Il disgaggio impossibile

Il disgaggio impossibile
a cura dell’Associazione Punta Giglio Libera – Ridiamo Vita al Parco (con il sostegno di Earth Gardeners, Italia Nostra Sardegna, Lipu Sardegna, Parco Nord-ovest della Sardegna, Siamo Tutti Importanti – Sassari, Sa Domo)

Ci siamo già occupati del progetto di imbrigliamento della falesia di Capo Giglio in https://www.sherpa-gate.com/altrispazi/cosa-fare-a-punta-giglio/.

Chiunque abbia dimestichezza con faccende di montagna sa che disgaggiare un’intera parete è opera inutile, dannosa e sostanzialmente destinata al perenne insuccesso, specie se la speciosa motivazione è la “messa in sicurezza” per garantirne la “fruibilità”, termini che già da soli cozzano contro qualsiasi idea di preservazione della natura.

Nessuno si è mai sognato di imbragare le Dolomiti o le bianche scogliere di Dover, o Yosemite.

Invece i nostri campioni dell’impossibile disgaggio sono in questo momento all’opera in Sardegna, a Punta Giglio, con il dichiarato interesse – dopo aver assalito e conquistato da terra il promontorio attraverso la nota vicenda del Rifugio di mare – di impossessarsene anche dal mare, allo scopo di creare aree di divertimento secondo la logica di una fruizione orientata al consumo dei luoghi.

Ci stiamo opponendo con tutte le nostre forze a questo tentativo di conquista e di scempio della natura, che abbiamo puntualmente documentato e denunciato nella segnalazione e nel comunicato stampa.

Siamo confortati dall’appoggio alla nostra lotta che stiamo ricevendo anche dalla comunità degli arrampicatori. Alcuni di loro recentemente si sono calati dalle falesie di Punta Giglio e hanno esposto uno striscione per manifestare la loro solidarietà.

Mancato rispetto delle misure di salvaguardia ambientale
Contro i lavori del progetto “mitigazione del rischio frana” nelle falesie Punta Giglio, e “messa in sicurezza” dello specchio d’acqua sottostante, nel Comune di Alghero, si erano pubblicamente espressi, ritenendoli inutili e dannosi, molti esponenti del mondo accademico e culturale italiano nonché diverse associazioni scientifiche e ambientaliste.

Gli interventi interessano un tratto costiero di alto valore naturalistico, paesaggistico e storico/culturale, compreso nelle fasce di massima tutela dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana, nonché parte integrante del Parco Naturale Regionale di Porto Conte.

Purtroppo, ad oggi, tutte le richieste di revoca del progetto o almeno di sospensione dei lavori sono cadute nel vuoto e per di più gli interventi intrapresi non rispettano le misure di tutela indicate dal Ministero della Transizione Ecologica – direzione generale patrimonio naturalistico e mare.

La situazione che si sta verificando era stata già paventata in una dettagliata segnalazione inviata tre mesi fa alle autorità competenti da Italia Nostra Sardegna, Punta Giglio Libera – Ridiamo Vita al Parco, Earth Gardeners, Siamo Tuttimportanti.

Per tale motivo un giorno fa le Associazioni ambientaliste hanno inviato una comunicazione ufficiale, documentata da foto e filmati, a vari organi istituzionali deputati alla difesa ambientale per segnalare che il primo febbraio alcuni operai, imbragati sulla parte superiore della falesia, all’estremità del versante meridionale del promontorio, stavano procedendo a far precipitare nello specchio d’acqua sottostante massi di cospicue dimensioni e ampie porzioni delle pareti rocciose. I testimoni dell’accaduto hanno immediatamente segnalato i fatti all’Ufficio Circondariale Marittimo di Alghero.

Le Associazioni chiedono dunque di conoscere quali disposizioni siano state impartite dalla Commissione di esperti, nominata dalla Direzione del Parco con funzione di controllo scientifico/tecnico per “mitigare” i danni delle demolizioni, e quali attività di sorveglianza e controllo siano state assicurate per garantire il rispetto delle misure di tutela imposte dal Ministero.

Dalle foto allegate emerge inoltre che i massi vengono fatti precipitare proprio nello spazio antistante l’ingresso subacqueo della grotta semi-sommersa “dei Cervi”; grotta, che come tutte le grotte sommerse della costa a falesia di Punta Giglio, è individuata come habitat prioritario sottoposto a vincolo specifico per iniziativa della Soprintendenza per l’Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, che impose, già negli anni ’90, la realizzazione di una chiusura metallica per l’ingresso, e che anche di recente, nel suo parere sul progetto, ha esplicitamente richiesto di ricevere gli “elaborati di dettaglio” delle misure di tutela adottate, nel caso che gli interventi avessero dovuto interferire con la suddetta Grotta.

Nel ribadire l’incongruità di detti interventi e il loro potenziale danno anche sui fragili habitat marini, le Associazioni chiedono l’immediata sospensione dei lavori e una verifica delle autorità competenti su quanto finora eseguito e sull’effettivo rispetto delle prescrizioni impartite dalle istituzioni preposte all’alta sorveglianza.

Qui il documento:
Segnalazione inviata alle autorità competenti per i lavori in falesia di Punta Giglio.

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Il disgaggio impossibile ultima modifica: 2024-02-25T05:55:00+01:00 da GognaBlog

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5 pensieri su “Il disgaggio impossibile”

  1. Mi spiace molto che il mio commento 1 sia stato letto come “contro i sardi” perché non lo era affatto. Volevo dire che resto sorpreso ogni volta che c’è un problema venga, o totalmente ignorato, o affrontato con pignoleria estrema.
    Ho vissuti in Sardegna ed è una terra che conosco, amo e dove ho molti amici, ma non credo di doverlo dimostrare platealmente. 
    Resto convinto che i buoni e i cattivi siano ugualmente diffusi nelle regioni del mondo. Ho anche ricevuto un messaggio diretto e personale che sinceramente mi ha profondamente deluso per le parole usate, sottintendendo veramente poco acume, ma pazienza…
    Su dialetti e lingue credo che sia sempre questione economica. Le parlate restano, al di là della politica.
    A si biri.
    Auguri.

  2. Ci mancano i soliti pregiudizi nei confronti dei sardi da parte di continentali saccenti sempre pronti a facili critiche e  ignorando persino che il sardo non è un dialetto ma una lingua riconosciuta dallo stato italiano e dall’ UE. 

  3. Centrano poco i Sardi, così come, le speciosità, del masso avido di carica gravitazionale che innabissandosi..ehh..già..uccide quel che resta del placido dugongo, e del lento paguro bernardo, non il climber, quello è perso tra clienti avidi di pareti, disposti a pagare, non gliene fregano niente di coloro che  al pari di un icaro nobile di intenti e destini si ergono nella costatante lotta contro il pluto…ma non minnie..capital fascismo che impregna orde strumentalizzate di poveri beoti, non della Beozia, ma, purtroppo,rei di non essere mai stati educati nel Gogna Blog.Amici miei scompare con questi argomenti e considerazioni

  4. La soggettività  penso che tenga il suo posto
    Apprezzo la buona volontà, ma non  mai compreso l’importanza di questi interventi 
     

  5. I sardi sono maestri nell’applicare alla lettera leggi e regolamenti con pulciosità sudamericana quanto per disattenderli totalmente. Il tutto in maniera imprevedibile e secondo l’interesse del momento. 
     
    È un po’ come lasciano il loro dialetto e parlano l’italiano in maniera esageratamente arzigogolata. Non conoscono vie di mezzo ma solo estremi.
    Questo è un esempio.

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