AMM e AIGAE: la guerra è finita?

Il Comunicato stampa n. 1 (15 giugno 2021) delle Guide Alpine Italiane titola ottimisticamente AMM e AIGAE: la guerra è finita. Ma a noi non sembra proprio, purtroppo, come si evince dall’articolo pubblicato il 9 giugno 2021 sul sito ufficiale di AIGAE.

AMM e AIGAE: la guerra è finita
(comunicato stampa n. 1 del 15/06/2021 delle Guide Alpine Italiane)

Il Consiglio di Stato ha posto fine a una lunga querelle che ha visto per anni scontrarsi sul campo, la montagna, gli AMM – Accompagnatori di Media Montagna che fanno parte del Collegio delle Guide alpine – e le AIGAE – Associazione Italiana Guide ambientali escursionistiche. Uno scontro generato da un conflitto di leggi per cui hanno pagato di persona professionisti, qualificati ciascuno nelle proprie specifiche competenze, quali AMM e GAE, che meritano entrambi un dignitoso riconoscimento.

Il parere del Consiglio di Stato è stato richiesto da AIGAE, che facendo ricorso alla zonazione del 2017 di Regione Lombardia ha chiesto tout court l’abolizione della figura professionale degli AMM.

Il ricorso è stato rigettato, anche grazie alla precisa formulazione delle leggi emanate da Regione Lombardia, scrupolosa nel recepire la normativa nazionale (legittimata dal Consiglio di Stato e considerata in linea con le disposizioni europee) ed è stato stabilito che gli AMM, in qualità di Guide specializzate nell’accompagnamento escursionistico, sono professione riservata come quella delle Guide alpine e come tutte quelle chiamate a gestire l’incolumità pubblica. A differenza delle GAE, gli AMM sono formati infatti per gestire il pericolo che l’ambiente montano comporta.

Il Consiglio di Stato ha valutato la zonazione della Lombardia in parte sproporzionata rispetto ai percorsi inferiori al grado EE (Escursionisti Esperti), e per questo verrà rivalutata la sproporzionalità legata ai sentieri E (Escursionistici), in particolare sotto i 600 m di quota. Le GAE possono quindi esercitare la loro competenza di professionisti naturalistici e del paesaggio laddove non ci siano pericoli, sui percorsi facili e non impegnativi.

Questo naturalmente vale non solo in Lombardia ma in tutta Italia, tanto è vero che in una recente sentenza del 5 giugno scorso il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo, facendo espressamente riferimento al parere del Consiglio di Stato, ha accolto il ricorso del Collegio Guide alpine Abruzzo contro l’Ente Parco Majella-Morrone che aveva equiparato la figura della GAE a quella degli AMM in una selezione pubblica per le Guide del parco. Il TAR ha annullato l’Avviso pubblico sottolineando che “la Guida escursionistica del Parco può essere svolta solo dagli AMM per espressa previsione legislativa”.

Resta inteso che nelle regioni in cui non esistono gli AMM, solo le Guide alpine potranno accompagnare su sentieri EE, oltre che in tutti gli altri campi preclusi normalmente anche agli AMM, ovvero nelle zone rocciose, sui ghiacciai, sui terreni innevati e quelli che richiedono comunque, per la progressione, l’uso di corda, piccozza e ramponi.

Siamo lieti che il Consiglio di Stato e il TAR d’Abruzzo siano intervenuti a fare chiarezza una volta per tutte – ha detto Martino Peterlongo, vicepresidente del Collegio Nazionale Guide alpine Italiane – a definire chi fa cosa fra queste due professioni che hanno qualcosa in comune, la competenza naturalistica, ma anche molto di diverso. Riconosciamo alle GAE conoscenze e capacità divulgative che interessano un vasto pubblico. Se vorranno, frequentando un corso AMM, potranno aggiungere a queste competenze le altre indispensabili a raggiungere il livello di preparazione necessario alla gestione del rischio in montagna”.

Il parere definitivo del Consiglio di Stato è consultabile in “Giustizia amministrativa”, affare/parere 2019, numero affare/parere 00582, data adunanza 23/09/2020, numero pubblicazione e spedizione 202001914.

La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo è consultabile in “Giustizia amministrativa”, numero di provvedimento il 306 del 2021.

