L’approvazione, il 14 ottobre 2016, di un accordo tra Giunta provinciale trentina e Hydro Dolomiti Energia s.r.l., prevedeva l’attuazione di una diminuzione del deflusso minimo vitale (il DMV) da alcune opere di presa. Questo ulteriore sfruttamento è apparso subito eccessivo e inammissibile, data la già grave e per nulla rassicurante situazione in cui versavano e versano i corsi d’acqua del territorio trentino.
Il 22 febbraio 2017 è stato riattivato il Comitato permanente per la difesa delle acque in Trentino. Suo portavoce è Mauro Finotti, presidente della Federazione dei pescatori trentini.
Si deve la riattivazione a nove tra associazioni e comitati, nello specifico Amici della Sarca, Associazione per il WWF Trentino, Canoa Club Trento, Comitato permanente per la difesa del fiume Noce, Federazione dei Pescatori Trentini, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness e Salvarnò. Successivamente, a sostegno della causa sono intervenute altre associazioni che hanno aderito al Comitato, ovvero Pan-Eppaa, Amici della Terra, Lago d’Idro e Valle Sabbia e la sezione trentina dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, unitamente a consiglieri comunali e cittadini.
Carzano, la briglia del torrente Maso a valle della centrale idroelettrica
Ma, al di là di questa paternità ufficiale, il Comitato lo dobbiamo soprattutto alle prese di posizione forti e determinate da parte di sindaci, amministratori locali, pescatori, ambientalisti, consiglieri provinciali, operatori turistici e perfino del presidente del parco naturale Adamello-Brenta. Ciò è bastato per ottenere la sospensione del provvedimento provinciale, ora in attesa di nuove verifiche e confronti tra le diverse parti coinvolte.
Italia Nostra chiede rispetto per gli ecosistemi acquatici
Sono 408 le derivazioni, e altre sono in arrivo
I numeri disegnano un trend implacabile: dalle cento derivazioni a scopo idroelettrico presenti in Trentino agli inizi degli anni Duemila (escluse le grandi derivazioni) si è passati alle 408 che risultano attive oggi all’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia. Con un dato in più, non secondario: le domande di nuove derivazioni, in attesa di risposta, sono un altro centinaio. Cifra che salirebbe ancora se venissero considerate anche le domande per gli impianti più piccoli.
«Questa continua richiesta di nuove derivazioni ci preoccupa molto» osserva Mauro Finotti. «Dopo lo stop alla delibera di ottobre, attendiamo la nuova delibera» incalza il portavoce del Comitato, che ricorda la «terza via» accolta dagli amministratori di Giudicarie, Rendena e val di Fiemme (di fatto, il mantenimento del DMV attuale a fronte di minori sovraccanoni per i Comuni).
Finotti pone interrogativi che guardano al futuro: «Quanto costa alla comunità il prelievo dell’acqua? Qual è il prezzo che paga l’ambiente? Siamo sicuri che il DMV sia ancora uno strumento valido per garantire la vita dei fiumi?».
Occorre tener conto dei cambiamenti climatici: «Le scelte economiche, anche sul fronte dell’agricoltura e dell’allevamento, devono essere adeguate. Su questo un indirizzo politico va dato… e ci devono essere i controlli che oggi non ci sono: servono regole precise».
Anche nei piccoli corsi d’acqua vengono inserite nuove strutture, che li danneggiano in modo irreparabile. Il caso del torrente Tresenica, sollevato qualche settimana fa dai pescatori, ne è un esempio lampante.
«Bisogna rivedere politiche e strategie» rincara la dose Fernando Boso (Legambiente). Che annuncia l’uscita breve di un dossier nazionale dell’associazione sullo sfruttamento delle acque nelle regioni alpine. E ribadisce il concetto sulle piccole centrali: «Si devono potenziare le grandi centrali idroelettriche, ponendo un limite ai micro-impianti».
Posizione condivisa da Claudio Postinghel (Comitato permanente di salvaguardia del Noce), che lancia l’appello: «La val di Sole è a vocazione turistica. Lasciate almeno un pezzo di Noce senza impianti».
