AMM e AIGAE: la guerra è finita?

Il Comunicato stampa n. 1 (15 giugno 2021) delle Guide Alpine Italiane titola ottimisticamente AMM e AIGAE: la guerra è finita. Ma a noi non sembra proprio, purtroppo, come si evince dall’articolo pubblicato il 9 giugno 2021 sul sito ufficiale di AIGAE.

AMM e AIGAE: la guerra è finita
(comunicato stampa n. 1 del 15/06/2021 delle Guide Alpine Italiane)

Il Consiglio di Stato ha posto fine a una lunga querelle che ha visto per anni scontrarsi sul campo, la montagna, gli AMM – Accompagnatori di Media Montagna che fanno parte del Collegio delle Guide alpine – e le AIGAE – Associazione Italiana Guide ambientali escursionistiche. Uno scontro generato da un conflitto di leggi per cui hanno pagato di persona professionisti, qualificati ciascuno nelle proprie specifiche competenze, quali AMM e GAE, che meritano entrambi un dignitoso riconoscimento.

Il parere del Consiglio di Stato è stato richiesto da AIGAE, che facendo ricorso alla zonazione del 2017 di Regione Lombardia ha chiesto tout court l’abolizione della figura professionale degli AMM.

Il ricorso è stato rigettato, anche grazie alla precisa formulazione delle leggi emanate da Regione Lombardia, scrupolosa nel recepire la normativa nazionale (legittimata dal Consiglio di Stato e considerata in linea con le disposizioni europee) ed è stato stabilito che gli AMM, in qualità di Guide specializzate nell’accompagnamento escursionistico, sono professione riservata come quella delle Guide alpine e come tutte quelle chiamate a gestire l’incolumità pubblica. A differenza delle GAE, gli AMM sono formati infatti per gestire il pericolo che l’ambiente montano comporta.

Il Consiglio di Stato ha valutato la zonazione della Lombardia in parte sproporzionata rispetto ai percorsi inferiori al grado EE (Escursionisti Esperti), e per questo verrà rivalutata la sproporzionalità legata ai sentieri E (Escursionistici), in particolare sotto i 600 m di quota. Le GAE possono quindi esercitare la loro competenza di professionisti naturalistici e del paesaggio laddove non ci siano pericoli, sui percorsi facili e non impegnativi.

Questo naturalmente vale non solo in Lombardia ma in tutta Italia, tanto è vero che in una recente sentenza del 5 giugno scorso il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo, facendo espressamente riferimento al parere del Consiglio di Stato, ha accolto il ricorso del Collegio Guide alpine Abruzzo contro l’Ente Parco Majella-Morrone che aveva equiparato la figura della GAE a quella degli AMM in una selezione pubblica per le Guide del parco. Il TAR ha annullato l’Avviso pubblico sottolineando che “la Guida escursionistica del Parco può essere svolta solo dagli AMM per espressa previsione legislativa”.

Resta inteso che nelle regioni in cui non esistono gli AMM, solo le Guide alpine potranno accompagnare su sentieri EE, oltre che in tutti gli altri campi preclusi normalmente anche agli AMM, ovvero nelle zone rocciose, sui ghiacciai, sui terreni innevati e quelli che richiedono comunque, per la progressione, l’uso di corda, piccozza e ramponi.

Siamo lieti che il Consiglio di Stato e il TAR d’Abruzzo siano intervenuti a fare chiarezza una volta per tutte – ha detto Martino Peterlongo, vicepresidente del Collegio Nazionale Guide alpine Italiane – a definire chi fa cosa fra queste due professioni che hanno qualcosa in comune, la competenza naturalistica, ma anche molto di diverso. Riconosciamo alle GAE conoscenze e capacità divulgative che interessano un vasto pubblico. Se vorranno, frequentando un corso AMM, potranno aggiungere a queste competenze le altre indispensabili a raggiungere il livello di preparazione necessario alla gestione del rischio in montagna”.

Il parere definitivo del Consiglio di Stato è consultabile in “Giustizia amministrativa”, affare/parere 2019, numero affare/parere 00582, data adunanza 23/09/2020, numero pubblicazione e spedizione 202001914.

La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo è consultabile in “Giustizia amministrativa”, numero di provvedimento il 306 del 2021.

Ricorso urgente AIGAE contro la sentenza TAR Abruzzo sul corso Guide Parco Majella
(apparso il 9 giugno 2021 sul sito ufficiale di AIGAE)

Pronto il ricorso urgente al Consiglio di Stato di AIGAE contro la sorprendente sentenza del Tar Abruzzo, secondo cui le Guide Ambientali Escursionistiche (GAE) non potrebbero conseguire il titolo di Guida Parco alla Majella.