Ricorso urgente AIGAE contro la sentenza TAR Abruzzo sul corso Guide Parco Majella
(apparso il 9 giugno 2021 sul sito ufficiale di AIGAE)

Pronto il ricorso urgente al Consiglio di Stato di AIGAE contro la sorprendente sentenza del Tar Abruzzo, secondo cui le Guide Ambientali Escursionistiche (GAE) non potrebbero conseguire il titolo di Guida Parco alla Majella.

La sentenza inaudita arriva in seguito all’ennesimo atto di protezionismo del Collegio delle Guide Alpine, a cui interessa di più investire tempo e risorse per proteggersi dal futuro piuttosto che impegnarsi per collaborare con tutte le altre figure professionali del settore e guardare avanti. Lo Stato ha chiarito decine di volte che le Regioni non possono normare in materia di professioni e non possono sovrapporsi alle leggi nazionali: evidentemente questo principio non è ancora stato compreso in Abruzzo.

Una sentenza che arriva come un fulmine a ciel sereno. Ignorati tutti i precedenti pareri costituzionali con la stagione alle porte. Le tempistiche e la motivazione della sentenza colpiscono tutto il comparto del turismo ambientale abruzzese e, ironia della sorte, anche gli stessi Accompagnatori di Media Montagna.

Sono ormai anni che AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) deve impegnare tempo e risorse per difendersi dalle aggressioni del Collegio delle Guide Alpine. Tempo e risorse che vengono sottratti alla vera missione che tutti i professionisti del turismo sostenibile dovrebbero perseguire, cioè quella di valorizzare e promuovere un nuovo modo di viaggiare in natura. Solitamente i suddetti disturbi alla nostra intensa attività professionale si concludono con un nulla di fatto.

Questa volta qualcosa si è inceppato. Nonostante 13 sentenze di Corte Costituzionale, decreti di recepimento delle normative europee in termini di diritti fondamentali alla libera circolazione delle professioni e alla libera concorrenza e diversi pareri del Consiglio di Stato (l’ultimo dell’agosto 2020 proprio sulle professioni turistiche dell’accompagnamento), esprimessero chiaramente che le regioni non possono normare in materia di professioni sovrapponendosi alla legislazione nazionale ed europea, il TAR Abruzzo ha dichiarato rilevante una lettera inviata da un Funzionario del MISE nel 2015 ignorando fra l’altro tutti i chiarimenti successivi del Ministero stesso. Singolare come una lettera e non un parere formale possa diventare dirimente in una sentenza tanto importante.

“Nessuno trae beneficio da questo ricorso, nemmeno gli stessi Accompagnatori di Media Montagna” afferma Davide Galli, Presidente Nazionale di AIGAE. “Il danno peggiore, di cui nessuno ha bisogno, ancor più in questo momento di ripresa del turismo ambientale ed escursionistico, è nei confronti della montagna stessa e delle aree interne, che da sempre, come AIGAE ci impegniamo a rivitalizzare, scegliendole come itinerari per la nostra opera di divulgazione con le 3.000 Guide Ambientali Escursionistiche che rappresentiamo su tutto il territorio nazionale come prima realtà dell’accompagnamento professionale in natura a livello nazionale. Il nostro approccio è sempre stato quello delle alleanze e della collaborazione, faremo ricorso con richiesta urgente di sospensione cautelare a questa sentenza assurda che non tiene conto delle seguenti, sopravvenute nel tempo, della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato: altre sentenze TAR molto più approfondite che hanno invece tenuto conto della complessa e nutrita documentazione, delle innumerevoli sentenze dei tribunali che hanno visto sempre confermare la nostra piena legittimità dell’accompagnamento in montagna a partire proprio dall’Abruzzo dove anche recentemente sono stati annullati due assurdi procedimenti amministrativi nei confronti delle GAE” prosegue Galli.

“La sentenza si basa su un paio di evidenti illeciti amministrativi della legge regionale Abruzzo 86/98: il primo, che individua la Gae come una specializzazione degli Accompagnatori di Media Montagna oltrepassando la previsione della legge nazionale madre 6/89 ed i limiti in essa contenuti” le parole di Salvatore Costantini, coordinatore AIGAE della regione Abruzzo. “Il secondo, che ripercorre lo stesso errore, declassificando il titolo di guida parco della legge nazionale 394/91 come ulteriore specializzazione degli AMM, cioè a soggiacere a una legge regionale, in barba alla gerarchia delle fonti che è un principio base della giurisprudenza. Basta a questi protezionismi che violano le normative e a comportamenti scorretti da parte del collegio delle Guide Alpine e che ignorano tutte le sentenze fino ad ora emesse a favore delle Guide Ambientali Escursionistiche” prosegue Costantini.

