagne di divertimento… Rileggiti ogni tanto…
Caro Marco,
sono una professionista anch’io (accompagnatore di media montagna) e so perfettamente che il pubblico può essere tratto in inganno. Qui sull’Etna c’è una gran varietà di figure, chi si spaccia apertamente per guida senza esserlo, chi lo lascia intendere senza aver fatto mai alcuna formazione, chi si appropria di titoli d’altri, chi ancora lavora nonostante indagini in corso.
La confusione dilagante e galoppante si riflette anche nel nostro settore, purtroppo.
Ma non sono morbido. Semplicemente: essendo l’articolo costruito si questi signori, ip non voglio che nessun lettore abbia l’impressione che io ce l’abbia in modo particolare con questi signori. Anche loro fanno parte del Circo Barnum, come migliaia di altri. Lu condanno tutti, senza fare distinzioni. Ma non ce l’ho con loro in particolare. Non è un concetto complicato da capire.
Se mi posso permette, con tutto il rispetto … il pezzo sa un po’ di marketta … forse un pelino fuori sintonia rispetto ai contenuti tradizionali …
Ripeto: ti dimentichi delle durissime parole contro chiunque (singolo, privato, gruppo, ecc ecc) sia in discrepanza con la tua visione fatica sudore ecc ecc. Non è che qui sei più morbido perché l’articolo viene dalla Redazione? Ahahahahah
Venghino signori.
Signori venghino.
Ben venuti al luna park.
Vegetti, ma che c’entri tu? Innanzi tutto non mi rivolgevo a te, ma parlavo in generale. Poi, punto più importante, ho voluto (e ci tengo qui, di nuovo) rimarcare che le mie considerazione, di cui al punto 7, sono sì di aspra critica ma verso il modello generale, non di polemica specifica nei confronti di questi signori. Certo che mi disgusta leggere “divertimento assicurato”, ma mi disgusterebbe da parte di qualsiasi organizzazione, non di questi signori e da altri invece no (perché magari li conosco di più o, peggio, sono “ammantati” da qualche stemma CAI, ecc).
Crovella. Non ho messo in dubbio le capacità e/o la passione dei signori di AdventureX. Solo la poca chiarezza nel presentare i “professionisti”. Però tu sei un po’ ingiusto: fai fuoco e fiamme contro tutti coloro che non vogliono sudore fatica e polvere e poi “assolvi” questi venditori di adrenalina. Ma allora anche “gli altri” si inseriscono in un trend generale. Assolvi anche loro dalle colpe, come fai con questi…
Non mi permetto di valutare la professionalità delle persone coinvolte, né il loro entusiasmo. Do per scontato che siano all’altezza.
Segnalo però che la frase “X-Adventure promette divertimento assicurato in ogni stagione” è la conferma della sportivizzazione in atto nell’andar in montagna, a sua volta prerequisito del trend circense che tanto male fa. Non è colpa di questi signori, che fanno il loro mestiere con passione, ma è il trend generale che ha già generato il Circo Barnum e lo consolida ogni giorno di più.
Assicurare sia contro i rischi (e qui Gogna ha già sottolineato l’ambiguità in essere) sia in termini di “godimento sportivo” sono i due mali in cui si dibatte l’intero mondo delle attività outdoor. Anche questa seconda forma di “assicurazione” è infatti malefica: in nome del divertimento sportivo avanti a tutto si legittima ogni forma di consumismo e quindi di attentato all’ambiente, dalla funivia del Piccolo Cervino al possibile sventramento delle Cime Bianche, al tappezzare ogni parete di spit e scalette (per le ferrate) fino a rigare in modo insanabile i prati per le inebrianti discese delle MTB downhill.
Al posto del mordi e fuggi, ci vorrebbe un po’ di “sana” marcia, sudore, fatica, dormnire in modo disagiato, mangiare come si riesce, prima di conquistare l’accesso alla parte divertente, che sia una parete per arrampicare, un pendio su cui sciare, un torrente dove scendere con il kayak. Certo, il contesto consumistico NON può spingere questi ultimi valori (la scomodità), perché ha bisogno di grandi numeri di consumatori paganti, i quali pagano per consumare immediatamente il solo momento adrenalinico e non per la lenta filosofia del “devi meritartelo”. E’ questo il vero cancro che sta uccidendo la montagna (per estensione l’intero globo). Ma non è colpa dei signori di X-Adventure, con i quali non polemizzo affatto: non fanno altro che inerirsi in un trend generale. I “veri” appassionati della montagna dovrebbero però contrapporsi al trend generale, altrimenti… buonanotte a tutti.
Certo Grazia, ma converrai che “professionista dell’outdoor” non vuol dire un granché. Professionista è un architetto, un medico, una guida alpina. Non basta l’esperienza per definirsi “professionista”. Io comunque sottolineavo che la semplice dicitura “guida” può indurre il neofita in un equivoco, soprattutto quelli che tu chiami poco esperti o poco avvezzi a vivere all’aperto. Tra l’altro la guida alpina è responsabile penalmente (Marcello, confermi?), il “professionista dell’outdoor”?
Il senso dell’articolo è scritto chiaramente, tra la quinta e la settima riga.
Ciao Marco,
il sito recita “guide alpine e non solo” e poi ancora parla di “professionisti dell’outdoor”, per cui il panorama è molto vario, vista anche la confusione normativa che permea il mondo di sport e natura.
Ho fatto una veloce ricerca in rete di qualche nome e non ho trovato titoli precisi, ma immagino si tratti di collaboratori preparati, altrimenti non sarebbe possibile vendere tanta “sicurezza”.
Trovo utile l’articolo per pura informazione, ovvero per avere un’idea delle proposte e delle modalità di promozione che, a mio avviso, può facilmente richiamare gente poco esperta e non avvezza a vivere all’aperto.
A me piace l’idea di celebrare momenti particolari condividendo un’attività fisica ma, come sappiamo, è facile incorrere in derive poco arginabili: io non mi abituerò mai ai decessi e agli incidenti sempre più ricorrenti.
Tra l’altro: nel “chi siamo” sotto le foto c’è scritto Guida ma solo una Marco Heltai ha scritto Guida Alpina. Per cui immagino che sia solo lui, a differenza da quello che sta scritto nelle presentazioni e nell’articolo… Sbaglio? Se è così, male: si gioca su un sottile equivoco… (tra l’altro il sito è molto simile all’omonimo inglese, che per altro ha 10 anni di più…)
Sfugge anche a me il senso dell’articolo.
E comunque sono allergico al nome Adventure come se fare una ciaspolata così come dare due picozzate appesi da secondi si possa dire avventura. Sono allergico alle proposte di chi ti dice che puoi scegliere fra arrampicata, alpinismo, scialpinismo, ciaspole, rafting, canyoning…. Come se ci fosse un nesso fra di esse. C’è’ già’ una differenza notevole fra alpinismo ed arrampicata sportiva, figuriamoci con il resto. No comment su addio al nubilato celibato. Tutto un mercato per vendere qualcosa anche a chi molto probabilmente non ha il minimo interesse per quelle attività’ e non sa come passare il we.
Tra l’altro mi lasciano sempre perplesso le proposte di guide alpine che ti offrono giornate di canyoning…. Comunque capisco che di qualcosa bisogna campare…
Alla fine tutto contribuisce al circo…
Nulla da eccepire sulla validità delle proposte ma non capisco il senso dell’articolo.
Sarà perché è Sabato!?