La sentenza inaudita arriva in seguito all’ennesimo atto di protezionismo del Collegio delle Guide Alpine, a cui interessa di più investire tempo e risorse per proteggersi dal futuro piuttosto che impegnarsi per collaborare con tutte le altre figure professionali del settore e guardare avanti. Lo Stato ha chiarito decine di volte che le Regioni non possono normare in materia di professioni e non possono sovrapporsi alle leggi nazionali: evidentemente questo principio non è ancora stato compreso in Abruzzo.

Una sentenza che arriva come un fulmine a ciel sereno. Ignorati tutti i precedenti pareri costituzionali con la stagione alle porte. Le tempistiche e la motivazione della sentenza colpiscono tutto il comparto del turismo ambientale abruzzese e, ironia della sorte, anche gli stessi Accompagnatori di Media Montagna.

Sono ormai anni che AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) deve impegnare tempo e risorse per difendersi dalle aggressioni del Collegio delle Guide Alpine. Tempo e risorse che vengono sottratti alla vera missione che tutti i professionisti del turismo sostenibile dovrebbero perseguire, cioè quella di valorizzare e promuovere un nuovo modo di viaggiare in natura. Solitamente i suddetti disturbi alla nostra intensa attività professionale si concludono con un nulla di fatto.

Questa volta qualcosa si è inceppato. Nonostante 13 sentenze di Corte Costituzionale, decreti di recepimento delle normative europee in termini di diritti fondamentali alla libera circolazione delle professioni e alla libera concorrenza e diversi pareri del Consiglio di Stato (l’ultimo dell’agosto 2020 proprio sulle professioni turistiche dell’accompagnamento), esprimessero chiaramente che le regioni non possono normare in materia di professioni sovrapponendosi alla legislazione nazionale ed europea, il TAR Abruzzo ha dichiarato rilevante una lettera inviata da un Funzionario del MISE nel 2015 ignorando fra l’altro tutti i chiarimenti successivi del Ministero stesso. Singolare come una lettera e non un parere formale possa diventare dirimente in una sentenza tanto importante.

“Nessuno trae beneficio da questo ricorso, nemmeno gli stessi Accompagnatori di Media Montagna” afferma Davide Galli, Presidente Nazionale di AIGAE. “Il danno peggiore, di cui nessuno ha bisogno, ancor più in questo momento di ripresa del turismo ambientale ed escursionistico, è nei confronti della montagna stessa e delle aree interne, che da sempre, come AIGAE ci impegniamo a rivitalizzare, scegliendole come itinerari per la nostra opera di divulgazione con le 3.000 Guide Ambientali Escursionistiche che rappresentiamo su tutto il territorio nazionale come prima realtà dell’accompagnamento professionale in natura a livello nazionale. Il nostro approccio è sempre stato quello delle alleanze e della collaborazione, faremo ricorso con richiesta urgente di sospensione cautelare a questa sentenza assurda che non tiene conto delle seguenti, sopravvenute nel tempo, della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato: altre sentenze TAR molto più approfondite che hanno invece tenuto conto della complessa e nutrita documentazione, delle innumerevoli sentenze dei tribunali che hanno visto sempre confermare la nostra piena legittimità dell’accompagnamento in montagna a partire proprio dall’Abruzzo dove anche recentemente sono stati annullati due assurdi procedimenti amministrativi nei confronti delle GAE” prosegue Galli.

“La sentenza si basa su un paio di evidenti illeciti amministrativi della legge regionale Abruzzo 86/98: il primo, che individua la Gae come una specializzazione degli Accompagnatori di Media Montagna oltrepassando la previsione della legge nazionale madre 6/89 ed i limiti in essa contenuti” le parole di Salvatore Costantini, coordinatore AIGAE della regione Abruzzo. “Il secondo, che ripercorre lo stesso errore, declassificando il titolo di guida parco della legge nazionale 394/91 come ulteriore specializzazione degli AMM, cioè a soggiacere a una legge regionale, in barba alla gerarchia delle fonti che è un principio base della giurisprudenza. Basta a questi protezionismi che violano le normative e a comportamenti scorretti da parte del collegio delle Guide Alpine e che ignorano tutte le sentenze fino ad ora emesse a favore delle Guide Ambientali Escursionistiche” prosegue Costantini.