Conclude il Vicepresidente nazionale AIGAE Guglielmo Ruggiero “Questo ennesimo atto intimidatorio andrà ad impattare sulla vita delle Gae che lavorano in quei territori, ed è per loro che chiederemo una sospensione cautelare al Consiglio di Stato. Ma è anche importante che questa deriva venga fermata sul nascere. Nonostante sia un’unica temporanea sentenza sfavorevole in un mare di sentenze favorevoli, rimane un attacco intollerabile alla libera concorrenza e una zavorra che frena lo sviluppo del turismo ambientale, anche se questo a qualcuno non interessa poiché per l’ennesima volta viene preferito difendere il proprio (sempre più piccolo) orticello”.

AIGAE si appella al mondo dei Parchi, immaginando che il Parco nazionale della Majella procederà con ulteriore ricorso, con un invito a Federparchi a sostenere fortemente le azioni di contrasto che saranno necessarie contro l’ennesimo attacco protezionistico, per superare una visione che vorrebbe orientare la scelta degli utenti non tanto sulle garanzie di preparazione e sicurezza quanto per obblighi conseguenti a monopoli e rendite di posizione che deprimerebbero quel mercato che proprio le Guide Ambientali Escursionistiche hanno fortemente rivitalizzato a beneficio di tutto il comparto.

L’appello è rivolto anche a tutte le associazioni ambientaliste, all’Alleanza della Mobilità Dolce (A.Mo.Do.), all’AIDAP (Associazione Italiana Direttori e Funzionari Aree Protette), a tutte le realtà nazionali e internazionali con cui abbiamo sottoscritto protocolli d’intesa e di collaborazione sapendo fare rete a beneficio di una sempre più diffusa cultura della corretta frequentazione della natura. Invitando la politica a comprendere quanto il quadro normativo non sia ancora riuscito a normare correttamente le professioni dell’accompagnamento, cogliendo la realtà dell’economia turistica con una corretta fotografia del paese reale

L’invito alle Guide Alpine è invece quello di raccogliere la sfida della trasparenza sulla presunta sicurezza, utilizzata sempre come spauracchio verso il mondo della politica: noi abbiamo pubblicato i dati, evidenziando di aver avuto ZERO incidenti mortali (quest’affermazione non corrisponde al vero, NdR) in quasi 30 anni di esistenza e con migliaia di guide associate, nonostante il crescente numero di incidenti e gli oltre 400 morti all’anno in Italia nelle attività outdoor e vorremmo quindi vedere finalmente pubblicati con rigore i dati che un ente riconosciuto dallo Stato come il Conagai dovrebbe invece spontaneamente diffondere regolarmente.
Confrontiamo quindi pubblicamente e  con chiarezza i dati sugli incidenti negli accompagnamenti in montagna e nell’escursionismo?

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AMM e AIGAE: la guerra è finita? ultima modifica: 2021-06-23T05:35:00+02:00 da GognaBlog

21 pensieri su “AMM e AIGAE: la guerra è finita?”

  1. 21

    Mia moglie ha fatto la selezione per accedere al corso Aigae, passandola senza problemi (passavano tutti, inclusi panzoni con bandana). Subito dopo ha fatto quella per Amm trovandola molto impegnativa e passandola ma con grande impegno. Quindi, nonostante un un’impegno temporale e una spesa decisamente superiori al corso Aigae, ha deciso di fare il corso per Amm.
    Occhio però, chi scrive è guida alpina da 40 anni, ex istruttore e soprattutto noto e temuto boss mafioso del profondo nord.
    Ma vai a nasconderti corderoy o come diavolo ti sei soprannominato che manco torno indietro per rileggere quel nomuccolo da sfigato.
    Le scorciatoie funzionano, e neppure sempre, tra i tornanti di qualche sentiero poco ripido ma non nella vita. E l’anonimato qualifica perfettamente chi lo pratica, in qualsiasi ambito. Ci siamo capiti, va là. 

  2. 20
    GognaBlog says:

    #12 andrea v. Puntualizziamo che nessun commento relativo a questo articolo è stato cancellato nel corso di questi 31 mesi.