La situazione del torrente Tresenica, denunciata di recente
Malè, 20 maggio 2017
Il 20 maggio 2017 il Comitato ha organizzato a Malè il convegno Idroelettrico: lo stato dell’arte e la tavola rotonda Quanto vale l’acqua? per rilanciare la richiesta di non ridurre, anzi di aumentare il deflusso minimo. Il concetto centrale proposto è stato trattato dall’ecologo fluviale Maurizio Siligardi, professore all’Università di Trento: passare dal DMV al DME, Deflusso Minimo Ecologico. Lo anticipava Mauro Finotti: «Chiediamo che ai corsi d’acqua si ridia l’acqua sufficiente non alla mera sopravvivenza, come succede con le attuali regole del deflusso minimo vitale, ma anche qualità e benessere, per gli esseri viventi che abitano gli ecosistemi acquatici e per tutta la comunità umana interessata».
Gli interventi sono stati numerosi. Al tavolo dei relatori esperti trentini, veneti, lombardi e piemontesi. Non i valdostani, perché nello stesso giorno è stato organizzato in quella regione un convegno simile.
La qualità e varietà dei relatori ha attestato il fatto che il dialogo è maturo per svilupparsi tra le componenti sociali. Alla tavola rotonda dal titolo Quanto vale l’acqua? era presente anche l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi. Assieme a lui Claudio Bassetti, Presidente della SAT, Luigi Casanova, Vicepresidente Cipra Italia e presidente onorario di Mountain Wilderness, Alessandro Fantelli, Presidente del Comitato di gestione della Rete di Riserve “Alto Noce.
Da Gilmozzi ci si aspettava una qualche dichiarazione, che non è mancata: «Il 95% delle domande presentate per nuove piccole derivazioni in Trentino verrà respinto». Parola di Mauro Gilmozzi. Perché «Spazio nei nostri torrenti non ce n’è più». Questa sentenza era già stata anticipata in mattinata dal dirigente dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia Fabio Berlanda. Il quale, illustrando il bilancio idrico provinciale e il piano di tutela delle acque, ha messo in chiaro: «Certe richieste di nuove derivazioni idroelettriche dovranno essere respinte perché riguardano bacini non in equilibrio».
Nel mirino, sotto attenta osservazione, sono finite proprio le piccole derivazioni idroelettriche, tra le feroci critiche di tutti. «I mini-impianti sono un’emergenza ambientale, oltre che una diseconomia» è stato l’affondo di Lucia Ruffato, del Coordinamento nazionale tutela fiumi. Che ha parlato di «fenomeno speculativo enorme» e ha invocato «l’abolizione degli incentivi statali all’idroelettrico nei corsi d’acqua nazionali». «Le nuove piccole centrali non stanno in piedi dal punto di vista finanziario» ha sostenuto Alessandro de Carli, direttore di AquaLab foundation di Milano.
Il convegno di Malè si è occupato di acqua ma anche di ghiacciai
«Questi progetti — ha rincarato la dose Roberto Colombo — sono in ambienti di alta naturalità. E presentano vari problemi, come l’incertezza sulle informazioni e le discutibili valutazioni sulle portate. Un ambiente di alta qualità va preservato, non sfruttato». Intervento, quello di Colombo, condiviso da Giovanna Molinari (Comitato Salvarnò), che nel suo appassionato intervento ha ripercorso la battaglia di un comitato «nato nel 2015 per disperazione». Ma anche da Luca Scaramella (comitato per la difesa del Noce), che ha tratteggiato la situazione di un Noce da «tutto esaurito» dal punto di vista delle domande idroelettriche. Invitando la politica a «trovare uno strumento legislativo che ci preservi».
Dal punto di vista amministrativo, Gilmozzi ha promesso che la nuova delibera seguirà la cosiddetta “terza via”, quindi con valori del DMV fermi al 2009 e compensazione sui canoni aggiuntivi.
Il presidente della SAT Claudio Bassetti ha puntato l’attenzione sui ghiacciai: «La situazione è allarmante, si deve agire fin da subito con una politica lungimirante e con un uso attento dell’acqua. Noi, nei rifugi, questa situazione la viviamo già». «La politica deve recuperare il valore della parola “risparmio”» è stato il monito di Luigi Casanova (Cipra e Mountain Wilderness), che ha insistito sul valore del «limite» e ha affrontato il nodo spinoso dei bacini di innevamento: «Alcuni sono necessari, ma quelli che ci sono già sono sufficienti: gli impiantisti imparino a non sprecare l’acqua».
2Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.