Conclude il Vicepresidente nazionale AIGAE Guglielmo Ruggiero “Questo ennesimo atto intimidatorio andrà ad impattare sulla vita delle Gae che lavorano in quei territori, ed è per loro che chiederemo una sospensione cautelare al Consiglio di Stato. Ma è anche importante che questa deriva venga fermata sul nascere. Nonostante sia un’unica temporanea sentenza sfavorevole in un mare di sentenze favorevoli, rimane un attacco intollerabile alla libera concorrenza e una zavorra che frena lo sviluppo del turismo ambientale, anche se questo a qualcuno non interessa poiché per l’ennesima volta viene preferito difendere il proprio (sempre più piccolo) orticello”.

AIGAE si appella al mondo dei Parchi, immaginando che il Parco nazionale della Majella procederà con ulteriore ricorso, con un invito a Federparchi a sostenere fortemente le azioni di contrasto che saranno necessarie contro l’ennesimo attacco protezionistico, per superare una visione che vorrebbe orientare la scelta degli utenti non tanto sulle garanzie di preparazione e sicurezza quanto per obblighi conseguenti a monopoli e rendite di posizione che deprimerebbero quel mercato che proprio le Guide Ambientali Escursionistiche hanno fortemente rivitalizzato a beneficio di tutto il comparto.

L’appello è rivolto anche a tutte le associazioni ambientaliste, all’Alleanza della Mobilità Dolce (A.Mo.Do.), all’AIDAP (Associazione Italiana Direttori e Funzionari Aree Protette), a tutte le realtà nazionali e internazionali con cui abbiamo sottoscritto protocolli d’intesa e di collaborazione sapendo fare rete a beneficio di una sempre più diffusa cultura della corretta frequentazione della natura. Invitando la politica a comprendere quanto il quadro normativo non sia ancora riuscito a normare correttamente le professioni dell’accompagnamento, cogliendo la realtà dell’economia turistica con una corretta fotografia del paese reale

L’invito alle Guide Alpine è invece quello di raccogliere la sfida della trasparenza sulla presunta sicurezza, utilizzata sempre come spauracchio verso il mondo della politica: noi abbiamo pubblicato i dati, evidenziando di aver avuto ZERO incidenti mortali (quest’affermazione non corrisponde al vero, NdR) in quasi 30 anni di esistenza e con migliaia di guide associate, nonostante il crescente numero di incidenti e gli oltre 400 morti all’anno in Italia nelle attività outdoor e vorremmo quindi vedere finalmente pubblicati con rigore i dati che un ente riconosciuto dallo Stato come il Conagai dovrebbe invece spontaneamente diffondere regolarmente.
Confrontiamo quindi pubblicamente e  con chiarezza i dati sugli incidenti negli accompagnamenti in montagna e nell’escursionismo?

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AMM e AIGAE: la guerra è finita? ultima modifica: 2021-06-23T05:35:00+02:00 da GognaBlog

11 pensieri su “AMM e AIGAE: la guerra è finita?”

  1. 11
    albert says:

    Non li conoscevo: Aigae e Usacli, AMM,scoperti ora i siti.!

  2. 10
    albert says:

      Touche’,caxxate consentite, tanto qualcuno  che  amministra e legifera si ispira veramente ai commenti di un articolo contenuti in un pur importante storico blog? forse ho interpretato male questo:
    Commento 6 “Oggi se vuoi diventare un professionista dell’ outdoor, come lo chiama Crovella, ci sono delle associazioni che rilasciano titoli dopo corsi che durano anche un fine settimana. Purtroppo le guide alpine e gli amm propongono corsi che durano mesi e costano di conseguenza, ma qualcuno (magari gli utenti) si chiederà quale formazione riceve chi frequenta un corso oppure un altro?Personalmente se avessi oggi 20 anni (invece ne ho 60 e sono guida alpina dal 1984 ) farei un corso Usacli di alpinismo più uno Aigae di escursionismo, ciaspe, scialpinismo e canoa. Me la caverei con una decina di giorni di corsi, un costo alla portata di ogni tasca e potrei attaccarmi alla giacca un mucchio di patacche colorate da sfoggiare. ”
    D’altra parte se si ha gia’una  laurea in una disciplina , con un pacchetto di esami riconosciuti in materie comuni, sostieni solo quelli extra della nuova materia. Vale anche per corsi serali per gia’ diplomati. ..riconoscimento dei titoli gia’posseduti e quindi esenzione a richiesta  dall’obbligo di frequentare alcune materie per evitare doppioni.  Forse chi ha gia’ un titolo di Guida alpina puo’svolgere anche altri ( accompagnatore, guida naturalistica se gia’ e’ compreso nei programmi  corsi guida un monte  ore di istruzione ecologica naturalistica geologica ecc) ma non viceversa .Tanto poi e’ il mercato che decide se  certi titoli o patacche sono inutili.
    Per entrare in altro tema: certi alberghi  forniscono pure le biciclette..ma poi si assumono anche l’obbligo di controllo sicurezza mezzi pagando un manutentore? Qualche albergatore ha fiutato le conseguenze legali ed ha tolto l’offerta, inviando  i richiedenti a noleggiatori…assicurati e con meccanico fisso..