  3. 19
    croiredecyr says:

    Il livello di ignoranza legislativa di questo articolo in generale e della maggior parte dei commenti su questo thread ha dello sconcertante. Ne sento dire tutto ed il contrario di tutto. Senza andare davvero a leggere le leggi quadro sul turismo che istituiscono le professioni di Accompagnatore Turistico, Guida Turisica, e Guida Ambientale Escursionistica (GAE). Sono tre le professioni turistiche. Le Guide Alpine hanno una legislazione separata. 
    NOTA: il commento segue nei seguenti commenti, nell’ordine al commento  18, 17, 16, 15,  e come ultimo 14

  4. 18
    croiredecyr says:

    (SEGUE DA COMMENTO PRECEDENTE)
     
    Bene. Dato che le modalita’ di svolgimento e di esame delle varie professioni turistiche cadevo sotto le regioni, con il tempo, ogni regione ha fatto un po’ a modo suo con poca armonia. La solita italianata. Nel Nord Italia e nelle provincie autonome, dove vige un forte senso di protezionismo corporativista (anche tra valle e valle, tra scuola sci e scuola sci, tra collegio e collegio) una diffusa ignoranza generale (fino a 2 generazioni fa erano malgari morti di fame che cacciavano di frodo, adesso sono miliardari con gli impianti in tutte le valli), e un sottofondo sottile ma sempre presente di xenofobia linguistica e regionale, si sono inventati una nuova figura, non normata a livello nazionale da leggi dello stato, ma leggi regionali: l’accompagnatore di Media Montagna (AMM).
    Con questa mossa si sono assicurati due cose: 1) dare la possibilita’ a chi volesse solo accompagnare gente a fare trekking in montagna potesse accedere alla professione senza dover fare l’impegnativo e inutile percorso della Guida Alpina. Gia’ perche’ la maggior parte (fino a piu’ del 2/3 secondo recenti stime) del turismo nelle Dolomiti, non sono gli strafighi che vogliono scalare tre cime al giorno, sono turisti normali che vogliono fare trekking su sentieri ben segnati delle Alte Vie, mangiare in qualche buon rifugio e forse, ma proprio forse fare qualche pezzetto di ferrate. I veri scalatori e gente esperta non prende la Guida Alpina, va da sola. 2) E questa era la cosa piu’ importante, assicurarsi che le AMM fossero sotto il controllo dei collegi delle Guide Alpine, in modo che potessero continuare a dominare il settore, mantenere tutto “inter nos” (fai la guida nel tuo collegio, non sconfinare, non andare a rubare il pane agli altri), e fare il bello e il cattivo tempo in Regione. Oltre ovviamente a guadagnarci, un corso da AMM puo’ costare anche 5000€

  5. 17
    croiredecyr says:

    (SEGUE DA COMMENTO PRECEDENTE)
    Peccato pero’ che ci sono delle leggi nazionali, e le GAE possono operare su tutto il territorio nazionale, e che il limite dell’ambito operativo non sia definito dall’altitudine, ma dall’attrezzatura necessaria (se vai a 2500 metri d’estate non c’e’ neve, il trekking e’ diverso dalla stessa altitudine in inverno dove l’attrezzatura tecnica ti serve), e che anche questa attrezzatura sia ben definita (piccozza, corda, rampone). Immaginate lo shock di un AMM che ha dovuto pagare quasi 5000€ per il corso, sottostare a tutti i diktat del suo collegio, operare in ambiti ristretti, essere trattato come un cittadino di serie B dalle Guide, e poi si trova sugli stessi sentieri le GAE, che vanno dove vogliono, fanno quello che vogliono e di estate ti salgono anche quasi a 3000 metri al Lagazuoi o alle Tre Cime per esempio, sui bei sentierini puliti e segnati? Oppure, non sia mai, vengono anche assunti a fare le Guide del Parco della Majella in Abruzzo? OMG! Immaginate la rabbia, lo shock, il senso di invasione, l’indignazione biblica del “come osi entrare nelle NOSTRE montagne, tu che non hai chiesto il nostro permesso, che non hai la NOSTRA certificazione, che non sottostai ai NOSTRI ordini. Difficile da accettare a livello psicologico per persone come queste. 
    Ovviamente, la prima tecnica e’ stata quella dell’intimidazione. Richiesta illegale di patentini come fossero i carabinieri, scenate sui sentieri e nei rifugi davanti a clienti (“sappiate che lei non e’ una guida certificata, siete in pericolo, potete subire una multa e perdere la vita a girare con una guida illegale”), ostruzioni dalla cricca rifugi/guide/maestri di sci/ristoranti (“scusi siamo pieni, non possiamo prendere la vostra prenotazione” – “ma sul vostro sito avete un sacco di posto” – “le ripeto per nostri motivi non possiamo prendere la vostra prenotazione”), e via discorrendo. In alcune occasioni, si e’ arrivati quasi fino allo scontro fisico, una cosa mesta e tristissima davanti a cotanta bellezza montana.
    Quando questo non ha funzionato, sono andati per via legali, con denunce di vario genere, per incutere timore e fare desistere professionisti che stavano semplicemente facendo il loro lavoro. Ovviamente per le GAE non facenti parte di un Associazione Guide, il gioco era bell’e’ fatto, per le Associazioni GAE piu’ piccole ed insignificanti (i nomi si sanno) diventa un po’ difficile fare battaglie legali a lungo termine, il costo diventa proibitivo. Invece l’AIGAE, solo una delle diverse associazioni GAE, ma la piu’ grande e forse la meglio organizzata (con un robusto apparato di difesa legale), non ha preso le cose sottogamba, ma ha deciso di lottare punto su punto per difendere i diritti dei propri associati. Non solo, ma e’ riuscita anche a farsi iscrivere nelle professioni non ordinistiche elenco MISE. Si sussurra che l’obiettivo a lungo termine dell’AIGAE sia quella di diventare l’interlocutore unico del governo in termini di GAE, soprattuto con l’obiettivo a lungo termina di un riconoscimento ordinistico a livello nazionale. 

  6. 16
    croiredecyr says:

    (SEGUE DA COMMENTO PRECEDENTE)
     
    Tornando alle battaglie legali e alle cause intentate dalla cricca delle guide alpine, dopo anni di denunce e lotte legali,  sostanzialmente le mafie delle guide alpine hanno sempre perso. La lista delle infinite cause vinte dall’AIGAE, conferma sostanzialmente che la legge quadro e’ solida e che il limite di operativita’ GAE sia definita non dall’altitudine quindi senza limiti, ma dall’attrezzatura necessaria. Quindi varia. Se c’e’ bisogno di corda, piccozza, ramponi, li e’ il limite. Chiaro no? No, perche il CONAGAI non ci sta a perdere e nemmeno l’AIGAE. TAR su TAR e decine di sentenza tutelando il diritto di libera concorrenza sancito dalle Direttive UE,  il principio di proporzionalita’, il no alle mafie, ed il diritto delle GAE a operare su tutto il territorio nazionale. Si e’ arrivati alla  alle corte costituzionale, sorpresa, anche li’ hanno vinto le GAE. Ultimo capitolo della saga, nel 2022, il Consiglio di stato da’ l’ennesima sberla all’Abruzzo che non permetteva alle GAE di essere guide parco, zittendoli con un perentorio (parafrasando e semplificando per i non addetti ai lavori) “non puoi creare delle professioni nuove non normate e limitare l’accesso in base a quello, perche’ questo e’ il compito del legislatore nazionale”. In sostanza “se vuoi creare gli AMM a livello regionale come costola delle Guide Alpine puoi farlo no problem, ma non puoi usare la tua legge regionale per limitare l’accesso alle professioni turistiche definite a livello nazionale dalle leggi quadro sul turismo. Io sono lo Stato e le GAE sono a livello nazionale, tu sei Regione e gli AMM li fai lavorare secondo i tuoi regolamenti regionali senza interferire con me.” Abbastanza chiaro? No, ovviamente, perche’ le minacce, le denunce le scenate proseguono. Chi ci perde secondo me sono gli AMM, un po’ persi in un ruolo limitato regionalmente al Nord, con abilitazioni costosissime, in balia e sottoposti ai loro colleghi di serie A le guide alpine, con le GAE molto piu’ libere e flessibili, che possono fare sostanzialmente le stesse cose, (che intercettano tutto quel turismo di gente normalissima non competitiva o professionale, non gasata, che vuole semplicemente passare tempo in montagna), e che ora sono anche protette e tutelate da decine di sentenze e dalla Corte Costituzionale e Consiglio di Stato. Poverini, abbindolati dalla spocchia, la xenofobia, il protezionismo, la paura della concorrenza, e la mancanza di visione delle regioni montanare del Nord, si ritrovano limitati nel raggio e nel campo d’azione. 