  3. 9

    Albert, si capisce che non hai molto chiara la situazione. A commentare troppo si rischia di dire cazzate e questo è un buon esempio. Con simpatia.

  4. 8
    albert says:

    Iscriversi, frequentare corsi, sperare esame e conseguire la Qualifica…mancante al  curriculum. Qualcuno sostiene che  non costa poi troppo.Una parte online ed una con lezioni in presenza ed esercitazioni.Oppure dare per buone certe capacita’ comuni   tra AMM – Accompagnatori di Media Montagna che fanno parte del Collegio delle Guide alpine – e le AIGAE –ed integrare con cio’ che manca..all’una o all’altra.

  5. 7
    grazia says:

    @albert, cosa intendi per “conviene prendersi entrambi i patentini”?

  6. 6

    Quelli di Renzo almeno erano tutti e quattro capponi ma qui le cose stanno diversamente. In pratica, la sbandierata inadeguatezza della legge 6/89, che avrà pure i suoi annetti ma lì sta, è da molto tempo la scusa per chi ama le scorciatoie. Oggi se vuoi diventare un professionista dell”outdoor, come lo chiama Crovella, ci sono delle associazioni che rilasciano titoli dopo corsi che durano anche un fine settimana. 
    Purtroppo le guide alpine e gli amm propongono corsi che durano mesi e costano di conseguenza, ma qualcuno (magari gli utenti) si chiederà quale formazione riceve chi frequenta un corso oppure un altro?
    Personalmente se avessi oggi 20 anni (invece ne ho 60 e sono guida alpina dal 1984 ) farei un corso Usacli di alpinismo più uno Aigae di escursionismo, ciaspe, scialpinismo e canoa. Me la caverei con una decina di giorni di corsi, un costo alla portata di ogni tasca e potrei attaccarmi alla giacca un mucchio di patacche colorate da sfoggiare. Nel frattempo lascerei che i presidenti delle associazioni che mi hanno lasciato questi titoli si scannino tra loro e con quello del Collegio Nazionale di quei furbetti, accentratori, incapaci, loschi mafiosi, di guide alpine mentre io me ne andrei a lavorare dappertutto arricchendomi alla faccia loro.
    Finché non interviene la Don Rodrigo Assicurazioni.

  7. 5
    Carlo Crovella says:

    Vista dall’esterno (perché io non sono né sarò mai un “professionista” dell’outdoor), questa storia infinita mi pare una riproposizione moderna dei capponi di Renzo…

  8. 4
    albert says:

    Forse ,avendone tempo e doti , conviene prendersi entrambi i patentini e fare il gesto dell’ombrello e troncarla.

  9. 3

    Il turismo lento interessa solo noi 4 gatti. Al legislatore interessa e vede solo quello veloce.

  10. 2
    Giacomo Raffa says:

    @Marcello Cominetti
    il principio generale è quello: ci sono (molte) materie riservate sulle quali le Regioni e Province non possono legiferare. Tu però citi regioni e province a Statuto speciale, e quindi con spazi di autonomia molto ampi, per le quali quindi occorrerebbe guardare i singoli casi concreti…
    Sulla questione specifica non mi soffermo, se non per un breve commento: è agli occhi di tutti la necessità di un riordino, visto che nemmeno la magistratura riesce a dare un’interpretazione chiara e coerente delle norme che si sono stratificate. Ma si tratta  di un lavoro non facile e nemmeno sentito come un’urgenza (con buona pace dei proclami sull’importanza della ripresa del settore turistico, del turismo lento, ecc…)

  11. 1

    Che Regioni e Provincie non possano legiferare anche se in contrasto con leggi dello Stato (figuriamoci europe) non è vero. Non mi spiegherei molte cose che accadono nelle Provincie di Trento e Bolzano ,in Valle d’Aosta e in Sardegna. 

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