  7. 15
    croiredecyr says:

    (SEGUE DA COMMENTO PRECEDENTE)
     
    Quindi gli scontri proseguono, e un tentativo di entrare in collaborazione, di formare un armistizio non ha funzionato. E’ un po’ uno specchio dell’Italia piccola, medievale, provinciale, divisa, gelosa, invidiosa, competitiva, individualista, preda delle piccole Arte e Mestieri, e sopratutto con un’incredibile mancanza di vision, con la gretta paura di vedersi “rubare l’orticello” dallo straniero.
    Dato che l’implementazione della legge GAE era stato alle Regioni, c’e’ frammentazione a livello di standard, formazione, certificazione tra Regioni? Certamente. La legge GAE andrebbe riformulata, ampliata, e ridefinita con patentino ed esame a livello nazionale come nella recente legge Dicembre 2023 sulle Guide Turistiche? Certo che si. I consigli delle Guide Alpine e le Regioni del Nord dovrebbero poter imporre limiti sulle professioni turistiche nazionali, imponendo le loro creazioni regionali. Ovvio che no.

  8. 14
    croiredecyr says:

    Dopo 20 anni nel mondo del turismo a tutti i livelli, e dopo gli ultimi 10 anni lavorando al nord e prevalentemente in zone alpine (pur non vivendoci), ne ho viste davvero di cotte e di crude, da una parte e dall’altra. Invito, come sempre e’ buono fare, di studiare, informarsi, non dare le cose per scontato, non dare fiato alla bocca, ma ossigeno al cervello. Interrogare, studiare le leggi, leggere i regolamenti e le sentenze, confrontarsi, pensare prima di parlare, verificare. 
    E’ la strada piu’ difficoltosa, ma quella che porta al progresso e alla civilta’.

  9. 13
    croiredecyr says:

    Il livello di ignoranza legislativa di questo articolo in generale e della maggior parte dei commenti su questo thread ha dello sconcertante. Ne sento dire tutto ed il contrario di tutto. Senza andare davvero a leggere le leggi quadro sul turismo che istituiscono le professioni di Accompagnatore Turistico, Guida Turisica, e Guida Ambientale Escursionistica (GAE). Sono tre le professioni turistiche. Le Guide Alpine hanno una legislazione separata. 

  10. 12
    andrea v says:

    Quello che ho notato seguendo questo articolo, e’ che l’autore non permette la pubblicazione di commenti avversi. Se dici una cosa che non gli piace, allora cancella e censura il commento. Bella liberta’ di espressione e confronto, complimenti!

  11. 11
    albert says:

    Non li conoscevo: Aigae e Usacli, AMM,scoperti ora i siti.!

  12. 10
    albert says:

      Touche’,caxxate consentite, tanto qualcuno  che  amministra e legifera si ispira veramente ai commenti di un articolo contenuti in un pur importante storico blog? forse ho interpretato male questo:
    Commento 6 “Oggi se vuoi diventare un professionista dell’ outdoor, come lo chiama Crovella, ci sono delle associazioni che rilasciano titoli dopo corsi che durano anche un fine settimana. Purtroppo le guide alpine e gli amm propongono corsi che durano mesi e costano di conseguenza, ma qualcuno (magari gli utenti) si chiederà quale formazione riceve chi frequenta un corso oppure un altro?Personalmente se avessi oggi 20 anni (invece ne ho 60 e sono guida alpina dal 1984 ) farei un corso Usacli di alpinismo più uno Aigae di escursionismo, ciaspe, scialpinismo e canoa. Me la caverei con una decina di giorni di corsi, un costo alla portata di ogni tasca e potrei attaccarmi alla giacca un mucchio di patacche colorate da sfoggiare. ”
    D’altra parte se si ha gia’una  laurea in una disciplina , con un pacchetto di esami riconosciuti in materie comuni, sostieni solo quelli extra della nuova materia. Vale anche per corsi serali per gia’ diplomati. ..riconoscimento dei titoli gia’posseduti e quindi esenzione a richiesta  dall’obbligo di frequentare alcune materie per evitare doppioni.  Forse chi ha gia’ un titolo di Guida alpina puo’svolgere anche altri ( accompagnatore, guida naturalistica se gia’ e’ compreso nei programmi  corsi guida un monte  ore di istruzione ecologica naturalistica geologica ecc) ma non viceversa .Tanto poi e’ il mercato che decide se  certi titoli o patacche sono inutili.
    Per entrare in altro tema: certi alberghi  forniscono pure le biciclette..ma poi si assumono anche l’obbligo di controllo sicurezza mezzi pagando un manutentore? Qualche albergatore ha fiutato le conseguenze legali ed ha tolto l’offerta, inviando  i richiedenti a noleggiatori…assicurati e con meccanico fisso..

  13. 9

    Albert, si capisce che non hai molto chiara la situazione. A commentare troppo si rischia di dire cazzate e questo è un buon esempio. Con simpatia.

  14. 8
    albert says:

    Iscriversi, frequentare corsi, sperare esame e conseguire la Qualifica…mancante al  curriculum. Qualcuno sostiene che  non costa poi troppo.Una parte online ed una con lezioni in presenza ed esercitazioni.Oppure dare per buone certe capacita’ comuni   tra AMM – Accompagnatori di Media Montagna che fanno parte del Collegio delle Guide alpine – e le AIGAE –ed integrare con cio’ che manca..all’una o all’altra.

  15. 7
    grazia says:

    @albert, cosa intendi per “conviene prendersi entrambi i patentini”?

  16. 6

    Quelli di Renzo almeno erano tutti e quattro capponi ma qui le cose stanno diversamente. In pratica, la sbandierata inadeguatezza della legge 6/89, che avrà pure i suoi annetti ma lì sta, è da molto tempo la scusa per chi ama le scorciatoie. Oggi se vuoi diventare un professionista dell”outdoor, come lo chiama Crovella, ci sono delle associazioni che rilasciano titoli dopo corsi che durano anche un fine settimana. 
    Purtroppo le guide alpine e gli amm propongono corsi che durano mesi e costano di conseguenza, ma qualcuno (magari gli utenti) si chiederà quale formazione riceve chi frequenta un corso oppure un altro?
    Personalmente se avessi oggi 20 anni (invece ne ho 60 e sono guida alpina dal 1984 ) farei un corso Usacli di alpinismo più uno Aigae di escursionismo, ciaspe, scialpinismo e canoa. Me la caverei con una decina di giorni di corsi, un costo alla portata di ogni tasca e potrei attaccarmi alla giacca un mucchio di patacche colorate da sfoggiare. Nel frattempo lascerei che i presidenti delle associazioni che mi hanno lasciato questi titoli si scannino tra loro e con quello del Collegio Nazionale di quei furbetti, accentratori, incapaci, loschi mafiosi, di guide alpine mentre io me ne andrei a lavorare dappertutto arricchendomi alla faccia loro.
    Finché non interviene la Don Rodrigo Assicurazioni.

  17. 5
    Carlo Crovella says:

    Vista dall’esterno (perché io non sono né sarò mai un “professionista” dell’outdoor), questa storia infinita mi pare una riproposizione moderna dei capponi di Renzo…

  18. 4
    albert says:

    Forse ,avendone tempo e doti , conviene prendersi entrambi i patentini e fare il gesto dell’ombrello e troncarla.

  19. 3

    Il turismo lento interessa solo noi 4 gatti. Al legislatore interessa e vede solo quello veloce.

  20. 2
    Giacomo Raffa says:

    @Marcello Cominetti
    il principio generale è quello: ci sono (molte) materie riservate sulle quali le Regioni e Province non possono legiferare. Tu però citi regioni e province a Statuto speciale, e quindi con spazi di autonomia molto ampi, per le quali quindi occorrerebbe guardare i singoli casi concreti…
    Sulla questione specifica non mi soffermo, se non per un breve commento: è agli occhi di tutti la necessità di un riordino, visto che nemmeno la magistratura riesce a dare un’interpretazione chiara e coerente delle norme che si sono stratificate. Ma si tratta  di un lavoro non facile e nemmeno sentito come un’urgenza (con buona pace dei proclami sull’importanza della ripresa del settore turistico, del turismo lento, ecc…)

  21. 1

    Che Regioni e Provincie non possano legiferare anche se in contrasto con leggi dello Stato (figuriamoci europe) non è vero. Non mi spiegherei molte cose che accadono nelle Provincie di Trento e Bolzano ,in Valle d’Aosta e in Sardegna. 

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